sabato 29 settembre 2018

Il mistero della più antica mano in metallo d'Europa

Il raro manufatto, scoperto in Svizzera e risalente all'Età del bronzo, è la più antica rappresentazione conosciuta in Europa di una parte del corpo umano. Potrebbe essere stata usata per scopi rituali

di Andrew Curry


La mano in bronzo dal polsino d'oro, con, da destra a sinistra, una spilla di bronzo, frammenti del polsino d'oro, un ornamento a spirale (per capelli?) in bronzo e un pugnale. Fotografia di Philippe Joner, Servizio Archeologico del Cantone di Berna.


Gli archeologi svizzeri hanno recentemente annunciato la scoperta di quella che affermano essere la più antica rappresentazione in metallo di una parte del corpo umano mai trovata in Europa.

L'oggetto, risalente a circa 3.500 anni fa, è la riproduzione di una mano in bronzo, leggermente più piccola del normale, del peso di circa mezzo chilo. Presenta una sorta di polsino in lamina d'oro, e una cavità interna che, si pensa, potesse permettere di montarla su un bastone o una statua.

Il ritrovamento è avvenuto casualmente nel 2017 vicino al Lago di Bienne, o Bienna, nella zona occidentale del cantone di Berna, effettuato da cacciatori di tesori che utilizzavano il metal detector, e che hanno consegnato il reperto alle autorità insieme ad un pugnale di bronzo e alcune costole scoperte nelle vicinanze.

"Non avevamo mai visto niente del genere", racconta Andrea Schaer, direttore del Dipartimento di archeologia antica e archeologia romana presso il Servizio archeologico di Bienne. "Non eravamo sicuri che fosse autentico, e non avevamo idea di cosa realmente fosse."

La datazione al radiocarbonio di una piccola porzione della colla organica usata per attaccare lo strato 

di lamina d'oro sul "polso" della scultura, ha permesso di verificare che l'oggetto era molto antico, risalente all'età del bronzo medio, tra il 1.400 e il 1.500 a.C..

Questo risultato è stato sufficiente per convincere gli archeologi a tornare, la scorsa primavera, nella zona in cui la mano di bronzo è stata originariamente scoperta. Quando i fortunati cercatori hanno indicato il luogo dove avevano trovato l'oggetto, Schaer e il suo team hanno trascorso sette settimane a scavare quella che si è rivelata essere una tomba gravemente danneggiata, situata su un altopiano che domina il Lago di Bienne, vicino al piccolo villaggio di Prêles. "Sull'altopiano c'è una magnifica vista verso le Alpi", dice Schaer. "È davvero un posto straordinario."

Nella sepoltura, i ricercatori hanno trovato le ossa di un uomo di mezza età, insieme a una lunga spilla di bronzo, una spirale di bronzo probabilmente indossata come fermaglio per capelli, e frammenti di lamina d'oro che coincidono con quella che adorna il polsino della mano di bronzo.

Gli archeologi hanno anche recuperato nella tomba una delle dita spezzate del manufatto, una solida prova che la mano si trovava originariamente sepolta con l'uomo.

Gli oggetti metallici nelle sepolture dell'età del bronzo sono rari e ancora più raro l'oro, quasi mai trovato nelle sepolture dell'età del bronzo in Svizzera.


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giovedì 27 settembre 2018

"Risolto il mistero nel Triangolo delle Bermude"

Un nuovo studio potrebbe aver risolto l'enigma della scomparsa di grandi navi proprio in questa area

Per anni gli scienziati si sono interrogati sul Triangolo delle Bermude, cercando di risolvere l'annoso enigma: perché navi - anche di grandi proporzioni - improvvisamente scomparivano? Nel corso del tempo, al mistero, che ha affascinato intere generazioni, sono state date spiegazioni di ogni sorta. L'ultima, però, potrebbe essere una delle più convincenti: un team di scienziati della University of Southampton, nel Regno Unito, ha trovato le colpevoli delle sparizioni nelle onde anomale di circa 30 metri di altezza che si formerebbero in quell'area.
Secondo quanto raccontato nel documentario 'The Bermuda Triangle Enigma', come riporta l'australiano 'News.co.au', citando il 'Sun', i ricercatori avrebbero usato alcuni simulatori indoor per ricreare tali onde. Si tratterebbe di fenomeni dalla 'vita' brevissima, di circa pochi minuti, ma dalla potenza devastante. Questo tipo di onde sono state osservate per la prima volta da alcuni satelliti nel 1997, al largo delle coste del Sud Africa.
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lunedì 24 settembre 2018

L’impronta fossile dell'animale più antico

Vecchia di 558 milioni di anni, conserva ancora tracce di grasso

Era ovale, lungo circa un metro e mezzo e aveva una struttura a segmenti il più antico animale finora individuato. Vissuto 558 milioni di anni fa, si chiama 'Dickinsonia' ed è stato identificato grazie alla presenza nei resti fossili di tracce del suo grasso. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Science da un gruppo dell’Università nazionale australiana coordinato da Jochen Brocks, in collaborazione con l'Accademia delle scienze russa, l'Istituto tedesco Max Planck per la biogeochimica e l'Università tedesca di Brema. 

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domenica 9 settembre 2018

A quanto pare, Monna Lisa aveva problemi di salute

Secondo una nuova ipotesi la Gioconda, uno dei ritratti più iconici della storia, avrebbe avuto problemi di salute. Ecco perché


Una delle donne più enigmatiche e affascinanti della storia: è la Monna Lisa di Leonardo da Vinci protagonista di un quadro su cui ci si interroga da secoli.
La Gioconda è un dipinto a olio su tavola che potrebbe essere databile intorno al alla prima decade del Cinquecento circa conservato all’interno museo Louvre di Parigi ed è uno dei ritratti più famosi al mondo. In particolare a colpire da sempre, i tanti ammiratori del dipinto, è stato il sorriso. Lieve e accennato tanto da ispirare opere, critica e studi.
L’ultimo di questi le attribuisce una malattia. Pare infatti che la Gioconda avesse dei problemi di salute. Nello specifico che soffrisse di ipertiroidismo, almeno secondo le ipotesi avanzate da Mandeep R. Mehra. Il docente della Harvard Medical School ha presentato la sua nuova teoria in una lettera che è stata inviata al magazine Mayo Clinic Proceedings in cui spiega le ragioni della sua idea.
L’ipertiroidismo comporta uno scarso funzionamento della ghiandola tiroidea che porta a diverse conseguenze, alcune delle quali sarebbero visibili nel dipinto nato dal genio di Leonardo Da Vinci. Ad aiutarlo, in questo percorso di ricerca, la collega Hilary Cambell dell’Università della California a Santa Barbara. La conclusione è arrivata proprio notando il colorito giallognolo della pelle, ma anche i capelli diradati e il fatto che fosse priva di sopracciglia. Tutti elementi che fanno pensare all’ipertiroidismo. A tutto questo si aggiunge il collo gonfio. Insomma secondo loro i dubbi sono pochi: Monna Lisa non stava molto bene quando fu immortalata per sempre da Leonardo. Da quello che si sa, Lisa Gherardini moglie di Francesco del Giocondo, aveva partorito da poco quando fu ritratta e questo non fa che dare maggiore credito all’ipotesi di partenza.
Da non dimenticare l’enigmatico sorriso, tra le caratteristiche che l’hanno resa più celebre. Quello, secondo gli studiosi, potrebbe derivare da un problema psicomotorio e una debolezza che non le avrebbero permesso di renderlo più ampio.
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venerdì 7 settembre 2018

Sahara più piovoso,effetto impianti eolici e solari

Spostano le masse d'aria


Potrebbe piovere sempre più spesso sul Sahara e uno dei più grandi deserti del mondo potrebbe cominciare a colorarsi di verde, con una vegetazione che potrebbe avanzare progressivamente. Il motore di questo cambiamento climatico su larga scala sono gli impianti per l'energia eolica e solare, che potrebbero far aumentare fino al 50% le precipitazioni su uno dei deserti più grandi del mondo. Lo indica, sulla rivista Science, la ricerca coordinata dall'Università del Maryland e condotta fra Stati Uniti, Cina e il Centro internazionale di fisica teorica 'Abdus Salam' di Trieste.

E' il risultato della prima simulazione degli effetti che sul clima possono avere gli impianti eolici e solari. "Abbiamo scelto il Sahara perché è uno dei deserti più grandi del mondo" e "molto vicino all'Europa e al Medio Oriente, dove la domanda di energia è in aumento", ha spiegato Yan Li, che ha coordinato la ricerca con Eugenia Kalnay e Safa Motesharrei, dell'Università del Maryland. Partendo dai dati relativi alle caratteristiche del deserto, compreso il territorio vicino del Sahel, il modello ha considerato gli effetti di impianti di eolico e solare con un'estensione complessiva di 9 milioni di chilometri quadrati. E' la prima volta che emerge in modo chiaro come gli impianti per le energia rinnovabili possano generare cambiamenti su scala locale e continentale: un aspetto, rilevano, "che finora non era stato valutato nel dettaglio". 

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mercoledì 5 settembre 2018

L’ultimo avvistamento di un Ufo in provincia di Alessandria? È stato il 10 agosto a Bassignana

Paolo Toselli e il Cisu hanno catalogato 481 avvistamenti negli ultimi 70 anni. Una mostra al dal 7 al 30 settembre celebra quello della mattina del 2 settembre 1978, caso mai risolto

Paolo Toselli sta allestendo una mostra sugli Ufo che si inaugura venerdì 7 settembre ad Alessandria al museo della Gambarina
ALESSANDRIA
«Sono passati 40 anni e ancora oggi mi chiedo che cosa fosse quello che ho visto». Roberto Pozzi ha 54 anni. Era un ragazzino di 14 la mattina del 2 settembre 1978, quando, incuriosito da un rumore strano («un sibilo») aprì la finestra della sua camera e nel campo di mais antistante la casa in aperta campagna, in via Loreto a San Michele, sospeso sulle pannocchie, vide «un oggetto a forma di sigaro, lungo circa 7-8 metri: si alzò a una velocità impressionante, pochi secondi ed era un puntino nel cielo che sfrecciava in direzione Sud». «Chiamai subito mia madre - aggiunge -, andammo a vedere nel campo». Sul terreno era rimasta un’area schiacciata, attorno le piante avevano le pannocchie piegate di 90 gradi. La donna telefonò ai carabinieri, che prelevarono campioni di piante e suolo. Si scatenò un circo mediatico con l’arrivo di giornalisti, della televisione, di curiosi: «Un Ufo è atterrato a San Michele», «Incontro del terzo tipo ad Alessandria» i titoli di quei giorni. 

Sorride Roberto Pozzi, nel cortile della stessa casa, dove abita ancora oggi e davanti alla quale c’è ancora una coltivazione di mais: «Non ho visto nessun alieno, solo quell’oggetto. Un Ufo, poiché era davvero volante e non identificato!». E tale è rimasto. Il caso di San Michele, studiato anche dall’Aeronautica militare, è tuttora irrisolto. Ed è diventato uno dei «classici» dell’ufologia.  

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Porta lo zio morto in banca per ottenere un prestito di 3mila euro: arrestata

La macabra vicenda in una filiale di Rio de Janeiro, in Brasile: i dipendenti, insospettiti dalle condizioni dell'anziano, hanno allerta...