domenica 26 agosto 2012

Gollum di Panama

Agli inizi del settembre 2009, nei pressi di Cerro Azul (Panama) è stata trovata una strana creatura grigiastra dal corpo gommoso, subito soprannominata "il Gollum", data la somiglianza con la creatura del romanzo di Tolkien "Il signore degli anelli".
Dei bambini stavano giocando sulle rive di un lago, quando all'improvviso notarono uno strano essere che si stava dirigendo verso di loro arrampicandosi a delle rocce; impauriti dalla cosa, iniziarono a scagliare contro l'animale numerosi sassi fino a stordirlo, per poi arrivare ad ucciderlo a bastonate. Subito dopo aver costatato la morte della creatura la gettarono in acqua e corsero a chiamare i loro genitori che inizialmente,  pensarono ad una storia inventata dai bambini che come si sa hanno una fervida immaginazione. Arrivati sul posto, i genitori si stupirono alla vista del "mostro", lo fotografarono e chiamarono subito le autorità del posto.
La creatura lunga 150 centimetri, ha delle braccia lunghe come un bradipo ma privo di peli, di colore grigiastro e ha il corpo gommoso, sembrerebbe quasi senza ossa; queste caratteristiche hanno fatto subito pensare ad una mutazione sconosciuta dell'animale o ad un esemplare malato. 
Attualmente non si sa ancora nulla di più sull'animale, come già detto alcuni suppongono che si tratti di un bradipo mutante, ma terorie più esotiche lo reputano un esperimento genetico malriuscito da parte di non si sa chi.

Sviluppi

Non si sa ancora molto sulla vicenda; Melquiades Ramos, un esperto del National Environmental Authority disse che avrebbe esaminato l'animale e fornito spiegazioni ma ancora oggi non si sa niente di più sull'animale. Questo silenzio a fatto pensare ad uno scherzo ben riuscito, le autorità però non hanno comunicato ancora nulla sul caso.
A distanza di quasi due anni abbiamo sempre solo queste immagini (guarda fotogallery sotto) che fecero rapidamente il giro del mondo...


Galleria Fotografica

domenica 5 agosto 2012

Paesi fantasma e villaggi abbandonati in Val Borbera (Al)

In val Borbera in Provincia di Alessandria ci sono sette borghi, tutti abbandonati nel corso degli anni Sessanta, tranne uno:
- Rivarossa, frazione di Borghetto di Borbera.
- Avi, frazione di Roccaforte Ligure.
- Camere Nuove, frazione di Mongiardino Ligure.
- Connio Vecchio e Chiappato, frazioni di Carrega Ligure.
- Ferrazza, frazione di Carrega Ligure, recuperata negli anni Novanta.
- Reneuzzi, frazione di Carrega Ligure, legato alla presenza di fantasmi, a seguito della storia, di una giovane coppia degli anni Cinquanta, forse l’unica in grado di avere ancora figli in paese. I due non sono ancora sposati e la ragazza comunica al compagno di avere preso la decisione di lasciarlo e abbandonare il paese per andare a cercare il lavoro a fondo valle. Il ragazzo reagisce male: la rapisce e la porta nei boschi. Allarmati, gli altri abitanti corrono a cercarli. Viene trovata solo la ragazza, morta, forse uccisa con un colpo di roncola. Pochi giorni più tardi un cacciatore troverà anche il corpo dell’uomo, che nel frattempo si è suicidato.

Fonte 

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Renèuzzi, talvolta chiamato Renèuzi, Renèusi, Renéixi (pron. Renéisci) o in genovese Reneuxi, è una frazione disabitata del comune di Carrega Ligure, in provincia di Alessandria, situata in alta val Borbera a 1.075 m d'altezza sul versante nord del monte Antola. Il villaggio fu abbandonato nel 1961. Conserva l'Oratorio di San Bernardo abate, a cui è stato rimosso il campanile.
Non raggiunto dalla strada carrozzabile, è collegato da un'antica mulattiera alle frazioni di Campassi e Vegni, mentre un sentiero permette di raggiungere la vetta del monte Antola.

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I paesi fantasma della Val Borbera
La tragedia di Bellomo Davide, morto a 31 anni, ultimo abitante di quello sperduto, straordinario paese.


Reneuzzi


I paesi abbandonati attorno a Genova
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sabato 28 luglio 2012

Perché la Terra è così asciutta? Mistero che affonda nel passato

L'acqua costituisce solo una piccola parte del nostro pianeta, meno dell'1% dell'intera massa, in contrasto con quanto previsto dalle teorie sulla formazione dei pianeti. Un nuovo modello prova a far luce su questo mistero di MASSIMILIANO RAZZANO

 

FIUMI che scorrono per centinaia di chilometri, ghiacciai giganteschi e oceani che ricoprono quasi tre quarti della superficie terrestre. Non è un caso se chiamiamo la Terra il pianeta azzurro. Ma l'apparenza inganna, perché in realtà l'acqua costituisce meno dell'1% dell'intera massa del nostro pianeta. Inoltre, si ritiene che gran parte dell'acqua sia stata portata sulla Terra dalle comete in un lontano passato. Perché la Terra è così "asciutta"? Non è facile rispondere basandosi sulle teorie attuali, ma un nuovo studio potrebbe fornire una nuova spiegazione a questo mistero circa il nostro pianeta.

LE FOTO 1

Mario Livio e Rebecca Martin dello Space Telescope Science Institute (STScI 2) di Baltimora, hanno infatti elaborato un nuovo modello per descrivere il disco protoplanetario da cui sono nati i pianeti del Sistema Solare. Al contrario di quanto creduto finora, i ricercatori ritengono infatti che la Terra si sia formata in un ambiente così caldo da vaporizzare tutto il ghiaccio esistente nell'orbita terrestre, lasciando così il nostro pianeta "all'asciutto". Queste conclusioni, descritte in un articolo 3in pubblicazione sulle Monthly Notices of the Royal Astronomical Society (MNRAS), aiutano a far luce sul passato del nostro pianeta e forniscono nuovi indizi per stimare l'abbondanza dei pianeti di tipo terrestre nella nostra Galassia. 

 

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venerdì 27 luglio 2012

Torino, il mistero del fachiro che levita in via Garibaldi

La scena non può che suscitare curiosità. Un uomo sospeso a mezz'aria all'angolo tra via Garibaldi e Via XX Settembre, fermo, immobile, con solo una mano appoggiata a un bastone e il resto del corpo a un metro dal suolo in un equilibrio perfetto. La gente incuriosita si ferma intorno al fachiro che levita avvolto in un pesante mantello e dai capannelli si formulano ipotesi per cercare di capire il trucco. I più scettici parlano di una piccola sedia che c'è ma non si vede mentre una signora, piegandosi per lasciare qualche moneta nel piattino del fachiro esclama:”Complimenti, che muscoli!”. Tuttavia la soluzione non è nella forza del braccio, ma in un vecchio trucco indiano

Il video

Mistero del fachiro: la soluzione è su YouTube

domenica 15 luglio 2012

Un libro per le tre streghe di Carezzano bruciate sul rogo

Venerdì 16 giugno, a Novi Ligure, verrà presentato il bel libro sulla stregoneria dal titolo "12 luglio 1520". La data è quella - storica - nel corso della quale tre donne di Carezzano, sulle colline del tortonese, finirono sul rogo, bruciate vive a seguito di una condanna per stregoneria. Autrice dei tre racconti che compongono l'opera è Maria Angela Damilano, già Sindaco di Carbonara Scrivia ed oggi insegnante presso la Scuola Media G. Boccardo di Novi Ligure nella cui aula magna, alle ore 21, verrà presentato ufficialmente il libro. "L'opera è un'opera di fantasia - chiarisce l'autrice - ma prende lo spunto da un fatto di cronaca reale di cui rimangono non solo tracce toponomastiche, tant'è vero che ancora oggi il colle di Carezzano su cui furono bruciate sul rogo le tre donne si chiama "bric delle streghe", ma anche documentali visto che è rimasto l'incartamento del "processo" concluso con la condanna per stregoneria eseguita appunto il 12 luglio 1520. Partendo da queste basi storiche ho voluto ricostruire proprio quella giornata attraverso tre racconti diversi. Il primo è quello di Parmina", definita negli atti del processo "Magistra delle streghe", che narra il suo ultimo giorno di vita; il secondo è il racconto della giornata vissuta da Antonio Ricci, vicario del Vescovo e giudice al processo per stregoneria, l'ultimo racconto è quello di "Tumas", Tommaso, un ragazzino del paese" I processi per stregoneria, insomma, non sono come verrebbe spontaneo pensare episodi a noi lontani, ma parte ancor viva del bagaglio culturale della nostra terra e delle nostre coscienze, e il libro di Maria Angela Damilano ce lo ricorda in maniera chiara. La serata sarà in clima "stregonesco", tanto è vero che la presentazione sarà tutt'altro che canonica: ci saranno musiche (infernali???) e brani recitati, e il tutto si concluderà in allegria con un "rinfresco stregonesco" sui cui ingredienti, come in ogni storia di stregoneria che si rispetti, vige il più rigoroso segreto...

6/6/2006


domenica 8 luglio 2012

I dieci misteri irrisolti della storia

10misteri
 

Cosa c’è di più interessante di un mistero? Nonostante gli sforzi dei più grandi storici, dei maggiori esperti di crittografia e dei migliori cacciatori di tesori, la storia è piena di enigmi che continuano a confonderci ancora oggi. Eccovi la lista di dieci tra i più grandi misteri ancora senza risposta.

1. Il manoscritto di Voynich. Il manoscritto Voynich (dal nome del libraio polacco-americano Wilfrid M. Voynich, che lo acquistò nel 1912) è un dettagliato libro di 240 pagine scritto in una lingua e con una calligrafia completamente sconosciuti. Le sue pagine contengono anche disegni colorati di strani diagrammi, figure e piante che non sembrano appartenere alle specie conosciute. L'autore del manoscritto rimane sconosciuto, ma con la datazione al carbonio si è scoperto che fu scritto tra 1404 e 1438. 

manoscritto Voynich


2. Kryptos. Kryptos è una scultura misteriosa criptata, realizzata dall'artista Jim Sanborn, che si trova davanti al quartier generale della CIA a Langley, in Virginia. La scultura contiene quattro iscrizioni: se tre di esse sono state decifrate, mentre la quarta resta un mistero. Nel 2006 Sanborn ha svelato che nella prima iscrizione ci sono indizi sull'ultima, e nel 2010 ha fornito un altro indizio: le lettere 64-69 NYPVTT della parte 4 nascondono la parola “Berlin”. 

Kryptos

3. Beale Ciphers. I Beale Ciphers sono un insieme di tre testi cifrati che presumibilmente rivelano la posizione di uno dei più grandi tesori sepolti nella storia degli Stati Uniti: tonnellate di oro, argento e gioielli. Il tesoro fu scoperto originariamente da un uomo misterioso di nome Thomas Jefferson Beale nel 1818, mentre faceva il minatore in Colorado. Dei tre testi, solo il secondo è stato decifrato.
Beale Ciphers

4. Il Disco di Phaistos. Scoperto dall’archeologo italiano Luigi Pernier nel 1908 nel palazzo minoico di Festo, l’omonimo disco è fatto di argilla cotta e contiene dei simboli misteriosi che potrebbero rappresentare una forma sconosciuta di geroglifici. Si ritiene sia stato progettato nel corso del secondo millennio avanti Cristo.

Disco Phaistos

5. L’iscrizione Shugborough. Guardando attentamente lo Sheperd’s Monument, monumento del XVIII secolo nello Staffordshire, in Inghilterra, si noterà una sequenza di lettere: DOUOSVAVVM. Questo codice è rimasto un mistero per oltre 250 anni. Anche se l'identità dello scultore resta sconosciuta, alcuni hanno ipotizzato che il codice potrebbe essere un indizio lasciato dai Cavalieri Templari sul luogo in cui è custodito il Santo Graal.

Shugborough

6. Il caso Tamam Shud. Considerato uno dei più grandi misteri australiani, il caso Tamam Shud ruota attorno ad un uomo trovato morto nel dicembre 1948 sulla spiaggia di Somerton, ad Adelaide, e che non venne mai identificato. In una tasca cucita all'interno dei pantaloni dell’uomo fu trovato un piccolo pezzo di carta con le parole "Tamam Shud". La frase si può tradurre come “tempo indeterminato” o “esaurito”, ed è la frase usata nell'ultima pagina di una raccolta di poesie intitolata “The Rubaiyat”, di Omar Khayyam. Mistero nel mistero, successivamente fu trovata una copia della raccolta Khayyam che al suo interno conteneva un codice scarabocchiato e che si pensa sia stato lasciato dall’uomo trovato morto sulla spiaggia. 

Tamam Shud

7. Il segnale “Wow!”. Jerry Ehman, volontario del SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence), potrebbe essere il primo uomo ad aver ricevuto un messaggio da un mondo alieno. Una notte d'estate del 1977 Ehman stava analizzando le onde radio provenienti dallo spazio profondo, sperando di captare un segnale inviato da alieni intelligenti, quando notò qualcosa di strano nelle sue misurazioni. Il segnale durò 72 secondi, il più lungo periodo di tempo che poteva essere misurato con la matrice che stava usando Ehman. Era forte e sembrava essere trasmesso da un luogo in cui nessun uomo era mai giunto prima: dalla costellazione del Sagittario, vicino alla stella Tau Sagittarii, a 120 anni luce di distanza. Ehman scrisse le parole "Wow!" sul foglio originale del segnale, da cui il nome “Segnale Wow!”. Tutti i tentativi di individuare nuovamente quel segnale fallirono, portando a molti dibattiti e misteri sulle sue origini e sul suo significato.

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lunedì 25 giugno 2012

sabato 2 giugno 2012

Tutte le bufale del terremoto

Come spesso avviene quando si verificano catastrofi, come il terremoto di questi giorni i Emilia, si innesca una affannosa ricerca delle cause. Trovandole, si spera si possa impedire la ripetizione di eventi simili. Nel caso del terremoto l’operazione non è così semplice: le forze in gioco sono quelle del Pianeta Terra, e non sono facilmente domabili. Ma non è facile accettare questo principio, tanto è vero che c’è stata una rincorsa, spesso effettuata su basi poco scientifiche, ad altri fattori responsabili.

I complottisti hanno dato la colpa all’Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program) un impianto segreto (ma in realtà non lo è: si trova a Fairbank, Alaska) che ufficialmente si occupa di ricerche sulla ionosfera e sulle onde radio. Per quanto parte della ricerca effettuata possa essere segreta (è un sito militare) ed effettivamente alcune delle supposizioni non siano ancora state chiarite, la possibilità che l’impianto possa generare terremoti è in contrasto con le leggi della fisica. Questi fenomeni infatti prevedono intensità energetiche che difficilmente potrebbero essere generate dalle antenne presenti in Alaska. Inoltre il campo geomagnetico viene generato dalla Terra a molte migliaia di chilometri di profondità ed è isolato da strati di roccia.

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I perché della scienza: tutto ciò che c’è da sapere sul terremoto in Emilia

Tutti gli approfondimenti sui terremoti

domenica 20 maggio 2012

In Guatemala il più antico calendario astronomico Maya

E' stato trovato in Guatemala, all'interno di un edificio parte di un più ampio complesso residenziale, il più antico calendario astronomico Maya. Oltre a calcoli, cicli lunari e di altri pianeti, sulle pareti sono state trovate anche pitture rappresentanti uomini (Foto da National Geographic)

Le foto

domenica 6 maggio 2012

Misteriosa esplosione a Tunguska

A Tunguska nella foresta siberiana erano le 7 e 14 del mattino quando apparve un misterioso fascio di luce che a pochi chilometri di altezza esplose, mandando il fumo migliaia di chilometri quadrati di foresta e facendo impazzire i sismografi di mezzo mondo. L’ipotesi oggi più accreditata rimane quella dell’asteroide che ha colpito la Terra. Resta tuttavia ancora inspiegabile il fatto che sul posto non siano mai state ritrovati né crateri, né resti di meteoriti, un mistero che, alimentato dalla fantasia, ha ispirato racconti di fantascienza e teorie su dischi volanti e presenze extraterrestri.

Fonte 

Evento di Tunguska

Tunguska il Macchinario Alieno

 

martedì 1 maggio 2012

IL MISTERO DI EILEAN MORE

L’isola degli uomini scomparsi
 
In pieno oceano Atlantico, a poco più di 100 km dalle isole Ebridi, si trovano le Isole Flannan, note ai viaggiatori come i ''sette cacciatori".
La più grande e la più settentrionale si chiama Eilean More, nome che, per l'appunto, significa "grande isola".
Al pari della nave Mary Celeste, questo nome è diventato sinonimo di uno dei grandi misteri del mare. Questo gruppo di isole desolate, venne battezzato San Flannan, da un vescovo del XVII secolo, il quale aveva eretto una cappella su Eilean More.
I pastori delle Ebridi erano soliti trasferire le loro greggi di pecore su queste isole per via dei ricchi pascoli erbosi, ma non c'era uomo che si azzardasse a trascorrervi anche una sola notte, poiché si raccontava che quei luoghi erano infestati dagli spiriti e abitati dal "piccolo popolo". A partire dagli ultimi decenni del XIX secolo, con il notevole incremento delle attività inglesi lungo i muri, capitava sempre più spesso che molte navi dirette da sud o da nord sulla rotta di Clydebank, andassero a schiantarsi contro le Flannan, tanto che nel 1895 la sezione settentrionale della sovrintendenza ai fari annunciò che sull'isola di Eilean More sarebbe sorto un faro di riferimento per quella zona di mare. Prima di dare il via ai lavori passarono due anni e quando iniziarono fu impossibile rispettare i tempi progettati. Il mare in continua tempesta e la difficoltà di costruire su un picco a oltre 60 m di altezza resero l'impresa difficile; e così il faro di Eilean More venne inaugurato soltanto a dicembre del 1899. Dall'anno successivo il suo potente fascio di luce avrebbe illuminato la striscia di mare compresa fra Lewis e le Flannan. Però, undici giorni prima di Natale del 1900 il faro era già spento. Che era successo?

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sabato 21 aprile 2012

Macchina di Anticitera


















La macchina di Anticitera (greco moderno: O μηχανισμός των Αντικυθήρων, O michanismós ton Andikithíron), nota anche come meccanismo di Antikythera[1], è il più antico calcolatore meccanico conosciuto, databile intorno al 150-100 a.C. Si tratta di un sofisticato planetario, mosso da ruote dentate, che serviva per calcolare il sorgere del sole, le fasi lunari, i movimenti dei cinque pianeti allora conosciuti, gli equinozi, i mesi, i giorni della settimana e - secondo un recente studio pubblicato su Nature[2] - le date dei giochi olimpici. Trae il nome dall'isola greca di Anticitera (Cerigotto) presso cui è stata rinvenuta. È conservata presso il Museo archeologico nazionale di Atene.


Il meccanismo fu ritrovato nel 1900 grazie alla segnalazione di un gruppo di pescatori di spugne che, persa la rotta a causa di una tempesta, erano stati costretti a rifugiarsi sull'isoletta rocciosa di Cerigotto. Al largo dell'isola, alla profondità di circa 43 metri, scoprirono il relitto di un'enorme nave affondata, risalente all'87 a.C. e adibita al trasporto di statue in bronzo e marmo.

Schema del meccanismo di Anticitera
Il 17 maggio 1902 l'archeologo Spyridon Stais, esaminando i reperti recuperati dal relitto, notò che un blocco di pietra presentava un ingranaggio inglobato all'interno. Con un più approfondito esame si scoprì che quella che era sembrata inizialmente una pietra era in realtà un meccanismo fortemente incrostato e corroso, di cui erano sopravvissute tre parti principali e decine di frammenti minori.
Si trattava di un'intera serie di ruote dentate, ricoperte di iscrizioni, facenti parte di un elaborato meccanismo ad orologeria.
La macchina era delle dimensioni di circa 30 cm per 15 cm, dello spessore di un libro, costruita in bronzo e originariamente montata in una cornice in legno. Era ricoperta da oltre 2.000 caratteri di scrittura, dei quali circa il 95% è stato decifrato (il testo completo dell'iscrizione non è ancora stato pubblicato).
Il meccanismo è attualmente conservato nella collezione di bronzi del Museo archeologico nazionale di Atene, assieme alla sua ricostruzione.
Alcuni archeologi sostennero che il meccanismo era troppo complesso per appartenere al relitto ed alcuni esperti dissero che i resti del meccanismo potevano essere fatti risalire ad un planetario o a un astrolabio. Le polemiche si susseguirono per lungo tempo ma la questione rimase irrisolta.


Immagine ai raggi X di parte del meccanismo
Solo nel 1951 i dubbi sul misterioso meccanismo cominciarono ad essere svelati. Quell'anno infatti il professor Derek de Solla Price cominciò a studiare il congegno, esaminando minuziosamente ogni ruota ed ogni pezzo e riuscendo, dopo circa vent'anni di ricerca, a scoprirne il funzionamento originario.

Funzione e funzionamento [modifica]

Il meccanismo risultò essere un antichissimo calcolatore per il calendario solare e lunare, le cui ruote dentate potevano riprodurre il rapporto di 254:19 necessario a ricostruire il moto della Luna in rapporto al Sole (la Luna compie 254 rivoluzioni siderali ogni 19 anni solari).
L'estrema complessità del congegno era inoltre dovuta al fatto che tale rapporto veniva riprodotto tramite l'utilizzo di una ventina di ruote dentate e di un differenziale, un meccanismo che permetteva di ottenere una rotazione di velocità pari alla somma o alla differenza di due rotazioni date. Il suo scopo era quello di mostrare, oltre ai mesi lunari siderali, anche le lunazioni, ottenute dalla sottrazione del moto solare al moto lunare siderale.
Sulla base della sua ricerca, Price concluse che, contrariamente a quanto si era creduto in precedenza, nella Grecia del II secolo a.C. esisteva effettivamente una tradizione di altissima tecnologia.

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La macchina di Anticitera

 

STORIA DEL CALCOLO AUTOMATICO E DELLE SUE APPLICAZIONI PRATICHE

IL PLANETARIO DI ARCHIMEDERITROVATO

Macchina di Anticitera, l'orologio dei pianeti


 

 

 

 


Meteo: doppio ciclone nella Prossima Settimana, Italia sotto scacco del maltempo, le Previsioni

Prossima settimana: atmosfera ancora in subbuglio con ben 2 cicloni che terranno sotto scacco l'Italia provocando un'ulteriore ondat...