In un meteorite caduto nello Sri Lanka il 29 dicembre 2012 sarebbero
state trovate delle alghe fossilizzate. Le foto sono eccezionali. I
ricercatori escludono la contaminazione. Inoltre vi sarebbero evidenze
di strutture rotonde simili a strutture scoperte anni fa in India che
sembravano provenire dallo spazio. Se la scoperta venisse confermata
sarebbe davvero rivoluzionaria.
Per la prima volta sarebbe stato scoperto con certezza matematica la presenza di un extraterrestre in un meteorite caduto nello Ski Lanka. L’”extraterrestre” è un’alga, una diatomea.
A pubblicare sul Journal of Cosmology l’eccezionale scoperta sono tre ricercatori della
University of Buckingham (UK) (N.C. Wickramasinghe), della Cardiff
University (UK) (J. Wallis) e del Medical Research Institute, Colombo,
Sri Lanka (D.H. Wallis).
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domenica 24 marzo 2013
Il misterioso Mercurio
Da un paio di anni la sonda della Nasa chiamata Messenger è in orbita attorno a Mercurio,
il più infernale dei pianeti del sistema solare. Di questo pianeta si
conosceva molto poco perché era stato sorvolato solo un paio di volte,
ma nessuna sonda si era inserita in orbita per studiarlo da vicino.
Messenger ora, ci sta svelando un pianeta davvero irriconoscibile. Si
era sempre pensato che esso fosse ricoperto unicamente da crateri, come quelli lunari, ma le decine di migliaia di immagini arrivate a Terra mostrano con sempre maggior chiarezza che anche su quel pianeta numerosi furono i vulcani attivi nel passato.
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martedì 19 marzo 2013
La Piramide di Cheope
Una delle costruzioni più
grandi mai realizzate dall'uomo. S'innalza verso il cielo da parecchie migliaia
di anni nella piana di Giza in Egitto.
Le sue misure sono: lato settentrionale 230 m e 25.05 cm, lato occidentale 230 m e 35.65 cm, lato orientale 230 m e 39.05 cm ed infine lato meridionale 230 m e 45.35 cm, per una altezza di 146 m. Il tutto per un peso di circa 6.000.000 di tonnellate e un' area di 13.1 acri. Gli angoli alla base sono quasi perfetti: angolo sud-est 89° 56'e 27", quello di nord-est 90° 3' 2", quello di sud-ovest 90° 0' 33", e quello di nord-ovest 89° 59' 58" (appena due secondi d'arco di differenza).
Secondo stime affidabili, la Piramide consiste di un totale di circa 2.300.000 blocchi di pietra calcarea e granito, con pesi che variano dalle 2.5 tonnellate alle 70 tonnellate. Non solo, ma bisogna aggiungere anche un rivestimento simile a uno specchio di 22 acri costituito, da 115.000 pietre lucidissime, ciascuna del peso di 10 tonnellate, che originariamente coprivano tutte e quattro le facciate. Dopo essere stata staccata da un violento terremoto nel 1301 a.C., la maggior parte dei blocchi di rivestimento fu rimossa per la costruzione del Cairo.
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Le sue misure sono: lato settentrionale 230 m e 25.05 cm, lato occidentale 230 m e 35.65 cm, lato orientale 230 m e 39.05 cm ed infine lato meridionale 230 m e 45.35 cm, per una altezza di 146 m. Il tutto per un peso di circa 6.000.000 di tonnellate e un' area di 13.1 acri. Gli angoli alla base sono quasi perfetti: angolo sud-est 89° 56'e 27", quello di nord-est 90° 3' 2", quello di sud-ovest 90° 0' 33", e quello di nord-ovest 89° 59' 58" (appena due secondi d'arco di differenza).
Secondo stime affidabili, la Piramide consiste di un totale di circa 2.300.000 blocchi di pietra calcarea e granito, con pesi che variano dalle 2.5 tonnellate alle 70 tonnellate. Non solo, ma bisogna aggiungere anche un rivestimento simile a uno specchio di 22 acri costituito, da 115.000 pietre lucidissime, ciascuna del peso di 10 tonnellate, che originariamente coprivano tutte e quattro le facciate. Dopo essere stata staccata da un violento terremoto nel 1301 a.C., la maggior parte dei blocchi di rivestimento fu rimossa per la costruzione del Cairo.
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La Piramide di Cheope, oggi, la costruiremmo con gru ed elicotteri…
Una parabola per il mistero della Grande Piramide.
Piramide di Cheope, nuovi misteri: scoperta una nuova stanza
giovedì 7 marzo 2013
Mega-eruzioni, epidemie, asteroidi e alieni: quanti rischi per la Terra dopo la profezia Maya
L'annuale rapporto redatto dal World Economic Forum elenca in un centinaio di pagine tutti i fenomeni naturali che potrebbero distruggere il nostro pianeta. Compresa la possibilità della scoperta di vita extraterrestre. E suggerisce che preoccuparsi non servirebbe a niente
di ELENA DUSIPENSAVAMO di essere scampati alla profezia dei Maya. E invece c’è poco da star tranquilli, se teniamo conto di tutte le catastrofi in grado di spazzar via il nostro pianeta dalla sera alla mattina. Si tratta di quei fenomeni naturali che, da quando mondo è mondo, hanno punteggiato la storia della Terra. Mega-eruzioni, tempeste solari, esplosioni di raggi gamma nell’universo, epidemie e ovviamente asteroidi, tsunami o incontri extraterrestri: eventi talmente imprevedibili, fantasmagorici, apocalittici che nemmeno preoccuparsi servirebbe a nulla.
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lunedì 25 febbraio 2013
Un continente perduto in fondo all'Oceano Indiano
Si chiama Mauritia e si trova sotto le isole Reunion e Mauritius
La posizione del continente perduto Mauritia, sotto le isole Reunion e Mauritius (fonte: Gfz)
Si chiama Mauritia
il continente perduto scoperto in fondo all'Oceano Indiano, sotto le
isole Reunion e Mauritius. E' stato scoperto da un gruppo di ricerca
internazionale coordinato dal norvegese Trond Torsvik, dell'università
di Oslo, che lo descrive sulla rivista Nature Geoscience.Si tratta di un micro-continente nascosto sotto enormi masse di lava ed è un frammento staccato dalle placche continentali di Madagascar e India quando queste si sono separate, circa 60 milioni di anni fa.
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giovedì 21 febbraio 2013
L'orrido di Bellano
Bellano
di Isabella Dalla Vecchia - info@luoghimisteriosi.it
La casa del diavolo
La casa del diavolo si trova all'entrata dell'orrido di Bellano. E' una torretta costruita a ridosso del fiume Pioverna. Non se ne conosce l'origine e la funzione, ma da una stampa del 1834 sappiamo che in quell'anno era già presente a Bellano. Il suo nome è legato alle figure mitologiche, fra cui un satiro, che decorano la facciata dell'ultimo piano.
Si dice che all'interno si svolgessero licenziosi festini con rituali satanici. La torre ad esagono irregolare s'eleva su quattro piani con alcune finestre con ringhiera ed una scaletta a chiocciola interna che collega i piani tra loro.
Si dice che all'interno si svolgessero licenziosi festini con rituali satanici. La torre ad esagono irregolare s'eleva su quattro piani con alcune finestre con ringhiera ed una scaletta a chiocciola interna che collega i piani tra loro.
L'orrido è una gola naturale che si è formata 15 milioni di anni fa dalle acque del torrente Pioverna che per erosione ha scavato una profonda gola tra Taceno e Bellano. A Bellano è possibile attraversare una parte dell'orrido percorrendo delle ripide passerelle sullo strapiombo. L'orrido è stato da sempre apprezzato dalle ricche famiglie bellanesi del passato, ad esempio i Denti che nel XV secolo sfruttavano già la forza delle cascate del fiume per la lavorazione del ferro. Nel XVII secolo divenne dimora di Cipriano Denti e poi ispirazione del poeta Boldoni. Ad oggi è ispirazione di una "bella" centrale idroelettrica.
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di Isabella Dalla Vecchia - info@luoghimisteriosi.it
La casa del diavolo
La casa del diavolo si trova all'entrata dell'orrido di Bellano. E' una torretta costruita a ridosso del fiume Pioverna. Non se ne conosce l'origine e la funzione, ma da una stampa del 1834 sappiamo che in quell'anno era già presente a Bellano. Il suo nome è legato alle figure mitologiche, fra cui un satiro, che decorano la facciata dell'ultimo piano.
Si dice che all'interno si svolgessero licenziosi festini con rituali satanici. La torre ad esagono irregolare s'eleva su quattro piani con alcune finestre con ringhiera ed una scaletta a chiocciola interna che collega i piani tra loro.
Si dice che all'interno si svolgessero licenziosi festini con rituali satanici. La torre ad esagono irregolare s'eleva su quattro piani con alcune finestre con ringhiera ed una scaletta a chiocciola interna che collega i piani tra loro.
L'orrido è una gola naturale che si è formata 15 milioni di anni fa dalle acque del torrente Pioverna che per erosione ha scavato una profonda gola tra Taceno e Bellano. A Bellano è possibile attraversare una parte dell'orrido percorrendo delle ripide passerelle sullo strapiombo. L'orrido è stato da sempre apprezzato dalle ricche famiglie bellanesi del passato, ad esempio i Denti che nel XV secolo sfruttavano già la forza delle cascate del fiume per la lavorazione del ferro. Nel XVII secolo divenne dimora di Cipriano Denti e poi ispirazione del poeta Boldoni. Ad oggi è ispirazione di una "bella" centrale idroelettrica.
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giovedì 7 febbraio 2013
Machu Picchu
Tra storia e mistero
Per quale motivo le cronache del XVI secolo non parlano di Machupicchu?
Perché non fu distrutta dai conquistadores e dai religiosi
icaricati di "estirpare l'idolatria"? Perché una
città così importante fu lasciata nell'oblio per centinaia
di anni? Le risposte a queste domande sono ancora parzialmente irrisolte:
quello che si sa sull'origine, la funzione e la costruzione di Machupicchu
resta confinato nell'ambito delle ipotesi.
Un passo indietro
Per gli Inca la valle di Urubamba era la porta della foresta, l'antisuyu.
Il fiume che l'attraversa era un tempo conosciuto come Willka Mayu
(Fiume del Sole o fiume sacro) e il nevaio che lo origina era chiamato
Willkan Uta (Casa del Sole o casa sacra). Willka: il Sole degli
aymará, antenato dell'Inti quechua, ma anche "santo"
in runa simi o quechua. Il culto solare era dunque ancestrale nella
zona.Prima della nascita del Tawantinsuyu, la valle (nota anche come Tampu) era dominata da piccole signorie locali, tra le quali emergevano i Kanchis (comandati da Pinau Capac) e gli Ayarmacas (soggetti a Tocay Capac). Secondo la leggenda Cusco sarebbe stata fondata da quattro fratelli (Manco Capac, Ayar Uchu, Ayar Kachi e Ayar Auca), ognuno legato a una nazione preesistente: Ayar Uchu rappresenterebbe l'eroe mitico degli antichi Tampu. Pachacutec fu il primo Inca a lasciare Cusco per conquistare nuove regioni e assoggettò la valle di Urubamba, che divenne insediamento privilegiato della nobiltà inca. La fondazione di Machupicchu risalirebbe proprio all'epoca del suo governo (1438-71). Avvalorano l'ipotesi la datazione del carbonio 14, l'indubbio stile "Inca Imperiale", la fattura della ceramica e la totale assenza di evidenze archeologiche di epoca pre-inca. Ma qual era la funzione di Machupicchu? Alcuni ritengono che fosse l'ultimo avamposto delle Ande, il punto di partenza per penetrare nella foresta e assoggettare nuove popolazioni. Per altri sarebbe stato un santuario nascosto, un grande e pacifico Aclla Huasi, dimora delle vergini dedicate al culto degli dei. In base all'esame dei corpi riesumati, la popolazione di Machupicchu (che nel suo apogeo dovette avvicinarsi ai 1000 individui) risulta composta per l'80% da donne. Con ogni probabilità si trattava di una "llacta", ossia una città amministrativo-religiosa dove risiedevano gli alti funzionari di Stato, i sacerdoti e uno stuolo di servitori e artigiani. Il luogo isolato in cui sorge suggerisce che fosse il rifugio di una parte selezionata della nobiltà inca in caso di attacco. Il ricercatore Waldemar Espinoza Soriano afferma che nemmeno la popolazione andina conosceva l'ubicazione di Machupicchu, fatta eccezione per il "sapa inca" o "unico re" e i facenti parte della famiglia reale di Pachacútec. Aggiunge: "Machupicchu ebbe un ruolo evidentemente difensivo. Fu una llacta di rifugio, con tutti i mezzi per resistere a un assedio e non avere comunicazioni per decenni". C'è chi sostiene che la città fu utilizzata come ricovero dell'élite inca dopo l'avvento degli spagnoli. Con la morte di Túpac Amaru (1572) non aveva più ragione di funzionare: si spiegherebbe così la mancata conoscenza della città da parte degli spagnoli. Una città di prescelti non può esistere senza il suo eletto. Quello che si sa con certezza è che la città si spopolò repentinamente e in modo definitivo, fino a scomparire fagocitata dalla foresta. Continua qui |
venerdì 18 gennaio 2013
I segreti dell'Antartide
A parte il professor Charles Hapgood, autore di
"Ancient Sea Kings", e i suoi sparuti seguaci, sostenitori
dell'esistenza di un'antica civiltà pre-diluviana che avrebbe raggiunto
un alto livello di sviluppo nell'arte della navigazione e della
cartografia, prima di venire spazzata via da un cataclisma circa 10.000
anni or sono (un po' come narra Platone, nel "Timeo" e nel "Crizia", la
fine di Atlantide), per gli storici e gli archeologi "ortodossi" non v'è
dubbio che i manufatti reperibili più a sud dell'intero pianeta sono
quelli degli antichi abitatori della Terra del Fuoco, all'estremità
meridionale del continente americano: fino a 55° gradi di latitudine
Sud, sul parallelo del Capo Horn.
E quel che dicono gli scienziati ortodossi è legge
nel mondo, apparentemente così pluralista, della cultura contemporanea
dominato, in realtà, da un paradigma tecno-scientifico che ha relegato
nell'area grigia delle culture marginali tutti quei saperi, quelle
teorie e persino quei fatti che hanno l'antipatica abitudine di non
lasciarsi collocare docilmente nel quadro rassicurante ove tutto ha una
spiegazione logica e funzionale al sistema stesso.
Ma
che cosa accadrebbe se si venisse a scoprire che l'uomo, l'uomo
civilizzato capace di costruire manufatti, insomma l'"homo abilis" era
presente molte centinaia di chilometri più a sud della Terra del Fuoco
(o della Tasmania, o delle Isole Auckland a mezzodì della Nuova Zelanda)
e che ha lasciato tracce tangibili della sua esistenza e della sua
inventiva oltre il Circolo Polare Antartico, nel Continente Bianco che
giace all'estremità meridionale della Terra?Continua qui
ALTRA DIMENSIONE...
giovedì 17 gennaio 2013
X-Files: i vostri misteri…risolti!
Molte delle segnalazioni che riceviamo sono un interessante
punto di partenza per trattare argomenti e questioni e diventano
l’occasione di fare articoli.
Molte altre sono semplici falsi fotografici o effetti ottici; abbiamo comunque pensato di costruire una sezione in cui inserire il materiale all’apparenza meno interessante, ma che, a nostro avviso, con opportune note e spiegazioni relative a come abbiamo condotto l’indagine, potrebbe contribuire a raffinare il vostro ‘occhio al misterioso’.
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Molte altre sono semplici falsi fotografici o effetti ottici; abbiamo comunque pensato di costruire una sezione in cui inserire il materiale all’apparenza meno interessante, ma che, a nostro avviso, con opportune note e spiegazioni relative a come abbiamo condotto l’indagine, potrebbe contribuire a raffinare il vostro ‘occhio al misterioso’.
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sabato 29 dicembre 2012
Rasputin
Grigorij Efimovič, detto Rasputin, nacque nel 1869 in un villaggio della
Siberia occidentale. Di aspetto non era quello che si dice un bell’uomo:
aveva degli occhi infossati che gli davano un’aria spiritata ed un naso
lungo e carnoso, per quanto in età giovanile, come illustra la foto
(ritoccata graficamente rispetto all’originale), avesse un aspetto
migliore. Portava capelli lunghi ed una barba da eremita. Nato in una
famiglia di contadini, grazie anche ad un’innata predisposizione,
trascorreva molte ore delle sue giornate giovanili isolandosi nella
foresta, a contatto con una natura selvaggia ed incontaminata, cadendo
talvolta in una curiosa forma di estraniamento, nella quale percepiva
strane presenze, tra cui quella di una misteriosa “Signora”. Nei boschi,
così come nelle successive solitarie peregrinazioni, era riuscito a
coltivare una fortissima carica magnetica - la stessa per la quale
divenne famoso per tutta la sua vita - e potenziare alcune sue facoltà
divinatorie e terapeutiche. Era però anche dotato di una forte carica
sessuale, seguendo la quale si era guadagnato nel villaggio natio una
cattiva fama. I compaesani l’avevano infatti denominato rasputìn,
che in russo significa pressappoco: “dissoluto, libertino, debosciato”.
Dopo qualche burrascosa vicenda giovanile maturò sempre più la sua
inclinazione verso l’introspezione spirituale, tanto che, nonostante si
fosse sposato a 28 anni, decise di lasciare la famiglia per andarsene in
giro come anacoreta itinerante (staretz).
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Il "monaco pazzo"
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Il "monaco pazzo"
Rasputin, la storia ed il pene
giovedì 20 dicembre 2012
Risolto il giallo di Ramsete III, e' stato sgozzato
Uno degli intrighi piu' clamorosi dell'Antico Egitto sarebbe stato sciolto
di Stefan WallischBOLZANO - Ramsete III e' stato ucciso sgozzato: lo rivela uno studio, pubblicato dalla rivista British Medical Journal, al quale ha collaborato anche il ricercatore Albert Zink dell'Eurac di Bolzano. Uno dei gialli piu' clamorosi dell'Antico Egitto sarebbe stato risolto: il faraone - sostengono gli studiosi - e' stato sgozzato, forse proprio da suo figlio Pentawer. Lo staff e' inoltre quasi certo di aver individuato anche la salma del figlio 'traditore', che dopo il delitto e' morto impiccato. Un indizio importante e' custodito al Museo Egizio di Torino. Si tratta di un papiro che descrive come, a meta' del XII secolo a.C. nel gineceo del faraone, la concubina Tij pianificasse l'uccisione del suo coniuge Ramsete III.
L'obiettivo era mettere sul trono suo figlio Pentawer. Qualcosa ando' pero' storto. La congiura fu scoperta e tutte le persone coinvolte vennero condotte in tribunale e punite. Il documento non svela la sorte del faraone. Ora l'equipe di ricercatori, composta dall'egittologo Zahi Hawass, dal paleopatologo Albert Zink dell'Eurac di Bolzano e dall'esperto di genetica molecolare dell'universita' di Tubinga Carsten Pusch, ha scoperto che Ramsete e' stato sgozzato. ''Solo grazie alla tac si e' potuta vedere la ferita alla gola, nascosta da una benda sul collo'', riferisce Hawass, che al momento degli studi era segretario generale del Consiglio supremo delle antichita' egizie. ''Eravamo gia' a conoscenza del fatto che Ramsete mori' nel 1156 a.C., all'eta' di circa 65 anni.
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domenica 16 dicembre 2012
martedì 11 dicembre 2012
12.12.12
Il numero sacro per gli appassionati di simbolismo ripetuto per ben tre volte trasforma mercoledì nella Giornata dell'Interconnessione. Crederci o no, spetta a voi. Comunque, c'è apprensione per l'asteroide Toutatis che passerà "vicinissimo" alla Terra.
Il 12 e la perfezione cosmica
Di Carlotta Macerollo
ROMA - 12 dicembre 2012, una giornata da tenere d'occhio. Gli appassionati di simbolismo non hanno alcun dubbio: il 12 è il più sacro dei numeri e il fatto che sia ripetuto per ben tre volte trasforma mercoledì in "Giornata dell'Interconnessione". Sul calendario indica l'apertura di un nuovo "portale di energia", quindi il rilascio di un potente vortice energetico che può purificare l'anima.
NUMERO SACRO? Sono molti i richiami simbolici del numero: 12 sono i mesi dell'anno e i segni dello zodiaco. Anche nel corpo umano: 12 paia di nervi cranici e di costole, dodici vertebre toraciche. La bandiera dell'Europa raffigura 12 stelle dorate disposte in cerchio su campo blu. Il numero è stato scelto perché tradizionalmente associato alla perfezione e all'unità. Andando indietro nel tempo: nella mitologia greca gli dei principali del monte Olimpo sono 12, si legge nella Bibbia che sono 12 i figli di Giacobbe, le tribù di Israele e gli apostoli di Gesù. Gli scettici ritengono che si tratti di semplici coincidenze, ma i seguaci della cabala attribuiscono al numero un preciso significato.
L'ASTEROIDE TOUTATIS. Ci si può credere o meno. Mercoledì sarà comunque una giornata particolare, perché l'asteroide Toutatis, chiamato così in omaggio alla famosa esclamazione di Asterix (che a sua volta si riferisce al dio della guerra nella mitologia celtica), passerà vicino alla Terra a "soli" 6,9 milioni di chilometri di distanza, rendendosi visibile. Gli astronomi rassicurano: non è in nessun modo una minaccia per la nostra sicurezza, ma merita comunque attenzione perché l'asteroide rientra nella categoria di corpi celesti potenzialmente pericolosi. E, ironia della sorte, non si potrà neppure mandare una mail di aiuto ad amici e parenti: il 12 dicembre sarà in fatti il No Email Day, un giorno senza inviare e ricevere messaggi di posta elettronica.
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sabato 8 dicembre 2012
giovedì 6 dicembre 2012
Maya: il punto di vista della Nasa sul 21 dicembre 2012
2012. Ci siamo. La fine del mondo attesa per questa fine d'anno sembra sempre più vicina. È stata immaginata in tanti, forse troppi modi. Si è parlato di scontri planetari, capovolgimenti disastrosi del campo magnetico e tempeste solari
che, a onor del vero, proprio in questi giorni ci stanno facendo
preoccupare. Solo un assaggio? Staremo a vedere. Nel frattempo però la Nasa non rimane inerme. Anzi, ci rassicura e ci fasapere che la famigerata fine del mondo pronosticata dai Maya sarebbe sono una grossa burla, diffusasi grazie ai media.
L'agenzia spaziale statunitense, nel
tentativo di sfatare miti e leggende, ha allestito sul proprio sito una
serie di domande e risposte. Inoltre, è disponibile in rete un video di
circa 3 minuti nel quale lo scienziato Don Yeomans fornisce delle
spiegazioni scientifiche sull'argomento: il 21 dicembre 2012. Ma per dirla con le parole della Nasa, tale data non sarà altro che il coincidente solstizio d'inverno. Proprio come ogni anno. Come hanno avuto modo di spiegare gli scienziati, la Terra
esiste senza troppi grossi sconvolgimenti da circa 4 miliardi di anni.
Ma, soprattutto, non ci sono prove scientifiche di fatti e fenomeni che
minaccino l'esistenza planetaria nell'anno in corso.
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