Nel progetto “Blue Book” la raccolta di tutte le segnalazioni tra il 1947 e il 1969
Vittorio Sabadin
Chi ancora è convinto che i dischi volanti esistono, e che il presidente americano Barack Obama dovrebbe finalmente rivelarlo al mondo, ha ora un sacco di materiale sul quale lavorare per confermare le loro tesi. Sono infatti disponibili online ( http://projectbluebook.theblackvault.com ) i 12.618 rapporti dell’Air Force catalogati nel projetto “Blue Book”, una indagine sugli avvistamenti di Ufo cominciata nel 1947 e conclusa nel 1969, l’anno dello sbarco sulla Luna. Quasi ogni persona che affermava di avere visto un oggetto volante comportarsi in modo strano veniva avvicinata e interrogata. Secondo l’Air Force, la stragrande maggioranza degli avvistamenti non aveva nulla a che fare con civiltà aliene e tecnologie sconosciute, ma ci sono 701 avvistamenti, il 5,5% del totale, che non hanno trovato una spiegazione convincente.
Tra questi, c’è quello di Kenneth Arnold, che il 24 giugno del 1947 vide
una formazione di nove Ufo muoversi in diagonale a velocità
elevatissima sul monte Rainier. Fu lui a coniare il termine “Flaying
Saucers”, “piattini volanti”, con il quale gli Ufo vengono comunemente
chiamati negli Stati Uniti. In piena guerra fredda, Hollywood ha
riempito i suoi film degli anni 50 e 60 di dischi volanti, pilotati da
creature non sempre amichevoli, simbolo del potere sovietico che
minacciava l’America. Ne è nata una psicosi collettiva e si vedevano
astronavi aliene dappertutto.
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Foto Ansa
All'obitorio il corpo della ragazza non viene pesato perché non c'è la bascula: difficile, senza questo dato, stabilire l'ora della morte, che viene modificata tre volte dall'accusa.
A due giorni dal funerale ci si accorge che mancano le importante digitali di Chara Poggi: e scatta l'operazione riesumazione.
La bicicletta da donna subito notata da una testimone dopo il delitto e di proprietà degli Stasi viene sequestrata soltanto dopo sette anni. Prima no, perché il maresciallo che la esamina la valuta "non corrispondente" alla descrizione.
Alberto va in caserma e dice di aver trovato il cadavere della sua ragazza e le scarpe che indossa, le Lacoste bronzo, gli vengono tolte dai piedi solo 19 ore dopo: nel frattempo Stasi cammina nella stessa caserma e anche sul prato umido di pioggia di villa Stasi per un sopralluogo.
Si comincia a cercare l'arma del delitto, ma 15 giorni dopo. E non la si trova.
La casa di Stasi viene perquisita una settimana dopo l'omicidio e senza usare il luminol, materiale che serve a rilevare tracce di sangue ed altri elementi fisiologici.
Il pc di Alberto viene esaminato senza fare prima una copia del disco rigido: tre quarti dei file vengono alterati da 16 accessi abusivi.
Nella casa dei Poggi entrano senza calzari adeguati 25 persone tra inquirenti, medici legali, necrofori.
Nella mano sinistra di Chiara viene trovato un capello chiaro e corto con il bulbo, che però non viene esaminato subito. Lo si fa nell'estate di quest'anno, ma è troppo tardi: non si riesce a trovare il Dna.
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