domenica 12 marzo 2017

Il Ponte del diavolo è un cerchio perfetto su un fiume della Sassonia

Un arco perfetto che, riflettendosi nel fiume, si trasforma in un cerchio degno di Giotto. E' proprio questa sua «perfezione» ad aver fatto conquistare al Rakotz Bridge la nomea di Ponte del diavolo.

Siamo nell'Azalea and Rhododendron Park Kromlau, nel cuore della Sassonia, e questo ponte è stato appositamente costruito per creare un cerchio perfetto quando si riflette in acqua. E' stato commissionato nel 1860 dal cavaliere Friedrich Hermann Rotschke ed è stato costruito con il basalto dalle cave svizzere.

Rotschke era proprietario dell’intera zona ed è stato sempre lui a finanziare l'intero parco, dove ha fatto piantare migliaia di esemplari di azalee e rododendri che sbocciano ancora oggi, sempre nel mese di maggio. Avendo dei gusti ben diversi dai suoi contemporanei, il cavaliere non volle un ponte usale, bensì un passaggio senza passamano né barriere, decisamente diverso dalle tipologie architettoniche ottocentesche. 

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C'è un misterioso cerchio di ghiaccio che ruota in un fiume

 

 

 

mercoledì 8 marzo 2017

I delitti del mostro di Foligno

E' domenica pomeriggio. Domenica 4 ottobre 1992. Il piccolo Simone Allegretti, quattro anni, figlio del gestore di un distributore di benzina, scompare a Maceratola, nella campagna tra Foligno e Bevagna, in Umbria. Comincia una disperata ricerca ed un dramma, quello che vedrà come protagonista il cosidetto mostro di Foligno, destinato a concludersi soltanto nove mesi dpo con un bilancio atroce: due bambini assassinati.


Il cadavere di Simone, nudo, coperto di sangue, soffocato e poi accoltellato alla gola, viene trovato due giorni dopo in una scarpata nei boschi del folignate. Poco prima, in una cabina telefonica di Foligno, era stato trovato un biglietto: lo firma “Il mostro”, è scritto con il normografo su di un foglio bianco. 

Dice: “Aiuto! Aiutatemi per favore. Il 4 ottobre ho commesso un omicidio. Sono pentíto ora anche se non mi fermerò qui. Il corpo di Simone si trova vicino alla strada che collega Casale (fraz. di Foligno) e Scopoli. E’ nudo e non ha l'orologio con cinturino nero e quadrante bianco”. 

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lunedì 6 marzo 2017

Il delitto dell'uomo in blu

Il corpo di Christa Wanninger, una giovane ragazza tedesca di 23 anni, trafitto da venti coltellate, viene trovato il 2 maggio del 1963 a Roma, al quarto piano di uno stabile in via Emilia, a pochi passi da via Veneto e proprio sull'ingresso dell'abitazione di una amica della vittima, Gerda Hoddap. Per anni viene ricercato, quale responsabile del delitto, un misterioso ''uomo in blu'', incontrato da diversi inquilini mentre scendeva le scale. 

Dieci mesi dopo il delitto, quando le indagini non riescono ad avere uno sbocco, un giornalista del quotidiano Momento sera, riceve una telefonata da uno sconosciuto, poi identificato per il pittore Guido Pierri, che gli offre clamorose rivelazioni sul delitto in cambio di cinque milioni di lire.
Pierri viene fermato dalla polizia ed accusato di tentativo di estorsione. Nella sua abitazione, durante una perquisizione, viene però trovato un diario sul quale era stato descritto un delitto che aveva straordinari punti di coincidenza con l'uccisione della Wanninger. Ma per il momento il pittore viene giudicato e condannato soltanto per il tentativo di estorsione. 

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domenica 5 marzo 2017

1955 La decapitata di Castelgandolfo

Antonietta Longo (Archivio Il Messaggero)
Orrore allo stato puro. Un delitto capace di sconvolgere e di terrorizzare anche la pubblica opinione più disincantata, più avezza alle turpitudini del crimine, più morbosamente attratta dagli atroci particolari della cronaca.

Correva l'anno 1955. Il 10 luglio, sulle rive del lago di Castelgandolfo – da sempre residenza estiva papale – sotto un tappeto di giornali recanti la data di cinque giorni prima, viene scoperto il cadavere nudo di una donna, età indefinibile, compresa – stabilirono i periti (sbagliando) - tra i 18 e i 26 anni, statura approssimativa: 1 metro e 60. Unico segno di riconoscimento: un orologino da polso marca Zeus. Null'altro: neppure la testa. 

Comincia così uno dei più misteriosi casi di nera della storia italiana del dopoguerra. La storia della decapitata di Castelgandolfo.

A chi appartiene quel cadavere di donna, massacrato da sette coltellate, una sola mortale quella che l'assassino ha sferrato alle spalle della sua vittima, recidendole l'aorta? Chi, con mano ferma ed esperta, ha amputato quel corpo della testa che non verrà mai ritrovata, con l'unico scopo di ritardarne il più possibile il riconoscimento?

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sabato 4 marzo 2017

Irlanda, confermata la presenza di 800 bimbi sepolti nell’istituto delle suore di Tuam


La struttura era gestita dalle religiose del Bon Secour ed è stata attiva tra il 1925 e il 1961. La ministra dell'Infanzia Katherine Zappone: "Prima avevamo soltanto dei sospetti. Ora abbiamo la certezza"

Tutto è partito dai documenti rinvenuti dalla ricercatrice Catherine Corless sulle morti infantili presso la struttura di Tuam, nella contea di Galway. Aveva scoperto una fossa comune con i cadaveri di centinaia di feti, neonati e bambini. E oggi arriva la conferma della Commission on Mother and Baby Homes, che ha svolto l’inchiesta sulle case per ragazze madri e orfani gestite da religiose.

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venerdì 3 marzo 2017

Medjugorje, Monsignor Peric: le apparizioni non sono autentiche

Medjugorje divide la Chiesa fra scettici e mistici: le apparizioni della Vergine potrebbero essere manipolazioni a scopo di lucro.

Gli aspetti più trascendentali della religione e le esperienze visionarie dei fedeli sono senz’altro appassionanti. La mancanza di una spiegazione conosciuta di miracoli e apparizioni ci destabilizza sempre un po’ e contribuisce a creare uno zoccolo duro di persone pronte a seguire i presunti segnali divini senza troppe obiezioni.

Non è un caso dunque che i luoghi di culto permeati da tanto misticismo come Medjugorje siano ogni anno meta di migliaia di pellegrini che cercano risposte, segni di Dio o della Madonna. Le apparizioni nella cittadina bosniaca sembra siano iniziate nel 1981, il 24 giugno per l’esattezza. Da allora le testimonianze dei fedeli che sono entrati in contatto con la Vergine sono arrivate a sei. Il clima però non è del tutto conciliante, tanto che il Papa ha deciso di inviare un messo per conoscere la situazione pastorale della diocesi di Mostar, il cui vescovo è lo scettico Ratko Peric.

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giovedì 2 marzo 2017

La morte di Wilma Montesi, il primo delitto mediatico

Il luogo dove venne trovato il cadavere di Wilma Montesi

Sabato 11 aprile 1953, vigilia di Pasqua. Il cadavere di Wilma Montesi, 21 anni, una bella ragazza romana, viene trovato sulla spiaggia di Torvajanica, in località  Capocotta, una zona balneare non distante da Roma. Il corpo non presenta segni di violenza ed è completamente vestito (se non fosse per la mancanza di un reggicalze, delle calze e delle scarpe). Le cause della morte non sono chiare: l’autopsia parla, genericamente - e quindi sollevando mille sospetti - di una sincope dovuta ad un pediluvio. 

Il ritrovamento - anche se diversi interrogativi restano senza risposta - sembra essere destinato ad una rapida archiviazione: un semplice malore, un incidente, forse un suicidio. Ma se l’incidente sembra poco credibile, anche il suicidio è da escludere.
Di famiglia modesta, ma tranquilla, Wilma Montesi era fidanzata e stava preparandosi al matrimonio. Testimoni raccontano di aver visto la ragazza sul trenino che collega Roma ad Ostia, un’altra località  balneare, ma distante alcuni chilometri da Torvajanica. Difficile spiegare come il cadavere della ragazza abbia percorso quella distanza. La spiegazione che tentano gli investigatori - anche questa piuttosto alambiccata - parla di un gioco di correnti marine. E non fa altro che alimentare altri sospetti.

Trascorrono alcuni mesi, la vicenda è quasi dimenticata quando un piccolo settimanale scandalistico, Attualità , diretto da un giovane giornalista, Silvano Muto, il 6 ottobre 1953 riporta a galla, in forma generica, un intrigo di sospetti e di accuse che in primavera, attorno al mistero di Torvajanica, aveva attraversato le redazioni di diversi quotidiani, senza mai trovare lo sbocco della pubblicazione. Si trattava, infatti, solo di voci create ad arte: Wilma Montesi sarebbe morta, forse per overdose di droga, forse per un semplice malore, durante un’orgia, in una villa del marchese Ugo Montagna, alla quale avrebbe preso parte il musicista Piero Piccioni, figlio di un importante notabile democristiano, il già  ministro degli Esteri Attilio Piccioni, destinato ad ereditare da Alcide De Gasperi la leadership della Democrazia Cristiana, il più importante partito di governo.
Da questo momento il caso Montesi non è più un caso giudiziario, ma diventa un affare politico: dietro la morte della ragazza si scatena la più grande faida mediatico-politica per la conquista del potere interno alla DC.

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Aprile da un eccesso all’altro: modello americano dal caldo al freddo improvviso

Modello GFS ricco di estremi per il mese di Aprile. Altra ondata di caldo tra 5 e 6 Aprile, poi irruzione fredda? Il movimentato finale di M...