mercoledì 3 maggio 2017

Le Sacre Grotte di Piyang, uno dei luoghi più misteriosi della Terra

Le tradizioni locali fanno risalire l’utilizzo delle grotte ad un periodo molto antico, quando le divinità abitavano sulla terra. Per questo motivo, molto templi sono stati costruiti nelle vicinanze e tutta la regione è ritenuta sacra dai nativi.

Il Tibet, uno dei luoghi più misteriosi e sacri dell’umanità, conserva numerosi segreti di un remoto passato, normalmente inaccessibili ai semplici turisti.
Tra questi, ci sono le Grotte di Piyang, uno dei siti archeologici più importanti del Tibet, situate nella parte occidentale del paese, in prossimità del Sacro Monte Kailash.
“A Piyang ci sono più di 1100 grotte di varie forme e dimensioni, alcune delle quali sono chiaramente siti abitativi, mentre altri sono probabilmente grotte utilizzate per la meditazione”, spiega l’archeologo americano Mark Aldenderfer, professore presso l’Università della California.

I lavori di scavo eseguiti nel sito di Piyang, in collaborazione con un gruppo di archeologi cinesi, sono stati il tentativo di dimostrare la veridicità delle fonti documentarie.

“Avendo una conoscenza sull’antico biddismo tibetano così scarsa, siamo stati fortunati a poter collaborare con Huo Wei e Li Yongxian, due archeologi del dipartimento di storia della Sichuan Union University a Chengdu. Per quanto ne so, è la prima collaborazione tra archeologi cinesi e occidentali in Tibet”, racconta Aldenderfer.

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domenica 30 aprile 2017

Perchè quel teschio umanoide è così diverso da tutti gli altri? L’enigma dello Starchild

Scoperto in Messico negli anni '30, il teschio dello Starchild (Figlio delle Stelle) rappresenta ancora un enigma per gli studiosi. A partire dal 1999, nell'ambito dello 'Starchild Project', l'insolito teschio è stato sottoposto ad una serie di analisi anatomiche e biologiche che hanno definitivamente escluso che si tratti del cranio di un individuo umano affetto da una qualche deformità. C'è chi ipotizza che possa trattarsi di un'antica specie umana non ancora conosciuta e chi crede che lo Starchild possa essere il cranio di un ibrido umano-alieno.

In archeologia, quando ci si imbatte nella scoperta di un oggetto sconosciuto, le prime indagini compiute dagli studiosi mirano a stabilirne la provenienza.
Questa, ovviamente, è una fase molto importante e delicata perché aiuta a capire se ci si trova di fronte ad un falso.
Tuttavia, la scienza moderna, con il suo metodo e i suoi strumenti, ha reso quasi impossibile simulare una reliquia come quella del teschio dello Starchild.

Anche se la provenienza di questo curioso cranio non è del tutto chiara, resta il fatto che esso esiste ed è reale, e ad oggi non esiste nessuna spiegazione che possa svelarne la natura. La storia dello Starchild comincia nel 1930.

Fu in quell’anno che un’adolescente americana, di origini messicane, si recò in vacanza con la sua famiglia in Messico. Nel corso di una visita in un piccolo villaggio nella regione messicana di Copper Canyon, la ragazzina cominciò ad esplorare da sola il territorio, scoprendo il tunnel di una vecchia miniera abbandonata.

All’interno della galleria trovò uno scheletro umano completo sdraiato sulla schiena. Accanto ad esso c’era un’area di terreno smossa, con quello che sembrava un osso umano spuntare dall’interno. Usando le mani, la ragazzina portò alla luce quello che poi ha descritto come uno scheletro più piccolo dell’altro e apparentemente deforme.

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sabato 29 aprile 2017

"C'è un'altra Monna Lisa sotto la Gioconda"

E' l'ipotesi avanzata dallo scienziato francese Pascal Cotte

PARIGI - C'è la sagoma di un'altra Monna Lisa, con un pendente a perla e spilli nell'acconciatura dei capelli, sotto la Gioconda che si può ammirare al Museo del Louvre di Parigi. O meglio: sotto la vernice della pittura dell'opera più celebre di Leonardo da Vinci, che avrebbe iniziato a dipingere nel 1503, ci sono ben tre diverse stesure nascoste di un disegno della gentildonna, che presenta numerose varianti rispetto all'enigmatico sorriso che inquieta da quasi 500 anni.

LEGGI - Scoperta la tomba di Monna Lisa


E' questa  l'ipotesi avanzata dallo scienziato francese Pascal Cotte, co-fondatore della società di ingegneria elettronica Lumiere Technology di Parigi, che nel 2004 ha avuto la possibilità di eseguire una serie di analisi non invasive sul dipinto, sperimentando una nuova tecnica chiamata Layer Amplification Method (Lam), come riferisce la Bbc, anticipando il documentario dal titolo The Secrets of the Mona Lisa che sarà trasmesso dalla rete televisiva britannica e che racconta dieci anni di ricerche.


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Tutti i misteri della Gioconda. E un’ipotesi sulla sua vera identità 

 

La scienza svela il mistero dietro La Gioconda: risolto l'enigma sul sorriso

 

 

 

 

lunedì 24 aprile 2017

I soldati della Wehrmacht drogati con le metanfetamine

Un libro rivela: «I successi dell’esercito? Non ideologia ma doping» Gli storici Mommsen, decano degli storici del nazismo: «Cambia il quadro generale»

 

La Wehrmacht era un esercito di dopati. La formidabile macchina da guerra di Adolf Hitler vinceva grazie alle anfetamine. La tattica rivoluzionaria del Blitzkrieg e l’autosuggestione di essere gli indistruttibili guerrieri della razza ariana non spiegano da sole i successi dell’esercito nazista nei primi anni del conflitto. In realtà un ruolo determinante ebbe l’uso sistematico fra i ranghi di Pervitin, una pillola a base di metanfetamina brevettata nel 1937 da Theodor Temmler e distribuita regolarmente dai medici militari ai soldati. 

A sfatare il mito dell’armata resa invincibile dall’ideologia e dalla superiorità tecnica, è un nuovo libro che esce oggi in Germania per i tipi di Kiepenheuer & Witsch. In Der totale Rausch. Drogen im Dritten Reich , lo scrittore Norman Ohler, storico per caso, racconta un capitolo poco conosciuto del Terzo Reich. Quello di un regime superomistico dove moltissimi, dalla guida suprema alle casalinghe, indulgevano nell’uso di stimolanti chimici.

Partito con l’idea di scrivere un romanzo, una storia di abuso di droga ambientata nella Germania nazista, Ohler ha fatto lunghe ricerche negli archivi di Friburgo e Coblenza. Nella sede della Cia a Washington ha potuto leggere i protocolli degli interrogatori del famigerato dottor Morell, il medico personale di Hitler, che soprattutto negli anni di guerra tenne di fatto il dittatore «sotto siringa», trasformandolo poco a poco in un tossicodipendente. Così, dall’idea del romanzo l’autore è approdato al saggio. 

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sabato 22 aprile 2017

I dieci misteri irrisolti delle Grotte artificiali di Longyou, Cina

Le Grotte Longyou sono una sistema di grandi caverne artificiali situate nei pressi del villaggio di Shiyan Beicun, nella prefettura di Quzhou, in Cina. Scoperte nel 1992, finora sono state individuate 36 grotte. Considerando la loro origine artificiale, si tratta di grotte molto grandi, con una superficie coperta che supera i 30 km². Chi le ha costruite e soprattutto perché? Ecco i dieci misteri irrisolti delle grotte di Longyou.

Situate nei pressi del villaggio di Shiyan Beicun nella provincia di Zhejiang, le Grotte di Longyou sono un magnifico e raro mondo sotterraneo, considerate in Cina come la ‘nona meraviglia del mondo’.

Queste affascinanti grotte artificiali, che si pensa risalgano ad almeno 2 mila anni fa, rappresentano una delle opere architettoniche sotterranee più grandi dei tempi antichi.
Scienziati e archeologi di tutto il mondo, però, non sono ancora riusciti a svelare i suoi segreti, lasciando senza risposta le domande su chi le abbia costruite e soprattutto perchè.

Il sistema di grotte è stato scoperto nel 1992 da un abitante del villaggio locale. Da allora sono state esplorate circa 36 cavità artificiali, per una superficie totale che super a 30 mila m². Le grotte sono state scavate nella siltite solida e ognuna di esse si inabissa ad una profondità di circa 30 m.

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mercoledì 19 aprile 2017

Triangolo delle Bermuda: Nave ricompare 90 anni dopo la sua scomparsa.


Circa due giorni fa le autorità cubane hanno ritrovato una strana nave, nei pressi di una zona militare dell’Havana. Quando hanno cercato di comunicare con l’equipaggio, si sono resi conto che l’imbarcazione apparteneva a un’altra epoca, si tratta, infatti della Cotopaxi, un nome che i più esperti ricorderanno, associato al triangolo delle Bermuda.

La nave partì il 29 novembre 1925 dal porto di Charleston, South Carolina, diretta proprio verso Cuba, con un equipaggio di circa 30 uomini, oggi tutti scomparsi. La nave trasportava cotone, un enorme quantitativo di cotone e non arrivò mai a destinazione. Pochi giorni dopo, l’allora primo ministro cubano, Calamé, aprì un’inchiesta precisa, proprio per investigare sulla scomparsa della nave. Ma fino a due giorni fa, mai nessuno era riuscito a trovare qualcosa in merito a quella scomparsa, nonostante gli sforzi sia americani sia cubani.

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Triangolo delle Bermuda, svelato il ''mistero'' della nave riapparsa dopo 90 anni

domenica 16 aprile 2017

Le uova Fabergé, incredibili opere d’arte dal valore di milioni di dollari


Proviamo ad immaginarci la gioia e lo stupore che deve aver provato l’imperatrice russa Maria Fëdorovna quando, nel 1885, suo marito Alessandro III di Russia, le regalò come uovo di Pasqua (molto speciale) il primo uovo Fabergé

Un uovo incredibile, ed incredibilmente prezioso; non certo fatto di cioccolato, ma realizzato e lavorato interamente a mano dal gioielliere e orafo russo Peter Carl Fabergé, facendo uso di oro, diamanti, rubini e tantissimi altri materiali preziosi. Un’opera d’arte di ineguagliabile bellezza!

Questo primo uovo Fabergé, così come quelli che seguiranno, fu sin da subito riconosciuto unanimemente come un’opera d’arte della gioielleria mondiale e fu denominato “Uovo con gallina” (un tuorlo tutto d’oro contenente una gallina con occhi di rubino): questo primo stravagante regalo fu solo l’inizio di una lunga serie di sempre più magnifiche e preziose “uova di Pasqua” (Fabergé fu nominato gioielliere di corte), e in totale, nel corso di poco più di tre decenni, furono commissionate e realizzate 52 uova Fabergé “imperiali” (realizzate dal 1885 al 1917) e 7 uova Fabergé commissionate dal nobiluomo russo Alexander Kelch per la moglie Barbara (realizzate dal 1898 al 1904).

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venerdì 14 aprile 2017

Un uomo morto per un’ora racconta di essere stato nell’aldilà

Questa è l'incredibile storia di un uomo americano ritornato in vita dopo essere tecnicamente morto per quasi un ora. Quando ormai i medici avevano interrotto ogni tentativo per rianimarlo, l'uomo ha scioccato tutti ritornando in vita. Ma ciò che più sconcerta è il racconto di ciò che ha visto dall'altra parte.

Brian Miller, 41 anni, è un camionista dell’Ohio. Mentre era intento ad aprire un contenitore, si è reso conto che c’era qualcosa che non andava.

L’uomo ha immediatamente chiamato la polizia. “Sono un autista di camion e penso che sto avendo un attacco di cuore”, ha detto all’operatore.

Miller è stato prelevato da un ambulanza e subito ricoverato in un ospedale locale dove i medici sono riusciti ad arginare l’attacco cardiaco.

Ma dopo aver ripreso conoscenza e sentire alleviare il dolore, l’uomo ha sviluppato una fibrillazione ventricolare, una aritmia cardiaca rapidissima, caotica che provoca contrazioni non coordinate del muscolo cardiaco dei ventricoli nel cuore.

Il risultato è che la gittata cardiaca cessa completamente. La fibrillazione ventricolare è uno dei quattro tipi di arresto cardiaco.

«Non c’era battito cardiaco, non c’era pressione sanguigna e non c’era polso», racconta l’infermiera Emily Bishop a fox8.com. I medici hanno cercato di rianimarlo, tentando per quattro volte di riportarlo in vita, ma Miller sembrava ormai senza speranza.

È a partire da questo momento che Miller ha raccontato di essere scivolato via in un mondo celeste. «L’unica cosa che mi ricordo è che ho cominciato a vedere la luce e a camminare verso di essa», racconta Brian.

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giovedì 6 aprile 2017

Elvis Presley è ancora vivo, almeno fino a qualche anno fa

Il re del rock and roll ancora vivo, tante le testimonianze del suo allontanamento volontario dal mondo dello spettacolo.

L’indimenticato re del rock and roll, Elvis Presley potrebbe essere ancora vivo, è sicuro secondo numerose testimonianze, The King è deceduto nel lontano 1977 fu trovato nel bagno di casa sua dall’allora fidanzata Ginger Alden.
Il cantante era deceduto, come riporterà il referto, per un presunto attacco cardiaco, anche se in futuro sarebbero state anche altre le teorie sul vero motivo della morte, in seguito infatti pare sia stato constatato un rigurgito del suo stesso vomito, dovuto ad un improvviso collasso cardiaco, questa la testimonianza del suo medico personale.

C’è da sottolineare che Elvis Presley all’epoca della morte era arrivato a pesare circa 158 kg, nonostante la pressione dei suoi medici sull’assunzione di cibi più nutrienti e adatti ad una possibile dieta alimentare idonea.

Il medico personale di Elvis alcuni anni dopo rilasciò un’intervista nella quale rivelava alcuni particolari interessanti della vita del cantante, pare infatti che Elvis era quasi ossessionato dall’idea di avere un figlio maschio e che lo avrebbe voluto con la sua nuova compagna di allora.

La sua ultima compagna aveva confermato, successivamente, che il cantante era particolarmente legato alle dipendenze, non solo dai farmaci ma soprattutto dal cibo che mangiava tanto da arrivare a mangiare per un anno intero, sempre le stesse pietanze.

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martedì 4 aprile 2017

Caverna delle Arene Candide

Teschio
Il nome dell'ampia caverna (m 70 x 20) è dovuto alla presenza nelle sue vicinanze di una duna di sabbia silicea bianca, le "Arene Candide", presente nella zona (fino agli anni '20 si addossava al promontorio della Caprazoppa). La cavità oggi si apre a 90 metri di altezza sul livello del mare ed è stata oggetto di esplorazioni fin dal XIX secolo.
Nel 1940 Luigi Bernabò Brea, soprintendente archeologo della Liguria, ha cominciato a scavare utilizzando il metodo stratigrafico nella parte più orientale della grotta, in una zona non intaccata dagli scavi ottocenteschi. 

I successivi scavi hanno messo in luce un deposito dello spessore di oltre otto metri databile tra l'età tardo-romana e il Paleolitico Superiore (25000 anni fa).

Le evidenze più significative sono date da oltre 20 sepolture di individui: tali sepolture si trovano in una zona interna della grotta in un livello datato a circa 11.600 anni fa. I corpi sono nella maggior parte dei casi allungati sulla schiena, in una fossa e l'ocra è presente in abbondanza. I corredi sono generalmente ricchi e si compongono di ornamenti di conchiglie marine e d'osso, pochi manufatti di selce, blocchetti d'ocra, arti e altre parti del corpo dei piccoli mammiferi e uccelli.

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domenica 2 aprile 2017

Marilyn Monroe: l'ultimo mistero

Ricostruita la vita della diva che sarebbe stata uccisa perché avrebbe rivelato alcuni segreti presidenziali.

Il video

domenica 26 marzo 2017

IL DNA UMANO POTREBBE ESSERE DI ORIGINE EXTRATERRESTRE

La struttura del DNA umano è stata sempre oggetto di perpeplessità da parte degli scienziati, in quali non riescono ancora a fornire una risposta coerente, sulla sua origine e sul perchè si differenzi sensibilmente dal DNA di altre specie viventi.

Le difficoltà interpretative hanno indotto alcuni studiosi a ritenere che il nostro DNA non ha origini terrestri bensì aliene o, per così dire, extraterrestri.

Gli esperti dichiarano: “Prima o poi … dobbiamo accettare il fatto che tutta la vita sulla Terra porta con se il codice genetico dei nostri cugini extraterrestri e che l’evoluzione non è quello che noi pensiamo che sia.” Secondo gli scienziati che hanno speso più di 134 anni di lavoro sul genoma umano, il DNA umano è stato progettato da civiltà aliene avanzate.

Questo è quando sostengono alcuni scienziati provenienti da Kazakistan, che appunto dopo anni di ricerche, sono arrivati alla conclusione che la nostra specie è stata creata e progettata da una ‘civiltà superiore’. Gli esperti ritengono che i nostri ‘creatori’ hanno voluto conservare un messaggio all’interno del nostro DNA  o semplicemente la vita animale e vegetale su altri pianeti.

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venerdì 24 marzo 2017

Il caso O.J. Simpson

Il caso O. J. Simpson è un fatto di cronaca nera avvenuto negli Stati Uniti d'America nel 1994 e il relativo processo penale (ufficialmente People of the State of California v. Orenthal James Simpson) condotto presso la Corte Superiore della Contea di Los Angeles, in California.

O.j. Simpson di nuovo a processo

Il noto giocatore di football americano O. J. Simpson fu accusato dell'omicidio dell'ex moglie Nicole Brown Simpson e del cameriere Ronald Lyle Goldman, avvenuto il 12 giugno del 1994.
Al termine della vicenda giudiziaria, descritto come il processo penale più pubblicizzato della storia americana, il verdetto emesso il 3 ottobre 1995 ha assolto dalle accuse Simpson.


Il matrimonio Brown-Simpson

O.J. Simpson nel 1990

Nicole Brown e O. J. Simpson si sono sposati il 2 febbraio del 1985, cinque anni dopo il suo ritiro dal football americano professionistico. La coppia aveva due figli, Brooke Sydney Simpson (nata il 17 ottobre 1985) e Justin Ryan Simpson (nato il 6 agosto 1988). Il matrimonio è durato sette anni, durante i quali Simpson è stato accusato di violenze coniugali nel 1989. La Brown aveva quindi chiesto il divorzio il 25 febbraio 1992, citando "differenze inconciliabili".

L'omicidio

Alle 00:10 del 13 giugno 1994, Nicole Brown Simpson e il venticinquenne Ronald Lyle Goldman furono trovati uccisi fuori dal condominio di lei, all'875 di South Bundy Drive, nella zona di Brentwood.
Secondo le prime ricostruzioni, Nicole, che era andata a cena con la madre al vicino ristorante Mezzaluna, aveva telefonato al locale per segnalare che la madre aveva dimenticato sul tavolo i suoi occhiali da sole: dopo averli ritrovati, Ron Goldman, che lavorava lì come cameriere, si era offerto di riportarglieli.
I cadaveri erano a terra in un lago di sangue: la donna aveva ricevuto 12 coltellate e aveva la testa quasi mozzata,[1] oltre a ferite da difesa sulle mani. La ferita attraverso il collo l'aveva lasciata a bocca aperta, attraverso la quale si poteva vedere la laringe, e anche la vertebra C3 è stata incisa. Sul corpo del giovane vennero rinvenuti i segni di 20 coltellate.[1] Entrambe le vittime erano morte diverse ore prima di essere state scoperte.

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martedì 21 marzo 2017

Rivive il fantasma di Giuditta la bella impiccata

APOLLONIA STRIANO
Il poeta Alfonso Gatto affermava che «nel Sud i fantasmi sono innocenti. Se hanno subito un torto, se furono esposti all'offesa o colti dall'insidia ignari nel sonno, il loro ritorno nei tempi e sui luoghi ha il segno di questa pace turbata che essi cercano di ricomporre. Se vanno in cerca di pace e di quiete, come possono turbarci?» Da questa riflessione è stato tratto il suggestivo titolo dell'ultimo romanzo (edito da Rogiosi) di Maria Gargotta, studiosa di letteratura e scrittrice, che si sviluppa tra gli elementi del giallo, del noir, del fantastico. A suo modo, innocente è il fantasma della bellissima Giuditta Guastamacchia, realmente giustiziata nel 1800 per aver progettato e fatto compiere il cruento delitto del giovane marito. Il vero caso della "impiccata della Vicaria", le cui carte processuali furono distrutte in epoca borbonica, è rimasto a lungo sedimentato nell'immaginario dei napoletani. E tuttavia la storia di questa donna spietata e affascinante, capace di piegare al suo volere gli uomini incontrati nella sua vita, si presta ad altre possibili letture. Su questa vicenda si è innestata l'invenzione narrativa della Gargotta, che si è spinta ad indagare le ragioni della ferocia di Giuditta, fino a ricostruire il suo possibile passato. Ne ha immaginato il tormentato fantasma, che, incapace di staccarsi dai luoghi della sua tragedia, interloquisce, silenzioso e perentorio, con gli avvocati e i magistrati che si avvicendando in Castel Capuano.

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giovedì 16 marzo 2017

Il grande intrigo

Il caso Moro

Sono stati - e sono destinati a restare - i 55 giorni più misteriosi dell’intera storia dell’Italia repubblicana. Ancora oggi, a distanza di trentanove anni, soltanto rievocare il caso Moro vuol dire preparasi ad entrare in un ramificato tunnel di segreti e interrogativi, di domande senza risposta e di inconfessabili trame. Il tempo che corre non solo ci allontana dalla completa verità sulla strage di via Fani, la lunga detenzione di un uomo politico di primo piano e la sua orrenda fine, ma rende tutto più complesso. Il trascorrere degli anni che sempre più ci fa apparire lontano quel tragico evento, anziché semplificare il quadro di insieme della vicenda, tende ad aggiungere nuovi tasselli ad un mosaico che appare ormai infinito. Aldo Moro, presidente della DC, per almeno vent’anni personaggio centrale della politica italiana, viene sequestrato da un commando delle Brigate Rosse il 16 marzo 1978, in via Fani a Roma, alla vigilia del voto parlamentare che – per la prima volta dal 1947 - sancisce l’ingresso del partito comunista nella maggioranza di governo. Per rapirlo la sua scorta, composta da cinque uomini, viene sterminata.

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Il 9 maggio 1978 fu ritrovato il corpo dello statista democristiano in via Caetani a Roma. Ma sulla sua morte ci sono ancora troppe cose da chiarire

Il mistero del passo di Dyatlov: la scienza può spiegare il tragico incidente?

La strana morte degli escursionisti dell’incidente del Passo di Dyatlov ha ispirato innumerevoli teorie complottiste. Ma la vera storia di q...