Scomparso senza lasciare traccia in una storia che non ha mai smesso di appassionare e che ha sollevato mille domande ancora aperte: 80 anni fa svaniva improvvisamente nel nulla il fisico Ettore Majorana, il più silenzioso e schivo dei Ragazzi di via Panisperna
che ruotavano intorno a Enrico Fermi. Capace di trascorrere giorni
interi immerso nei calcoli, chiuso nella sua stanza, Ettore Majorana è
sparito senza lasciare traccia il 27 marzo 1938.
Fuga o suicidio: sono state le ipotesi che da allora
hanno cominciato ad alternarsi senza mai trovare risposta. La sera della
sua scomparsa Majorana era partito da Napoli, dove gli era stata
offerta una cattedra, con un piroscafo diretto a Palermo. Aveva
annunciato la sua intenzione di sparire in una lettera al suo amico di
Napoli, Antonio Carrelli, ritrattata l'indomani con un'altra lettera.
Aveva anche scritto alla famiglia, raccomando: "ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero". Da allora in poi non ci sono state notizie.
Le indagini, scattate nei giorni successivi, non hanno portato a nulla e il suicidio è stata solo una delle innumerevoli ipotesi
avanzate negli anni. Alcuni avevano pensato a una fuga in Germania,
altri in Argentina sulla base di testimonianze lo avrebbero segnalato a
Buenos Aires, altri lo avevano segnalato in Venezuela fra il 1955 e il 1959, tanto che su questa base la Procura di Roma aveva riaperto il caso nel 2011, subito archiviato.
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martedì 27 marzo 2018
lunedì 26 marzo 2018
Inquietante e affascinante: filmato per la prima volta il “diavolo del mare”
Il primo video girato a oltre 800 metri sotto il livello del mare del misterioso abitante delle profondità marine - di E.B. /CorriereTv
Il “diavolo del mare”, il cui nome scientifico è “Caulophryne jordani” (in inglese “Fanfin seadevil” o “Fanfin angler”) vive nelle zone più profonde e recondite degli oceani, fino 1500 metri. Si hanno pochissime informazioni sul suo comportamento e su come vive. Per la prima volta questo pesce è stato filmato da vivo. A riprendere il “diavolo del mare”, a 800 metri di profondità a sud dell'isola di São Jorge, nelle Azzorre, è stata la coppia tedesca, Kirsten e Joachim Jakobsen (moglie e marito), della Fondazione Rebikoff-Niggeler. Nelle foto e nel video dei due esploratori sottomarini si vede un esemplare femmina incinta. Ha un piccolo organo luminoso e i raggi delle pinne, estremamente lunghi, formano una rete di antenne sensoriali.
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venerdì 23 marzo 2018
In Israele c’è una verdissima collina in mezzo al deserto. Ma da vicino non crederete ai vostri occhi
Noemi Penna
Questa è l'unica fabbrica di contenitori in vetro in Israele. Produce un milione di bottiglie al giorno per i giganti del settore, da Coca Cola a Heineken, così come per le aziende vinicole israeliane e le compagnie petrolifere. Ma di tutti questi contenitori, circa 300 mila escono dai forni con dei difetti.
Tutti gli scarti vanno quindi a creare delle «colline» alte 15 metri e larghe 70 metri, come un campo da calcio. Ironia della sorte, il verde del vetro le fa sembrare ricoperte d'erba. Un paesaggio suggestivo, soprattutto perché si trova al ridosso del deserto.
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lunedì 19 marzo 2018
Il giallo dei dischetti di plastica trovati sulle spiagge del litorale tirrenico
Da Capri fino alle coste della Toscana. Tutto il litorale tirrenico è invaso da centinaia di dischetti di plastica forati, simili a filtri, di cui è sconosciuta la provenienza. A lanciare l'ennesimo allarme in fatto di ambiente è l'associazione Clean Sea Life, un progetto co-finanziato dall'Unione Europea e nato con l'obiettivo di sensibilizzare il grande pubblico sulla quantità di rifiuti presenti in mare e sulle spiagge.
Scrive Repubblica:
Le segnalazioni sono iniziate il 20 febbraio: quei dischetti, spinti dalle correnti, sono stati dapprima rinvenuti a Ischia, dove un cittadino, Claudio Ciriminna, ha iniziato a raccoglierli ripulendo gli arenili. Poi, spiega Eleonora de Sabata, attivista di Clean Sea Life, quei rifiuti di plastica hanno proseguito la loro corsa verso nord, invadendo il litorale domitio e il basso Lazio, dove le segnalazioni in queste ore sono numerosissime, fino a toccare persino la Toscana (dove i dischetti sono stati recuperati alla spiaggia della Feniglia).Non è dato sapere di cosa si tratti, ma l'associazione assicura: "Stiamo lavorando con gli oceanografi per cercare di risalire al punto di origine dello sversamento - scrive l'organizzazione sulla propria pagina facebook -.
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giovedì 15 marzo 2018
Aldo Moro, Paolo VI e il mistero dei 10 miliardi di lire per il riscatto
Chi portò a Castel Gandolfo tutti quei soldi? E, soprattutto, dove finirono?
Castelgandolfo, residenza pontificia, 6 maggio 1978. Aldo Moro è prigioniero delle Brigate Rosse da oltre 50 giorni e Papa Paolo VI ne parla con monsignor Cesare Curioni, responsabile dei cappellani carcerari, il quale aveva attivato molteplici contatti per arrivare alla liberazione dell'ostaggio.
Al colloquio assiste anche mons. Fabio Fabbri, segretario di don Curioni. D'improvviso il Papa, nel suo studio, si avvicina ad una consolle coperta con un panno di ciniglia azzurra e solleva un lembo: compare una montagna di soldi, mazzette di dollari, con fascette di una banca ebraica, del valore di circa dieci miliardi di lire, messi a disposizione per il riscatto. Ma tre giorni dopo, il 9 maggio, il corpo senza vita di Moro viene ritrovato in via Caetani, nel centro di Roma. Il fatto è riportato sia in atti giudiziari, sia in atti parlamentari ed è stato ribadito due anni fa davanti alla commissione Moro dallo stesso mons. Fabbri. Ma da dove provenivano tutti quei soldi? E, rimasti inutilizzati, che fine fecero? Nessuno lo sa. Don Curioni è morto nel 1996 senza che quel mistero fosse svelato, mons. Fabbri ha detto di non saperlo, e autorevoli fonti vaticane, recentemente interpellate, hanno ribadito di ignorare chi 40 anni fa procurò quella provvista e dove finì quel fiume di denaro.La vicenda di quei soldi si lega direttamente a due foto di Moro ostaggio delle Br e al ruolo di don Curioni che - secondo il racconto del suo segretario mons. Fabbri - investito direttamente da Paolo VI dopo il sequestro del presidente della Dc, nel tentativo di arrivare alla liberazione dell'ostaggio, aveva attivato numerosi canali sia con i brigatisti in carcere, sia con un misterioso interlocutore che incontrava nella metropolitana di Napoli e in alcune città del nord Italia. Peraltro, durante una telefonata notturna, Paolo VI - sempre secondo il racconto di mons. Fabbri alla commissione Moro - lesse proprio a don Curioni, che suggerì qualche correzione, la celebre lettera "agli uomini delle Brigate Rosse", che ha la data del 21 aprile 1978, con la quale il Papa invitava a rilasciare Moro "senza condizioni". Attraverso i suoi canali, don Curioni ricevette le due foto di Moro prigioniero, che furono mostrate al Papa. Paolo VI sostenne che la prima non provava che il presidente della Dc era in vita, mentre la seconda - con il presidente della Dc che mostrava la prima pagina del quotidiano la Repubblica - fu ritenuta indiscutibile: Moro era vivo.
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Purgatori ricorda Moro e la povertà intellettuale dei brigatisti
venerdì 9 marzo 2018
Identificati i resti della leggendaria pilota Amelia Earhart
Erano stati trovati su una remota isola dell'Oceano Pacifico
Appartengono ad Amelia Earhart i resti trovati nel 1940 su una remota isola dell'Oceano Pacifico, la leggendaria pilota americana era scomparsa nel 1937
proprio mentre volava sopra il Pacifico. Lo ha stabilito una nuova
analisi pubblicata sulla rivista Forensic Anthropology e condotta da
Richard Jantz, del Centro di Antropologia Forense all'Università del
Tennessee, che ha riesaminato le misurazioni fatte nel 1940: all'epoca i resti erano stati attribuiti ad un uomo.
Il film 'Amelia' - SCHEDA CINEMA
Jantz ha usato il programma informatico Fordisc per stabilire sesso, età e statura partendo da misurazioni dei resti ossei: le analisi hanno rivelato che la somiglianza con Amelia Earhart era maggiore rispetto al 99% di individui in un largo campione di riferimento.
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Il film 'Amelia' - SCHEDA CINEMA
Jantz ha usato il programma informatico Fordisc per stabilire sesso, età e statura partendo da misurazioni dei resti ossei: le analisi hanno rivelato che la somiglianza con Amelia Earhart era maggiore rispetto al 99% di individui in un largo campione di riferimento.
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domenica 4 marzo 2018
Perù, mistero sulle Ande: si apre una voragine lunga due chilometri
Una frana lunga circa due chilometri ha
aperto il terreno a Cusco, città delle Ande peruviane. La frattura ha
danneggiato una sessantina di abitazioni e ha costretto i residenti
all'evacuazione dalle case pericolanti. "Qui c'è una frequente attività
sismica, ma i sismografi non hanno registrato un terremoto significativo
che possa aver creato questa faglia", ha affermato un geologo.
"Dobbiamo capire - continua - come si è formata, perché potrebbe
rappresentare una seria minaccia per gli abitanti di questa zona".
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