lunedì 9 aprile 2018

GLI ASTRONAUTI DELLA NASA DELLE MISSIONI APOLLO HANNO VISTO GLI UFO.

Presso l'Istituto di Biologia Acustica di Albany, Ohio, si sono svolti dei test con la “macchina della verità” sulle dichiarazioni di alcuni ex astronauti della NASA che presero parte alle missioni APOLLO, le missioni spaziali fatte per l’esplorazione della Luna. L'istituzione ha condotto "complesse analisi informatiche" delle registrazioni vocali di quattro astronauti della NASA: Buzz Aldrin e Al Worden che vivono ancora, e Gordon Cooper e Edgar Mitchell, già deceduti. I test si sono concentrati principalmente sul racconto di Aldrin, 88 anni, il secondo uomo sulla Luna, che sosteneva: "C'era qualcosa là fuori che era abbastanza vicino da essere osservato... una specie di L". Un oggetto a forma di "L" che lui e i suoi compagni astronauti dell'Apollo 11 presumibilmente videro mentre viaggiavano verso la Luna nel 1969. L’analisi dei modelli vocali di Buzz Aldrin ha rivelato che era "certo di aver visto un UFO”. I test hanno prodotto risultati analoghi analizzando i commenti verbali di Worden, che sosteneva di aver visto la vita aliena in un'intervista con Good Morning Britain e gli astronauti defunti Cooper e Mitchell, che hanno raccontato presunti avvistamenti UFO mentre erano ancora in vita. Buzz Aldrin presumibilmente ha visto il cosiddetto "oggetto a forma di L", che è stato individuato anche dal collega Michael Collins, altro membro dell'equipaggio di Apollo 11, pochi giorni dopo che gli astronauti avevano scartato la “S4B”, la terza fase del razzo che ha lanciato il loro veicolo spaziale verso la Luna. Gli astronauti al momento non erano sicuri se l'oggetto fosse semplicemente l'S4B, ma quando la NASA determinò che il razzo si trovava a circa 6.000 miglia nautiche dalla nave spaziale al momento dell'avvistamento, si concluse che l'oggetto a forma di L era completamente diverso, non identificato, un UFO.

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domenica 8 aprile 2018

Archeologia: l’affascinante mistero della Sfinge di Giza, la più grande statua monolitica del mondo

Sfinge, situata a sud-est della Grande Piramide, lungo la rampa che sale verso il tempio funerario di Chefren,  per via delle sua incredibili misure (è lunga 73 metri, larga 6 metri e raggiunge, nel suo punto più alto, un’altezza di 20 metri) è considerata la più grande statua monumentale al mondo, scolpita in un unico sperone di roccia, su cui furono aggiunti, sulla base, dei blocchi di pietra,  in occasione delle numerose ristrutturazioni a partire dalla XVIII  dinastia. La colossale statua, che fonde l’elemento zoomorfo (corpo leonino) con quello umano (testa umana), col corpo allungato, le zampe protese e un copricapo reale, è  il simbolo dei misteri archeologici per eccellenza, con i suoi occhi fissi all’orizzonte orientale, mentre scruta da tempo immemore il sole nascente ogni mattina, facendo breccia nell’immaginario di turisti e curiosi, storici e non. Il suo nome, che deriva dal greco antico e significa “strangolatrice”, evidenzia l’aspetto aggressivo e misterioso di questa costruzione. L’archeologia ufficiale fa corrispondere il volto della Sfinge a quello del faraone Chefren, in base a un’iscrizione trovata su una stele di granito posta fra le zampe anteriori della colossale statua…iscrizione che racconta del faraone Thutmose IV, cui apparve in sogno il Dio Sole Ra-Harakhte, che gli promise il regno se avesse liberato la Sfinge dalla sabbia che l’aveva ricoperta,  sin da quando la necropoli di Giza venne abbandonata. Così fece e, divenuto Re, fece scolpire la stele di granito, detta “Stele del sogno” per commemorare l’evento: essa raffigura due leoni sopra due templi, uno di spalle all’altro, uno rivolto ad est ed uno ad ovest.
 
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mercoledì 4 aprile 2018

Un maxi canyon si è aperto in Africa, il continente si spacca in due

Doglioni (Ingv), fra milioni di anni potrebbe nascere un oceano

Un gigantesco canyon si è aperto per effetto delle alluvioni nel sud-ovest del Kenya ed è la prova che il continente africano si sta spaccando in due. Il fenomeno è la conseguenza del lento movimento in atto da decine di milioni di anni, che sta portando al distacco della placca africana da quella somala, e che nei prossimi 20-30 milioni di anni potrebbe generare un nuovo oceano. Lo conferma Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

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venerdì 30 marzo 2018

Maria Maddalena: la storia vera (?) dietro il film di Garth Davis

Maria Maddalena, a cui Garth Davis dedica la sua ultima fatica cinematografica, è un personaggio controverso della storia del Cristianesimo. Ecco alcuni dettagli della sua storia.


Apostola fra gli apostoli, primo essere umano in assoluto a testimoniare il miracolo della Resurrezione, Maria Maddalena è un personaggio fondamentale della religione cristiana. La sua fortuna nella cultura occidentale, tuttavia, ha attraversato momenti alterni, arrivando oggi all’uscita nelle sale dell’ambiziosa produzione hollywoodiana – Maria Maddalena, appunto – firmata da Garth Davis e interpretata da Rooney Mara e Joaquin Phoenix che si concentra unicamente sulla sua biografia. L’operazione di Davis manca di pregnanza e porta in sala un film compilativo, senza particolari slanci artistici, eppure, gli si riconosce il merito di insinuare nello spettatore l’idea che la Donna – di cui Maddalena diventa simbolo – sia stata depredata di un compito che Dio stesso le ha assegnato duemila anni fa: quello di diffondere la Sua Parola e di insegnare all’umanità la concordia, l’umiltà e la pace.

Parlare di storia vera quando abbiamo a che fare con racconti così densi di simboli e rimandi spirituali è un’operazione assai complessa, ma – pur non garantendo l’assoluta veridicità storica – si risalirà a un vero letterario, dove per letteratura intendiamo i testi base del Cristianesimo, i Vangeli.
Dan Brown nel suo Il codice Da Vinci ha attribuito alla Santa mirabolanti meriti, esaltandola come madre del figlio del Figlio di Dio e identificando il suo ventre con la sacra coppa del Graal, oggetto di leggendarie ricerche e di mitiche avventure: ma, al di là del mito e della letteratura contemporanea, chi era Maria di Magdala, la donna che si unì ai dodici apostoli di Gesù Cristo e abbandonò casa, famiglia ed affetti per seguire la sua missione spirituale?

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Chi era veramente Maria Maddalena?

 

Maria Maddalena - La vera storia (video)

 

giovedì 29 marzo 2018

Il trombettiere di Custer e la verità su Little Big Horn


 




Giovanni Martini e il Tenente W. Cooke
La vigilia di Natale del 1922, la neve riempì di sogni l’oscurità e le strade bianche di Brooklyn chiamarono a raccolta i ricordi. Dietro i vetri Giovanni aspettava con lo sguardo fermo, provando a domare un evento imbizzarritosi tanto tempo fa; arrivano, pensava, mò arrivano… In fondo sapeva che non dovevano essere molti, i ricordi; sarebbero potuti spuntare da un momento all’altro, magari tenendosi sottobraccio come quei tre che stanno attraversando adesso la strada e ridono di nulla, giusto per non morire di freddo.
Però, se così fosse, se davvero quei tre sbandati giù in strada rappresentassero in qualche modo la somma dei suoi ricordi, allora tra poco dovrebbe arrivare anche il pensiero grande, il ricordo vero.

Quello che non cessa di stringergli il cuore e da più di quarant’anni gli porta gente in casa, persone arroganti che gli chiedono sempre la stessa cosa: «Signor Martini ci dica com’è andata, ci racconti la verità; coraggio signor Martini, un’ultima volta, poi non la disturberemo più».

Un ritratto di Martini
Giovanni aveva sessantanove anni, era stanco di raccontare la verità, avrebbe preferito cucirsi la bocca; inoltre, la verità che gli veniva chiesta non era certo la stessa che sapeva lui, una pietra dura che col tempo era diventata l’unica cosa che c’è.
Ma quelli, i giornalisti, insistevano e lui, alla fine, doveva per forza rispondere: «La verità la conoscete meglio di me; avete studiato i fatti, avete letto i documenti, avete parlato con gente importante. Io che vi posso dire di più?». «Lo sa bene cosa può dire, signor Martini; sia gentile, ci faccia questo regalo, visto che domani è Natale: ci dica la verità». «Ricevuto l’ordine sono tornato indietro, ecco la verità». «Sì, signor Martini, lo sappiamo; ma prima di tornare non vide il comandante dirigere i suoi squadroni verso il guado? Questo ce lo deve dire, signor Martini, questo lei lo sa. E poi, qual era esattamente il messaggio?». «Me lo scrisse il tenente Cooke sopra un pezzo di carta, l’avete letto mille volte, l’ha letto tutto il mondo quel messaggio».

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martedì 27 marzo 2018

Majorana, 80 anni fa scompariva il più misterioso dei fisici

Scomparso senza lasciare traccia in una storia che non ha mai smesso di appassionare e che ha sollevato mille domande ancora aperte: 80 anni fa svaniva improvvisamente nel nulla il fisico Ettore Majorana, il più silenzioso e schivo dei Ragazzi di via Panisperna che ruotavano intorno a Enrico Fermi. Capace di trascorrere giorni interi immerso nei calcoli, chiuso nella sua stanza, Ettore Majorana è sparito senza lasciare traccia il 27 marzo 1938.  

Fuga o suicidio: sono state le ipotesi che da allora hanno cominciato ad alternarsi senza mai trovare risposta. La sera della sua scomparsa Majorana era partito da Napoli, dove gli era stata offerta una cattedra, con un piroscafo diretto a Palermo. Aveva annunciato la sua intenzione di sparire in una lettera al suo amico di Napoli, Antonio Carrelli, ritrattata l'indomani con un'altra lettera. Aveva anche scritto alla famiglia, raccomando: "ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero". Da allora in poi non ci sono state notizie.

Le indagini, scattate nei giorni successivi, non hanno portato a nulla e il suicidio è stata solo una delle innumerevoli ipotesi avanzate negli anni. Alcuni avevano pensato a una fuga in Germania, altri in Argentina sulla base di testimonianze lo avrebbero segnalato a Buenos Aires, altri lo avevano segnalato in Venezuela fra il 1955 e il 1959, tanto che su questa base la Procura di Roma aveva riaperto il caso nel 2011, subito archiviato


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lunedì 26 marzo 2018

Inquietante e affascinante: filmato per la prima volta il “diavolo del mare”

Il primo video girato a oltre 800 metri sotto il livello del mare del misterioso abitante delle profondità marine - di E.B. /CorriereTv
Il “diavolo del mare”, il cui nome scientifico è “Caulophryne jordani” (in inglese “Fanfin seadevil” o “Fanfin angler”) vive nelle zone più profonde e recondite degli oceani, fino 1500 metri. Si hanno pochissime informazioni sul suo comportamento e su come vive. Per la prima volta questo pesce è stato filmato da vivo. A riprendere il “diavolo del mare”, a 800 metri di profondità a sud dell'isola di São Jorge, nelle Azzorre, è stata la coppia tedesca, Kirsten e Joachim Jakobsen (moglie e marito), della Fondazione Rebikoff-Niggeler. Nelle foto e nel video dei due esploratori sottomarini si vede un esemplare femmina incinta. Ha un piccolo organo luminoso e i raggi delle pinne, estremamente lunghi, formano una rete di antenne sensoriali. 
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Neve sopra i 900 metri in Toscana, oltre mezzo metro all’Abetone

"Non sono segnalate al momento particolari criticità, quota neve in rialzo nelle prossime ore" “ Nevica attualmente sui rilievi so...