Da qualche secolo, studiosi segnalano il verificarsi di disturbi elettromagnetici poco prima della scossa, come per es. bagliori luminosi, deviazioni improvvise dell’ago della bussola.  Negli ultimi decenni i ricercatori hanno intensificato gli studi di  tali fenomeni nella speranza che alcuni di questi segnali possano  costituire un campanello d’allarme di un’incombente sisma. Ma c’è chi va  controcorrente: alcuni lavori di F. Masci, (INGV-L’Aquila), mettono in  dubbio la correlazione tra fenomeni magnetici precedenti il terremoto e l’attività sismica attribuendo  i primi a fluttuazioni intrinseche al campo geomagnetico terrestre e  alle complesse interazioni esistenti fra l’attività solare e il campo  stesso. 
Su cosa si basa il suo scetticismo circa un nesso di causa-effetto fra terremoti e anomalie magnetiche? 
Stiamo parlando di anomalie magnetiche,  dice Masci, che precedono di settimane o gg il verificarsi di forti  terremoti; cosa ben diversa sono i fenomeni sismomagnetici che sono  osservati in concomitanza con l’evento sismico. Alcuni ricercatori,  negli ultimi decenni hanno messo in relazione segnali magnetici anomali  verificatesi prima di un evento sismico con la fase di preparazione del  terremoto stesso. È naturale che giorni o settimane prima del  verificarsi di un terremoto il campo geomagnetico possa presentare  un’anomalia, ma collegare questo segnale con l’evento sismico, senza  eseguire nuove verifiche utilizzando anche altri set di dati geofisici è  una conclusione semplicistica. I miei articoli dimostrano che le  ricerche effettuate negli ultimi anni sui precursori sismici di natura  magnetica hanno sottostimato l’influenza dell’attività geomagnetica; mi  riferisco a studi che mirano a dimostrare l’esistenza di precursori  magnetici alle bassissime frequenze. Le anomalie magnetiche che nella letteratura scientifica sono state considerate possibili precursori di eventi sismici sono invece segnali legati alla normale attività geomagnetica dovuta all’interazione terra-sole. 
L’ipotesi che il terremoto aquilano sia stato preceduto da segnali elettromagnetici verrebbe a cadere? 
Il terremoto dell’Aquila è avvenuto abbastanza in superficie e in prossimità dall’Osservatorio Geomagnetico di L’Aquila.  Alcuni studi, utilizzando tecniche convenzionali di analisi, non hanno  però rilevato la presenza di precursori nei dati magnetici raccolti  nell’Osservatorio. Un lavoro di Di Lorenzo (INGV), mostra l’emergere di  deboli segnali magnetici cosismici in concomitanza con la scossa  principale del 6 aprile. Tale lavoro però esclude la presenza di segnali  analoghi nei giorni e nei mesi precedenti all’evento sismico. Altri  studi, al contrario, utilizzando dati raccolti a diverse centinaia di km  dalla zona epicentrale, mostrano il verificarsi di possibili segnali  elettromagnetici anomali durante il periodo precedente il terremoto.  Comunque, le possibili anomalie riportate in questi lavori sono state  collegate dopo che il sisma si è verificato. Data la grande distanza tra  il punto di osservazione e l’area epicentrale, molti di questi segnali  hanno bisogno di successive verifiche per accertarne l’effettivo legame  con il terremoto. 

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