Ötzi, l'Uomo venuto dal ghiaccio, aveva tre 
calcificazioni coronariche: lo ha stabilito un'equipe guidata dalla 
radiologa bolzanina Patrizia Pernter
Ötzi, l’Uomo venuto dal 
ghiaccio vissuto più di 5 mila anni fa, era malato di cuore. E se non 
fosse rimasto vittima di un “vile agguato” – così come stabilito dagli 
scienziati che si sono presi a cuore la sua ‘biografia’ – sarebbe forse 
morto di infarto. La Mummia del Similaun, rinvenuta nel 1991 sulle Alpi 
Venoste da una coppia di escursionisti tedeschi, all’età presunta di 46 
anni aveva infatti tre calcificazioni coronariche spia di 
un’aterosclerosi presumibilmente legata alla predisposizione genetica 
più che a uno stile di vita poco sano. Perché trattandosi di un 
cacciatore-raccoglitore vissuto fra il 3300 e il 3100 a.C., il suo 
problema non poteva a rigor di logica essere la sedentarietà. Piuttosto 
il Dna.
O almeno questa la conclusione a cui è giunto il team guidato dalla radiologa di Bolzano Patrizia Pernter, che ha pubblicato sulla rivista ‘RöFo – Fortschritte auf dem Gebiet der Röntgenstrahlen’ i risultati di un nuovo studio condotto sul corpo di Iceman, conservato presso il Museo archeologico dell’Alto Adige. Per l’esperta, la mummia non rappresenta solo “uno dei casi più antichi di calcificazione vascolare“, ma anche “un esempio medico del fatto che una predisposizione genetica è forse il principale fattore scatenante per l’arteriosclerosi e la sclerosi coronarica“.
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