Dopo il disastro del 26 aprile 1986, quando il reattore numero 4 della centrale nucleare esplose rilasciando una quantità di radiazioni 400 volte superiori a quelle dell’atomica di Hiroshima, a Chernobyl venne istituita una “zona di alienazione”, proibita a chiunque per un raggio di circa 30 chilometri. Gli esperti spiegarono che l’area sarebbe stata invivibile per esseri umani e animali per secoli: non è stato così. 33 anni dopo nella “zona di alienazione” vivono cani, gatti, volpi, orsi bruni, bisonti, lupi, linci. E ancora cavalli, pesci e oltre 200 specie di uccelli. Che si sono “adattati”.
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