martedì 25 gennaio 2022

La morte di Liliana Resinovich resta un enigma: dal marito alle chiavi, le domande senza risposta

La morte di Liliana Resinovich resta ancora un enigma. In attesa degli esiti delle analisi tossicologiche è possibile indagare su diversi aspetti di matrice criminologica e criminalistica.

C’è una nota stonata nella tragica fine di Liliana Resinovich. Le indagini, pur procedendo in maniera serrata, hanno fin da subito evidenziato la mancanza di quelle prove schiaccianti capaci di declinare “senza se e senza ma” l’esito di una storia di scomparsa. Neppure le analisi genetiche sono state in grado di fornire risultanze capaci di fugare ogni dubbio. Un terreno mai così impervio. E allora, per cercare di ricostruire la storia, in attesa dell’esito degli esami tossicologici, è necessario – all’avviso di chi scrive – provare a cercare risposte altrove, in quelle tessere che non si incastrano con il resto del puzzle.

Liliana e Sebastiano vivevano davvero in simbiosi?
Liliana e Sebastiano sono stati descritti da tutti come una coppia simbiotica, ossia caratterizzata da una forte interdipendenza. L’uomo, dal canto suo, ha sempre raccontato come sentissero così profondamente il bisogno l’uno dell’altra.

In concreto, però, la coppia simbiotica rappresenta la coppia disfunzionale per eccellenza: in essa ogni tentativo di realizzazione e autonomia personale viene disincentivato. Balza subito alla mente, pensando alle cronache, la relazione tra Olindo e Rosa Bazzi. Olindo aveva comprato un'automobile, una Seat Arosa, solo perché si chiamava come la moglie.


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