mercoledì 30 marzo 2022

“Soldati russi si sparano da soli per tornare a casa”, ma molti vengono utilizzati come “carne da cannone”

 

Funerali vietati perché per la Russia non c’è nessuna guerra ma soltanto una “operazione militare speciale”. Forni crematori al seguito per far sparire i cadaveri dei soldati uccisi e non mostrarli alle loro famiglie. La guerra va avanti da 23 giorni e le perdite all’interno dell’esercito russo sarebbero ingenti. Oltre 14mila i militari di Mosca caduti dall’inizio del conflitto secondo il conteggio portato avanti dal ministero della Difesa ucraino (che però non rende noto il dato sui soldati di casa uccisi). Poco più della metà invece secondo gli Stati Uniti. Inattendibile l’ultimo dato fornito dal Cremlino lo scorso 3 marzo, ben due settimane fa, che riportava in 498 i militari uccisi in combattimento. Da allora non ci sono più stati aggiornamenti sul numero dei caduti.

Numeri raccapriccianti. Migliaia di giovani mandati a morire a loro insaputa. Molti, finiti prigionieri dell’Ucraina, hanno spiegato l’inganno del Cremlino che avrebbe loro riferito di esercitazioni e non di una vera e propria invasione.  Il morale tra le truppe russe è sempre più basso e molti, stando a quanto riportano New York Post e Nexta (media di opposizione bielorusso che trasmette dall’estero), si sparano nelle gambe, utilizzando munizioni ucraine, con il preciso obiettivo di non combattere, sperando poi di ritornare a casa. 

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