martedì 26 aprile 2022

Neanche il 25 Aprile Salvini e Meloni riescono a pronunciare la parola “fascismo”

Nel giorno della Festa della Liberazione, Matteo Salvini e Giorgia Meloni riescono nell’impresa di non nominare il male dal quale l’Italia cominciava a depurarsi 77 anni fa: il fascismo

Una passeggiata sui gusci delle uova, per evitare il silenzio totale ma al tempo stesso non scomodare fette di elettorato: il 25 Aprile di Giorgia Meloni e Matteo Salvini è un mix di ammiccamenti, non detti e giri di parole nel quale il grande assente è il termine per il quale la Festa della Liberazione esiste e viene celebrata ogni anno da 77 anni: “fascismo”. La data è stata scelta in via simbolica perché proprio in questo giorno del 1945 iniziò la ritirata dei soldati tedeschi e dei fascisti della Repubblica di Salò dalle città di Torino e Milano. È quindi impossibile parlare di questo giorno senza menzionare partigiani, fascismo e nazismo. Ma Meloni ci è riuscita, con un tweet delirante nel quale celebra la libertà mescolandola e piegandola a temi di attualità: “La libertà non è un ricordo, è una battaglia quotidiana. Difendere la libertà significa battersi, oggi, affinché nessuno venga tenuto ai margini della società per delle restrizioni illogiche. Significa difendere, oggi, la sovranità delle nazioni e dei popoli. Viva la libertà, ora”.

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