giovedì 28 aprile 2022

Peste suina africana: 104 i casi accertati in Liguria, Piemonte ed Emilia Romagna. A rischio le esportazioni

 

Su una cosa gli esperti sono d’accordo: la peste suina africana (Psa) non rappresenta un pericolo per l’uomo. Almeno, non dal punto di vista sanitario, perché si tratta di un virus che colpisce i suini – maiali e cinghiali – ma non gli esseri umani. Che però con tutta probabilità hanno contribuito a diffondere la malattia. Stiamo parlando di un virus piuttosto contagioso e difficile da eradicare, che viene trasmesso dagli animali malati o da materiale contaminato, per esempio scarti di alimenti dispersi nell’ambiente che possono essere mangiati dai cinghiali. Resta il fatto che si tratta di una malattia estremamente letale, e dato che non esistono vaccini né cure, la comparsa del virus in un allevamento costringe ad abbattere migliaia di animali. “Per questo la peste suina, pur non essendo pericolosa per gli umani, può avere effetti devastanti dal punto di vista economico e sociale”, spiega Francesco Feliziani, Responsabile del laboratorio nazionale di riferimento per la peste suina presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche”. Per far fronte all’emergenza è stata creata una struttura commissariale con un duplice obiettivo: “Innanzitutto contenere la malattia, e in seguito eradicarla evitando che passi dai cinghiali selvatici ai suini”, spiega Angelo Ferrari, Commissario all’emergenza Psa. “Dobbiamo tenere conto che la diffusione dell’epidemia porterebbe al blocco delle esportazioni di carne suina”.

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