mercoledì 21 settembre 2022

Vietato scaldarsi, multe salate per chi usa stufe e camini: ecco dove

L'aumento record del gas ha spinto molte famiglie a tornare alla legna e al pellet. Ma le leggi sull'inquinamento atmosferico bloccano questa possibilità



La crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina e il conseguente aumento record delle bollette di luce e gas hanno portato migliaia di famiglie italiane sul lastrico (prepariamoci ai razionamenti: dovremo cambiare i contatori?). Diversi cittadini hanno pertanto cominciato a pensare a metodi di riscaldamento alternativi in vista dell’imminente inverno. Tra questi spiccano senza dubbio stufe a legna e a pellet e i classici camini.

Chi ne è in possesso, però, potrebbe non poterlo usare. In alcune Regioni è infatti in vigore il divieto di utilizzo di stufe e camini a biomassa, nell’ambito delle leggi introdotte per contrastare l’inquinamento atmosferico. La norma riguarda gli impianti con potenza al focolare fino a 10kW (qui trovate tutti gli aumenti riguardanti il riscaldamento domestico).

Dove sono vietati stufe e camini a legna

Tra le Regioni hanno vietato l’utilizzo di impianti di riscaldamento basati sulla combustione di biomassa spicca senz’altro la Lombardia. Qui le multe per i trasgressori sono le più severe: secondo l’articolo 27, comma 4 della Legge regionale n. 24/2006, le sanzioni partono da 500 euro e possono arrivare fino a 5.000 euro. A meno che non si utilizzino impianti di ultima generazione, vale a dire generatori di calore con classe di prestazione emissiva inferiore a 4 stelle (qui abbiamo elencato le alternative per riscaldarsi spendendo meno). Le restrizioni riguardano anche Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana.

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