mercoledì 4 gennaio 2023

Il disastro di Makiïvka mostra la vulnerabilità dell’esercito russo

 

L’esercito russo ha subìto una delle perdite più pesanti in un unico attacco missilistico ucraino: i soldati morti sarebbero 63 secondo Mosca, 400 secondo alcuni blogger militari russi e secondo le valutazioni dell’esercito di Kiev.

Il disastro è carico di significati. Non solo a causa del numero di vittime, ma anche delle circostanze. I militari erano alloggiati in un edificio civile a Makiïvka, nella regione occupata di Donetsk, che conteneva anche un deposito di armi (cosa che spiega il numero di morti). I blogger russi, alcune personalità a Mosca e tutti gli esperti militari denunciano il dilettantismo di una simile sistemazione, bersaglio perfetto situato ad appena 15 chilometri dalle linee ucraine.

Ma non è tutto: i soldati uccisi erano coscritti, inviati in Ucraina nel quadro della mobilitazione parziale voluta da Vladimir Putin a settembre. Mal preparati, mal inquadrati e poco motivati, sono morti ancora prima di entrare in azione. Questo rafforza la sensazione che questi soldati siano sostanzialmente carne da cannone, inviati precipitosamente al fronte per tappare i buchi creati dalle perdite dei primi mesi di guerra.

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