venerdì 10 novembre 2023

Manovra: tagli fino al 25% sulle future pensione dei medici, fuga dalle corsie

 

Chi pensava che un governo di centro destra potesse intervenire favorevolmente sulle pensioni dopo anni che alcuni suoi esponenti hanno sparato contro la legge Fornero, resterà profondamente deluso. Anziché affrontare in maniera strutturale il nodo della flessibilità in uscita si è ricaduti nelle Quote. Non bastavano quota 100,102,e 103, viene, adesso, introdotta una Quota 104 con criteri più stringenti del passato. Anche se la stessa norma è ancora contrastata come tutta la manovra che resta una “ Bozza ” intercambiabile, anche se pubblicizzata da una conferenza stampa di due ore dello stesso presidente del Consiglio e dai suoi ministri . Per quota 104, se confermata, occorreranno almeno 63 anni d’età e 41 anni di contributi. Anche l’Ape sociale, lo strumento introdotto dal governo Renzi nel 2016 per alcune categorie più disagiate, viene incrementato a 63 anni e 5 mesi. Eliminata l’opzione donna, viene introdotto un Fondo che gestisce anche l’Ape, con la richiesta di 61 anni, restando ferme le altre condizioni che dovranno essere raggiunte entro il 2023 e mantenendo il calcolo dell’assegno con il sistema contributivo. 

(...)

Dove l’intervento della legge diventa ancora più coercitivo, in specie per i medici iscritti alla Cassa Pensioni sanitari ( CPS ) e per i dipendenti degli enti locali (CPDEL) , è nella rimodulazione dei rendimenti della quota retributiva. Infatti, con questa ipotesi di legge, la quota retributiva della pensione, ovvero quella riguardante i contributi versati prima del 1996, subisce un importante e gravissimo ridimensionamento. Di fatto sottraendo migliaia di euro annui al futuro assegno previdenziale . La perdita che questa disposizione causerebbe alle pensioni, è stimabile tra il 5% fino al 25% di tutto l’assegno pensionistico, a seconda degli anni di contribuzione pre-96. Fino a, quindi, un quarto di pensione. Un attacco così feroce alle pensioni non ha precedenti nella storia di questo Paese, tra l’altro commesso proprio contro il personale sanitario, già martoriato prima da una devastante pandemia e poi dalla dilagante crisi del pubblico impiego, costretto a turni massacranti dal blocco delle assunzioni e con remunerazioni totalmente inadeguate, alla mercé di un’inflazione galoppante e nemmeno paragonabile al passo del privato e degli altri paesi europei.

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