Ormai dall’11 settembre, ogni qualvolta il mondo è scosso da un
avvenimento sconvolgente tanto quanto mediatico, si alzano sempre più
rapide e prive di fondamento le voci del complottismo. Non è sbagliato
l’atteggiamento di cautela e oculata selezione delle informazioni e
delle versioni “ufficiali” di tali avvenimenti, naturalmente, ma la
frammentazione in ipotesi sempre più balzane delle possibili versioni
dei fatti, non può che fare comodo a un potere che (non sempre) ha la
necessità di nascondere verità scomode, come lo sfruttamento dell’uomo,
delle risorse umane e certi contatti diplomatici internazionali. Perché
se è chiaro che tutto è stato nascosto molto bene nei casi di Ustica,
piazza Fontana o Ilaria Alpi, non possiamo pretendere che dietro a ogni
avvenimento ci sia una cospirazione. Questa si chiama paranoia.
Non intendo qui parlare male del complottismo tout-court, anzi vorrei
difendere chi analizza in modio serio e circostanziano, non parziale,
le informazioni disponibili. Ma mi pare necessario denunciare e mettere
in guardia sia i complottisti seri, sia i non complottisti (i cosiddetti
“mainstream”), che
da qualche anno si sta diffondendo in rete la presenza di troll (vedere definizione su wikipedia),
quindi falsi complottisti in cerca di polemiche e visualizzazioni fini a
se stesse che non fanno che diffondere le tesi di faziosi complottisti
d’assalto (che del resto sono anche loro stessi Troll, in
quanto il loro scopo è focalizzare l’attenzione mediatica su se stessi,
le loro “non teorie” e le loro pubblicazioni a scopo di lucro).
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