martedì 25 dicembre 2018

Storia e misteri su nascita presepio

Bella narrazione antropologico culturale di Maurizio Bettini

di Paolo Petroni

MAURIZIO BETTINI
''IL PRESEPIO''
(EINAUDI, pp. 180 con illustrazioni - 19,00 euro)
    Nelle case, specie quelle dove ci sono bambini, in questi giorni si è costruito il presepe, magari facendo una puntata a Napoli in via San Gregorio Armeno per vedere le ultime novità e comprare oggetti di scena o personaggi. Il Presepe è infatti un teatro, una scena di teatro di figura che rappresenta la natività in un divenire che va dalla comparsa della stella cometa all'arrivo dei re Magi e come tutte le sacre rappresentazioni è frutto di una lunga evoluzione, di riscritture successive che portano al senso e alla comunicazione culturale che conosciamo oggi e che ha valore fondativo per tutta la comunità cristiana.

    Maurizio Bettini, docente di Filologia classica all'università di Siena e studioso di miti e tradizioni nell'ottica dell'antropologia culturale, ricostruisce il percorso e la nascita attraverso i secoli del nostro presepe, quello che conosciamo oggi, individuando l'origine di tanti aspetti, se, per esempio, né di capanna né di grotta e tanto meno del bue e l'asinello si parla nei vangeli di Luca, che cita solo una mangiatoia e i pastori, e Matteo, che anzi parla di nascita in una casa. E' San Gerolamo che cita la grotta, quasi a riempire una lacuna di Luca, e ricorda che si trattava della stessa grotta dove un tempo di venerava Adone, amante di Venere.

    I miti classici, la letteratura specie latina, servono a capire il percorso che porta a Greccio dove si dice che San Francesco per farne una nuova Betlemme costruì il primo presepe nel 1223.


Prudenzio, il grande poeta cristiano antico del IV secolo dopo Cristo, racconta della nascita di Gesù in un paesaggio in cui ''i rigidi massi, sconfitti, hanno rivestito di erba le loro selci'' e ''già la quercia, dal suo arido tronco, stilla gocce di amomo, già la tamerice trasuda balsamo'' e arrivano ad adorarlo ''i bruti animali... e i quadrupedi si avvicinano alla mangiatoia'', affermazioni che pur nella loro genericità oggi ci piace leggere come prime allusioni alla presenza del bue e dell'asinello, che del resto a quell'epoca si trovano rappresentati accanto al bambinello in decorazioni scolpite di sarcofaghi. Bettini si chiede perché si parli, a cominciare da vangeli apocrifi, di queste bestie e proprio sempre di un bue e un asino che finiscono ormai già da soli a simboleggiare la scena della nascita, del natale.
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