“Navalny ucciso con la tecnica del pugno al cuore”: l’accusa delle ong per i diritti umani. La madre del dissidente denuncia la Russia
Non un malore, ma un omicidio violento. Il Times, citando Vladimir Osechkin, fondatore del gruppo per i diritti umani Gulagu.net, stravolge il racconto fornito dalle autorità russe sulla morte improvvisa del dissidente russo Alexei Navalny in carcere, affermando che l’oppositore non è morto per una “sindrome da morte improvvisa“, come dichiarato ufficialmente, o per avvelenamento da Novichok, come ipotizzato invece dal suo team: Navalny è stato ucciso con un pugno al cuore.
Se le affermazioni di Osechkin venissero confermate, non si tratterebbe di una tecnica inusuale in Russia. L’ex Kgb sovietico, in passato, ha ucciso persone in questo modo: esponendo le vittime per ore a temperature da congelamento, cosa che sarebbe potuta avvenire nel corso di quella che Mosca ha definito la “passeggiata” di Navalny prima del decesso, gli agenti segreti russi sono in grado di ucciderle sul colpo sferrando un pugno preciso all’altezza del cuore, provocando un’emorragia fatale.
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