I soldati della Wehrmacht drogati con le metanfetamine
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Un libro rivela: «I successi dell’esercito?
Non ideologia ma doping» Gli storici Mommsen, decano degli storici del
nazismo: «Cambia il quadro generale»
La Wehrmacht era un esercito di dopati. La formidabile macchina da
guerra di Adolf Hitler vinceva grazie alle anfetamine. La tattica
rivoluzionaria del Blitzkrieg e l’autosuggestione di essere gli
indistruttibili guerrieri della razza ariana non spiegano da sole i
successi dell’esercito nazista nei primi anni del conflitto. In realtà
un ruolo determinante ebbe l’uso sistematico fra i ranghi di Pervitin,
una pillola a base di metanfetamina brevettata nel 1937 da Theodor
Temmler e distribuita regolarmente dai medici militari ai soldati.
A sfatare il mito dell’armata resa invincibile dall’ideologia
e dalla superiorità tecnica, è un nuovo libro che esce oggi in Germania
per i tipi di Kiepenheuer & Witsch. In Der totale Rausch. Drogen im
Dritten Reich , lo scrittore Norman Ohler, storico per caso, racconta
un capitolo poco conosciuto del Terzo Reich. Quello di un regime
superomistico dove moltissimi, dalla guida suprema alle casalinghe,
indulgevano nell’uso di stimolanti chimici.
Partito con l’idea di scrivere un romanzo,
una storia di abuso di droga ambientata nella Germania nazista, Ohler
ha fatto lunghe ricerche negli archivi di Friburgo e Coblenza. Nella
sede della Cia a Washington ha potuto leggere i protocolli degli
interrogatori del famigerato dottor Morell, il medico personale di
Hitler, che soprattutto negli anni di guerra tenne di fatto il dittatore
«sotto siringa», trasformandolo poco a poco in un tossicodipendente.
Così, dall’idea del romanzo l’autore è approdato al saggio.
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