A lungo gli scienziati si sono scervellati nel tentativo
di spiegare perché i pesci ossei
fossero così piccoli: infatti, il più pesante, ovvero il pesce luna oceanico, pesa “solo” 2,3 tonnellate, una nullità in confronto ai pesci cartilaginei come
ad esempio gli squali balena che
possono arrivare a pesare fino a 34
tonnellate. A far luce sulla questione delle dimensioni dei pesci ossei c’è
un nuovo studio, su un antico pesce gigante, che dimostrerebbe come questa
differenza dei giorni nostri sia soltanto un incidente evolutivo.
La prima ipotesi
Secondo quanto ipotizzato inizialmente dagli scienziati,
i pesci ossei potrebbero essere fortemente limitati dal loro
metabolismo. Di norma, gli animali più
grandi devono accontentarsi di una minore quantità di ossigeno per grammo di
tessuto: quindi, dato che i pesci ossei sembrano essere caratterizzati da
fabbisogni metabolici più elevati rispetto a quelle degli squali, è
semplicemente impossibile per loro raggiungere dimensioni superiori a quelle
del pesce luna oceanico. Tuttavia le cose cambiano non appena gli scienziati
hanno fatto un passo indietro nel passato, prendendo in considerazione i pesci
antichi.
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