Via libera del Comitato etico al primo suicidio assistito in Italia. Restano i dubbi su farmaco e modalità da usare: deciderà il tribunale
Tetraplegico da dieci anni, per lui è arrivato l'ok dall'Azienda Sanitaria delle Marche che ha seguito le indicazioni date dalla Consulta nella sentenza del sul caso del dj Fabo. Il foro di Ancona deciderà come procedere e darà l'ok definitivo
"Mario" potrà morire. Il paziente marchigiano tetraplegico immobilizzato da 10 anni, che aveva chiesto da oltre un anno all'azienda ospedaliera delle Marche che fossero verificate le sue condizioni di salute per poter accedere, legalmente, in Italia, ad un farmaco letale per porre fine alle sue sofferenze, ha ottenuto il via libera dal Comitato Etico. Lo ha annunciato l'Associazione Coscioni, che dopo la sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019 sul caso di Dj Fabo, si è battuta affinché nel rispetto delle condizioni indicate dalla Consulta, il suicidio assistito, a cominciare dal caso di Mario, 43 anni camionista di Pesaro, immobilizzato al letto dopo un incidente stradale, potesse essere effettuato anche in Italia. Potesse essere cioè considerato non punibile, se quelle condizioni tra cui l'irreversibilità della malattia, l'insostenibilità del dolore e naturalmente la chiara volontà del paziente, fossero state evidenti. Mario, nome di fantasia, sarà infatti, così si legge nel comunicato diffuso dall'Associazione Coscioni, "il primo malato a ottenere il via libera al suicidio medicalmente assistito in Italia".
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