Meloni non definisce “neofascista” la strage di Bologna ma “atto terroristico”. È la polemica. Bonaccini: “Spero lo pensi”. Anpi: “Basta ambiguità”

Nel giorno dell’anniversario dell’attentato in cui morirono 85 persone la premier e Piantedosi non nominano mai la matrice. Pagliarulo: “Da FdI tentativi di negazionismo”. Al Senato via libera alla mozione della maggioranza. Protestano le opposizioni


Giorgia Meloni non ce la fa. Nel giorno dell’anniversario della strage alla stazione di Bologna la premier parla di tutto: di “terrorrismo”, di “violenza”, di ferocia, ma la matrice  – il neofascismo – di quell'attentato che costò la vita a 85 persone non la nomina mai. Stesso copione seguito dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Anche lui parla di “attentato terroristico” omettendo l’ideologia che mosse gli esecutori. Una ‘dimenticanza’ per niente casuale, che fa il paio con la volontà di FdI di istituire una commissione d’inchiesta sulle stragi. Un’operazione che secondo l'opposizione - politica ma anche civile - avrebbe l'obiettivo di mettere in discussione la verità processuale sulla strage per scagionare gli esecutori: i neofascisti, appunto. "Speriamo lo pensi e lo aggiunga la prossima volta. Questo farebbe del bene", il commento del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ospite a PiazzAsiago.

Continua qui

Metropolis/386 - "Matrice ferroviaria". Perché la destra nega la verità sulla strage di Bologna. Con De Giovanni, Riotta e Zan (integrale)


Commenti