martedì 5 febbraio 2019

"L'isola che non c'era" potrebbe sparire: Hunga Tonga è nata nel 2015, ma è a rischio



Nata appena 4 anni fa, l'isola di Hunga Tonga potrebbe presto sparire. Era emersa nel 2015 al largo dell'Oceano Pacifico. Nata tra due isole già esistenti (da cui ha preso il nome), è costituito prevalentemente da rocce vulcaniche appuntite, e si è rivelata un habitat favorevole per alghe, fiori, organismi minuscoli e persino uccelli marini. Ma presto tutto questo potrebbe essere di nuovo inghiottito dal mare. Il gruppo di ricerca guidato dallo scienziato della Nasa Dan Slayback (il primo e unico team a essere approdato sull'isola) spiega che la forza del mare sta velocemente erodendo le coste dell'isola. 

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mercoledì 30 gennaio 2019

Colpito da una sindrome che paralizza, Alessandro Magno fu sepolto vivo

Morì 6 giorni dopo la tumulazione, svelato il mistero sulla sua fine


(ANSA) - Non morì per un'infezione, alcolismo (sebbene il suo declino inizio proprio con una forte bevuta) o un omicidio Alessandro Magno, come alcune tesi storiche hanno nel tempo sostenuto. Bensì a causa della sindrome di Guillain-Barré Syndrome, un disturbo neurologico raro autoimmune che lo lasciò paralizzato per sei giorni, privandolo a poco a poco della capacità di camminare, parlare e infine respirare.
La causa fu un'infezione da Campylobacter pylori, comune a quel tempo e causa frequente della malattia. Non solo: il decesso del generale macedone, senza dubbio uno dei comandanti militari di maggior successo della storia, che aveva costruito un vasto impero che si estendeva dalla Macedonia e dalla Grecia fino in Persia, in Egitto e persino in alcune parti del nord dell'India, potrebbe essere il caso più famoso di pseudotanatos, o falsa diagnosi di morte, mai registrato. Quando ne fu dichiarata la morte, infatti, e il suo corpo fu preparato per la sepoltura il condottiero macedone era ancora vivo. Solo che i medici, con gli strumenti conoscitivi dell'epoca, non se ne accorsero. Lo sostiene una ricerca condotta da Katherine Hall, della Dunedin School of Medicine dell'Università di Otago, pubblicata su The Ancient History Bulletin.

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domenica 27 gennaio 2019

Nazisti, maestri di fake news

La macchina della propaganda del Reich si nutriva di bufale e notizie false. La più incredibile portò all'invasione della Polonia.



Le cosiddette fake news non sono nate con Facebook: uno dei più grandi maestri di propaganda - dispensatore di false notizie - è stato Adolf Hitler. Per tutto il periodo in cui è stato al potere ha messo in circolazione bufale a non finire, sfruttando ogni canale di comunicazione allora disponibile, partendo dai giornali, passando per radio, cinema e cartoni animati.

BUFALE (COSTOSE). A gestire il giro di false notizie era il ministero della propaganda, presieduto dal suo braccio destro, Joseph Goebbels. Il tutto non era a costo zero: il Reich spendeva tra un quarto di miliardo e mezzo miliardo di dollari all'anno per finanziarlo (mentre gli Americani investivano 26 milioni all'anno).


Il risultato fu una macchina del consenso impeccabile che partoriva notizie false a ripetizione

Come i famigerati articoli che alimentarono la campagna contro “la scienza ebraica, massonica e bolscevica” o quelli contro le “orde asiatiche” (i comunisti) e contro gli Ebrei.

La fake news più celebre sul loro conto raccontava che rapivano i neonati prima della celebrazione della Pasqua ebraica perché avevano bisogno del sangue di un bambino cristiano da mescolare con il loro matzah (il pane non lievitato). 

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I falsi miti della salute

venerdì 25 gennaio 2019

La saponificatrice di Correggio

Leonarda Cianciulli, nota per essere la saponificatrice di Correggio, dal momento che usava i suoi cadaveri per farne saponi e dolcetti, è considerata la prima serial killer italiana del ‘900.
Leonarda nacque in un paese dell’Irpinia. In seguito al terremoto che rase al suolo la sua casa, dovette trasferirsi al nord con la famiglia. Dal sud, la famiglia si trasferì a Correggio, un paese di Reggio Emilia, dove fin da subito Leonarda decise di rimboccarsi le maniche. Il marito se ne andò e lei conquistò una discreta posizione sociale grazie al lavoro di maga e al commercio di abiti usati.
Negli anni tra il 1939 e il 1940 comincia ad esercitare il suo potere criminale. Con una scusa, fece entrare in casa delle donne, sole e anziane. Approfittando della loro debolezza, fece loro delle promesse, si intascò i loro beni e soldi e le uccise con un’accetta. In seguito fece bollire i loro corpi per poi crearne dei saponi. Nessuno le cercò in quanto lei le convinse a scrivere delle cartoline in cui affermavano di essere andate via e di non avere più nessuna intenzione di tornare.
Usò il sangue delle vittime, unito alla farina, per fare dolci e biscotti che dava da mangiare ai figli per proteggerli dalla morte.
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mercoledì 23 gennaio 2019

In Canada: un'immensa caverna ancora inesplorata

Il sogno di ogni speleologo è emerso dalle nevi della British Columbia: soltanto l'ingresso è ampio più di 100 metri. Si pensa che nessuno si sia mai addentrato nella grotta, di cui non si vede il fondo.

Qualche giorno fa in Canada è stata resa nota la scoperta, avvenuta in aprile, di una gigantesca caverna sotterranea, nella quale nessun uomo si sarebbe - a quanto si sa - mai addentrato finora. La grotta è stata avvistata per caso durante un censimento dall'alto dei caribù (una renna) effettuato in elicottero dagli uomini del Ministero delle Risorse Nazionali canadese. Solamente l'ingresso dell'antro è lungo 100 metri e ampio 60: un fatto sconcertante, se si pensa che nessuno conosceva l'esistenza del "buco", rimasto forse, fino a poco tempo fa, costantemente ricoperto di nevi perenni.

COORDINATE TOP SECRET. La caverna si trova nel Wells Gray Provincial Park, nella British Columbia, ma l'esatta località non è stata resa nota, per tutelare quello che potrebbe essere un patrimonio naturale o storico ancora intatto, ora "messo a nudo" (o quasi) dal global warming. Gli esperti stanno ora consultando le comunità indigene per capire se qualcuno si sia mai spinto all'interno della grotta, così profonda e di difficile accesso che risulterebbe strano che qualcuno abbia compiuto l'impresa senza poi raccontarla.

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lunedì 21 gennaio 2019

“Meglio morta che separata”, così Lia Pipitone fu giustiziata dal padre mafioso

Rosalia Pipitone, detta Lia, morì crivellata di colpi il 23 settembre del 1983 a Palermo, all’età di venticinque anni. Unica colpa della ragazza, figlia del boss dell’Acquasanta e uomo di Totò Riina, Antonino Pipitone, era quella di essersi separata dal marito. Fu proprio suo padre a ordinarne l’omicidio: “Meglio morta che separata”.

La sera del 23 settembre 1983 i telegiornali locali aprono con la notizia di una cruenta rapina a Palermo. Due malviventi col volto coperto hanno fatto irruzione in una sanitaria in via Papa Sergio, si sono fatti consegnare il bottino e poi, prima di dileguarsi nel nulla, hanno sparato a una giovane donna. "Mi ha riconosciuto" ha gridato uno prima di crivellare di colpi la povera ragazza. La vittima si chiama Rosalia Pipitone, ha 25 anni  e non è una donna qualsiasi. È la figlia di Nino Pipitone, boss del quartiere Arenella e uomo di Totò Riina, che proprio in quell'anno ha fatto uccidere decine di nemici.

Il delitto
Dopo una morte del genere, nella Palermo dei Corleonesi dove la vita vale meno di una sigaretta, ci si aspetta una reazione spietata contro i due balordi che hanno ucciso Lia e invece, contrariamente a ogni previsione, non succede niente. Nessun parossismo vendicativo, nessuna strage, nessun segnale. Anzi. Lia viene seppellita in fretta e in silenzio mentre la sua famiglia viene flagellata da un altro lutto. Si tratta di Simone Di Trapani, lontano cugino di Rosalia e negli ultimi tempi della separazione dal marito, suo amico e confidente. Il povero Simone muore lanciandosi dal quarto piano, il giorno seguente alla rapina in via Papa Sergio, lasciando un biglietto: "Mi uccido per amore".

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Meteo: altri temporali in vista tra lunedì 6 e giovedì 9 maggio

La stagione primaverile non ha alcuna intenzione di passare lo scettro a quella estiva. La primavera a maggio se c’è l’anticiclone diventa e...