martedì 26 gennaio 2021

In Transilvania il parco dei divertimenti a 120 metri di profondità

In Transilvania, a 120 metri di profondità, si trova Salina Turda, un parco divertimenti unico nel suo genere costruito in una miniera di sale

In Transilvania si trova un parco divertimenti situato a 120 metri di profondità. Si tratta di Salina Turda, una antica miniera trasformata in un luogo turistico famoso in tutto il mondo. Il parco è situato all’interno di un giacimento dove dal 1200 veniva estratto il sale, negli anni Quaranta i lavori si sono fermati, ma l’area non è stata abbandonata.

Poco dopo sono stati costruiti un campo da calcetto, una pista da bowling, un mini golf e una ruota panoramica. Oggi è possibile anche giocare a ping pong e assistere ad alcuni show nell’anfiteatro. Lo spettacolo migliore però è offerto dal lago salato nato dai depositi dei minerali di salgemma. La zona è attrezzata con solarium, servizi termali e di ristorazione, disponibili sia d’estate che d’inverno.

La miniera è situata nei pressi della città di Turda, nel distretto di Cluj, in Romania. Negli anni è diventata una vera e propria attrazione turistica. I visitatori arrivano da tutto il mondo per nuotare nelle acque del lago, divertirsi nel parco giochi sotterraneo, ma anche per scoprire le bellezze naturali della grotta.

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Saline di Turda in Romania, guida all’incredibile parco giochi sotterraneo



lunedì 25 gennaio 2021

Sangue all’università, i delitti del Dams

Tra la fine del 1982 e quella del 1983 a Bologna spira uno strano vento di morte. Tre delitti che hanno come vittime giovani talenti del mondo accademico si consumano per le strade di Bologna. Il primo è quello di Angelo Fabbri, allievo di Umberto Eco, il secondo quello di Francesca Alinovi, critico d’arte di fama internazionale e il terzo, Leonarda Polvani, giovane laureanda. Tutte le morti hanno come sfondo il Dams, la prestigiosa università delle arti e dello spettacolo.

Tre morti, tre omicidi, tre misteri che hanno in comune uno sfondo unico: il Dams. Gli anni sono quelli della contestazione studentesca, la scena, Bologna, la città rossa, con la sua euforia culturale e i suoi lati oscuri. Le vittime, tre giovani talenti: Francesca Alinovi, critico dall'animo inquieto e fragile, morta nel suo stesso sangue nel loft di via del Riccio; Angelo Fabbri, ricercatore e allievo di Umberto Eco, assassinato a coltellate in una strada buia del quartiere Santo Stefano; Leonarda Polvani, uccisa con un proiettile e poi sepolta in una grotta. Una pioggia di morte che scatena l'inevitabile psicosi, cavalcata dalla stampa, del seriale killer.

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Un mistero di Internet risolto dopo 14 anni

Nel 2006 fu chiesto ai partecipanti di un gioco online di trovare un certo Satoshi, fornendo loro soltanto una sua enigmatica foto: ci sono arrivati solo poche settimane fa


La carta da gioco numero 256 del videogioco Perplex City mostra la fotografia in primo piano di un ragazzo vicino a un fiume, davanti ad alcune case. Un selfie, anche se ancora nessuno li chiamava così. Era il 2006, e il 31 luglio i programmatori di quel gioco di realtà alternativa su Internet (ARG, Alternate Reality Game) avevano pubblicato quella carta insieme alle altre del mazzo centellinando bene gli indizi a seconda del grado di difficoltà. Sovrapposta sulla foto c’era una scritta in giapponese, la cui traduzione era “trovami”. L’unico indizio per quella carta era: “Il mio nome è Satoshi”.

Perplex City – creato dal team di sviluppo londinese Mind Candy – terminò nel 2008, e il sito di riferimento oggi non esiste più, ma una community di vecchi giocatori sparsi nel mondo ha proseguito per anni le ricerche intorno al rompicapo irrisolto. Gli sforzi nel frattempo avevano probabilmente superato le aspettative dei creatori stessi, attirando peraltro attenzioni sui siti di grandi quotidiani come il New York Times e il Guardian. A dicembre scorso le persone della community, tenute insieme e coordinate nel corso degli anni da una appassionata che nel 2006 creò un sito a questo preciso scopo (Findsatoshi.com), hanno annunciato di avere infine trovato Satoshi. Quattordici anni dopo, Satoshi in persona ha confermato e spiegato tutta la storia.

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venerdì 15 gennaio 2021

La Cia rende noti i dossier sugli Ufo. Pubblicati migliaia di avvistamenti

Dagli avvistamenti di "dischi volanti" in Sudamerica negli anni '60 a oggetti a forma di "pallone sgonfio" incrociati in Azerbaijan. Chiunque può scaricare la raccolta di documenti del sito BlackVault

AGI - Migliaia di file della Cia che documentano avvistamenti di Ufo, gli oggetti volanti non identificati, sono stati rilasciati questa settimana in un cd-rom che, secondo gli 007 americani, conterrebbe tutti i report di avvistamenti nel mondo dagli anni '50 fino a oltre il Duemila.

documenti sono accessibili a tutti attraverso il sito The Black Vault, entrato in possesso dei file. Da avvistamenti di "dischi volanti" in Sudamerica negli anni '60 a oggetti a forma di "pallone sgonfio" incrociati in Azerbaijan e Russia negli anni '90, in Cina, Corea del Sud e persino nell'arcipelago scozzese, sono tantissimi i casi segnalati, molti dei quali non verificati, ma che confermerebbero la "visita periodica" degli extraterrestri.

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New York "meta" degli alieni: 184 avvistamenti di Ufo in 9 mesi




lunedì 11 gennaio 2021

Polvere - Il caso Marta Russo

 di CHIARA LALLI e CECILIA SALA

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Polvere è una serie audio di Chiara Lalli e Cecilia Sala sull’omicidio di Marta Russo. A ventitré anni di distanza, Polvere ricostruisce le indagini e il processo. Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro sono stati condannati per omicidio colposo e favoreggiamento. Con quali prove?

“Hanno sparato!” urla Iolanda. Ha sentito un rumore sordo e ha visto la sua amica Marta cadere. È il 9 maggio 1997 e Marta Russo morirà qualche giorno dopo. Chi ha sparato? E perché? La pistola e il bossolo non si trovano. Poi arriva la perizia della Polizia scientifica: c’è una particella di polvere da sparo sul davanzale di un’aula universitaria, la stanza numero 6. Il 14 giugno arrestano Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro con l’accusa di omicidio volontario. Ma quella perizia, da cui tutto è cominciato, è sbagliata.

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domenica 10 gennaio 2021

Area 51 e alieni, misterioso oggetto di forma triangolare fotografato in un hangar

 

Nuove immagini alimentano i sospetti sulla celebre Area 51 nel deserto del Nevada. Un pilota di un aereo privato ha infatti catturato immagini straordinarie del Nevada Test and Training Range (NTTR) e dell‘Area 51. La storia: Gabe Zeifman, pilota privato e fotografo amatoriale, ha trascorso il giorno di Natale facendo volare il suo aereo Cessna 150 sulla zona e scattando un migliaio di foto. In una di queste, anche se l'immagine non è chiara, si vede una misteriosa forma triangolare all'interno dell'unico garage aperto. L'oggetto non identificato sembra essere molto grande, anche se non è chiaro di cosa si tratti. 

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venerdì 8 gennaio 2021

La città sotterranea a 45 metri di profondità che ospita 1600 persone dal 1964

Ecco come l'ex miniera di calcare di Bethany Falls, in Missouri (Stati Uniti), è diventato il complesso commerciale sotterraneo più grande del mondo. Il suo nome evocativo è SubTropolis ed è opera dell'uomo d'affari Lamar Hunt che nel 1964 ebbe l'idea visionaria di trasformare la miniera abbandonata in un complesso di uffici e magazzini commerciali. Ancora oggi la sua società immobiliare Hunt Midwest si occupa della gestione del sito. SubTropolis si trova a soli 45 metri di profondità, pochi per una miniera, viene utilizzata. Si estende su una superficie di 4,5 kmq attraverso una folta griglia di tunnel per una lunghezza totale di 12 km, alcuni asfaltati altri coperti da binari ferroviari. All'interno lavorano 1600 persone a una temperatura costante e naturale di 20°C. A soli 20 euro al metro quadro si può affittare uno spazio. Il sito ha attratto nel tempo svariate attività tra le quali poste e archiviazione dati. In particolare SubTropolis è stato scelto dalla National Archives and Records Association come deposito delle pellicole originali di grandi capolavori del cinema come Il mago di Oz e Via col vento.

Video YouTube/Gott Love Speaks

martedì 5 gennaio 2021

La diga più grande del Canada non è umana...

La più grande diga di castoro del mondo è lunga quasi un chilometro, più del doppio rispetto alla Diga Hoover. I castori la costruiscono da 40 anni, nel nord del Canada.

castori al Wood Buffalo National Park, in Canada, lavorano duramente da decenni, e il loro lavoro ha dato i suoi frutti. Gli operosi animaletti hanno realizzato la diga di castoro più grande del mondo. Con oltre 800 metri di lunghezza, è così grossa che si vede anche nelle immagini satellitari. La sua lunghezza è oltre il doppio di quella della famosa e controversa diga Hoover, una delle prime e (al tempo) più grandi costruzioni di questo tipo.


Venne scoperta nel 2007, quando un ricercatore l’ha notata guardando Google Earth.
I castori sono tra le pochissime creature in grado di realizzare struttura abbastanza grandi da vedersi dallo spazio. Le loro dighe cambiano i percorsi di ruscelli e fiumi, e infine possono arrivare ad alterare interi ecosistemi.
Le strutture fungono da barriera perché formano grosse pozze che agiscono come fossati, proteggendo i castori dai predatori.

La diga del Canada è un lavoro che ha coinvolto diverse generazioni di questi animali, visto che si crede che i lavori siano partiti nel 1970.

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sabato 2 gennaio 2021

Spunta la notte di Capodanno nel Monferrato un monolite d’acciaio

 

La misteriosa comparsa nelle vigne di Sala Monferrato, come già successo negli Stati Uniti e in Romania, di un monolite d’acciaio alto 3 metri ha incuriosito l’imprenditore vitivinicolo Marco Botto, che ne ha postato una foto su Facebook.

“Non abbiamo idea di chi sia stato, ce ne siamo accorti la notte del 31 dicembre quando il nostro cane è scappato impaurito dai botti verso i vigneti e ci siamo trovati davanti questo gigante” – racconta Botto, che insieme alla moglie Angela Severino porta avanti l’azienda di famiglia, la Marco Botto, fondata da suo nonno.

Dalla finestra di casa possono vedere chiaramente il punto dove è stato posizionato il monolite, “ma non ci siamo accorti di nulla, il pomeriggio non c’era e la sera sì. Immagino siano arrivati con il furgone, di certo non credo sia caduto dal cielo o siano gli Ufo”- dice Botto. 

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Il mistero del passo di Dyatlov: la scienza può spiegare il tragico incidente?

La strana morte degli escursionisti dell’incidente del Passo di Dyatlov ha ispirato innumerevoli teorie complottiste. Ma la vera storia di q...