domenica 5 marzo 2017

1955 La decapitata di Castelgandolfo

Antonietta Longo (Archivio Il Messaggero)
Orrore allo stato puro. Un delitto capace di sconvolgere e di terrorizzare anche la pubblica opinione più disincantata, più avezza alle turpitudini del crimine, più morbosamente attratta dagli atroci particolari della cronaca.

Correva l'anno 1955. Il 10 luglio, sulle rive del lago di Castelgandolfo – da sempre residenza estiva papale – sotto un tappeto di giornali recanti la data di cinque giorni prima, viene scoperto il cadavere nudo di una donna, età indefinibile, compresa – stabilirono i periti (sbagliando) - tra i 18 e i 26 anni, statura approssimativa: 1 metro e 60. Unico segno di riconoscimento: un orologino da polso marca Zeus. Null'altro: neppure la testa. 

Comincia così uno dei più misteriosi casi di nera della storia italiana del dopoguerra. La storia della decapitata di Castelgandolfo.

A chi appartiene quel cadavere di donna, massacrato da sette coltellate, una sola mortale quella che l'assassino ha sferrato alle spalle della sua vittima, recidendole l'aorta? Chi, con mano ferma ed esperta, ha amputato quel corpo della testa che non verrà mai ritrovata, con l'unico scopo di ritardarne il più possibile il riconoscimento?

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sabato 4 marzo 2017

Irlanda, confermata la presenza di 800 bimbi sepolti nell’istituto delle suore di Tuam


La struttura era gestita dalle religiose del Bon Secour ed è stata attiva tra il 1925 e il 1961. La ministra dell'Infanzia Katherine Zappone: "Prima avevamo soltanto dei sospetti. Ora abbiamo la certezza"

Tutto è partito dai documenti rinvenuti dalla ricercatrice Catherine Corless sulle morti infantili presso la struttura di Tuam, nella contea di Galway. Aveva scoperto una fossa comune con i cadaveri di centinaia di feti, neonati e bambini. E oggi arriva la conferma della Commission on Mother and Baby Homes, che ha svolto l’inchiesta sulle case per ragazze madri e orfani gestite da religiose.

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venerdì 3 marzo 2017

Medjugorje, Monsignor Peric: le apparizioni non sono autentiche

Medjugorje divide la Chiesa fra scettici e mistici: le apparizioni della Vergine potrebbero essere manipolazioni a scopo di lucro.

Gli aspetti più trascendentali della religione e le esperienze visionarie dei fedeli sono senz’altro appassionanti. La mancanza di una spiegazione conosciuta di miracoli e apparizioni ci destabilizza sempre un po’ e contribuisce a creare uno zoccolo duro di persone pronte a seguire i presunti segnali divini senza troppe obiezioni.

Non è un caso dunque che i luoghi di culto permeati da tanto misticismo come Medjugorje siano ogni anno meta di migliaia di pellegrini che cercano risposte, segni di Dio o della Madonna. Le apparizioni nella cittadina bosniaca sembra siano iniziate nel 1981, il 24 giugno per l’esattezza. Da allora le testimonianze dei fedeli che sono entrati in contatto con la Vergine sono arrivate a sei. Il clima però non è del tutto conciliante, tanto che il Papa ha deciso di inviare un messo per conoscere la situazione pastorale della diocesi di Mostar, il cui vescovo è lo scettico Ratko Peric.

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giovedì 2 marzo 2017

La morte di Wilma Montesi, il primo delitto mediatico

Il luogo dove venne trovato il cadavere di Wilma Montesi

Sabato 11 aprile 1953, vigilia di Pasqua. Il cadavere di Wilma Montesi, 21 anni, una bella ragazza romana, viene trovato sulla spiaggia di Torvajanica, in località  Capocotta, una zona balneare non distante da Roma. Il corpo non presenta segni di violenza ed è completamente vestito (se non fosse per la mancanza di un reggicalze, delle calze e delle scarpe). Le cause della morte non sono chiare: l’autopsia parla, genericamente - e quindi sollevando mille sospetti - di una sincope dovuta ad un pediluvio. 

Il ritrovamento - anche se diversi interrogativi restano senza risposta - sembra essere destinato ad una rapida archiviazione: un semplice malore, un incidente, forse un suicidio. Ma se l’incidente sembra poco credibile, anche il suicidio è da escludere.
Di famiglia modesta, ma tranquilla, Wilma Montesi era fidanzata e stava preparandosi al matrimonio. Testimoni raccontano di aver visto la ragazza sul trenino che collega Roma ad Ostia, un’altra località  balneare, ma distante alcuni chilometri da Torvajanica. Difficile spiegare come il cadavere della ragazza abbia percorso quella distanza. La spiegazione che tentano gli investigatori - anche questa piuttosto alambiccata - parla di un gioco di correnti marine. E non fa altro che alimentare altri sospetti.

Trascorrono alcuni mesi, la vicenda è quasi dimenticata quando un piccolo settimanale scandalistico, Attualità , diretto da un giovane giornalista, Silvano Muto, il 6 ottobre 1953 riporta a galla, in forma generica, un intrigo di sospetti e di accuse che in primavera, attorno al mistero di Torvajanica, aveva attraversato le redazioni di diversi quotidiani, senza mai trovare lo sbocco della pubblicazione. Si trattava, infatti, solo di voci create ad arte: Wilma Montesi sarebbe morta, forse per overdose di droga, forse per un semplice malore, durante un’orgia, in una villa del marchese Ugo Montagna, alla quale avrebbe preso parte il musicista Piero Piccioni, figlio di un importante notabile democristiano, il già  ministro degli Esteri Attilio Piccioni, destinato ad ereditare da Alcide De Gasperi la leadership della Democrazia Cristiana, il più importante partito di governo.
Da questo momento il caso Montesi non è più un caso giudiziario, ma diventa un affare politico: dietro la morte della ragazza si scatena la più grande faida mediatico-politica per la conquista del potere interno alla DC.

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martedì 28 febbraio 2017

C’è un complotto mondiale? Sì, è un troll!

Ormai dall’11 settembre, ogni qualvolta il mondo è scosso da un avvenimento sconvolgente tanto quanto mediatico, si alzano sempre più rapide e prive di fondamento le voci del complottismo. Non è sbagliato l’atteggiamento di cautela e oculata selezione delle informazioni e delle versioni “ufficiali” di tali avvenimenti, naturalmente, ma la frammentazione in ipotesi sempre più balzane delle possibili versioni dei fatti, non può che fare comodo a un potere che (non sempre) ha la necessità di nascondere verità scomode, come lo sfruttamento dell’uomo, delle risorse umane e certi contatti diplomatici internazionali. Perché se è chiaro che tutto è stato nascosto molto bene nei casi di Ustica, piazza Fontana o Ilaria Alpi, non possiamo pretendere che dietro a ogni avvenimento ci sia una cospirazione. Questa si chiama paranoia.

Non intendo qui parlare male del complottismo tout-court, anzi vorrei difendere chi analizza in modio serio e circostanziano, non parziale, le informazioni disponibili. Ma mi pare necessario denunciare e mettere in guardia sia i complottisti seri, sia i non complottisti (i cosiddetti “mainstream”), che da qualche anno si sta diffondendo in rete la presenza di troll (vedere definizione su wikipedia), quindi falsi complottisti in cerca di polemiche e visualizzazioni fini a se stesse che non fanno che diffondere le tesi di faziosi complottisti d’assalto (che del resto sono anche loro stessi Troll, in quanto il loro scopo è focalizzare l’attenzione mediatica su se stessi, le loro “non teorie” e le loro pubblicazioni a scopo di lucro).

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Chi è davvero Adam Kadmon?

 

 

sabato 25 febbraio 2017

Filippine, spunta 'mostro' marino: la carcassa è un mistero scientifico

Una creatura misteriosa, forse una balena o un dugongo in decomposizione, è apparsa nel mare delle Filippine. Il mammifero, lungo più di sei metri, è stato ritrovato a Cadainao, nell'isola di Dinagat. Le immagini sono diventate immediatamente virali nell'arcipelago asiatico perché una leggenda locale lega la comparsa di animali marini misteriosi a un imminente terremoto. 

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giovedì 23 febbraio 2017

Paesi fantasma e villaggi abbandonati parte VII: Reneuzzi

Dossier Villaggi fantasma Parte VII.

Questa volta parliamo di un paese nella parte più remota della Val Borbera, in provincia di Alessandria, ma non lontano dal confine ligure e da luoghi di cui abbiamo già parlato per altri motivi (come la Val Boreca). Si tratta di uno dei molti paesi abbandonati dell’Appennino, ma le sue particolarità lo differenziano dalla maggioranza degli altri paesi, sia perché si tratta di un paese con tanto di chiesa e cimitero (e quindi non una semplice frazione), ma soprattutto perché il suo nome è legato a un tragico fatto di cronaca sanguinario e alle apparizioni di un fantasma.

Stiamo parlando di ReneuzziRenèuzi, Renèusi o Renéixi in dialetto, si tratta di uno dei tanti paesi svuotati a causa dell’immigrazione del Secondo dopoguerra degli abitanti verso le città (o l’America) a causa del boom economico italiano e la nuova spinta industriale. Il paese conta quattro famiglie dopo il 1945, nel 1954 sono rimasti 18 abitanti, nel 1960 se ne contano solo 4. Tra questi c’è Davide Bellomo, un trentenne, probabilmente fidanzato con la cugina ventenne Maria Franco (detta Mariuccia) del paese vicino (oggi anch’esso disabitato) di Ferrazza.
Nel 1961 Devide Bellomo rimane l’unico abitante di Reneuzzi e scopre con orrore che la famiglia di Maria vuole trasferirsi via dalla Valle.

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Fino a 300mm di PIOGGIA in pochi giorni previsti al nord! E altrove?

Maltempo pesante in arrivo da martedì 14 al nord con perturbazioni a ripetizione fino a venerdì 17 maggio ma con possibili nuovi apporti pre...