La descrizione fatta ai carabinieri di quanto avvenuto mercoledì sera
nel cieli piemontesi ha del surreale. Si segnala infatti inorno alle 23
un "oggetto volante non identificato emanante forte bagliore che, dopo
aver sorvolato il centro abitato di Corio, si allontanava repentinamente
alla vista di due aerei verosimilmente militari". Ora, che cosa fosse
l'ipotetico "ufo" che emanava un forte bagliore non è possibile
ricostruirlo.
Sulla presenza dei due caccia, invece,
nonostante non risultino passaggi nello spazio aereo del Torinese di
voli aerei militari, vi sono numerose testimonianze raccolte nelle valli
di Lanzo: persone che raccontano di aver sentito il fragore dei motori e
visto anche il colore rosso dei reattori che spiccava nel buio della
notte, mentre un cittadino di San Francesco al Campo ipotizza che i due
aerei siano partiti da Caselle, avendo sentito quel rumore a un'ora
anomala.
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lunedì 11 giugno 2018
mercoledì 6 giugno 2018
Appartenente forze ordine avvista Ufo - IL VIDEO e LE FOTO
Associazione Aria, 'a Seborga fotografati due oggetti luminosi'
Un oggetto volante non identificato è stato avvistato da un appartenente alle forze dell'ordine, tra Perinaldo e Seborga, a circa 550 metri sul livello del mare, nell'entroterra di Bordighera, in provincia di Imperia. Lo comunica l'ufologo Angelo Maggioni presidente dell' Associazione Italiana Ricerca Aliena (Aria) a cui è stata fatta la segnalazione. "Il 25 maggio scorso verso le 8 in direzione della collina ho visto due oggetti luminosi dalla forma allungata - spiega il testimone -: uno è rimasto fermo, l'altro, che andava a velocità supersonica, rimbalzando senza una direzione logica, l'ho seguito attraverso l'obbiettivo del telefono". Dall'associazione spiegano che dopo la visione del filmato è stato ascoltato il testimone per verificare l'attendibilità del racconto e sono state effettuate ricerche in zona coinvolgendo altri esperti. "Siamo davanti ad un evento straordinario - spiega Maggioni -.
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Oggetti luminosi avvistati sopra Seborga: per l’esperto potrebbe trattarsi di UFO
venerdì 1 giugno 2018
Il "Pesce di Leeds", più grande (e veloce) dello squalo balena
A lungo gli scienziati si sono scervellati nel tentativo
di spiegare perché i pesci ossei
fossero così piccoli: infatti, il più pesante, ovvero il pesce luna oceanico, pesa “solo” 2,3 tonnellate, una nullità in confronto ai pesci cartilaginei come
ad esempio gli squali balena che
possono arrivare a pesare fino a 34
tonnellate. A far luce sulla questione delle dimensioni dei pesci ossei c’è
un nuovo studio, su un antico pesce gigante, che dimostrerebbe come questa
differenza dei giorni nostri sia soltanto un incidente evolutivo.
La prima ipotesi
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.
giovedì 31 maggio 2018
Dalle Dolomiti il più antico fossile di lucertola al mondo
Retrodata l'origine dei rettili di 75 milioni di anni
Un fossile trovato nelle Dolomiti del Trentino-Alto Adige è la più antica lucertola al mondo finora nota e riscrive la storia di serpenti e degli altri piccoli rettili. La loro origine deve essere spostata indietro di circa 75 milioni di anni, fino a oltre 255 milioni di anni fa, prima cioè della più profonda estinzione di massa della storia.
Alla ricerca italiana, cui partecipano il Muse - Museo delle Scienze di Trento, il Centro di fisica teorica Abdus Salam di Trieste, il Centro Enrico Fermi di Roma e l'acceleratore di particelle Elettra di Trieste, la rivista Nature dedica la copertina: una ricostruzione dell'animale realizzata dal paleoartista milanese Davide Bonadonna. Il fossile è di una piccola lucertola, Megachirella wachtleri. È stato scoperto 20 anni fa in Val Pusteria, nella provincia di Bolzano, ma solo ora i paleontologi, coordinati da Tiago Simões dell'Università canadese di Alberta, hanno potuto svelarne i segreti con un'analisi simile alla Tac che ha permesso, dopo milioni di anni, di separarlo virtualmente dalla roccia.Continua qui
mercoledì 30 maggio 2018
Medicina: Ötzi era malato di cuore, 3 calcificazioni nelle coronarie
Ötzi, l'Uomo venuto dal ghiaccio, aveva tre
calcificazioni coronariche: lo ha stabilito un'equipe guidata dalla
radiologa bolzanina Patrizia Pernter
Ötzi, l’Uomo venuto dal
ghiaccio vissuto più di 5 mila anni fa, era malato di cuore. E se non
fosse rimasto vittima di un “vile agguato” – così come stabilito dagli
scienziati che si sono presi a cuore la sua ‘biografia’ – sarebbe forse
morto di infarto. La Mummia del Similaun, rinvenuta nel 1991 sulle Alpi
Venoste da una coppia di escursionisti tedeschi, all’età presunta di 46
anni aveva infatti tre calcificazioni coronariche spia di
un’aterosclerosi presumibilmente legata alla predisposizione genetica
più che a uno stile di vita poco sano. Perché trattandosi di un
cacciatore-raccoglitore vissuto fra il 3300 e il 3100 a.C., il suo
problema non poteva a rigor di logica essere la sedentarietà. Piuttosto
il Dna.
O almeno questa la conclusione a cui è giunto il team guidato dalla radiologa di Bolzano Patrizia Pernter, che ha pubblicato sulla rivista ‘RöFo – Fortschritte auf dem Gebiet der Röntgenstrahlen’ i risultati di un nuovo studio condotto sul corpo di Iceman, conservato presso il Museo archeologico dell’Alto Adige. Per l’esperta, la mummia non rappresenta solo “uno dei casi più antichi di calcificazione vascolare“, ma anche “un esempio medico del fatto che una predisposizione genetica è forse il principale fattore scatenante per l’arteriosclerosi e la sclerosi coronarica“.
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martedì 29 maggio 2018
Eccezionale a Pompei, riemerge l'ultimo fuggiasco
Con ANSA sulle orme dell'uomo che morì guardando il Vesuvio
Ha avuto in sorte una fine orribile e l'ha guardata in faccia, investito dalla furia bollente del Vesuvio che gli ha scagliato addosso, decapitandolo, un masso di 300 chili.
A Pompei- come documenta in anteprima dal nuovo cantiere del parco l'ANSA- gli scavi da poco avviati hanno restituito anche una nuova vittima, un 35enne con una gamba malata che forse proprio per la sua disabilità si era attardato nella fuga. Una scoperta "drammatica ed eccezionale" commenta il direttore Massimo Osanna, perché in quel punto si era scavato già nell'800 e poi di nuovo agli inizi del secolo scorso. Entusiasta il ministro uscente della cultura Dario Franceschini, che sul sito archeologico campano e la nuova era di restauri ha puntato non poco: "Pompei è il simbolo di una storia di riscatto e di rinascita italiana".Continua qui
sabato 26 maggio 2018
Durante i temporali forti s'odono le campane in fondo al lago
Il grande mistero del lago di Alleghe
Il lago di Alleghe, nel Bellunese, si formò a causa di una frana staccatatasi dal Monte Piz nel 1771.
La frana travolse il villaggio di Riete, seppellendo l’abitato di Marin
e in parte Fusine, causando la morte di 49 persone. L’ostruzione della
valle causata dai detriti della frana sbarrò la naturale via di deflusso
delle acque del torrente Cordevole che non potendo più scorrere
liberamente incominciò a formare il lago.
Il primo maggio una nuova frana si staccò dalla montagna precipitando
nel lago. La violenza di questa nuova frana, probabilmente causata
dalle piogge torrenziali che interessarono tutta la zona in quella
primavera, provocò un’onda che si abbatté sulla costa di Alleghe
distruggendo la canonica, parte della chiesa ed alcune altre case
risparmiate dalla formazione del lago. Le campane della Chiesa finirono in fondo al lago e il campanile fu completamente distrutto dall'acqua.
Alla fine del'800 cominciò a circolare la vicenda delle campane maledette. Si dice che durante
i forti temporali si odano dei rintocchi di campana provenire dalle
profondità del lago, come se l'onda sonora del tuono rimbalzasse sotto
il lago in maniera talmente potente da far muovere anche i
batacchi delle campane. Pare che questi rintocchi annuncino disgrazie e
chi li sente, da lì a poco potrebbe anche morire. Si dice infatti che
gli abitanti dell'Alleghe sommersa chiamino a sè, con i rintocchi del
campanile fantasma, gli abitanti dell'Alleghe "viva".
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