giovedì 27 gennaio 2022

No vax rifiuta il ricovero e muore per Covid, su Facebook scriveva: “Non sono una cavia”

Si chiama Barbara Fisichella, la donna di 52 anni che è morta di Covid dopo aver rifiutato il ricovero in ospedale. La donna era convintamente no vax, tanto che su Facebook scriveva: “Non mi vaccino, non sono una cavia”.

È morta all'età di 52 anni: Barbara Fisichella, operatrice giudiziaria della Procura di Lodi, era una no vax convinta. A novembre sul suo profilo Facebook aveva condiviso una sua fotografia dove campeggiava un logo con la scritta: "Io non mi vaccino, non sono una cavia". Nel logo, si vede inoltre un pugno che spacca una siringa. Una decina di giorni fa, avrebbe contratto il Covid-19.

Sulla base di quanto riportato dall'agenzia di stampa Ansa, la donna si era aggravata. Ieri, mercoledì 26 gennaio, i famigliari avevano così deciso di chiamare l'ambulanza: la donna infatti faticava a respirare. La 52enne ha però rifiutato il ricovero in ospedale. Qualche ora dopo il suo no, è deceduta. Fisichella sarebbe parente di monsignor Rino Fisichella. L'uomo è arcivescovo e presidente del Pontificio Consiglio per Nuova Evangelizzazione. Inoltre, proprio come la 52enne, è originario di Codogno: il comune è balzato agli onori di cronaca proprio due anni fa quando fu investito dalla prima ondata pandemica e dove venne rilevato il primo caso Covid.

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«Stella di Davide come il Green pass», volantini sui muri nel Giorno della memoria. Zaia: scelta triste

 

BELLUNO - Volantini che paragonano la Stella gialla di Davide dei deportati nei lager al Green pass, nella Giornata della Memoria, sono stati affissi nella notte a Belluno, a Feltre e in altre località della provincia montana veneta. I volantini, oltre al disegno della stella, portano la riproduzione di un QR code e la scritta «27 gennaio 1945 - 27 gennaio 2022. Perché non sia accaduto invano. Non dobbiamo essere ipocriti. Oggi le discriminazioni sono più attuali che mai». 

Zaia: «Scelta triste»

«Strumentalizzare la memoria di un martirio epocale che si perpetrò nei lager per protestare contro un vaccino, peraltro non obbligatorio, è una scelta molto triste». Con queste parole, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, stigmatizza i volantini, fatti circolare a Belluno, che paragonano la stella gialla dei deportati ebrei al Green Pass. «La libertà di espressione e di pensiero è intoccabile, perchè siamo per fortuna in democrazia - aggiunge Zaia - ma ogni dissenso va espresso con civiltà, cosa che in questo episodio è assolutamente mancata».

Il sindaco di Belluno: «Inaccettabile»

«Quello che è accaduto oggi, Giorno della Memoria, a Belluno è intollerabile e inaccettabile: una città che ha conseguito la Medaglia d'oro per la lotta di Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e dal regime fascista non può non indignarsi di fronte a quei volantini, distribuiti e affissi in città, che disprezzano e infangano il ricordo di chi per l'odio nazista e fascista è morto nei campi di concentramento e di tutti coloro che hanno sofferto per una vera, crudele e insensata persecuzione».

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Blitz della polizia nell'hotel di Abano che non chiede i green pass: alla reception un positivo senza mascherina

Il titolare è stato denunciato per epidemia colposa

ABANO TERME (PD) - Ieri, mercoledì 26 gennaio, la polizia ha proceduto al controllo di un albergo ad Abano Terme di proprietà di un padovano del ‘70. Al momento dell’accesso era presente, alla reception, il padre del titolare, padovano del ’37, il quale era sprovvisto di mascherina e, successivamente, è stato accertato essere positivo al Covid-19. Per quanto emerso, oltre alla sanzione amministrativa dovuta al mancato utilizzo della mascherina, nei confronti del figlio che gli aveva consentito di lavorare senza indossare i dispositivi di protezione, nonché a conoscenza della sua positività, è stata applicata la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’attività per 5 giorni. Entrambi sono stati denunciati per il reato di epidemia colposa e sanzionati in quanto risultati sprovvisti di green pass. Nel corso del controllo delle 24 camere presenti all’interno della struttura, è emerso che 4 clienti erano sprovvisti di certificazione verde; per tale motivo sono stati sanzionati per la prevista violazione amministrativa; circostanza che ha portato a sanzionare anche il titolare dell’albergo per non aver provveduto a controllare i green-pass all’accesso delle persone. 

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Susanna: la “famosa” prostituta della Salaria

La 53enne racconta di fare questo mestiere da 8 anni e di essere felice: fa tutto questo perchè gli piace e per il bene dei figli.

Susanna, 53 anni, di professione fa la prostituta. Gira in sella sulla sua bicicletta per la Salaria, un’importante strada statale che collega Roma al mare Adriatico. Durante un’intervista al programma in onda sulle frequenza di Radio 24, La Zanzara, racconta le sue esperienze.

E di come i Vigili continuino a multarla.

“I vigili mi hanno fatto una multa di 250 euro” dice Susanna “così non si può continuare a lavorare. Ho salvato i miei figli, il padre ci ha lasciato da soli. Hanno più di 20 anni, la più piccola l’ho mandata a studiare al Nord in una scuola di moda importante. Mi costa molto. Grazie al fatto che faccio la prostituta, grazie a questo lavoro posso darle un futuro.

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Meteo: ed ora spunta nell'Aria un Nemico che UCCIDE più del COVID. I dati ufficiali sono davvero preoccupanti

 

Da giorni un vorace anticiclone sta letteralmente intrappolando e attanagliando l'Italia mostrando il suo lato più cupo, quello che in fondo lo caratterizza nelle sue invasioni invernali: ebbene, le nebbie, e con esse purtroppo anche i livelli di inquinamento, sono previsti in aumento, con i livelli di smog che arriveranno alle stelle.
Quello che è imminente è un nemico da non sottovalutare affatto e saranno tante le regioni a rischio, soprattutto nel catino padano, dalle lande piemontesi e lombarde, verso l'Emilia Romagna e il Veneto, trovando lungo il corso del Po il suo naturale habitat, in cui di notte la visibilità arriva a ridursi a zero e di giorno il pallido sole invernale può fare veramente poco o nulla per illuminare e così intiepidire l'atmosfera.

L'aria calda (e secca) in quota, trasportata dal poderoso anticiclone, è il vero colpevole: è lei a comprimere verso il basso tutta la colonna d’aria, che sulla fossa padano-alpina non ha scampo e giocoforza si condensa, si addensa così tanto nei bassi strati nelle lunghe notti invernali, ostacolando poi il timido soleggiamento diurno in un’inversa escalation termica e producendo un ulteriore inspessimento della coltre nebbiosa.
Ed è proprio dentro questa cappa oscura che purtroppo si concentrano, giorno dopo giorno, tutte le sostanze inquinanti derivanti dalle attività umane: polveri (PM10,2,5,1) e gas (NOx, SOx, CO, O3 ecc) su tutte, oltre all’immancabile CO2.
Sulla fossa padana i valori delle sostanze tossiche raggiungono picchi così elevati da indurci a non uscire nemmeno di casa o in alternativa viaggiare verso le alture, le colline e le montagne dove l’aria è più pura. L’inquinamento è il nemico numero 1 in queste situazioni.

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Caro bollette salato per l’artigiano tortonese: “Con 12 mila euro di luce difficile fare impresa”

 

TORTONA (AL) – “Se il costo dei kilowattora fosse rimasto invariato rispetto all’anno scorso avrei speso poco più di 7000 euro di corrente elettrica. Tuttavia il caro bollette in questo 2022 ha fatto lievitare la cifra a 12 mila euro. Così non si può andare avanti“. La storia arriva da Francesco Fontana, imprenditore tortonese titolare della MD srl, che produce circuiti stampati per l’elettronica. Un grido d’allarme certo, ma anche di rabbia e sconforto per chi cerca di fare impresa in Italia.

Il rincaro dei prezzi sull’energia elettrica hanno fatto aumentare di oltre 5000 euro quello che solitamente avrei speso per fare il mio lavoro“, spiega Francesco che in azienda conta anche 13 operai. “Questi 5000 euro in più sono il costo medio di due operai. Per un’azienda come la mia è un duro colpo perché, lo dico provocatoriamente anche se non troppo, o si pagano le bollette oppure si pagano gli operai. Lavorare così diventa davvero difficile“.

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Giorno della Memoria: “Ancora oggi ho l’incubo dei nazisti e dei fascisti alle calcagna”

 

CASALE MONFERRATO (AL) – Adriana Torre Ottolenghi lo ripete più volte quando ricorda gli anni della persecuzione degli ebrei. Lei è stata “fortunata”Non ha vissuto l’orrore dei campi di concentramento e “per questioni anagrafiche” non subì “l’umiliazione di essere espulsa da scuola perché ebrea

Da bambina, però, Adriana non è praticamente “mai andata” a scuola, è stata costretta a scappare, a nascondersi, ha perso persone care e ha vissuto la paura “solo perchè ebrea”. E ancora oggi, nelle notti inquiete è sempre lo stesso incubo a tornare a svegliarla: “Dopo quasi 80 anni ho ancora l’incubo dei nazisti e dei fascisti alle calcagna”.

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Meteo: temperature in forte risalita, ma ecco il maltempo del 1° Maggio!

Impennata delle temperature da domenica, poi nuova ondata di maltempo nel giorno meno ideale! La lunga fase di  instabilità  e clima  freddo...