mercoledì 29 novembre 2017

Bergamini: periti, soffocato e coricato sotto camion

Incidente probatorio a Castrovillari. Ilaria Cucchi: 'Si riapre strada verità su vicenda Denis'

Donato Bergamini fu "soffocato ed era già morto prima di essere coricato sotto il camion". E' quanto emerso dall'incidente probatorio davanti al gip di Castrovillari nel corso del quale i periti nominati dallo stesso giudice hanno depositato ed illustrato il loro lavoro. A riferirlo è stato l'avv. Fabio Anselmo, legale della famiglia Bergamini. "E' stata assolutamente confermata l'ipotesi della morte per asfissia ed i periti hanno detto che era già morto prima di essere coricato sotto il camion", ha detto.

L'incidente probatorio era necessario per il deposito e la discussione delle perizie sulle cause della morte di Donato "Denis" Bergamini, il calciatore del Cosenza deceduto il 19 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico (Cosenza).

Nelle scorse settimane era emerso che i periti nominati del gip avrebbero attribuito al soffocamento con una sciarpa la causa del decesso che, in origine, era stata attribuita ad un suicidio dato che il corpo finì sotto le ruote di un camion in transito sulla statale 106. Adesso, nella terza inchiesta avviata sul decesso del calciatore (le altre sono state archiviate, la prima come suicidio), sono indagati l'ex fidanzata dell'epoca del calciatore, Isabella Internò, e l'autista del camion, Raffaele Pisano.

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lunedì 27 novembre 2017

Edgar Allan Poe viaggiava nel tempo: le prove nelle sue opere

Edgar Allan Poe è stato uno dei massimi scrittori americani dell'Ottocento. Non solo: secondo alcuni sarebbe stato anche in grado di viaggiare nel tempo, come dimostrerebbero alcuni particolari presenti nelle sue opere.

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sabato 25 novembre 2017

Misteriosa morte di un banchiere

La fine di Roberto Calvi e i lati oscuri del Banco Ambrosiano

Il 18 giugno 1982 a Londra, sotto il Blackfriars bridge, viene trovato impiccato il banchiere italiano Roberto Calvi. E’ l’epilogo di una travagliata avventura finanziaria, cominciata laddove era finita quella di un altro banchiere, Michele Sindona. Ad accomunare i due, oltre all’iscri- zione alla Loggia P2, le loro capacità professionali nel sistema dei mille incroci societari, la politica delle "scatole vuote" acquistate e poi rivendute.Nel 1975 Roberto Calvi diventa presidente dell’Ambrosiano. Per impadronirsene completamente, crea una rete di strutture ad hoc, formate da filiali off shore alle Bahamas, holding in Lussemburgo, società pirata in centro-america e casseforti in Svizzera.Nel corso degli anni Calvi crea così un impero – giovandosi soprattutto dei suoi legami piduisti e delle entrature che possiede in Vaticano attraverso lo IOR di monsignor Paul Marcinkus - che si sviluppa a dismisura e che diventa punto nodale non solo del riciclaggio dei soldi sporchi della criminalità organizzata, ma anche per operazioni internazionali di vario spettro: dal traffico d’armi per la guerra delle Falkland-Malvine al sostegno della di Somoza, fino al finanziamento del sindacato cattolico polacco Soli- darnosc, tanto caro a papa Giovanni Paolo II. Ma il gioco delle scatole vuote di Roberto Calvi non dura a lungo. Nel 1981, travolto dal fallimento del Banco Ambrosiano, Calvi viene arrestato. Appena scarcerato, fugge all’estero nel tentativo di salvare un impero in disfacimento con il sistema del ricatto politico: un’operazione che non gli riuscirà. Qualcuno gli legherà un cappio attorno al collo.

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Roberto Calvi, archiviata ultima inchiesta. “Ma fu omicidio fra Vaticano, mafia e P2. Rogatorie a Santa Sede, esiti inutili”

 

Gianluigi Nuzzi porta gli intrighi vaticani a teatro: «Il vero riformatore? È stato Ratzinger»

mercoledì 22 novembre 2017

Piramide di Cheope, nella camera segreta forse il trono

Costruito per l'anima del faraone, con il ferro dei meteoriti

La cavità scoperta nella piramide di Cheope grazie ai raggi cosmici (fonte: ScanPyramids mission)

La misteriosa cavità appena scoperta nella piramide di Cheope grazie alla 'radiografia' ai raggi cosmici potrebbe custodire il trono di 'ferro' del faraone, ovvero il sedile del corredo funerario realizzato con il ferro portato sulla Terra dai meteoriti: a sostenere questa ipotesi, basata sullo studio degli antichi testi delle piramidi, è l'archeoastronomo Giulio Magli del Politecnico di Milano, che con un articolo pubblicato sul sito ArXiv suggerisce di tentare una nuova esplorazione nella piramide con l'ausilio di robot.

"Valutando la statica della struttura, è chiaro che questa camera non poteva avere una funzione di scarico del peso, come avevano suggerito alcuni egittologi dopo la pubblicazione della scoperta su Nature", spiega Magli all'ANSA. La radiografia fatta con i muoni, particelle prodotte dallo scontro dei raggi cosmici con l'atmosfera, "ha evidenziato che la cavità si trova lungo l'asse Nord-Sud della piramide, che ha un particolare significato simbolico.

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venerdì 17 novembre 2017

Il rompicapo dell’avvelenamento da tallio|Perché è così pericoloso?

In un mese tre vittime e 5 persone intossicate: tutti parenti tra loro. La caccia senza esito tra cibi, piccioni e caffè

Nova Milanese (MB) — In questa storia di misteri ci sono tre bare e cinque persone ancora ricoverate in ospedale. E poi tre case — in via Fiume e in via Padova a Nova Milanese (Monza e Brianza) e in via Thanner a Santa Marizza di Varmo (Udine) — dove i carabinieri hanno sequestrato e analizzato di tutto. Dai vasetti di conserve, al sugo, all’acqua del pozzo, alla farina e alle patate usate per il purè, fino ai filtri dell’aria condizionata, nell’infinita e vana speranza di trovare la microscopica traccia del killer. Che un nome, a differenza dei romanzi gialli ce l’ha già. E si chiama tallio, un metallo pesante presente nel corpo e nei cibi ma in quantità infinitesime, e che invece diventa un veleno dei più letali a dosaggi appena superiori. Nei corpi di Patrizia Del Zotto, 62 anni (allergica ai metalli) e dei suoi anziani genitori, Giovanni Battista (94) e Maria Gioia Pittana (87), ce n’era abbastanza non solo da uccidere ma da farlo molto rapidamente. Sono morti nelle prime settimane di ottobre. E lunedì, mentre ancora sono ricoverati l’altra figlia Laura (58), Enrico Ronchi (64) il marito di Patrizia, e la badante Serafina Pogliani (49), in ospedale sono finiti anche l’84enne Alessio Palma, e la moglie Maria Lina Pedon (81), suoceri di uno dei figli dei Del Zotto, Domenico. Loro non erano mai stati nella casa di Varmo dove tutti gli intossicati avevano trascorso insieme un paio di settimane ad agosto.

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lunedì 13 novembre 2017

Cosio, il marito morto e la moglie sparita. Un giallo che scuote la Valtellina

Un infortunio anomalo e fatale. E una moldava scomparsa

Sondrio, 8 novembre 2017 - Un uomo, la moglie sparita, un paese sgomento. È un mistero che s’infittisce quello di Cosio Valtellino, provincia di Sondrio: il 2 novembre Nicola Pontiggia, 55 anni, è morto, ufficialmente per un infortunio. E contemporaneamente è scomparsa, svanita nel nulla, anche sua moglie Svetlana Balica, 44 anni, una bella donna di origine moldava da 15 anni in Italia. Si erano sposati cinque anni fa. Della donna ora non ha più notizie nemmeno la sua famiglia di origine. Una sola certezza in questa vicenda per il resto totalmente oscura: «Svetlana non si vede in paese da giovedì scorso».

Gli investigatori vogliono vederci chiaro. E lunedì hanno posto i sigilli alla casa della coppia. Un sequestro probatorio, il cui scopo - di solito - è quello di tutelare eventuali corpi di reato, prove, indizi, dettagli utili a chiarire. I carabinieri sono tornati a Cosio anche ieri per accertarsi che i sigilli non fossero stati manomessi. È proprio dentro la casa che potrebbe celarsi quel che serve per arrivare a capire cosa sia accaduto alla coppia. Lei sembra si sia allontana la mattina stessa dell’incidente, poche ore prima che il marito cadesse vittima di uno strano infortunio. In un giorno festivo ha raggiunto l’impresa per cui lavorava. Si è messo ad armeggiare in un piazzale. È stato trovato verso le 18 con la testa schiacciata da un camion che si è messo in movimento. Per la famiglia Pontiggia questo è un momento di dolore.

La perdita di Nicola, che lascia due figli, è appena avvenuta e i parenti non vogliono parlare. Il via libera alla sepoltura della salma di Pontiggia, comunque, non è ancora stato rilasciato. Dall’autopsia è risultato che la causa del decesso è il trauma alla testa. Dell’infortunio si occupa il sostituto procuratore Stefano Latorre. Accertamenti in corso sulla dinamica. Che, assicurano i parenti, non è quella delineata inizialmente. L’ipotesi era quella del camion rialzato e poi ribaltatosi. Il mezzo, invece, non sembra fosse sollevato da alcuna leva.

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domenica 12 novembre 2017

Delitto di Garlasco, dieci anni fa. I quattro indizi e i 16 anni di condanna a Stasi

Il 13 agosto del 2007 una chiamata al 118 dà il via al giallo sulla morte di Chiara Poggi . Il dna, i pedali, le scarpe , il computer: attorno a questi elementi ruota la soluzione di un omicidio di provincia nella calura estiva

Un delitto di provincia nella calura d’agosto

Una villetta a due piani in un piccolo paese, il più normale degli ambienti della provincia italiana. Dentro, una ragazza di 24 anni, studentessa universitaria, uccisa con impressionante crudeltà, forse a martellate. Tutti gli ambienti della casa sono cosparsi di chiazze di sangue. Cominciò così, esattamente dieci anni fa, la mattina del 13 agosto 2007 , il giallo di Garlasco. Chiara Poggi venne trovata uccisa nella casa di famiglia nel piccolo centro in provincia di Pavia; i genitori e il fratello erano in vacanza, lei era rimasta sola in casa e l’ultima persona a vederla viva era stato il suo fidanzato, Alberto Stasi, lo stesso che quella mattina dà l’allarme. Otto anni più tardi al termine di un’inchiesta dagli indizi contrastanti e di un inter giudiziario dove si alternano condanne e assoluzioni, Stasi viene riconosciuto colpevole via definitiva dell’omicidio di Chiara. Sta scontando 16 anni di reclusione ma l’eco di quel delitto non si è ancora spenta. 

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domenica 5 novembre 2017

Nel ghiaccio dell'Antartide si è formata una voragine grande quanto un quarto d'Italia

Un buco grande 80 mila chilometri quadrati, proprio come la Scozia. Dopo oltre quarant'anni di assenza, per il secondo anno consecutivo la polinia è tornata a «far visita» all'Antartide. Stiamo infatti parlando di un fenomeno naturale che ha creato una voragine nel Mare di Wedell, in questa stagione generalmente ricoperto dai ghiacci.

Le immagini dai satelliti del Noaa e della Nasa mostrano una interruzione del ghiaccio - grande un quarto d'Italia - creata dalle correnti oceaniche: i flussi marini spingono l'acqua calda verso la superficie, favorendo quindi la fusione dello strato di ghiaccio che ricopre il mare. Insomma, un cambio di temperatura sottostante ha fatto sciogliere il ghiaccio, creando quindi un lago.

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Peste suina nei cibi etnici, positivo un campione su quattro

A febbraio ha fatto notizia il ritrovamento del virus della peste suina africana (PSA) in una partita di salsicce in un negozio etnico di Ud...