domenica 23 luglio 2017
lunedì 3 luglio 2017
Il Diavolo e i Sette Nani
Un pallido sole era appena sorto quella mattina, quando un soldato bussò
alla porta dell’Angelo. Non avrebbe mai disturbato il suo sonno, se non
fosse stato certo di portargli una scoperta davvero eccezionale. Udita
la novità, l’Angelo si vestì in men che non si dica e si affrettò verso i
cancelli, gli occhi brucianti di trepidazione.
Era il 19 maggio 1944, ad Auschwitz-Birkenau, e Josef Mengele stava per incontrare la più grande famiglia di nani di cui si avesse notizia.
Gli Ovitz erano originari di Rozavlea, un villaggio nel distretto di Maramureș in Transilvania (Romania). Il loro patriarca era il rabbi itinerante Shimson Eizik Ovitz, affetto da pseudoacondroplasia, una forma di nanismo; nell’arco di due matrimoni egli aveva avuto dieci figli, di cui sette affetti dalla sua stessa malattia genetica. Cinque di loro erano femmine, e due maschi.
Il nanismo impediva i lavori manuali e faticosi: come risolvere il paradosso di una famiglia così numerosa in cui la forza lavoro era però quasi inesistente? Gli Ovitz decisero di rimanere il più uniti possibile, e si dedicarono all’unica attività che avrebbe garantito una vita decorosa a tutti loro: lo spettacolo.
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Era il 19 maggio 1944, ad Auschwitz-Birkenau, e Josef Mengele stava per incontrare la più grande famiglia di nani di cui si avesse notizia.
Gli Ovitz erano originari di Rozavlea, un villaggio nel distretto di Maramureș in Transilvania (Romania). Il loro patriarca era il rabbi itinerante Shimson Eizik Ovitz, affetto da pseudoacondroplasia, una forma di nanismo; nell’arco di due matrimoni egli aveva avuto dieci figli, di cui sette affetti dalla sua stessa malattia genetica. Cinque di loro erano femmine, e due maschi.
Il nanismo impediva i lavori manuali e faticosi: come risolvere il paradosso di una famiglia così numerosa in cui la forza lavoro era però quasi inesistente? Gli Ovitz decisero di rimanere il più uniti possibile, e si dedicarono all’unica attività che avrebbe garantito una vita decorosa a tutti loro: lo spettacolo.
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domenica 2 luglio 2017
BOBBIO (PC) - PONTE VECCHIO IL PONTE COSTRUITO DAL DIAVOLO
Il Ponte Vecchio, o Ponte gobbo o meglio "Ponte del Diavolo" è di età
romanica ed è lungo 280 metri con 11 archi, tutti completamente
irregolari. E' questa la sua caratteristica che lo rende unico nel suo
genere, oltre che inquietante proprio per questo aspetto così strano.
La sua origine deriva da una leggenda abbastanza famosa. Pare che San Colombano, ansioso di giungere a Bobbio per iniziare l'opera di evangelizzazione, si trovò di fronte al Diavolo in persona che gli avrebbe promesso di costruire un ponte in una sola notte in cambio della prima anima che lo avrebbe oltrepassato la mattina dopo. San Colombano accettò e il Diavolo mantenne la promessa costruendo il ponte, irregolare per via della diversa altessa dei demoni che tenevano le arcate in fare di costruzione. Peccato che il primo essere che passò fu un cane (poverino!). Si dice che nella cripta della Chiesa di San Colombano ci siano ancora le orme dello stesso sventurato animale.
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La sua origine deriva da una leggenda abbastanza famosa. Pare che San Colombano, ansioso di giungere a Bobbio per iniziare l'opera di evangelizzazione, si trovò di fronte al Diavolo in persona che gli avrebbe promesso di costruire un ponte in una sola notte in cambio della prima anima che lo avrebbe oltrepassato la mattina dopo. San Colombano accettò e il Diavolo mantenne la promessa costruendo il ponte, irregolare per via della diversa altessa dei demoni che tenevano le arcate in fare di costruzione. Peccato che il primo essere che passò fu un cane (poverino!). Si dice che nella cripta della Chiesa di San Colombano ci siano ancora le orme dello stesso sventurato animale.
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