domenica 9 settembre 2018

A quanto pare, Monna Lisa aveva problemi di salute

Secondo una nuova ipotesi la Gioconda, uno dei ritratti più iconici della storia, avrebbe avuto problemi di salute. Ecco perché


Una delle donne più enigmatiche e affascinanti della storia: è la Monna Lisa di Leonardo da Vinci protagonista di un quadro su cui ci si interroga da secoli.
La Gioconda è un dipinto a olio su tavola che potrebbe essere databile intorno al alla prima decade del Cinquecento circa conservato all’interno museo Louvre di Parigi ed è uno dei ritratti più famosi al mondo. In particolare a colpire da sempre, i tanti ammiratori del dipinto, è stato il sorriso. Lieve e accennato tanto da ispirare opere, critica e studi.
L’ultimo di questi le attribuisce una malattia. Pare infatti che la Gioconda avesse dei problemi di salute. Nello specifico che soffrisse di ipertiroidismo, almeno secondo le ipotesi avanzate da Mandeep R. Mehra. Il docente della Harvard Medical School ha presentato la sua nuova teoria in una lettera che è stata inviata al magazine Mayo Clinic Proceedings in cui spiega le ragioni della sua idea.
L’ipertiroidismo comporta uno scarso funzionamento della ghiandola tiroidea che porta a diverse conseguenze, alcune delle quali sarebbero visibili nel dipinto nato dal genio di Leonardo Da Vinci. Ad aiutarlo, in questo percorso di ricerca, la collega Hilary Cambell dell’Università della California a Santa Barbara. La conclusione è arrivata proprio notando il colorito giallognolo della pelle, ma anche i capelli diradati e il fatto che fosse priva di sopracciglia. Tutti elementi che fanno pensare all’ipertiroidismo. A tutto questo si aggiunge il collo gonfio. Insomma secondo loro i dubbi sono pochi: Monna Lisa non stava molto bene quando fu immortalata per sempre da Leonardo. Da quello che si sa, Lisa Gherardini moglie di Francesco del Giocondo, aveva partorito da poco quando fu ritratta e questo non fa che dare maggiore credito all’ipotesi di partenza.
Da non dimenticare l’enigmatico sorriso, tra le caratteristiche che l’hanno resa più celebre. Quello, secondo gli studiosi, potrebbe derivare da un problema psicomotorio e una debolezza che non le avrebbero permesso di renderlo più ampio.
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venerdì 7 settembre 2018

Sahara più piovoso,effetto impianti eolici e solari

Spostano le masse d'aria


Potrebbe piovere sempre più spesso sul Sahara e uno dei più grandi deserti del mondo potrebbe cominciare a colorarsi di verde, con una vegetazione che potrebbe avanzare progressivamente. Il motore di questo cambiamento climatico su larga scala sono gli impianti per l'energia eolica e solare, che potrebbero far aumentare fino al 50% le precipitazioni su uno dei deserti più grandi del mondo. Lo indica, sulla rivista Science, la ricerca coordinata dall'Università del Maryland e condotta fra Stati Uniti, Cina e il Centro internazionale di fisica teorica 'Abdus Salam' di Trieste.

E' il risultato della prima simulazione degli effetti che sul clima possono avere gli impianti eolici e solari. "Abbiamo scelto il Sahara perché è uno dei deserti più grandi del mondo" e "molto vicino all'Europa e al Medio Oriente, dove la domanda di energia è in aumento", ha spiegato Yan Li, che ha coordinato la ricerca con Eugenia Kalnay e Safa Motesharrei, dell'Università del Maryland. Partendo dai dati relativi alle caratteristiche del deserto, compreso il territorio vicino del Sahel, il modello ha considerato gli effetti di impianti di eolico e solare con un'estensione complessiva di 9 milioni di chilometri quadrati. E' la prima volta che emerge in modo chiaro come gli impianti per le energia rinnovabili possano generare cambiamenti su scala locale e continentale: un aspetto, rilevano, "che finora non era stato valutato nel dettaglio". 

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mercoledì 5 settembre 2018

L’ultimo avvistamento di un Ufo in provincia di Alessandria? È stato il 10 agosto a Bassignana

Paolo Toselli e il Cisu hanno catalogato 481 avvistamenti negli ultimi 70 anni. Una mostra al dal 7 al 30 settembre celebra quello della mattina del 2 settembre 1978, caso mai risolto

Paolo Toselli sta allestendo una mostra sugli Ufo che si inaugura venerdì 7 settembre ad Alessandria al museo della Gambarina
ALESSANDRIA
«Sono passati 40 anni e ancora oggi mi chiedo che cosa fosse quello che ho visto». Roberto Pozzi ha 54 anni. Era un ragazzino di 14 la mattina del 2 settembre 1978, quando, incuriosito da un rumore strano («un sibilo») aprì la finestra della sua camera e nel campo di mais antistante la casa in aperta campagna, in via Loreto a San Michele, sospeso sulle pannocchie, vide «un oggetto a forma di sigaro, lungo circa 7-8 metri: si alzò a una velocità impressionante, pochi secondi ed era un puntino nel cielo che sfrecciava in direzione Sud». «Chiamai subito mia madre - aggiunge -, andammo a vedere nel campo». Sul terreno era rimasta un’area schiacciata, attorno le piante avevano le pannocchie piegate di 90 gradi. La donna telefonò ai carabinieri, che prelevarono campioni di piante e suolo. Si scatenò un circo mediatico con l’arrivo di giornalisti, della televisione, di curiosi: «Un Ufo è atterrato a San Michele», «Incontro del terzo tipo ad Alessandria» i titoli di quei giorni. 

Sorride Roberto Pozzi, nel cortile della stessa casa, dove abita ancora oggi e davanti alla quale c’è ancora una coltivazione di mais: «Non ho visto nessun alieno, solo quell’oggetto. Un Ufo, poiché era davvero volante e non identificato!». E tale è rimasto. Il caso di San Michele, studiato anche dall’Aeronautica militare, è tuttora irrisolto. Ed è diventato uno dei «classici» dell’ufologia.  

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venerdì 31 agosto 2018

Il mistero degli abiti al mercurio di due mummie Inca

I corpi delle due ragazzine vittime di sacrificio umano erano avvolti in vesti tinte di cinabro, un pigmento rosso velenoso. Ma a cosa serviva questo tossico sudario?

Le mummie bambine nelle vesti velenose.

Tra i 500 e i 600 anni fa, due ragazze di 9 e 18 anni affrontarono il loro ultimo viaggio: una scarpinata di quasi 1.200 km dalla capitale Inca Cusco, nell'attuale Perù, fino al sito di Cerro Esmeralda ad Iquique, Cile. Una volta giunte alla meta finirono vittime di un sacrificio rituale, furono mummificate e infine sepolte con un ricco corredo: figurine metalliche, gioielli in argento, conchiglie e vesti di un colore rosso sgargiante.



Capacocha: i segreti dei sacrifici di bambini Inca

La storia delle due mummie del 1399-1475 d. C. è nota dal 1976, anno del loro ritrovamento. Ora però un articolo pubblicato sulla rivista Archaeometry fa emergere un dettaglio inquietante sui loro abiti: il colore rosso proveniva dal cinabro o solfuro di mercurio, un minerale tossico di origine vulcanica conosciuto presso altre antiche civiltà, ma mai finora attestato nelle antiche sepolture del Cile.


MACABRA NOVITÀ. Le analisi chimiche degli abiti sono state condotte dagli archeologi dell'Università di Tarapacá, in Cile, che si sono interrogati sul motivo di questa scelta. Per il colore rosso, i popoli delle Ande ricorrevano all'ematite, un ossido di ferro non tossico, largamente usato nell'abbigliamento e nel trucco. Il cinabro era utilizzato a scopo rituale nell'antica Roma, e presso civiltà del passato di Cina, Spagna, Etiopia. Ma in questo luogo del Cile settentrionale l'impiego del minerale, soltanto sulle vesti e non sul corpo delle bambine, suona come un dettaglio del tutto esotico. A che cosa serviva?


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giovedì 28 giugno 2018

Ufo hanno più volte rischiato di causare incidenti aerei

Il mezzo aereo resta quello più sicuro secondo le statistiche, che però mancano di riferire un fenomeno che a detta di molti osservatori sta aumentando in questi ultimi anni: le collisioni sfiorate con Ufo. Che poi l’Ufo sia un veivolo alieno o un aereo militare di qualche tipo, nessuno finora è stato in grado di dimostrarlo in un numero crescente di episodi, che meriterebbero quanto meno un approfondimento d’indagine.
COLLISIONE SFIORATA NEL 2014
Nel Gennaio 2014, ad esempio, The Telegraph riferì di una collisione sfiorata tra un Airbus A320 in avvicinamento a Heathrow all’altezza di 34 mila piedi con quello che il pilota riferì essere un oggetto volante non identificato della forma di un pallone di rugbypassato apparentemente a pochi piedi di distanza dall’aeromobile, tanto che il pilota dovette abbassare di colpo l’aeromobile per evitare la potenziale collisione.
Ma una volta che l’aereo fu a terra si vide chiaramente che a causare il danno doveva essere stata una collisione con un oggetto di dimensioni non proprio minuscole: pare da escludere possa essere stato un volatile (vista l’altitudine a cui si trovava l’aereo) o un pallone sonda (che non avrebbe causato un simile danno), mentre non si hanno notizie di droni che si trovassero nell’area in quel momento.

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Aereo di linea si scontra in volo con un u.f.o.


Ufo, strano avvistamento di due piloti d'aereo nei cieli dell'Arizona



Piemonte, allarme nei cieli: "Ufo e caccia militari si inseguono tra i monti del Canavese"

lunedì 25 giugno 2018

L’Ufo di Toronto, il volo POE204 e la centrale nucleare


Ci sono indagini su casi di avvistamenti Ufo che proseguono il loro corso silenziosamente. Ma con sviluppi interessanti. Questo caso mi è stato ricordato da un nostro amico che vive in Canada. Ecco il suo messaggio e le sue indicazioni: “Ti avevo scritto un po’ di tempo fa a riguardo del volo Porter POE204 /PD204 da Ottawa a Toronto del 14 Novembre 2016. Non che ci siano novità particolari su questo caso, ma parlandone con un amico mi sono accorto che l’incidente è avvenuto in prossimità della centrale nucleare di Oshawa (ce ne sono più d’una nella zona lungo le coste del lago Ontario).  Le autorità hanno poi dichiarato: “The Transportation Safety Board says it has now closed its investigation into the incident, saying that the object doesn’t appear to have been a drone. The TSB noted that the incident occurred too far from shore and too high for the object to be a drone. A TSB investigator said the aircraft ducked under the object in the air and noted that the encounter had been “very close.” Ho cercato informazioni su questo volo e su flight aware è ancora possibile accedere al log (ecco il link)”. L’argomento è piuttosto intrigante e su questo sito ci sono ulteriori dettagli. L’equipaggio s’è trovato di fronte a un “coso” a forma di ciambella/frittella che si è mosso nella sua direzione: i piloti hanno disinserito l’autopilota avviando una manovra che in aviazione si definisce di scampo: hanno “buttato giù” l’aereo, tant’è che le apparecchiature di bordo hanno registrato un pesante e anomalo valore dei G-negativi; due assistenti di volo sono rimasti feriti nella manovra e hanno dovuto essere medicati in ospedale.

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Meteo 15 giorni: l’alta pressione SNOBBA l’Italia, ancora ACQUAZZONI sul nostro Paese

L'alta pressione si farà vedere nella seconda decade del mese, ma probabilmente resterà sbilanciata troppo a nord per consentire la stab...