lunedì 3 dicembre 2018

Mostro di Firenze, Ros trova un’ogiva a 33 anni dall’omicidio della coppia francese

Gli inquirenti della Procura di Firenze attendono adesso le perizie balistiche. Esperti al lavoro anche per evidenziare eventuali tracce organiche sull'ogiva tali da consentire un esame del Dna

I carabinieri del Ros hanno estratto un’ogiva rimasta dal 1985in un cuscino trovato nella tenda di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, la coppia di giovani francesi ultime vittime del mostro di Firenze. Un colpo a vuoto che non venne trovato nel corso delle indagini di 33 anni fa e che, come spiega La Nazione che ha anticipato la notizia, è stato estratto e consegnato al consulente della procura, nell’ambito della nuova inchiesta, per verificare se sia stato sparato dalla Beretta calibro 22 o da un’altra pistola.
L’ogiva (che è la parte anteriore di un proiettile, ndr) è stata recuperata nel corso dei rilievi voluti dalla Procura di Firenze nell’inchiesta, coordinata dal pm Luca Turco, che vede indagati l’ex legionario Giampiero Vigilanti, 88 anni, insieme al medico Francesco Caccamo, 87enne. Gli inquirenti attendono adesso le perizie balistiche. Esperti al lavoro anche per evidenziare eventuali tracce organiche sull’ogiva tali da consentire un esame del Dna. Per gli ultimi quattro duplici delitti seriali avvenuti nel Fiorentino vennero condannati, come complici di Pietro Pacciani (nella foto), Mario Vanni e Giancarlo Lotti, i cosiddetti ‘compagni di merende’, entrambi deceduti.
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giovedì 29 novembre 2018

Scoperto un continente sommerso sotto l'Oceano Atlantico: E' Atlantide?

Grazie al sottomarino Shinkai gli scienziati dell'Istituto Oceanografico di San Paolo e dell'Agenzia per la Scienza Marina giapponese, sono stati in grado di recuperare a 6500 metri di profondità, sotto l'Oceano Atlantico, delle rocce di granito che normalmente si trovano solo sulla terra. Le rocce di granito individuate sotto il Rilievo di Rio Grande, a 1500 chilometri a sud di Rio de Janeiro, in Brasile, potrebbero essere i resti di un continente scomparso, rimasto sommerso fino ad ora . Secondo i geologi, i movimenti della crosta terrestre avrebbero provocato lo sprofondamento in mare di una placca di terra, al momento della separazione di Pangea, la massa continentale che esisteva nel Paleozoico, prima che Africa ed America Latina si dividessero


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sabato 24 novembre 2018

Svelato il mistero delle piramidi di terra del Brasile che si tramandava da quattromila anni

È l’incredibile lavoro fatto dalle termiti e visibile addirittura dallo spazio
Mentre gli antichi egizi stavano costruendo le piramidi, minuscole termiti brasiliane scavavano la terra, creando giganteschi tumuli che esistono ancora oggi e sono talmente imponenti da essere visibili dallo spazio.     Un nuovo studio pubblicato su Current Biology ha svelato il segreto che nascondevano i milioni di tumuli di terra che si trovano nascosti nella foresta tropicale secca nel nord-est del Brasile...

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lunedì 19 novembre 2018

Sotto i ghiacci della Groenlandia c'è un cratere meteoritico più grande di Parigi

Sepolto a un chilometro di profondità sotto un ghiacciaio continentale, il "buco" ha un diametro di 31 km: un impatto così imponente dovette avere effetti evidenti sul clima dell'emisfero nord.


Un gruppo internazionale di ricercatori ha scoperto un cratere di impatto di 31 km di diametro sepolto sotto mille metri di ghiaccio nella Terra di Inglefield, nel nordovest della Groenlandia. Il "buco" studiato per tre anni dagli scienziati del Centre for GeoGenetics del Museo di Storia Naturale della Danimarca e dell'Università del Kansas è il primo a essere individuato sotto a una calotta di ghiaccio continentale, nonché uno dei 25 maggiori crateri meteoritici al mondo.

Si pensa che a lasciarlo sia stato un masso celeste in ferro di un chilometro di diametro, precipitato sulla Terra in tempi relativamente recenti, in termini geologici: il ghiaccio è un potente agente erosivo, e se ci sono ancora tracce consistenti dell'impatto è perché l'evento potrebbe essere avvenuto quando la Groenlandia stava cominciando a ricoprirsi di ghiaccio, forse addirittura sul finire del Pleistocene, 12 mila anni fa.

La posizione del cratere sotto i ghiacci della Groenlandia occidentale. Anche se la depressione è sepolta a 1000 metri di profondità, la copertura che la sovrasta ne porta "l'impronta". | THE NATURAL HISTORY MUSEUM OF DENMARK
TRE ANNI FA. La depressione circolare che si trova sotto al ghiacciaio Hiawatha, all'estremità della piattaforma di ghiaccio del nord della Groenlandia, fu notata per la prima volta nel luglio 2015, durante un tentativo di mappare la topografia del territorio sotto alla calotta di acqua congelata. Si pensò subito alla traccia di un meteorite - uno di 20 tonnellate è stato ritrovato non lontano dal ghiacciaio Hiawatha - ma per averne conferma ci è voluto più tempo.

Prima di tutto, il luogo del cratere è stato sorvolato da un aereo di ricerca dell'Alfred Wegener Institute (Germania) munito di un potente radar per indagare sotto i ghiacci: «Le immagini hanno superato ogni aspettativa - spiega Joseph MacGregor, glaciologo della NASA - e mostrato nel dettaglio un bordo evidentemente circolare, un sollevamento centrale, strati di ghiaccio intatti o contaminati, detriti alla base. Non manca nulla».

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domenica 18 novembre 2018

Il vero scopo delle piramidi è finalmente stato scoperto!

Si è pensato a lungo che le tombe egiziane fossero state costruite per onorare i faraoni; oltretutto, è ciò che abbiamo appreso sui banchi di scuola. Ma questa potrebbe non essere la verità! Preparati a sconvolgerti, perché a quanto pare i ricercatori hanno finalmente scoperto il vero scopo delle piramidi! Sembra che queste strutture uniche al mondo avessero una funzione che non ha nulla a che vedere con il seppellimento dei defunti…

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sabato 17 novembre 2018

L’incredibile storia di Siso, il capodoglio che visse due volte

di Federico Nastasi
Estate 2017, al largo delle Eolie c’è un capodoglio intrappolato in una rete da pesca illegale. La Guardia Costiera riesce a liberarlo in parte. Ma il cetaceo intrappolato, dopo una lunga agonia, non sopravvive. Le correnti spingono la carcassa fino a una spiaggetta isolata a Capo Milazzo. E comincia il dibattito tra le varie autorità sulle più disparate ipotesi per eliminare i resti dell’animale. Una propone senz’altro d’inabissarlo.
Ma per Carmelo Isgrò, giovane biologo marino milazzese, il capodoglio non è un rifiuto da eliminare ma una risorsa da valorizzare. Riesce a convincere le autorità a fermarsi: “Recupero io le ossa”. Ogni giorno, per due settimane, raggiunge l’impervia spiaggetta e s’immerge nell’acqua putrida dove, lentamente, si sta decomponendo il mammifero. Durante l’operazione di recupero dallo stomaco saltano fuori numerosi rifiuti in plastica, tra cui un vaso da giardino e le solite buste da supermercato.

Pochi giorni dopo lo spiaggiamento, un pirata della strada ammazzaFrancesco “Siso”, l’amico che aveva aiutato il biologo al recupero dell’animale. “Si chiamerà anche lui Siso” decide Carmelo: adesso il capodoglio ha anche un nome.
Alla fine, Carmelo è riuscito a recuperare le ossa e iniziarne la pulizia. Vuole ricostruire lo scheletro, esporlo in uno Museo da creare a Milazzo. Uno spazio in cui alle meraviglie del mare si affianchi la prova delle attività distruttive dell’uomo, dove si mescolino scienza e arte, divulgazione scientifica, educazione ambientale e protezione del mare. “Siso”, nel frattempo, è diventato anche il nome di un progetto della ong ambientalista Sea Shepherd, che si occupa di protezione del mare e dei cetacei.
Oggi, dopo un anno di lavoro gratuito e volontario di Carmelo, Siso è finalmente pronto per essere esposto. La sua nuova casa sarà il Bastione di Santa Maria nel Castello di Milazzo.
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venerdì 16 novembre 2018

Trovato lo scheletro di un "vampiro" bambino di epoca tardo romana

Lo scheletro di un bambino di 10 anni, ucciso forse dalla malaria, è stato rinvenuto nella Necropoli dei Bambini, in Umbria. Ha una grossa pietra nella bocca, come a volerne impedire il ritorno tra i vivi.


Il cranio del bambino deceduto di malaria, con una pietra incastrata tra i denti.
Lo scheletro di un bambino rinvenuto in un antico cimitero italiano testimonia le paure scatenate, nella popolazione tardo-romana, da una violenta epidemia di malaria, che 1.500 anni fa causò molte vittime soprattutto tra i più giovani.

Il bambino (o bambina: il genere non è noto) è stato ritrovato quest'estate in uno scavo archeologico in Umbria, con una pietra incastrata nella bocca, in una di quelle sepolture anomale che un tempo venivano usate per impedire che la malattia, o il morto stesso, uscissero dalla tomba per infestare i vivi. La scoperta è avvenuta nella Necropoli dei Bambini a Lugnano in Teverina (Terni), un cimitero allestito attorno al 450 d. C. sul terreno di una villa romana abbandonata.

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Slovacchia, l'attentatore del premier Fico è un 71enne fondatore di un club letterario

Il figlio: "Mai parlato di un'aggressione, non so cosa gli sia successo". La pistola? Era detenuta legalmente L'attentator...