venerdì 16 maggio 2014
Scoperto pianeta cugino della Terra “È abitabile, forse acqua in superficie”
L’ annuncio della Nasa: è in orbita attorno a una stella nana. È più grande
del 10% rispetto al nostro pianeta. Potrebbe ospitare alcune forme di vita
Scoperto il primo pianeta roccioso di dimensioni del tutto simili a quelle della Terra sul quale potrebbe scorrere acqua allo stato liquido: una condizione fondamentale, questa, per poter ospitare forme di vita. Si trova nel nostro stesso “angolo” della Via Lattea ed è stato identificato dall’occhio del più celebre «cacciatore di pianeti» della Nasa, il telescopio spaziale Kepler. Le sue caratteristiche sono riassunte in una dettagliata “carta d’identità” pubblicata sulla rivista Science.
Chiamato Kepler-186f, il nuovo pianeta è più grande del 10% rispetto alla Terra ed è il più esterno di cinque pianeti che ruotano intorno ad una nana rossa (una stella più piccola e fredda del nostro Sole) distante 500 anni luce. Secondo i calcoli della Nasa, Kepler-186f completa la sua orbita in 130 giorni, e la distanza che lo separa dalla sua stella è pari a quella che c’è tra il Sole e Mercurio: si trova dunque nella cosiddetta “zona abitabile”, ossia nella regione in cui riceve luce e calore tali da poter mantenere acqua liquida sulla sua superficie.
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sabato 10 maggio 2014
Le Trasmissioni Segrete Della NASA - La Pistola Fumante (The Secret NASA Transmissions - The Smoking Gun)
Martin Stubbs, manager di un’emittente televisiva canadese, registrava
le trasmissioni ufficiali delle missioni Shuttle della NASA quando
scoprì, impresse nei nastri, delle strane “anomalie” presenti spesso
nello spazio vicino alle navette terrestri. Quegli avvistamenti
rappresentano una importante prova dell’esistenza di “oggetti” non
terrestri presenti nello spazio perché le immagini in cui compaiono sono
quelle trasmesse in diretta dalla stessa NASA in un periodo, inoltre,
in cui non era ancora presente la tecnologia digitale di oggi. Tutto
questo convalidato anche dai colloqui in diretta tra gli astronauti al
lavoro fuori dalle navette e la basa a terra, dialoghi in cui si fa
spesso riferimento ad oggetti non identificati e che spesso vengono
censurati o addirittura secretati. Nonostante le spiegazioni ufficiali
di ciò che di strano compare nei nastri è evidente che non si tratta di
qualcosa spiegabile solamente come un fenomeno naturale, come dimostrerà
Martin nel corso del documentario e, ovviamente, come potrete vedere
anche voi stessi.
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martedì 6 maggio 2014
LA CREAZIONE DELL'UOMO
a cura di Filippo Cozzatelli
Quando i Nefilim arrivarono, circa 450.000 anni fa, un terzo della Terra era coperto da ghiacci (seconda glaciazione), il livello dei mari era più basso (fino a 200 metri) e le condizioni climatiche di alcuni luoghi erano decisamente diverse da come le conosciamo ora. Scelsero tre luoghi che a turno divennero il centro di una civiltà antica: la regione del Nilo, quella dell’Indo e quella del Tigri e dell’Eufrate, tutte ricche di acqua, petrolio (tranne quella dell’Indo) e con un clima temperato. La prima città fondata fu Eridu, poi ne seguirono altre sei, ma la cosa importante è che non furono costruite in modo casuale, ma con una logica ben precisa: il Monte Ararat domina l’altopiano armeno con il suo diametro di 40 km e con le due altissime cime perennemente innevate (Piccolo Ararat e Grande Ararat) ed è adattissimo per farci passare un immaginario meridiano che va ad intersecare il corso dell’Eufrate, inoltre è un luogo accessibile sia via terra (intorno al massiccio montuoso c’è un’enorme pianura per poter atterrare) che via fiume (L’Eufrate con le sue ricche fonti di bitumi superficiali); le tre città di Bad Tibira, Shuruppak e Nippur si trovano su una linea che forma un angolo preciso di 45° rispetto al meridiano di Ararat e che incrocia il meridiano esattamente a Sippar! Le altre due città, Eridu e Larsa, si trovano anch’esse lungo un’altra linea che incrocia la prima e il meridiano di Ararat proprio a Sippar. Basandoci su un antico schizzo che metteva Nippur al centro di un cerchio, e tracciando cerchi concentrici che toccano le diverse città, scopriamo che un’altra delle antiche città sumeriche, Lagash, si trovava esattamente su uno di questi cerchi, in posizione perfettamente speculare a Larsa. Cosi costruite diventavano, dall’alto, un facile modo per poter individuare ed atterrare senza problemi. Sippar divenne il loro porto spaziale e Nippur il centro di controllo della missione.
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Quando i Nefilim arrivarono, circa 450.000 anni fa, un terzo della Terra era coperto da ghiacci (seconda glaciazione), il livello dei mari era più basso (fino a 200 metri) e le condizioni climatiche di alcuni luoghi erano decisamente diverse da come le conosciamo ora. Scelsero tre luoghi che a turno divennero il centro di una civiltà antica: la regione del Nilo, quella dell’Indo e quella del Tigri e dell’Eufrate, tutte ricche di acqua, petrolio (tranne quella dell’Indo) e con un clima temperato. La prima città fondata fu Eridu, poi ne seguirono altre sei, ma la cosa importante è che non furono costruite in modo casuale, ma con una logica ben precisa: il Monte Ararat domina l’altopiano armeno con il suo diametro di 40 km e con le due altissime cime perennemente innevate (Piccolo Ararat e Grande Ararat) ed è adattissimo per farci passare un immaginario meridiano che va ad intersecare il corso dell’Eufrate, inoltre è un luogo accessibile sia via terra (intorno al massiccio montuoso c’è un’enorme pianura per poter atterrare) che via fiume (L’Eufrate con le sue ricche fonti di bitumi superficiali); le tre città di Bad Tibira, Shuruppak e Nippur si trovano su una linea che forma un angolo preciso di 45° rispetto al meridiano di Ararat e che incrocia il meridiano esattamente a Sippar! Le altre due città, Eridu e Larsa, si trovano anch’esse lungo un’altra linea che incrocia la prima e il meridiano di Ararat proprio a Sippar. Basandoci su un antico schizzo che metteva Nippur al centro di un cerchio, e tracciando cerchi concentrici che toccano le diverse città, scopriamo che un’altra delle antiche città sumeriche, Lagash, si trovava esattamente su uno di questi cerchi, in posizione perfettamente speculare a Larsa. Cosi costruite diventavano, dall’alto, un facile modo per poter individuare ed atterrare senza problemi. Sippar divenne il loro porto spaziale e Nippur il centro di controllo della missione.
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domenica 27 aprile 2014
Gesù aveva una moglie? Ecco il papiro che “svela il mistero”
La scienza conferma: il frammento in cui si fa riferimento alla sposa del Cristo è antico e non un falso di età moderna.
Poco più di un brandello di papiro (circa quattro centimetri di altezza per nove di lunghezza) sul quale si dibatte da diversi anni, tra l’entusiasmo e lo scetticismo di quanti credono di avere tra le mani la chiave per svelare un segreto del passato contrapposti a coloro i quali sollevano ancora leciti sospetti. Adesso però giunge la conferma del mondo scientifico a porre fine alla controversia che va avanti dal 2012: dopo due anni di accurate indagini diagnostiche, la Harvard Divinity School ha infatti annunciato che il frammento in questione non sarebbe affatto un falso di età moderna ma che risalirebbe ad un arco di tempo compreso tra il VI ed il IX secolo. Il suo contenuto testuale, però, potrebbe essere ancora più antico: ma perché ci interessa tanto?
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venerdì 12 aprile 2013
Il mistero della strana pietra sul fondo del lago di Tiberiade
Pesa 60 mila tonnellate ed è a forma di cono. Nessuno riesce a spiegare con certezza la sua origine
Maurizio Molinari
C’è un mistero in fondo al Lago di Tiberiade: si tratta di una
pietra da 60 mila tonnellate a forma di cono di cui nessuno archeologo
riesce a spiegare con certezza l’origine. Rilevata per la prima volta dai sonar di un gruppo di ricercatori israeliani nel sud-est del Lago nel 2003, la gigantesca pietra è oggetto di un lungo e dettagliato studio pubblicato sull’ultimo numero dell’”International Journal of Nautical Archeology”. La misteriosa struttura anzitutto è grezza, a forma di cono, composta da pietre e sassi di basalto, misura 7 metri di altezza e 70 di diametro ovvero oltre il doppio della cornice esterna della pietra di Stonehenge. Strutture simili in pietra sono in genere note per essere, in altre regioni, delle tombe ma nessuno degli archeologi e ricercatori che ha esaminato le immagini dei fondali è giunto a simili conclusioni. I sommozzatori che l’hanno esaminata da vicino, riporta l’articolo, affermano di non aver visto alcun segno di lavorazione della pietra, confermando però che si tratta di un cumulo di pietre che solo l’intervento dell’uomo può aver messo le une sulle altre. L’ipotesi avanzata dal “Journal” è che il “mucchio di pietre” sia stato creato da esseri umani sulla terraferma e dunque prima che il Lago di Tiberiade la ricoprisse.
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sabato 30 marzo 2013
La Sindone
La "storia" e i suoi limiti nella vicenda della Sindone
E' storicamente documentato che la Sacra
Sindone si trovava in Francia nel 1353 o poco prima, ed è noto
l'itinerario da essa percorso per giungere a Torino, ove tuttora si
trova.(1)
Altrettanto certo è che si tratti di un lenzuolo mortuario che, per
l'immagine di un uomo che mostra sul corpo segni compatibili con la
Passione di Cristo, è sorprendentemente simile a quello che per secoli
fu conservato ed esposto alla venerazione dei fedeli ogni venerdì nella
chiesa di Santa Maria di Blacherne a Costantinopoli.
Tra i visitatori illustri cui gli
imperatori bizantini mostrarono il Telo tra il 1171 e il 1203, figurano
Guglielmo, cancelliere del Regno di Gerusalemme e arcivescovo di Tiro, e
Almerico re di Gerusalemme. Ma da Costantinopoli scomparve nel tragico
1204, quando la città fu espugnata e saccheggiata dai Cavalieri della IV
crociata. Molti cimeli di grande valore devozionale e artistico furono
allora depredati dai conquistatori e portati in Europa. Sebbene non
storicamente provato, è verosimile che la stessa sorte sia toccata anche
a quel sudario, la reliquia più sacra dell'intera Cristianità. E' possibile che la Sindone di Torino e quella di Costantinopoli siano lo stesso oggetto? Numerosi e convincenti indizi inducono a crederlo.(2)
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domenica 24 marzo 2013
Ecco il “primo extraterrestre” caduto sulla Terra
In un meteorite caduto nello Sri Lanka il 29 dicembre 2012 sarebbero
state trovate delle alghe fossilizzate. Le foto sono eccezionali. I
ricercatori escludono la contaminazione. Inoltre vi sarebbero evidenze
di strutture rotonde simili a strutture scoperte anni fa in India che
sembravano provenire dallo spazio. Se la scoperta venisse confermata
sarebbe davvero rivoluzionaria.
Per la prima volta sarebbe stato scoperto con certezza matematica la presenza di un extraterrestre in un meteorite caduto nello Ski Lanka. L’”extraterrestre” è un’alga, una diatomea.
A pubblicare sul Journal of Cosmology l’eccezionale scoperta sono tre ricercatori della University of Buckingham (UK) (N.C. Wickramasinghe), della Cardiff University (UK) (J. Wallis) e del Medical Research Institute, Colombo, Sri Lanka (D.H. Wallis).
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Per la prima volta sarebbe stato scoperto con certezza matematica la presenza di un extraterrestre in un meteorite caduto nello Ski Lanka. L’”extraterrestre” è un’alga, una diatomea.
A pubblicare sul Journal of Cosmology l’eccezionale scoperta sono tre ricercatori della University of Buckingham (UK) (N.C. Wickramasinghe), della Cardiff University (UK) (J. Wallis) e del Medical Research Institute, Colombo, Sri Lanka (D.H. Wallis).
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Il misterioso Mercurio
Da un paio di anni la sonda della Nasa chiamata Messenger è in orbita attorno a Mercurio,
il più infernale dei pianeti del sistema solare. Di questo pianeta si
conosceva molto poco perché era stato sorvolato solo un paio di volte,
ma nessuna sonda si era inserita in orbita per studiarlo da vicino.
Messenger ora, ci sta svelando un pianeta davvero irriconoscibile. Si
era sempre pensato che esso fosse ricoperto unicamente da crateri, come quelli lunari, ma le decine di migliaia di immagini arrivate a Terra mostrano con sempre maggior chiarezza che anche su quel pianeta numerosi furono i vulcani attivi nel passato.
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martedì 19 marzo 2013
La Piramide di Cheope
Una delle costruzioni più
grandi mai realizzate dall'uomo. S'innalza verso il cielo da parecchie migliaia
di anni nella piana di Giza in Egitto.
Le sue misure sono: lato settentrionale 230 m e 25.05 cm, lato occidentale 230 m e 35.65 cm, lato orientale 230 m e 39.05 cm ed infine lato meridionale 230 m e 45.35 cm, per una altezza di 146 m. Il tutto per un peso di circa 6.000.000 di tonnellate e un' area di 13.1 acri. Gli angoli alla base sono quasi perfetti: angolo sud-est 89° 56'e 27", quello di nord-est 90° 3' 2", quello di sud-ovest 90° 0' 33", e quello di nord-ovest 89° 59' 58" (appena due secondi d'arco di differenza).
Secondo stime affidabili, la Piramide consiste di un totale di circa 2.300.000 blocchi di pietra calcarea e granito, con pesi che variano dalle 2.5 tonnellate alle 70 tonnellate. Non solo, ma bisogna aggiungere anche un rivestimento simile a uno specchio di 22 acri costituito, da 115.000 pietre lucidissime, ciascuna del peso di 10 tonnellate, che originariamente coprivano tutte e quattro le facciate. Dopo essere stata staccata da un violento terremoto nel 1301 a.C., la maggior parte dei blocchi di rivestimento fu rimossa per la costruzione del Cairo.
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Le sue misure sono: lato settentrionale 230 m e 25.05 cm, lato occidentale 230 m e 35.65 cm, lato orientale 230 m e 39.05 cm ed infine lato meridionale 230 m e 45.35 cm, per una altezza di 146 m. Il tutto per un peso di circa 6.000.000 di tonnellate e un' area di 13.1 acri. Gli angoli alla base sono quasi perfetti: angolo sud-est 89° 56'e 27", quello di nord-est 90° 3' 2", quello di sud-ovest 90° 0' 33", e quello di nord-ovest 89° 59' 58" (appena due secondi d'arco di differenza).
Secondo stime affidabili, la Piramide consiste di un totale di circa 2.300.000 blocchi di pietra calcarea e granito, con pesi che variano dalle 2.5 tonnellate alle 70 tonnellate. Non solo, ma bisogna aggiungere anche un rivestimento simile a uno specchio di 22 acri costituito, da 115.000 pietre lucidissime, ciascuna del peso di 10 tonnellate, che originariamente coprivano tutte e quattro le facciate. Dopo essere stata staccata da un violento terremoto nel 1301 a.C., la maggior parte dei blocchi di rivestimento fu rimossa per la costruzione del Cairo.
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La Piramide di Cheope, oggi, la costruiremmo con gru ed elicotteri…
Una parabola per il mistero della Grande Piramide.
Piramide di Cheope, nuovi misteri: scoperta una nuova stanza
giovedì 7 marzo 2013
Mega-eruzioni, epidemie, asteroidi e alieni: quanti rischi per la Terra dopo la profezia Maya
L'annuale rapporto redatto dal World Economic Forum elenca in un centinaio di pagine tutti i fenomeni naturali che potrebbero distruggere il nostro pianeta. Compresa la possibilità della scoperta di vita extraterrestre. E suggerisce che preoccuparsi non servirebbe a niente
di ELENA DUSIPENSAVAMO di essere scampati alla profezia dei Maya. E invece c’è poco da star tranquilli, se teniamo conto di tutte le catastrofi in grado di spazzar via il nostro pianeta dalla sera alla mattina. Si tratta di quei fenomeni naturali che, da quando mondo è mondo, hanno punteggiato la storia della Terra. Mega-eruzioni, tempeste solari, esplosioni di raggi gamma nell’universo, epidemie e ovviamente asteroidi, tsunami o incontri extraterrestri: eventi talmente imprevedibili, fantasmagorici, apocalittici che nemmeno preoccuparsi servirebbe a nulla.
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lunedì 25 febbraio 2013
Un continente perduto in fondo all'Oceano Indiano
Si chiama Mauritia e si trova sotto le isole Reunion e Mauritius
La posizione del continente perduto Mauritia, sotto le isole Reunion e Mauritius (fonte: Gfz)
Si chiama Mauritia
il continente perduto scoperto in fondo all'Oceano Indiano, sotto le
isole Reunion e Mauritius. E' stato scoperto da un gruppo di ricerca
internazionale coordinato dal norvegese Trond Torsvik, dell'università
di Oslo, che lo descrive sulla rivista Nature Geoscience.Si tratta di un micro-continente nascosto sotto enormi masse di lava ed è un frammento staccato dalle placche continentali di Madagascar e India quando queste si sono separate, circa 60 milioni di anni fa.
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giovedì 21 febbraio 2013
L'orrido di Bellano
Bellano
di Isabella Dalla Vecchia - info@luoghimisteriosi.it
La casa del diavolo
La casa del diavolo si trova all'entrata dell'orrido di Bellano. E' una torretta costruita a ridosso del fiume Pioverna. Non se ne conosce l'origine e la funzione, ma da una stampa del 1834 sappiamo che in quell'anno era già presente a Bellano. Il suo nome è legato alle figure mitologiche, fra cui un satiro, che decorano la facciata dell'ultimo piano.
Si dice che all'interno si svolgessero licenziosi festini con rituali satanici. La torre ad esagono irregolare s'eleva su quattro piani con alcune finestre con ringhiera ed una scaletta a chiocciola interna che collega i piani tra loro.
Si dice che all'interno si svolgessero licenziosi festini con rituali satanici. La torre ad esagono irregolare s'eleva su quattro piani con alcune finestre con ringhiera ed una scaletta a chiocciola interna che collega i piani tra loro.
L'orrido è una gola naturale che si è formata 15 milioni di anni fa dalle acque del torrente Pioverna che per erosione ha scavato una profonda gola tra Taceno e Bellano. A Bellano è possibile attraversare una parte dell'orrido percorrendo delle ripide passerelle sullo strapiombo. L'orrido è stato da sempre apprezzato dalle ricche famiglie bellanesi del passato, ad esempio i Denti che nel XV secolo sfruttavano già la forza delle cascate del fiume per la lavorazione del ferro. Nel XVII secolo divenne dimora di Cipriano Denti e poi ispirazione del poeta Boldoni. Ad oggi è ispirazione di una "bella" centrale idroelettrica.
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di Isabella Dalla Vecchia - info@luoghimisteriosi.it
La casa del diavolo
La casa del diavolo si trova all'entrata dell'orrido di Bellano. E' una torretta costruita a ridosso del fiume Pioverna. Non se ne conosce l'origine e la funzione, ma da una stampa del 1834 sappiamo che in quell'anno era già presente a Bellano. Il suo nome è legato alle figure mitologiche, fra cui un satiro, che decorano la facciata dell'ultimo piano.
Si dice che all'interno si svolgessero licenziosi festini con rituali satanici. La torre ad esagono irregolare s'eleva su quattro piani con alcune finestre con ringhiera ed una scaletta a chiocciola interna che collega i piani tra loro.
Si dice che all'interno si svolgessero licenziosi festini con rituali satanici. La torre ad esagono irregolare s'eleva su quattro piani con alcune finestre con ringhiera ed una scaletta a chiocciola interna che collega i piani tra loro.
L'orrido è una gola naturale che si è formata 15 milioni di anni fa dalle acque del torrente Pioverna che per erosione ha scavato una profonda gola tra Taceno e Bellano. A Bellano è possibile attraversare una parte dell'orrido percorrendo delle ripide passerelle sullo strapiombo. L'orrido è stato da sempre apprezzato dalle ricche famiglie bellanesi del passato, ad esempio i Denti che nel XV secolo sfruttavano già la forza delle cascate del fiume per la lavorazione del ferro. Nel XVII secolo divenne dimora di Cipriano Denti e poi ispirazione del poeta Boldoni. Ad oggi è ispirazione di una "bella" centrale idroelettrica.
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giovedì 7 febbraio 2013
Machu Picchu
Tra storia e mistero
Per quale motivo le cronache del XVI secolo non parlano di Machupicchu?
Perché non fu distrutta dai conquistadores e dai religiosi
icaricati di "estirpare l'idolatria"? Perché una
città così importante fu lasciata nell'oblio per centinaia
di anni? Le risposte a queste domande sono ancora parzialmente irrisolte:
quello che si sa sull'origine, la funzione e la costruzione di Machupicchu
resta confinato nell'ambito delle ipotesi.
Un passo indietro
Per gli Inca la valle di Urubamba era la porta della foresta, l'antisuyu.
Il fiume che l'attraversa era un tempo conosciuto come Willka Mayu
(Fiume del Sole o fiume sacro) e il nevaio che lo origina era chiamato
Willkan Uta (Casa del Sole o casa sacra). Willka: il Sole degli
aymará, antenato dell'Inti quechua, ma anche "santo"
in runa simi o quechua. Il culto solare era dunque ancestrale nella
zona.Prima della nascita del Tawantinsuyu, la valle (nota anche come Tampu) era dominata da piccole signorie locali, tra le quali emergevano i Kanchis (comandati da Pinau Capac) e gli Ayarmacas (soggetti a Tocay Capac). Secondo la leggenda Cusco sarebbe stata fondata da quattro fratelli (Manco Capac, Ayar Uchu, Ayar Kachi e Ayar Auca), ognuno legato a una nazione preesistente: Ayar Uchu rappresenterebbe l'eroe mitico degli antichi Tampu. Pachacutec fu il primo Inca a lasciare Cusco per conquistare nuove regioni e assoggettò la valle di Urubamba, che divenne insediamento privilegiato della nobiltà inca. La fondazione di Machupicchu risalirebbe proprio all'epoca del suo governo (1438-71). Avvalorano l'ipotesi la datazione del carbonio 14, l'indubbio stile "Inca Imperiale", la fattura della ceramica e la totale assenza di evidenze archeologiche di epoca pre-inca. Ma qual era la funzione di Machupicchu? Alcuni ritengono che fosse l'ultimo avamposto delle Ande, il punto di partenza per penetrare nella foresta e assoggettare nuove popolazioni. Per altri sarebbe stato un santuario nascosto, un grande e pacifico Aclla Huasi, dimora delle vergini dedicate al culto degli dei. In base all'esame dei corpi riesumati, la popolazione di Machupicchu (che nel suo apogeo dovette avvicinarsi ai 1000 individui) risulta composta per l'80% da donne. Con ogni probabilità si trattava di una "llacta", ossia una città amministrativo-religiosa dove risiedevano gli alti funzionari di Stato, i sacerdoti e uno stuolo di servitori e artigiani. Il luogo isolato in cui sorge suggerisce che fosse il rifugio di una parte selezionata della nobiltà inca in caso di attacco. Il ricercatore Waldemar Espinoza Soriano afferma che nemmeno la popolazione andina conosceva l'ubicazione di Machupicchu, fatta eccezione per il "sapa inca" o "unico re" e i facenti parte della famiglia reale di Pachacútec. Aggiunge: "Machupicchu ebbe un ruolo evidentemente difensivo. Fu una llacta di rifugio, con tutti i mezzi per resistere a un assedio e non avere comunicazioni per decenni". C'è chi sostiene che la città fu utilizzata come ricovero dell'élite inca dopo l'avvento degli spagnoli. Con la morte di Túpac Amaru (1572) non aveva più ragione di funzionare: si spiegherebbe così la mancata conoscenza della città da parte degli spagnoli. Una città di prescelti non può esistere senza il suo eletto. Quello che si sa con certezza è che la città si spopolò repentinamente e in modo definitivo, fino a scomparire fagocitata dalla foresta. Continua qui |
venerdì 18 gennaio 2013
I segreti dell'Antartide
A parte il professor Charles Hapgood, autore di
"Ancient Sea Kings", e i suoi sparuti seguaci, sostenitori
dell'esistenza di un'antica civiltà pre-diluviana che avrebbe raggiunto
un alto livello di sviluppo nell'arte della navigazione e della
cartografia, prima di venire spazzata via da un cataclisma circa 10.000
anni or sono (un po' come narra Platone, nel "Timeo" e nel "Crizia", la
fine di Atlantide), per gli storici e gli archeologi "ortodossi" non v'è
dubbio che i manufatti reperibili più a sud dell'intero pianeta sono
quelli degli antichi abitatori della Terra del Fuoco, all'estremità
meridionale del continente americano: fino a 55° gradi di latitudine
Sud, sul parallelo del Capo Horn.
E quel che dicono gli scienziati ortodossi è legge
nel mondo, apparentemente così pluralista, della cultura contemporanea
dominato, in realtà, da un paradigma tecno-scientifico che ha relegato
nell'area grigia delle culture marginali tutti quei saperi, quelle
teorie e persino quei fatti che hanno l'antipatica abitudine di non
lasciarsi collocare docilmente nel quadro rassicurante ove tutto ha una
spiegazione logica e funzionale al sistema stesso.
Ma
che cosa accadrebbe se si venisse a scoprire che l'uomo, l'uomo
civilizzato capace di costruire manufatti, insomma l'"homo abilis" era
presente molte centinaia di chilometri più a sud della Terra del Fuoco
(o della Tasmania, o delle Isole Auckland a mezzodì della Nuova Zelanda)
e che ha lasciato tracce tangibili della sua esistenza e della sua
inventiva oltre il Circolo Polare Antartico, nel Continente Bianco che
giace all'estremità meridionale della Terra?Continua qui
ALTRA DIMENSIONE...
giovedì 17 gennaio 2013
X-Files: i vostri misteri…risolti!
Molte delle segnalazioni che riceviamo sono un interessante
punto di partenza per trattare argomenti e questioni e diventano
l’occasione di fare articoli.
Molte altre sono semplici falsi fotografici o effetti ottici; abbiamo comunque pensato di costruire una sezione in cui inserire il materiale all’apparenza meno interessante, ma che, a nostro avviso, con opportune note e spiegazioni relative a come abbiamo condotto l’indagine, potrebbe contribuire a raffinare il vostro ‘occhio al misterioso’.
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Molte altre sono semplici falsi fotografici o effetti ottici; abbiamo comunque pensato di costruire una sezione in cui inserire il materiale all’apparenza meno interessante, ma che, a nostro avviso, con opportune note e spiegazioni relative a come abbiamo condotto l’indagine, potrebbe contribuire a raffinare il vostro ‘occhio al misterioso’.
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