Il Cappellone, enigmatica statua etrusca diventata il simbolo di Murlo |
sabato 10 settembre 2016
Murlo
Una bella escursione nei dintorni di Siena porta a Murlo, piccolo e intatto borgo medievale che per secoli fu feudo dei vesscovi di Siena.
Murlo ha perfettamente conservato il suo antico aspetto medievale: è un piccolo borgo, abitato da qualche decina di persone, racchiuso nella sua cinta muraria inglobata nelle abitazioni, su un cucuzzolo situato sulla linea di confine tra i campi aperti delle Crete Senesi ed il manto boscoso delle Colline Metallifere.
La più importante attrazione culturale di Murlo è l'Antiquarium, un moderno museo dove sono conservati i reperti archeologici rinvenuti nel vicino insediamento etrusco, una delle più importanti scoperte di questa civiltà: un grande palazzo appartenente ad un principe locale, con annessi laboratori di artigiani del ferro, bronzo, alabastro, terracotta e avorio.
giovedì 1 settembre 2016
La daga di Tutankhamon viene dallo Spazio
Una ricerca italo-egiziana ha dimostrato che la lama scoperta nella
tomba dell’antico faraone è composta di ferro proveniente da un
meteorite. Gli egizi conoscevano già l’origine extraterrestre di queste
pietre
La tomba di Tutankhamon continua a riservare sorprese. Tra gli oggetti scoperti nel luogo di sepoltura del faraone bambino vi è infatti una daga di ferro risalente al XIV secolo a.C. (come il resto della tomba), che secondo una nuova ricerca italo-egiziana sarebbe stata realizzata con materiali provenienti da un meteorite. La scoperta, pubblicata sulla rivista Mereoritics and Planetary Science, indicherebbe che gli antichi egizi avevano imparato a sfruttare questa fonte di metalli nativi, e che avrebbero potuto conoscerne l’origine celeste quasi due millenni prima delle popolazioni occidentali.
La daga in questione fu scoperta nel 1922, quando la tomba (praticamente inviolata) fu esplorata per la prima volta. Per decenni, gli archeologi hanno sospettato che potesse essere stata prodotta utilizzando materiali meteorici: nell’antico Egitto infatti il ferro era un materiale più raro dell’oro. Non che mancasse la materia prima, spiegano gli autori della nuova ricerca, ma i procedimenti necessari per ottenere questo metallo a partire dai minerali ferrosi (la forma in cui si trova il ferro sulla superficie del nostro pianeta) erano probabilmente sconosciuti, o poco utilizzati.
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La tomba di Tutankhamon continua a riservare sorprese. Tra gli oggetti scoperti nel luogo di sepoltura del faraone bambino vi è infatti una daga di ferro risalente al XIV secolo a.C. (come il resto della tomba), che secondo una nuova ricerca italo-egiziana sarebbe stata realizzata con materiali provenienti da un meteorite. La scoperta, pubblicata sulla rivista Mereoritics and Planetary Science, indicherebbe che gli antichi egizi avevano imparato a sfruttare questa fonte di metalli nativi, e che avrebbero potuto conoscerne l’origine celeste quasi due millenni prima delle popolazioni occidentali.
La daga in questione fu scoperta nel 1922, quando la tomba (praticamente inviolata) fu esplorata per la prima volta. Per decenni, gli archeologi hanno sospettato che potesse essere stata prodotta utilizzando materiali meteorici: nell’antico Egitto infatti il ferro era un materiale più raro dell’oro. Non che mancasse la materia prima, spiegano gli autori della nuova ricerca, ma i procedimenti necessari per ottenere questo metallo a partire dai minerali ferrosi (la forma in cui si trova il ferro sulla superficie del nostro pianeta) erano probabilmente sconosciuti, o poco utilizzati.
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sabato 9 luglio 2016
Video: le 10 scoperte archeologiche più misteriose di sempre
Non semplici rovine in luoghi disparati del mondo, ma veri e propri enigmi a cui ancora non si sono date risposte.
Obelischi sotto terra, piramidi sott'acqua, sfere di pietra nella giungla... Le scoperte archeologiche più sensazionali (e irrisolte) di sempre.
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martedì 24 maggio 2016
A Stonehenge, gli studenti svelano il mistero della costruzione del cerchio megalitico
Gli allievi dell’University College di Londra hanno dimostrato che
poche persone possono trasportare per lunghe distanze pietre molto
pesanti
Il misterioso cerchio megalitico di Stonehenge non è stato così
difficile da costruire come sembrava. Gli studenti dell’University
College di Londra hanno dimostrato, sul prato della scuola, che poche persone possono trasportare per lunghe distanze pietre molto pesanti servendosi di tecnologie preistoriche, e in un lasso ragionevole di tempo.
Da anni gli studiosi si domandano come abbiano fatto tribù neolitiche di 4000-5000 anni fa a trasportare monoliti del peso di alcune tonnellate fino alla piana di Salisbury, in Inghilterra, dai monti Preseli che si trovano nel Galles, a più di 200 chilometri di distanza.
Una slitta su cui caricare le pietre
Gli studenti dell’UCL, guidati dal professor Mike Parker-Pearson, uno dei maggiori esperti di Stonehenge, hanno realizzato una slitta a forma di “Y”, sulla quale hanno caricato una pietra non così pesante come quelle del sito di Salisbury, ma comunque imponente. Trainando la slitta sopra a tronchi di legno, disposti come le traversine di un binario ferroviario, hanno scoperto che bastano una decina di persone per fare avanzare il megalito di circa un miglio (1,6 km) all’ora. L’esperimento è stato condotto in piano e in condizioni ideali, ma ha dimostrato che un centinaio di persone inviate sui Preseli da tribù che ne contavano migliaia avrebbe potuto benissimo trainare le pietre di Stonehenge fino a Salisbury in un tempo ragionevole.
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Vittorio Sabadin
Da anni gli studiosi si domandano come abbiano fatto tribù neolitiche di 4000-5000 anni fa a trasportare monoliti del peso di alcune tonnellate fino alla piana di Salisbury, in Inghilterra, dai monti Preseli che si trovano nel Galles, a più di 200 chilometri di distanza.
Una slitta su cui caricare le pietre
Gli studenti dell’UCL, guidati dal professor Mike Parker-Pearson, uno dei maggiori esperti di Stonehenge, hanno realizzato una slitta a forma di “Y”, sulla quale hanno caricato una pietra non così pesante come quelle del sito di Salisbury, ma comunque imponente. Trainando la slitta sopra a tronchi di legno, disposti come le traversine di un binario ferroviario, hanno scoperto che bastano una decina di persone per fare avanzare il megalito di circa un miglio (1,6 km) all’ora. L’esperimento è stato condotto in piano e in condizioni ideali, ma ha dimostrato che un centinaio di persone inviate sui Preseli da tribù che ne contavano migliaia avrebbe potuto benissimo trainare le pietre di Stonehenge fino a Salisbury in un tempo ragionevole.
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I misteriosi Cerchi delle Fate in Namibia
Uno dei più grandi enigmi della natura viene svelato dalla rivista Science.
Chiunque abbia avuto modo di misurarsi con il fascino di realtà mozzafiato come la Namibia
, inevitabilmente è tornato a casa con un senso di “nostalgia” noto come Mal d’Africa.
Gli occhi e il cuore sono infatti rimasti ancorati alle variopinte
immagini regalate da un paese che sembra racchiudere in sé il meglio del
continente africano: spazi infiniti, una ricca fauna e flora nonché un
vero e proprio mosaico di etnie, lingue e paesaggi incontaminati.
LEGGI ANCHE NAMIBIA: 5 COSE DA SAPERE PRIMA DI PARTIRE (Turismo.it)
A rimanere ben impresse nella mente sono soprattutto quelle realtà che hanno qualcosa di unico ed eccezionale da raccontare: muovendosi alla volta delle desertiche pianure della Namibia l’occhio non può che soffermarsi sui famosi Cerchi delle Fate. Con questo fiabesco nome si identificano quella sorta di anelli d’erba che si vanno a disegnare sul terreno desertico, figure che per la loro singolarità hanno richiamato l’attenzione di scienziati di ogni dove interessati a studiare e spiegare quello che risulta essere uno dei più grandi enigmi della natura.
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Livia Fabietti
(nexta)
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A rimanere ben impresse nella mente sono soprattutto quelle realtà che hanno qualcosa di unico ed eccezionale da raccontare: muovendosi alla volta delle desertiche pianure della Namibia l’occhio non può che soffermarsi sui famosi Cerchi delle Fate. Con questo fiabesco nome si identificano quella sorta di anelli d’erba che si vanno a disegnare sul terreno desertico, figure che per la loro singolarità hanno richiamato l’attenzione di scienziati di ogni dove interessati a studiare e spiegare quello che risulta essere uno dei più grandi enigmi della natura.
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lunedì 2 maggio 2016
Ufo nel Mar Baltico, la certezza della truffa sembra vicina
Gli esploratori oceanici che avrebbero scoperto un enorme oggetto dalle forme enigmatiche sul fondo del Mar Baltico si stanno prendendo un mucchio di tempo per capire di cosa
si tratta. Un tempo sospetto, direbbe qualcuno. I subacquei svedesi, che si fanno chiamare Ocean Team X, spiegano che l'oggetto sta producendo
interferenze elettriche che rendono inutili i loro tentativi di indagare. "Tutto
ciò che è elettrico là fuori - addirittura il telefono satellitare - ha
smesso di funzionare quando
eravamo sopra l'oggetto", ha detto Stefan Hoberborn subacqueo del
team in un comunicato X Ocean press. "E poi siamo arrivati a circa 200
metri di distanza e si è riacceso, ma tornati sopra
l'oggetto non ha funzionato per l'ennesima volta"
Come risultato fin'ora, c'è ancora una sola immagine sonar di 200 metri e larga 60. Secondo gli esperti nel campo dell'"imaging remote", tuttavia,
l'immagine è "priva di risoluzione, dettaglio e quantificazione," presenta poi "numerosi artefatti di elaborazione" e si presenta come una navicella spaziale solo perché ha una
forma alla Millennium Falcon che ha stimolato la fantasia dei più ottimisti. Invece, hanno detto gli esperti, ciò che l'immagine mostra è probabilmente solo una formazione
rocciosa vagamente circolare, un cuscino di basalto - rara, ma possibile nel mondo degli abissi.
Scoprire la composizione è molto più facile di quanto gli svedeci ci facciano credere, perchè aspettano tanto?
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Scoprire la composizione è molto più facile di quanto gli svedeci ci facciano credere, perchè aspettano tanto?
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venerdì 18 marzo 2016
Danimarca, il crocifisso trovato per caso che potrebbe cambiare la storia
Il danese Dennis Fabricius Holm è uscito per fare una passeggiata
portandosi dietro il suo metal detector. Il cercatore di tesori
amatoriale ha cominciato a perlustrare un campo vicino alla città di
Aunslev (Østfyn, Danimarca) quando all'improvviso il suo dispositivo ha
suonato: scavando, l'uomo ha ritrovato un piccolo crocifisso immerso nel
fango. Holm ha postato la sua scoperta su Facebook e vedendo quel
ciondolo altri appassionati gli hanno consigliato di rivolgersi ad un
museo. Per gli esperti si tratta di un ritrovamento straordinario:
quella croce infatti, forse appartenuta ad una donna vichinga, dovrebbe
risalire alla prima metà del 900 (X secolo) indicando così che il
cristianesimo era già presente in Danimarca ben prima di quanto
ipotizzato finora. Dal peso di solo 13,2 grammi e lungo 4 centimetri, il
manufatto dorato è liscio sul retro e ha un piccolo foro che indica che
fu utilizzato come catenina. La sua datazione dovrebbe essere dellla
prima metà del X secolo mentre fino ad ora, nei libri di storia, i
segnali di presenza del cristianesimo nel paese scandinavo risalivano
alla seconda metà, data delle Jelling Stones, le grandi pietre runiche
di Jutland che mostravano la più antica raffigurazione di Gesù su una
croce in Danimarca. Quelle pietre commemoravano la conversione dei
danesi al cristianesimo ma ora la data potrà essere rivista.
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domenica 13 marzo 2016
“Mio Dio, ma che cos’è?”: carcassa di una creatura lunga oltre 4 metri ad Acapulco
La carcassa di una strana creatura marina è stata ritrovata sul bagnasciuga di una spiaggia di Acapulco, in Messico. Un ammasso informe, lungo circa 4 metri, in avanzato stato di decomposizione che ha attirato decine di curiosi. Le foto e i video dello strano animale sono circolate in rete ed ora in tanti si chiedono a quale specie marina possano appartenere i resti
Il video
Il video
lunedì 22 febbraio 2016
La Nasa diffonde gli strani suoni provenienti dallo spazio e ascoltati dall’Apollo 10
Continua il mistero vissuto dagli astronauti due mesi prima dell’allunaggio del 1969
«The Dark Side of The Moon» (Il lato oscuro della Luna). Così è stato battezzato l’episodio, rimasto top secret sino al 2008, vissuto dagli astronauti dell’Apollo 10 in orbita attorno alla Luna due mesi prima del celebre sbarco avvenuto il 20 luglio 1969.
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«The Dark Side of The Moon» (Il lato oscuro della Luna). Così è stato battezzato l’episodio, rimasto top secret sino al 2008, vissuto dagli astronauti dell’Apollo 10 in orbita attorno alla Luna due mesi prima del celebre sbarco avvenuto il 20 luglio 1969.
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Dopo 40 anni, la musica proveniente dalla faccia nascosta della Luna
giovedì 4 febbraio 2016
Svelato il mito di Atlantide: ecco dove si trova la città leggendaria
Una strada di pietre bianche sui fondali dei Caraibi condurrebbe a una scoperta rivoluzionaria
Secondo Platone, Atlantide si trovava oltre le Colonne d’Ercole, il limite estremo del mondo conosciuto.
Nel IV secolo tale limite corrispondeva a un punto non ben precisato tra la Rocca di Gibilterra e la montagna di Jebel Musa, in Marocco, rispettivamente sulla costa europea e su quella africana.Secondo altri sarebbero state nello Stretto di Messina. Le ipotesi, insomma, sono tantissime; al tema sono state dedicate alcune migliaia di libri e saggi, ma anche videogiochi, fumetti, film e serie Tv. Per secoli, comunque, il mito di Atlantide ha incuriosito studiosi, archeologi e avventurieri.
La leggenda narra che, dopo avere fallito l’invasione di Atene, Atlantide sarebbe sprofondata in un singolo giorno per opera di Poseidone.
Dopo secoli, però, forse il mistero è stato finalmente svelato.
Nell’arcipelago delle Bahamas, al largo dell’isola di Bimini, due biologi hanno scoperto quelli che potrebbero essere i resti di Atlantide.
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domenica 31 gennaio 2016
Bibbia di 1500 anni conferma che Gesù Cristo non è stato crocifisso
Con grande costernazione del Vaticano, è stata trovata in Turchia, un
Bibbia avente circa 1500-2000 anni, attualmente esposta nel Museo
Etnografico di Ankara. Scoperto nel 2000 e, successivamente tenuto
segreto, il libro contiene il Vangelo di Barnaba – un discepolo di
Cristo – il quale rivela che Gesù, né è stato crocifisso, né è il figlio
di Dio, ma è solo un profeta. Il libro, inoltre, giudica l’apostolo
Paolo come un impostore. Il libro sostiene anche che Gesù ascese al
cielo vivo, e che Giuda Iscariota fu crocifisso al suo posto.
Un articolo del National Turk (clicca QUI), dice che la Bibbia è stata sequestrata ad una banda di contrabbandieri durante un’operazione nella zona del Mediterraneo. L’articolo afferma che la banda è stata accusata di contrabbando di antichità, scavi illegali e possesso di esplosivi. Il libro è valutato 40 milioni di lire turche, circa 30.000 euro.
Autenticità
Secondo i rapporti, le autorità religiose di Tehram insistono sul fatto che il libro sia originale. È scritto con lettere d’oro in aramaico, la lingua di Gesù Cristo. Il testo mantiene una visione simile a quella dell’Islam, contraddicendo gli insegnamenti del Nuovo Testamento del cristianesimo. Gesù prevede anche la venuta del Profeta Maometto, che avrebbe fondato l’Islam 700 anni dopo.
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Un articolo del National Turk (clicca QUI), dice che la Bibbia è stata sequestrata ad una banda di contrabbandieri durante un’operazione nella zona del Mediterraneo. L’articolo afferma che la banda è stata accusata di contrabbando di antichità, scavi illegali e possesso di esplosivi. Il libro è valutato 40 milioni di lire turche, circa 30.000 euro.
Autenticità
Secondo i rapporti, le autorità religiose di Tehram insistono sul fatto che il libro sia originale. È scritto con lettere d’oro in aramaico, la lingua di Gesù Cristo. Il testo mantiene una visione simile a quella dell’Islam, contraddicendo gli insegnamenti del Nuovo Testamento del cristianesimo. Gesù prevede anche la venuta del Profeta Maometto, che avrebbe fondato l’Islam 700 anni dopo.
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sabato 2 gennaio 2016
Il mistero degli alberi che camminano in Ecuador
Gli appassionati del Signore degli Anelli potranno essere entusiasti di questa notizia: gli Ent esistono davvero. Più o meno! In Ecuador, infatti, all’interno delle foreste della Riserva della Biosfera Sumaco, vicino a Quito, si possono trovare dei particolari alberi capaci di migrare alla ricerca di luce.
Questi alberi, appartenenti alla specie Socratea exorrhiza e soprannominati ‘alberi mobili’ migrano lentamente attraverso un complesso sistema di radici, percorrendo due o tre centimetri al giorno.
La Socratea exorrhiza è una palma originaria delle aree tropicali del Centro e Sud America. Può arrivare fino a 25 metri di altezza. Conosciuto anche come Palm Walking, quest’albero è impollinato dagli scarabei e i suoi semi sono una fonte di cibo per molti animali che vivono all’interno dell’ecosistema di cui fa parte.
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