mercoledì 4 aprile 2018

Un maxi canyon si è aperto in Africa, il continente si spacca in due

Doglioni (Ingv), fra milioni di anni potrebbe nascere un oceano

Un gigantesco canyon si è aperto per effetto delle alluvioni nel sud-ovest del Kenya ed è la prova che il continente africano si sta spaccando in due. Il fenomeno è la conseguenza del lento movimento in atto da decine di milioni di anni, che sta portando al distacco della placca africana da quella somala, e che nei prossimi 20-30 milioni di anni potrebbe generare un nuovo oceano. Lo conferma Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

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venerdì 30 marzo 2018

Maria Maddalena: la storia vera (?) dietro il film di Garth Davis

Maria Maddalena, a cui Garth Davis dedica la sua ultima fatica cinematografica, è un personaggio controverso della storia del Cristianesimo. Ecco alcuni dettagli della sua storia.


Apostola fra gli apostoli, primo essere umano in assoluto a testimoniare il miracolo della Resurrezione, Maria Maddalena è un personaggio fondamentale della religione cristiana. La sua fortuna nella cultura occidentale, tuttavia, ha attraversato momenti alterni, arrivando oggi all’uscita nelle sale dell’ambiziosa produzione hollywoodiana – Maria Maddalena, appunto – firmata da Garth Davis e interpretata da Rooney Mara e Joaquin Phoenix che si concentra unicamente sulla sua biografia. L’operazione di Davis manca di pregnanza e porta in sala un film compilativo, senza particolari slanci artistici, eppure, gli si riconosce il merito di insinuare nello spettatore l’idea che la Donna – di cui Maddalena diventa simbolo – sia stata depredata di un compito che Dio stesso le ha assegnato duemila anni fa: quello di diffondere la Sua Parola e di insegnare all’umanità la concordia, l’umiltà e la pace.

Parlare di storia vera quando abbiamo a che fare con racconti così densi di simboli e rimandi spirituali è un’operazione assai complessa, ma – pur non garantendo l’assoluta veridicità storica – si risalirà a un vero letterario, dove per letteratura intendiamo i testi base del Cristianesimo, i Vangeli.
Dan Brown nel suo Il codice Da Vinci ha attribuito alla Santa mirabolanti meriti, esaltandola come madre del figlio del Figlio di Dio e identificando il suo ventre con la sacra coppa del Graal, oggetto di leggendarie ricerche e di mitiche avventure: ma, al di là del mito e della letteratura contemporanea, chi era Maria di Magdala, la donna che si unì ai dodici apostoli di Gesù Cristo e abbandonò casa, famiglia ed affetti per seguire la sua missione spirituale?

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Chi era veramente Maria Maddalena?

 

Maria Maddalena - La vera storia (video)

 

giovedì 29 marzo 2018

Il trombettiere di Custer e la verità su Little Big Horn


 




Giovanni Martini e il Tenente W. Cooke
La vigilia di Natale del 1922, la neve riempì di sogni l’oscurità e le strade bianche di Brooklyn chiamarono a raccolta i ricordi. Dietro i vetri Giovanni aspettava con lo sguardo fermo, provando a domare un evento imbizzarritosi tanto tempo fa; arrivano, pensava, mò arrivano… In fondo sapeva che non dovevano essere molti, i ricordi; sarebbero potuti spuntare da un momento all’altro, magari tenendosi sottobraccio come quei tre che stanno attraversando adesso la strada e ridono di nulla, giusto per non morire di freddo.
Però, se così fosse, se davvero quei tre sbandati giù in strada rappresentassero in qualche modo la somma dei suoi ricordi, allora tra poco dovrebbe arrivare anche il pensiero grande, il ricordo vero.

Quello che non cessa di stringergli il cuore e da più di quarant’anni gli porta gente in casa, persone arroganti che gli chiedono sempre la stessa cosa: «Signor Martini ci dica com’è andata, ci racconti la verità; coraggio signor Martini, un’ultima volta, poi non la disturberemo più».

Un ritratto di Martini
Giovanni aveva sessantanove anni, era stanco di raccontare la verità, avrebbe preferito cucirsi la bocca; inoltre, la verità che gli veniva chiesta non era certo la stessa che sapeva lui, una pietra dura che col tempo era diventata l’unica cosa che c’è.
Ma quelli, i giornalisti, insistevano e lui, alla fine, doveva per forza rispondere: «La verità la conoscete meglio di me; avete studiato i fatti, avete letto i documenti, avete parlato con gente importante. Io che vi posso dire di più?». «Lo sa bene cosa può dire, signor Martini; sia gentile, ci faccia questo regalo, visto che domani è Natale: ci dica la verità». «Ricevuto l’ordine sono tornato indietro, ecco la verità». «Sì, signor Martini, lo sappiamo; ma prima di tornare non vide il comandante dirigere i suoi squadroni verso il guado? Questo ce lo deve dire, signor Martini, questo lei lo sa. E poi, qual era esattamente il messaggio?». «Me lo scrisse il tenente Cooke sopra un pezzo di carta, l’avete letto mille volte, l’ha letto tutto il mondo quel messaggio».

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martedì 27 marzo 2018

Majorana, 80 anni fa scompariva il più misterioso dei fisici

Scomparso senza lasciare traccia in una storia che non ha mai smesso di appassionare e che ha sollevato mille domande ancora aperte: 80 anni fa svaniva improvvisamente nel nulla il fisico Ettore Majorana, il più silenzioso e schivo dei Ragazzi di via Panisperna che ruotavano intorno a Enrico Fermi. Capace di trascorrere giorni interi immerso nei calcoli, chiuso nella sua stanza, Ettore Majorana è sparito senza lasciare traccia il 27 marzo 1938.  

Fuga o suicidio: sono state le ipotesi che da allora hanno cominciato ad alternarsi senza mai trovare risposta. La sera della sua scomparsa Majorana era partito da Napoli, dove gli era stata offerta una cattedra, con un piroscafo diretto a Palermo. Aveva annunciato la sua intenzione di sparire in una lettera al suo amico di Napoli, Antonio Carrelli, ritrattata l'indomani con un'altra lettera. Aveva anche scritto alla famiglia, raccomando: "ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero". Da allora in poi non ci sono state notizie.

Le indagini, scattate nei giorni successivi, non hanno portato a nulla e il suicidio è stata solo una delle innumerevoli ipotesi avanzate negli anni. Alcuni avevano pensato a una fuga in Germania, altri in Argentina sulla base di testimonianze lo avrebbero segnalato a Buenos Aires, altri lo avevano segnalato in Venezuela fra il 1955 e il 1959, tanto che su questa base la Procura di Roma aveva riaperto il caso nel 2011, subito archiviato


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lunedì 26 marzo 2018

Inquietante e affascinante: filmato per la prima volta il “diavolo del mare”

Il primo video girato a oltre 800 metri sotto il livello del mare del misterioso abitante delle profondità marine - di E.B. /CorriereTv
Il “diavolo del mare”, il cui nome scientifico è “Caulophryne jordani” (in inglese “Fanfin seadevil” o “Fanfin angler”) vive nelle zone più profonde e recondite degli oceani, fino 1500 metri. Si hanno pochissime informazioni sul suo comportamento e su come vive. Per la prima volta questo pesce è stato filmato da vivo. A riprendere il “diavolo del mare”, a 800 metri di profondità a sud dell'isola di São Jorge, nelle Azzorre, è stata la coppia tedesca, Kirsten e Joachim Jakobsen (moglie e marito), della Fondazione Rebikoff-Niggeler. Nelle foto e nel video dei due esploratori sottomarini si vede un esemplare femmina incinta. Ha un piccolo organo luminoso e i raggi delle pinne, estremamente lunghi, formano una rete di antenne sensoriali. 
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venerdì 23 marzo 2018

In Israele c’è una verdissima collina in mezzo al deserto. Ma da vicino non crederete ai vostri occhi


Noemi Penna
Una collina verde. E' questo che può sembrare ad un primo sguardo. Peccato che quella che vedete in questa foto non sia erba ma vetro. O meglio, una discarica di vetro. Avete letto bene. Si tratta di un enorme cumulo di bottiglie rotte, pronte per essere riciclate dallo stabilimento Phenicia Glass Works della città di Yeruham.  

Questa è l'unica fabbrica di contenitori in vetro in Israele. Produce un milione di bottiglie al giorno per i giganti del settore, da Coca Cola a Heineken, così come per le aziende vinicole israeliane e le compagnie petrolifere. Ma di tutti questi contenitori, circa 300 mila escono dai forni con dei difetti.

Tutti gli scarti vanno quindi a creare delle «colline» alte 15 metri e larghe 70 metri, come un campo da calcio. Ironia della sorte, il verde del vetro le fa sembrare ricoperte d'erba. Un paesaggio suggestivo, soprattutto perché si trova al ridosso del deserto.

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lunedì 19 marzo 2018

Il giallo dei dischetti di plastica trovati sulle spiagge del litorale tirrenico


Da Capri fino alle coste della Toscana. Tutto il litorale tirrenico è invaso da centinaia di dischetti di plastica forati, simili a filtri, di cui è sconosciuta la provenienza. A lanciare l'ennesimo allarme in fatto di ambiente è l'associazione Clean Sea Life, un progetto co-finanziato dall'Unione Europea e nato con l'obiettivo di sensibilizzare il grande pubblico sulla quantità di rifiuti presenti in mare e sulle spiagge.


Scrive Repubblica:
Le segnalazioni sono iniziate il 20 febbraio: quei dischetti, spinti dalle correnti, sono stati dapprima rinvenuti a Ischia, dove un cittadino, Claudio Ciriminna, ha iniziato a raccoglierli ripulendo gli arenili. Poi, spiega Eleonora de Sabata, attivista di Clean Sea Life, quei rifiuti di plastica hanno proseguito la loro corsa verso nord, invadendo il litorale domitio e il basso Lazio, dove le segnalazioni in queste ore sono numerosissime, fino a toccare persino la Toscana (dove i dischetti sono stati recuperati alla spiaggia della Feniglia).
Non è dato sapere di cosa si tratti, ma l'associazione assicura: "Stiamo lavorando con gli oceanografi per cercare di risalire al punto di origine dello sversamento - scrive l'organizzazione sulla propria pagina facebook -.

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giovedì 15 marzo 2018

Aldo Moro, Paolo VI e il mistero dei 10 miliardi di lire per il riscatto

Chi portò a Castel Gandolfo tutti quei soldi? E, soprattutto, dove finirono?

Castelgandolfo, residenza pontificia, 6 maggio 1978. Aldo Moro è prigioniero delle Brigate Rosse da oltre 50 giorni e Papa Paolo VI ne parla con monsignor Cesare Curioni, responsabile dei cappellani carcerari, il quale aveva attivato molteplici contatti per arrivare alla liberazione dell'ostaggio.

Al colloquio assiste anche mons. Fabio Fabbri, segretario di don Curioni. D'improvviso il Papa, nel suo studio, si avvicina ad una consolle coperta con un panno di ciniglia azzurra e solleva un lembo: compare una montagna di soldi, mazzette di dollari, con fascette di una banca ebraica, del valore di circa dieci miliardi di lire, messi a disposizione per il riscatto. Ma tre giorni dopo, il 9 maggio, il corpo senza vita di Moro viene ritrovato in via Caetani, nel centro di Roma. Il fatto è riportato sia in atti giudiziari, sia in atti parlamentari ed è stato ribadito due anni fa davanti alla commissione Moro dallo stesso mons. Fabbri. Ma da dove provenivano tutti quei soldi? E, rimasti inutilizzati, che fine fecero? Nessuno lo sa. Don Curioni è morto nel 1996 senza che quel mistero fosse svelato, mons. Fabbri ha detto di non saperlo, e autorevoli fonti vaticane, recentemente interpellate, hanno ribadito di ignorare chi 40 anni fa procurò quella provvista e dove finì quel fiume di denaro.

La vicenda di quei soldi si lega direttamente a due foto di Moro ostaggio delle Br e al ruolo di don Curioni che - secondo il racconto del suo segretario mons. Fabbri - investito direttamente da Paolo VI dopo il sequestro del presidente della Dc, nel tentativo di arrivare alla liberazione dell'ostaggio, aveva attivato numerosi canali sia con i brigatisti in carcere, sia con un misterioso interlocutore che incontrava nella metropolitana di Napoli e in alcune città del nord Italia. Peraltro, durante una telefonata notturna, Paolo VI - sempre secondo il racconto di mons. Fabbri alla commissione Moro - lesse proprio a don Curioni, che suggerì qualche correzione, la celebre lettera "agli uomini delle Brigate Rosse", che ha la data del 21 aprile 1978, con la quale il Papa invitava a rilasciare Moro "senza condizioni". Attraverso i suoi canali, don Curioni ricevette le due foto di Moro prigioniero, che furono mostrate al Papa. Paolo VI sostenne che la prima non provava che il presidente della Dc era in vita, mentre la seconda - con il presidente della Dc che mostrava la prima pagina del quotidiano la Repubblica - fu ritenuta indiscutibile: Moro era vivo.

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Purgatori ricorda Moro e la povertà intellettuale dei brigatisti

venerdì 9 marzo 2018

Identificati i resti della leggendaria pilota Amelia Earhart

Erano stati trovati su una remota isola dell'Oceano Pacifico 

 

Appartengono ad Amelia Earhart i resti trovati nel 1940 su una remota isola dell'Oceano Pacifico, la leggendaria pilota americana era scomparsa nel 1937 proprio mentre volava sopra il Pacifico. Lo ha stabilito una nuova analisi pubblicata sulla rivista Forensic Anthropology e condotta da Richard Jantz, del Centro di Antropologia Forense all'Università del Tennessee, che ha riesaminato le misurazioni fatte nel 1940: all'epoca i resti erano stati attribuiti ad un uomo.

Il film 'Amelia' - SCHEDA CINEMA


Jantz ha usato il programma informatico Fordisc per stabilire sesso, età e statura partendo da misurazioni dei resti ossei: le analisi hanno rivelato che la somiglianza con Amelia Earhart era maggiore rispetto al 99% di individui in un largo campione di riferimento.

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domenica 4 marzo 2018

Perù, mistero sulle Ande: si apre una voragine lunga due chilometri

Una frana lunga circa due chilometri ha aperto il terreno a Cusco, città delle Ande peruviane. La frattura ha danneggiato una sessantina di abitazioni e ha costretto i residenti all'evacuazione dalle case pericolanti. "Qui c'è una frequente attività sismica, ma i sismografi non hanno registrato un terremoto significativo che possa aver creato questa faglia", ha affermato un geologo. "Dobbiamo capire - continua -  come si è formata, perché potrebbe rappresentare una seria minaccia per gli abitanti di questa zona".

Video

venerdì 23 febbraio 2018

Nikola Tesla, chi era: le invenzioni, la scienza, gli affari

L’ha interpretato David Bowie, al cinema. Suo il nome sulle supercar elettriche di Elon Musk. Ha ispirato romanzi e film. Storia del genio dei lampi e della corrente alternata, che fu anche un incredibile businessman 

Digitando il termine Tesla su Google Search il primo link che rimanda a Nikola arriva a metà della sesta pagina, ed è l’unico presente tra i primi cento indirizzi web proposti dal motore di ricerca. La quasi totalità delle risposte riguarda la Tesla di Elon Musk (scenario prevedibile per questioni di Seo), mentre più sorprendente appaiono le citazioni che trattano la rock band Tesla, che come l’azienda dedita alle auto elettriche ha scelto un nome per omaggiare uno dei più grandi inventori della storia.

L’ingegnere elettrico austro-ungarico poi naturalizzato statunitense è tornato alla ribalta nei giorni scorsi per un film che ripercorrerà la sua storia. A impersonare Tesla sarà Ethan Hawke, che allungherà l’elenco di chi ha già vestito i panni del signore che lo stato di New York celebra ogni 10 luglio (giorno della sua nascita) con il “Nikola Tesla day“. La pellicola diretta da Michael Almereyda, progetto in fase di sviluppo che sarà presentato all’European Film Market a Berlin, arriva dopo “The Current War” e “The Prestige“, con nell’ordine Nicholas Hoult e David Bowie a interpretare lo scienziato.

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mercoledì 14 febbraio 2018

UNA PASSEGGIATA TRA LE MURA MEGALITICHE DI ALATRI


Le sue origini si perdono nella notte dei tempi. Si dice sia nata da un raggio di sole e che la sua costruzione rispecchi la costellazione dei Gemelli. Definita dalla tradizione come la città dei Ciclopi, si pensa che sia stata edificata da un popolo di giganti, legato in qualche modo al dio Saturno. Alatri è un paese dagli albori misteriosi e confusi con il mito, ma di certo custodisce un’ Acropoli tra le più suggestive del Lazio.

Il paese conserva mura megalitiche ancora perfettamente conservate. Ha una delle più imponenti cinta murarie di epoca preromana che circonda completamente il perimetro dell’Acropoli. Ad essa vi si accede attraverso due porte: la Porta Maggiore e la Porta Minore.
La magnificenza della Porta Maggiore vi conquisterà, ha un architrave ciclopica di oltre 5 metri di lunghezza . Da qui avete due possibilità: salire le scale, attraversare la porta e accedere alla civita, oppure proseguire la passeggiata da fuori per ammirare ancora le mura. Continuando a camminare sul lato sud orientale troverete  un’ incredibile parete megalitica – il Pizzo Pizzale – che sfiora i 17 metri.

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giovedì 8 febbraio 2018

La morte della pornostar Olivia Lua diventa un caso


Genova - Olivia Lua è morta e le analisi mediche confermeranno, quasi certamente, quale sia stata la causa della sua fine a 23 anni: un mix letale di pillole e alcol. Era una delle pornostar più note della sua casa di produzione LA Direct Models, con la quale aveva firmato il contratto l’anno scorso. Poi però subito lo stop per i problemi con la bottiglia, l’assenza dal set, la scelta di una clinica di riabilitazione.

Fine della storia? Tutt’altro. Perché Olivia è la quinta pornostar la cui vita si è spenta negli ultimi tre mesi, in un succedersi di eventi luttuosi che oscillano tra il giallo e la spiegazione più semplice: un cocktail micidiale di depressione e di sostanze per provare a ottunderla. Subito prima di lei era toccato a un’altra Olivia, in questo caso Nova, conosciuta come Alexis Rose Forte, soltanto 20 anni, trovata in un appartamento di Las Vegas il 7 gennaio. I test non hanno ancora offerto una risposta, ma anche per lei si sospetta l’overdose di farmaci. Prima di lei Yurizan Beltran, 31 anni, morta per una sospetta overdose. August Ames, 23 anni, si è suicidata. Il caso di Shyla Stylez, 35 anni, è un mistero. 

Gli interrogativi che stanno scuotendo la porno Valley della California sono alimentati dai tempi strettissimi in cui le tragedie si sono consumate. È vero: nella storia dei film a luci rosse ci sono stati suicidi eccellenti, come quello di Shannon Michelle Wilsey in arte Savannah, che si sparò un colpo di pistola nel 1994 temendo di esser rimasta sfigurata dopo un incidente. O morti ambientate in un contestato segnato da antidepressivi e antidolorifici come quella di Marilyn Chambers nel 2009.

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domenica 4 febbraio 2018

Scoperta lastra fossile con le orme di 70 dinosauri

Gli archeologi hanno scoperto una lastra fossile in cui sono presenti le orme di 70 dinosauri. Il reperto si trovava in un parcheggio della Nasa, a poca distanza dalla Casa Bianca, e risale a oltre 110 milioni di anni fa.

La lastra è stata scoperta, come hanno raccontato i ricercatori alla stampa, in modo fortuito. Era il 2012 quando Ray Stanford, 79enne esperto di dinosauri, fece visita a sua moglie che lavorava nella sede Nasa del Goddard Space Flight Center a Greenbelt, vicino Washington. I due pranzarono insieme e dopo il pasto l’uomo si avviò al parcheggio.
Qui vide una pietra d’arenaria strana. Il reperto si trovava lì da oltre 110 milioni di anni e nessuno si era mai accorto di nulla. Su di essa erano incise le orme di ben 70 dinosauri vissuti nelle paludi del Maryland.

“C’è un vero e proprio film su quella lastra” ha spiegato Stanford, raccontando che sulla pietra si trovavano sovrapposte le impronte non solo di dinosauri, ma anche di altri animali che avevano popolato la Terra. Dopo uno studio durato sei anni l’uomo ha annunciato la scoperta pubblicando i risultati sulla rivista “Scientific Reports”.

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sabato 27 gennaio 2018

Vi presentiamo Avgi, la ragazza greca vissuta 9000 anni fa

Gli scienziati sono riusciti a ricostruire il volto di Avgi, una ragazza greca vissuta 9000 anni fa

Si chiama Avgi ed è una donna greca vissuta più di 9 mila anni fa. Gli studiosi sono riusciti a ricostruire il suo volto utilizzando uno scheletro ritrovato negli Anni Novanta in Grecia.
La ragazza, che è stata chiamata con un termine greco che vuol dire “alba”, viveva verso la fine del Mesolitico. Secondo gli esperti sarebbe stata partecipe della nascita dei primi villaggi in cui gli uomini si occupavano di allevamento e agricoltura, un cambiamento epocale per l’evoluzione.
Lo scheletro della donna si trovava all’interno di una grotta a Theopetra, in Tessaglia, ed è stato trovato nel 1993. Nel corso degli anni gli scienziati l’hanno analizzato e studiato. Oggi, grazie alle moderne tecnologie, è stato possibile ricostruire il volto di Avgi.

Il lavoro, durato anni, ha dato i suoi frutti e ora tutti possono guardare negli occhi Avgi, compiendo un salto indietro nel tempo. Il viso della donna è stato presentato nel corso di un evento che si è tenuto nel museo dell’Acropoli ad Atene.

Gli studiosi dell’università hanno spiegato che non è stato affatto semplice ricostruire i tratti somatici della donna. Per scoprire come era il suo volto è stato necessario un lavoro di squadra unico. La ricerca ha visto la partecipazione di un radiologo, di un ortopedico, un patologo, un endocrinologo e un neurologo.

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mercoledì 24 gennaio 2018

L’assassinio di Guido Rossa

Negli anni Settanta la lotta armata scuote la vita sociale e politica dell’Italia, e le ripercussioni sono notevoli in ogni settore. A Genova, nel 1974, si costituisce la colonna genovese delle Brigate Rosse, guidata da Rocco Micaletto. Tra i militanti aderenti all’organizzazione vi sono: Riccardo Dura, Fulvia Maglietta, Francesco Lo Bianco e Livio Bistrocchi. Si può ben dire che l’attività della colonna genovese, portata avanti per circa quindici anni, termina proprio con l’uccisione dell’operaio Guido Rossa, che avviene il 24 gennaio 1979.

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lunedì 15 gennaio 2018

Un trono di meteorite: ecco cosa custodirebbe la piramide di Cheope


Torino - Un trono di ferro meteoritico. Potrebbe essere questo il «grande segreto» celato dalla camera dei misteri della Piramide di Cheope, la cavità recentemente scoperta all’interno della tomba del faraone nella piana di Giza, in Egitto. A dare questa interpretazione è il professor Giulio Magli, matematico e archeoastronomo del Politecnico di Milano.

La sua ricerca è stata appena pubblicata su arXiv e ipotizza che quell’enorme cavità - presentata al mondo lo scorso novembre da un team di ricercatori guidato da Mehdi Tayoubi (Hip Institute, Parigi) e Kunihiro Morishima (Università di Nagoya, Giappone) - custodisca al suo interno il trono di ferro che serviva al faraone per raggiungere le stelle del Nord, ovvero per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio verso l'aldilà.

Utilizzando una tecnica non invasiva - basata sulla misurazione di particelle elementari generate nei raggi cosmici - i ricercatori hanno attestato la presenza di una grande camera segreta. E da quel momento si è aperta la sfida per capire cosa custodisca e a cosa fosse destinata.

All’interno della piramide ci sono quattro condotti strettissimi, che puntano verso le stelle. Una di queste è già stata esplorata senza risultati, mentre il foro più a nord è tutt’oggi sigillato. E per Magli potrebbe essere proprio quella la via che conduce alla «sala del trono».

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Il Disco di Libarna: un'interpretazione astronomica

In occasione del Festival della Scienza di Genova, la Sala Ovale del Museo Archeologico Ligure situato a Pegli è diventata un polo di attrazione per l’esposizione di un reperto che per la prima volta viene mostrato al pubblico: il Disco di Libarna. L’elegante sala, situata all’interno di Villa Durazzo-Pallavicini che ospita la collezione archeologica più importante della regione, è anche stata la sede dell’attesa conferenza tenuta dal dr. Walter Riva (Osservatorio Astronomico di Genova Righi) e dall’archeoastronomo valdostano prof. Guido Cossard, in cui sono stati presentati i risultati di almeno un anno di studi effettuati sul singolare reperto, che è stato battezzato “Disco di Libarna”. Siamo particolarmente soddisfatti di aver preso parte alla serata, unica nel suo genere. Tra i primi, anche, ad aver potuto ammirare il reperto in mostra, con tutto il fascino del mistero che porta con sè. L'esposizione, intitolata "Contatti con il passato. Il Disco lunare di Libarna",  è stata infatti inaugurata il giorno precedente la conferenza. il nostro interesse è stato soddisfatto anche perchè si sono snocciolati argomenti che abbiamo già affrontato nelle pagine di questo sito, si sono citati luoghi e reperti che abbiamo visto durante i nostri sopralluoghi e questo è molto importante per noi, ai fini di collegare tra loro contesti e culture. In questo ultimo periodo si è sparsa a macchia d'olio la notizia della "decifrazione" del Disco di Libarna e i titoli più ricorrenti nella rete erano del tipo: "Mistero risolto!". Ma è veramente così? E' ciò che cercheremo di capire, partendo dal fatto che ben pochi (noi compresi) sapevano cosa fosse questo oggetto, fino a pochi mesi fa. Andiamo quindi a fare la sua conoscenza.

    Il reperto, il contesto del ritrovamento e la nascita di una nuova teoria


Si tratta di una sottile lamina discoidale di piombo del diametro massimo di pochi centimetri, forato al centro e ricoperto di incisioni su entrambe le facce e sono proprio questi “segni” ad avere “rivoluzionato” l’interpretazione dell’oggetto che giaceva –fino allo scorso anno- nel deposito museale con la vaga classificazione di “peso” e mai degnato di considerazione. Come vaga, del resto, permane la sua provenienza. Come giunse al Museo Archeologico di Genova Pegli? E’ necessario fare una breve cronistoria sul contesto del ritrovamento, che fu l’antica città romana di Libarna, di cui si erano perse le tracce. Abbiamo visitato nel 2016 l’area archeologica dell’antica Libarna[1], restandone affascinati ma nulla potevamo sapere, allora, di questo reperto. L’insediamento (comune di Serravalle Scrivia in provincia di Alessandria, in Piemonte) era sorto su un precedente sito della media Età del Ferro (VI-V secolo a. C.)[2] e i Romani ne fecero un centro nevralgico posto a ridosso dell’importante arteria viaria detta Postumia (realizzata nel 148 a.C.) che collegava Genova a Tortona e quindi alla Pianura Padana (giungendo fino ad Aquileia).

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In occasione del Festival della Scienza di Genova, la Sala Ovale del Museo Archeologico Ligure situato a Pegli è diventata un polo di attrazione per l’esposizione di un reperto che per la prima volta viene mostrato al pubblico: il Disco di Libarna. L’elegante sala, situata all’interno di Villa Durazzo-Pallavicini che ospita la collezione archeologica più importante della regione, è anche stata la sede dell’attesa conferenza tenuta dal dr. Walter Riva (Osservatorio Astronomico di Genova Righi) e dall’archeoastronomo valdostano prof. Guido Cossard, in cui sono stati presentati i risultati di almeno un anno di studi effettuati sul singolare reperto, che è stato battezzato “Disco di Libarna”. Siamo particolarmente soddisfatti di aver preso parte alla serata, unica nel suo genere. Tra i primi, anche, ad aver potuto ammirare il reperto in mostra, con tutto il fascino del mistero che porta con sè. L'esposizione, intitolata "Contatti con il passato. Il Disco lunare di Libarna",  è stata infatti inaugurata il giorno precedente la conferenza. il nostro interesse è stato soddisfatto anche perchè si sono snocciolati argomenti che abbiamo già affrontato nelle pagine di questo sito, si sono citati luoghi e reperti che abbiamo visto durante i nostri sopralluoghi e questo è molto importante per noi, ai fini di collegare tra loro contesti e culture. In questo ultimo periodo si è sparsa a macchia d'olio la notizia della "decifrazione" del Disco di Libarna e i titoli più ricorrenti nella rete erano del tipo: "Mistero risolto!". Ma è veramente così? E' ciò che cercheremo di capire, partendo dal fatto che ben pochi (noi compresi) sapevano cosa fosse questo oggetto, fino a pochi mesi fa. Andiamo quindi a fare la sua conoscenza.
  • Il reperto, il contesto del ritrovamento e la nascita di una nuova teoria


Maggiori informazioni http://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/archeoastronomia/il-disco-di-libarna/

domenica 17 dicembre 2017

Il Pentagono Usa ammette: nostro programma per cercare gli Ufo

A rivelarlo il New York Times, che mostra anche le immagini di presunti incontri tra militari americani e oggetti volanti non identificati. Lo studio, coperto da segreto, sarebbe stato finanziato con 22 milioni di dollari dal 2007 al 2012. Anche senza fondi sarebbe ancora attivo

ROMA. Valeva 22 milioni di dollari del budget di cui dispone il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Una piccola cifra, difficile da trovare se non si conosceva la sua esistenza, se paragonata ai 600 miliardi annuali di cui il DoD disponeva. Il finanziamento per 5 anni è servito a indagare sugli Ufo in segreto. Ora però il Pentagono ha riconosciuto per la prima volta l'esistenza di quel programma per identificare le minacce aerospaziali avanzate.

A scriverlo è il quotidiano americano New York Times secondo cui il programma, lanciato nel 2007, è stato interrotto nel 2012. Ma i suoi sostenitori affermano che, anche se il dipartimento alla Difesa ha smesso di erogare i fondi, il progetto è rimasto in vita: negli ultimi cinque anni dirigenti legati al programma avrebbero continuato a indagare su episodi riportati da alcuni militari.


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sabato 16 dicembre 2017

Il mistero del rumore costante emesso dalla Terra

La Terra emette un rumore costante che è impossibile percepire e che per gli studiosi rimane un grande mistero

La Terra emette un rumore, anche se noi non riusciamo a sentirlo. Se improvvisamente spegnessimo ogni dispositivo e tutto si fermasse per qualche secondo, potremmo (forse) sentire il suono del nostro Pianeta. Un rumore molto particolare, che è sempre stato circondato da un grande mistero e che solo di recente gli scienziati sono riusciti a registrare per la prima volta. 

Si tratta di un rumore bassissimo, ma costante. Una sorta di ronzio che è stato definito dagli esperti “oscillazione libera”. L’unico modo per ascoltarlo è stato sul fondo dell’Oceano, dove una recente ricerca ha consentito di catturarlo. La Terra infatti è protagonista di una vibrazione che non ha nulla a che vedere con quella delle placche terrestri che provocano i terremoti. Si tratta di un suono perpetuo avvolto dal mistero e di cui da sempre si cerca l’origine. Il segnale a bassa frequenza è difficile da catturare ed è stato scoperto solamente di recente.

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mercoledì 13 dicembre 2017

Marco Columbro: “Gesù era un alieno e anche il Papa lo sa. Presto un annuncio anche di Vladimir Putin”

Non solo, noi stessi siamo degli extraterrestri: "D'altronde, i grandi capi di Stato sono in contatto con loro sin dagli anni '40, noi siamo frutto della loro creazione” ha spiegato a Spy l'ex conduttore televisivo

“Pure Papa Francesco, due anni fa, ha fatto una dichiarazione pazzesca passata sotto silenzio: ‘Noi dobbiamo portare nel nostro cuore gli insegnamenti di un essere alieno, il cui nome era Gesù‘. Nel Vangelo stesso, quello di Giovanni, è riportata una frase di Gesù: ‘Io non sono di questo mondo, dove vado io voi non potete venire. Io sono di lassù, voi siete di quaggiù’. Più chiaro di così? Se il Papa ha detto una cosa del genere è solo perché sa che prima o poi ci sarà un contatto con questi esseri. E sarà più prima che poi. Pure Putin è sull’orlo di fare una dichiarazione di questo tipo”. Frasi pronunciate dall’ex conduttore televisivo Marco Columbro al settimanale Spy. Rivelazioni che forniscono un nuove contributo alle varie teorie cospirazioniste?

Gli alieni quindi non solo esistono, ma noi stessi discendiamo da loro: “D’altronde, i grandi capi di Stato sono in contatto con loro sin dagli anni ’40, noi siamo frutto della loro creazione” spiega Columbro. Con l’aiuto dei suoi 13 telegatti, l’ex conduttore si è immerso nello studio e ha trovato le prove che l’hanno portato a svelare questo segreto che i potenti custodivano da tempo. Gesto che ha fatto per puro umanesimo: “Mi ritengo un libero ricercatore dello spirito da 35 anni. Ho avuto il privilegio di conoscere vari maestri spirituali, compreso il Dalai Lama– ha raccontato a Spy-. Ma non seguo nessuna religione, sia chiaro: non sono buddista. Chi si occupa di spiritualità come me, si occupa anche di vita tout court. Io non credo che esista solo l’uomo in un questo pianetino immerso in miliardi di altre galassie”.

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mercoledì 29 novembre 2017

Bergamini: periti, soffocato e coricato sotto camion

Incidente probatorio a Castrovillari. Ilaria Cucchi: 'Si riapre strada verità su vicenda Denis'

Donato Bergamini fu "soffocato ed era già morto prima di essere coricato sotto il camion". E' quanto emerso dall'incidente probatorio davanti al gip di Castrovillari nel corso del quale i periti nominati dallo stesso giudice hanno depositato ed illustrato il loro lavoro. A riferirlo è stato l'avv. Fabio Anselmo, legale della famiglia Bergamini. "E' stata assolutamente confermata l'ipotesi della morte per asfissia ed i periti hanno detto che era già morto prima di essere coricato sotto il camion", ha detto.

L'incidente probatorio era necessario per il deposito e la discussione delle perizie sulle cause della morte di Donato "Denis" Bergamini, il calciatore del Cosenza deceduto il 19 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico (Cosenza).

Nelle scorse settimane era emerso che i periti nominati del gip avrebbero attribuito al soffocamento con una sciarpa la causa del decesso che, in origine, era stata attribuita ad un suicidio dato che il corpo finì sotto le ruote di un camion in transito sulla statale 106. Adesso, nella terza inchiesta avviata sul decesso del calciatore (le altre sono state archiviate, la prima come suicidio), sono indagati l'ex fidanzata dell'epoca del calciatore, Isabella Internò, e l'autista del camion, Raffaele Pisano.

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lunedì 27 novembre 2017

Edgar Allan Poe viaggiava nel tempo: le prove nelle sue opere

Edgar Allan Poe è stato uno dei massimi scrittori americani dell'Ottocento. Non solo: secondo alcuni sarebbe stato anche in grado di viaggiare nel tempo, come dimostrerebbero alcuni particolari presenti nelle sue opere.

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sabato 25 novembre 2017

Misteriosa morte di un banchiere

La fine di Roberto Calvi e i lati oscuri del Banco Ambrosiano

Il 18 giugno 1982 a Londra, sotto il Blackfriars bridge, viene trovato impiccato il banchiere italiano Roberto Calvi. E’ l’epilogo di una travagliata avventura finanziaria, cominciata laddove era finita quella di un altro banchiere, Michele Sindona. Ad accomunare i due, oltre all’iscri- zione alla Loggia P2, le loro capacità professionali nel sistema dei mille incroci societari, la politica delle "scatole vuote" acquistate e poi rivendute.Nel 1975 Roberto Calvi diventa presidente dell’Ambrosiano. Per impadronirsene completamente, crea una rete di strutture ad hoc, formate da filiali off shore alle Bahamas, holding in Lussemburgo, società pirata in centro-america e casseforti in Svizzera.Nel corso degli anni Calvi crea così un impero – giovandosi soprattutto dei suoi legami piduisti e delle entrature che possiede in Vaticano attraverso lo IOR di monsignor Paul Marcinkus - che si sviluppa a dismisura e che diventa punto nodale non solo del riciclaggio dei soldi sporchi della criminalità organizzata, ma anche per operazioni internazionali di vario spettro: dal traffico d’armi per la guerra delle Falkland-Malvine al sostegno della di Somoza, fino al finanziamento del sindacato cattolico polacco Soli- darnosc, tanto caro a papa Giovanni Paolo II. Ma il gioco delle scatole vuote di Roberto Calvi non dura a lungo. Nel 1981, travolto dal fallimento del Banco Ambrosiano, Calvi viene arrestato. Appena scarcerato, fugge all’estero nel tentativo di salvare un impero in disfacimento con il sistema del ricatto politico: un’operazione che non gli riuscirà. Qualcuno gli legherà un cappio attorno al collo.

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Roberto Calvi, archiviata ultima inchiesta. “Ma fu omicidio fra Vaticano, mafia e P2. Rogatorie a Santa Sede, esiti inutili”

 

Gianluigi Nuzzi porta gli intrighi vaticani a teatro: «Il vero riformatore? È stato Ratzinger»

mercoledì 22 novembre 2017

Piramide di Cheope, nella camera segreta forse il trono

Costruito per l'anima del faraone, con il ferro dei meteoriti

La cavità scoperta nella piramide di Cheope grazie ai raggi cosmici (fonte: ScanPyramids mission)

La misteriosa cavità appena scoperta nella piramide di Cheope grazie alla 'radiografia' ai raggi cosmici potrebbe custodire il trono di 'ferro' del faraone, ovvero il sedile del corredo funerario realizzato con il ferro portato sulla Terra dai meteoriti: a sostenere questa ipotesi, basata sullo studio degli antichi testi delle piramidi, è l'archeoastronomo Giulio Magli del Politecnico di Milano, che con un articolo pubblicato sul sito ArXiv suggerisce di tentare una nuova esplorazione nella piramide con l'ausilio di robot.

"Valutando la statica della struttura, è chiaro che questa camera non poteva avere una funzione di scarico del peso, come avevano suggerito alcuni egittologi dopo la pubblicazione della scoperta su Nature", spiega Magli all'ANSA. La radiografia fatta con i muoni, particelle prodotte dallo scontro dei raggi cosmici con l'atmosfera, "ha evidenziato che la cavità si trova lungo l'asse Nord-Sud della piramide, che ha un particolare significato simbolico.

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Chi è Chico Forti

Chico Forti, pseudonimo di Enrico Forti ( Trento ,  8 febbraio   1959 ), è un ex  velista  e  produttore televisivo   italiano . Nel 1998, F...