Martin Stubbs, manager di un’emittente televisiva canadese, registrava
le trasmissioni ufficiali delle missioni Shuttle della NASA quando
scoprì, impresse nei nastri, delle strane “anomalie” presenti spesso
nello spazio vicino alle navette terrestri. Quegli avvistamenti
rappresentano una importante prova dell’esistenza di “oggetti” non
terrestri presenti nello spazio perché le immagini in cui compaiono sono
quelle trasmesse in diretta dalla stessa NASA in un periodo, inoltre,
in cui non era ancora presente la tecnologia digitale di oggi. Tutto
questo convalidato anche dai colloqui in diretta tra gli astronauti al
lavoro fuori dalle navette e la basa a terra, dialoghi in cui si fa
spesso riferimento ad oggetti non identificati e che spesso vengono
censurati o addirittura secretati. Nonostante le spiegazioni ufficiali
di ciò che di strano compare nei nastri è evidente che non si tratta di
qualcosa spiegabile solamente come un fenomeno naturale, come dimostrerà
Martin nel corso del documentario e, ovviamente, come potrete vedere
anche voi stessi.
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sabato 10 maggio 2014
martedì 6 maggio 2014
LA CREAZIONE DELL'UOMO
a cura di Filippo Cozzatelli
Quando i Nefilim arrivarono, circa 450.000 anni fa, un terzo della Terra era coperto da ghiacci (seconda glaciazione), il livello dei mari era più basso (fino a 200 metri) e le condizioni climatiche di alcuni luoghi erano decisamente diverse da come le conosciamo ora. Scelsero tre luoghi che a turno divennero il centro di una civiltà antica: la regione del Nilo, quella dell’Indo e quella del Tigri e dell’Eufrate, tutte ricche di acqua, petrolio (tranne quella dell’Indo) e con un clima temperato. La prima città fondata fu Eridu, poi ne seguirono altre sei, ma la cosa importante è che non furono costruite in modo casuale, ma con una logica ben precisa: il Monte Ararat domina l’altopiano armeno con il suo diametro di 40 km e con le due altissime cime perennemente innevate (Piccolo Ararat e Grande Ararat) ed è adattissimo per farci passare un immaginario meridiano che va ad intersecare il corso dell’Eufrate, inoltre è un luogo accessibile sia via terra (intorno al massiccio montuoso c’è un’enorme pianura per poter atterrare) che via fiume (L’Eufrate con le sue ricche fonti di bitumi superficiali); le tre città di Bad Tibira, Shuruppak e Nippur si trovano su una linea che forma un angolo preciso di 45° rispetto al meridiano di Ararat e che incrocia il meridiano esattamente a Sippar! Le altre due città, Eridu e Larsa, si trovano anch’esse lungo un’altra linea che incrocia la prima e il meridiano di Ararat proprio a Sippar. Basandoci su un antico schizzo che metteva Nippur al centro di un cerchio, e tracciando cerchi concentrici che toccano le diverse città, scopriamo che un’altra delle antiche città sumeriche, Lagash, si trovava esattamente su uno di questi cerchi, in posizione perfettamente speculare a Larsa. Cosi costruite diventavano, dall’alto, un facile modo per poter individuare ed atterrare senza problemi. Sippar divenne il loro porto spaziale e Nippur il centro di controllo della missione.
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Quando i Nefilim arrivarono, circa 450.000 anni fa, un terzo della Terra era coperto da ghiacci (seconda glaciazione), il livello dei mari era più basso (fino a 200 metri) e le condizioni climatiche di alcuni luoghi erano decisamente diverse da come le conosciamo ora. Scelsero tre luoghi che a turno divennero il centro di una civiltà antica: la regione del Nilo, quella dell’Indo e quella del Tigri e dell’Eufrate, tutte ricche di acqua, petrolio (tranne quella dell’Indo) e con un clima temperato. La prima città fondata fu Eridu, poi ne seguirono altre sei, ma la cosa importante è che non furono costruite in modo casuale, ma con una logica ben precisa: il Monte Ararat domina l’altopiano armeno con il suo diametro di 40 km e con le due altissime cime perennemente innevate (Piccolo Ararat e Grande Ararat) ed è adattissimo per farci passare un immaginario meridiano che va ad intersecare il corso dell’Eufrate, inoltre è un luogo accessibile sia via terra (intorno al massiccio montuoso c’è un’enorme pianura per poter atterrare) che via fiume (L’Eufrate con le sue ricche fonti di bitumi superficiali); le tre città di Bad Tibira, Shuruppak e Nippur si trovano su una linea che forma un angolo preciso di 45° rispetto al meridiano di Ararat e che incrocia il meridiano esattamente a Sippar! Le altre due città, Eridu e Larsa, si trovano anch’esse lungo un’altra linea che incrocia la prima e il meridiano di Ararat proprio a Sippar. Basandoci su un antico schizzo che metteva Nippur al centro di un cerchio, e tracciando cerchi concentrici che toccano le diverse città, scopriamo che un’altra delle antiche città sumeriche, Lagash, si trovava esattamente su uno di questi cerchi, in posizione perfettamente speculare a Larsa. Cosi costruite diventavano, dall’alto, un facile modo per poter individuare ed atterrare senza problemi. Sippar divenne il loro porto spaziale e Nippur il centro di controllo della missione.
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domenica 27 aprile 2014
Gesù aveva una moglie? Ecco il papiro che “svela il mistero”
La scienza conferma: il frammento in cui si fa riferimento alla sposa del Cristo è antico e non un falso di età moderna.
Poco più di un brandello di papiro (circa quattro centimetri di altezza per nove di lunghezza) sul quale si dibatte da diversi anni, tra l’entusiasmo e lo scetticismo di quanti credono di avere tra le mani la chiave per svelare un segreto del passato contrapposti a coloro i quali sollevano ancora leciti sospetti. Adesso però giunge la conferma del mondo scientifico a porre fine alla controversia che va avanti dal 2012: dopo due anni di accurate indagini diagnostiche, la Harvard Divinity School ha infatti annunciato che il frammento in questione non sarebbe affatto un falso di età moderna ma che risalirebbe ad un arco di tempo compreso tra il VI ed il IX secolo. Il suo contenuto testuale, però, potrebbe essere ancora più antico: ma perché ci interessa tanto?
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venerdì 12 aprile 2013
Il mistero della strana pietra sul fondo del lago di Tiberiade
Pesa 60 mila tonnellate ed è a forma di cono. Nessuno riesce a spiegare con certezza la sua origine
Maurizio Molinari
C’è un mistero in fondo al Lago di Tiberiade: si tratta di una
pietra da 60 mila tonnellate a forma di cono di cui nessuno archeologo
riesce a spiegare con certezza l’origine. Rilevata per la prima volta dai sonar di un gruppo di ricercatori israeliani nel sud-est del Lago nel 2003, la gigantesca pietra è oggetto di un lungo e dettagliato studio pubblicato sull’ultimo numero dell’”International Journal of Nautical Archeology”. La misteriosa struttura anzitutto è grezza, a forma di cono, composta da pietre e sassi di basalto, misura 7 metri di altezza e 70 di diametro ovvero oltre il doppio della cornice esterna della pietra di Stonehenge. Strutture simili in pietra sono in genere note per essere, in altre regioni, delle tombe ma nessuno degli archeologi e ricercatori che ha esaminato le immagini dei fondali è giunto a simili conclusioni. I sommozzatori che l’hanno esaminata da vicino, riporta l’articolo, affermano di non aver visto alcun segno di lavorazione della pietra, confermando però che si tratta di un cumulo di pietre che solo l’intervento dell’uomo può aver messo le une sulle altre. L’ipotesi avanzata dal “Journal” è che il “mucchio di pietre” sia stato creato da esseri umani sulla terraferma e dunque prima che il Lago di Tiberiade la ricoprisse.
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sabato 30 marzo 2013
La Sindone
La "storia" e i suoi limiti nella vicenda della Sindone
E' storicamente documentato che la Sacra
Sindone si trovava in Francia nel 1353 o poco prima, ed è noto
l'itinerario da essa percorso per giungere a Torino, ove tuttora si
trova.(1)
Altrettanto certo è che si tratti di un lenzuolo mortuario che, per
l'immagine di un uomo che mostra sul corpo segni compatibili con la
Passione di Cristo, è sorprendentemente simile a quello che per secoli
fu conservato ed esposto alla venerazione dei fedeli ogni venerdì nella
chiesa di Santa Maria di Blacherne a Costantinopoli.
Tra i visitatori illustri cui gli
imperatori bizantini mostrarono il Telo tra il 1171 e il 1203, figurano
Guglielmo, cancelliere del Regno di Gerusalemme e arcivescovo di Tiro, e
Almerico re di Gerusalemme. Ma da Costantinopoli scomparve nel tragico
1204, quando la città fu espugnata e saccheggiata dai Cavalieri della IV
crociata. Molti cimeli di grande valore devozionale e artistico furono
allora depredati dai conquistatori e portati in Europa. Sebbene non
storicamente provato, è verosimile che la stessa sorte sia toccata anche
a quel sudario, la reliquia più sacra dell'intera Cristianità. E' possibile che la Sindone di Torino e quella di Costantinopoli siano lo stesso oggetto? Numerosi e convincenti indizi inducono a crederlo.(2)
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domenica 24 marzo 2013
Ecco il “primo extraterrestre” caduto sulla Terra
In un meteorite caduto nello Sri Lanka il 29 dicembre 2012 sarebbero
state trovate delle alghe fossilizzate. Le foto sono eccezionali. I
ricercatori escludono la contaminazione. Inoltre vi sarebbero evidenze
di strutture rotonde simili a strutture scoperte anni fa in India che
sembravano provenire dallo spazio. Se la scoperta venisse confermata
sarebbe davvero rivoluzionaria.
Per la prima volta sarebbe stato scoperto con certezza matematica la presenza di un extraterrestre in un meteorite caduto nello Ski Lanka. L’”extraterrestre” è un’alga, una diatomea.
A pubblicare sul Journal of Cosmology l’eccezionale scoperta sono tre ricercatori della University of Buckingham (UK) (N.C. Wickramasinghe), della Cardiff University (UK) (J. Wallis) e del Medical Research Institute, Colombo, Sri Lanka (D.H. Wallis).
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Per la prima volta sarebbe stato scoperto con certezza matematica la presenza di un extraterrestre in un meteorite caduto nello Ski Lanka. L’”extraterrestre” è un’alga, una diatomea.
A pubblicare sul Journal of Cosmology l’eccezionale scoperta sono tre ricercatori della University of Buckingham (UK) (N.C. Wickramasinghe), della Cardiff University (UK) (J. Wallis) e del Medical Research Institute, Colombo, Sri Lanka (D.H. Wallis).
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Il misterioso Mercurio
Da un paio di anni la sonda della Nasa chiamata Messenger è in orbita attorno a Mercurio,
il più infernale dei pianeti del sistema solare. Di questo pianeta si
conosceva molto poco perché era stato sorvolato solo un paio di volte,
ma nessuna sonda si era inserita in orbita per studiarlo da vicino.
Messenger ora, ci sta svelando un pianeta davvero irriconoscibile. Si
era sempre pensato che esso fosse ricoperto unicamente da crateri, come quelli lunari, ma le decine di migliaia di immagini arrivate a Terra mostrano con sempre maggior chiarezza che anche su quel pianeta numerosi furono i vulcani attivi nel passato.
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