E’ il 6 maggio 1996. Sono da poco passate le 9.00. Nada Cella, impiegata 24enne, viene trovata barbaramente assassinata nell’ufficio del suo datore di lavoro, il commercialista Marco Soracco, a Chiavari (GE).
La ragazza aveva appena aperto l’ufficio e acceso il computer. Presumibilmente, il suo assassino ha suonato alla porta e Nada,
tranquilla, lo ha fatto entrare: la ragazza viene trovata con la testa
fracassata da un oggetto contundente che - come spesso accade nei
delitti di difficile soluzione - non sarà mai trovato.
E’ lo stesso Soracco a trovare la ragazza in fin di vita. La corsa al reparto rianimazione dell’ospedale S. Martino è inutile: Nada muore sei ore più tardi.
Sono i medici che soccorrono Nada
a stabilire che la ragazza è stata vittima di una aggressione e non di
un incidente, come inizialmente sembrava: scattano le indagini, ma nel
frattempo - come purtroppo spesso ancora avviene - la scena del delitto è
stata irrimediabilmente inquinata: le tracce di sangue sulle scale del
palazzo sono state lavate, così come quelle lasciate nell’ufficio.
Le indagini si concentrano sul più facile dei sospettabili, cioè proprio il datore di lavoro di Nada, Marco Soracco.
Il commercialista ha 34 anni, è laureato in economia e commercio e da
qualche anno ha aperto a Chiavari uno studio molto avviato. Riservato,
educato, scapolo e cattolico, vive con la madre e la zia nello stesso
caseggiato dove si trova l’ufficio, al piano superiore. Il padre,
scomparso due anni prima, era stato direttore del dazio e quindi
responsabile dell’ufficio anagrafe del Comune di Chiavari.
Continua qui
venerdì 3 febbraio 2017
martedì 31 gennaio 2017
Lo strano suicidio di Luigi Tenco
Resta e resterà per sempre un mistero.
La morte di Luigi Tenco è stato un suicidio o un omicidio? Di certo rimarrà l’emblema di una delle inchieste investigative più pasticciate e demenziali che si siano mai svolte in Italia.
L’inchiesta ufficiale, comunque, ha detto: suicidio. Concludendosi con un decreto di archiviazione che non lascia dubbi: nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967, il cantautore Luigi Tenco si tolse la vita con un colpo di pistola alla tempia destra nella stanza 219 dell’Hotel Savoy di Sanremo. Durante le giornate del Festival.
Tenco aveva cantato in coppia con Dalida una canzone francamente brutta, “Ciao, amore ciao”. Poi, visibilmente depresso, era andato a cena con la stessa Dalida, il suo produttore Paolo Dossena e altri amici, ma giunto al ristorante aveva deciso di tornare in albergo. Da questo momento cominciano i pasticci investigativi.
“All’1.40 - ha scritto Aldo Fegatelli Colonna in una recente biografia - Tenco è ancora vivo. Dalida riferirà al commissario Molinari di essere entrata nella stanza di Tenco tra le 2.00 e le 2.10. Il dottor Borelli, che ne constata il decesso, è arrivato sul posto alle 2.45 e presume che la morte risalga a quindici-venti minuti prima al massimo, cioè non prima delle 2.25. Ci sono due “buchi”, uno di dieci minuti, l’altro di mezz’ora”.
La porta della stanza 219 è accostata e con la chiave nella toppa esterna.
Ai primi soccorritori Dalida appare mentre alza da terra il busto di Luigi e lo abbraccia. E’ un flash d’agenzia a diffondere la notizia della morte del cantautore, dando per certa la tesi del suicidio. Il primo inquirente a giungere sul posto è il vicedirigente del commissariato di Sanremo, Arrigo Molinari, il cui nome (detto per inciso), anni dopo, finirà nelle liste della P2.
Il cadavere, stranamente, viene subito trasferito all’obitorio e poi riportato in albergo, dal momento che gli investigatori si sono dimenticati (sembra incredibile!) di “fare effettuare i rilievi fotografici essenziali per la completezza del fascicolo da trasmettere alla Procura”.
Tenco è stato ucciso da un colpo di calibro 22, la stessa pistola che stringe in pugno, ma nella sua stanza viene trovata anche un’altra arma: una Walter Ppk. Salta fuori che la sera prima di morire Tenco aveva vinto al casino circa 6 milioni delle vecchie lire. Nella stanza del Savoy c’era solo un assegno da 100 mila lire di un collaboratore. Suicidio dunque o omicidio?
L’archiviazione, come detto, non ha esitazioni: suicidio.
Prima di morire Luigi Tenco scrive un biglietto che verrà riconosciuto come scrtto da lui da una perizia grafoscopica fatta, però, solo nel 1990, cioè ben 23 anni dopo la sua morte. Nel biglietto è scritto: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io, tu e le rose” in finale e una commissione che seleziona “La Rivoluzione”. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”.
Continua qui
La morte di Luigi Tenco è stato un suicidio o un omicidio? Di certo rimarrà l’emblema di una delle inchieste investigative più pasticciate e demenziali che si siano mai svolte in Italia.
L’inchiesta ufficiale, comunque, ha detto: suicidio. Concludendosi con un decreto di archiviazione che non lascia dubbi: nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967, il cantautore Luigi Tenco si tolse la vita con un colpo di pistola alla tempia destra nella stanza 219 dell’Hotel Savoy di Sanremo. Durante le giornate del Festival.
Tenco aveva cantato in coppia con Dalida una canzone francamente brutta, “Ciao, amore ciao”. Poi, visibilmente depresso, era andato a cena con la stessa Dalida, il suo produttore Paolo Dossena e altri amici, ma giunto al ristorante aveva deciso di tornare in albergo. Da questo momento cominciano i pasticci investigativi.
“All’1.40 - ha scritto Aldo Fegatelli Colonna in una recente biografia - Tenco è ancora vivo. Dalida riferirà al commissario Molinari di essere entrata nella stanza di Tenco tra le 2.00 e le 2.10. Il dottor Borelli, che ne constata il decesso, è arrivato sul posto alle 2.45 e presume che la morte risalga a quindici-venti minuti prima al massimo, cioè non prima delle 2.25. Ci sono due “buchi”, uno di dieci minuti, l’altro di mezz’ora”.
La porta della stanza 219 è accostata e con la chiave nella toppa esterna.
Ai primi soccorritori Dalida appare mentre alza da terra il busto di Luigi e lo abbraccia. E’ un flash d’agenzia a diffondere la notizia della morte del cantautore, dando per certa la tesi del suicidio. Il primo inquirente a giungere sul posto è il vicedirigente del commissariato di Sanremo, Arrigo Molinari, il cui nome (detto per inciso), anni dopo, finirà nelle liste della P2.
Il cadavere, stranamente, viene subito trasferito all’obitorio e poi riportato in albergo, dal momento che gli investigatori si sono dimenticati (sembra incredibile!) di “fare effettuare i rilievi fotografici essenziali per la completezza del fascicolo da trasmettere alla Procura”.
Tenco è stato ucciso da un colpo di calibro 22, la stessa pistola che stringe in pugno, ma nella sua stanza viene trovata anche un’altra arma: una Walter Ppk. Salta fuori che la sera prima di morire Tenco aveva vinto al casino circa 6 milioni delle vecchie lire. Nella stanza del Savoy c’era solo un assegno da 100 mila lire di un collaboratore. Suicidio dunque o omicidio?
L’archiviazione, come detto, non ha esitazioni: suicidio.
Prima di morire Luigi Tenco scrive un biglietto che verrà riconosciuto come scrtto da lui da una perizia grafoscopica fatta, però, solo nel 1990, cioè ben 23 anni dopo la sua morte. Nel biglietto è scritto: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io, tu e le rose” in finale e una commissione che seleziona “La Rivoluzione”. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”.
Continua qui
mercoledì 25 gennaio 2017
Il mondo finirà nel 2017: arriva l'eclissi dell'Apocalisse
L'eclissi solare totale che interesserà gli USA nell'agosto 2017 dovrebbe segnare l'inizio dell'Apocalisse
Il 21 agosto del 2017 è prevista una grande eclissi di Sole che, secondo alcuni teorici, segnerà l’inizio dell’Apocallise e la conseguente fine del mondo. L’eclissi sarà totale in tutti gli Stati Uniti, e sarà la prima volta in oltre un secolo che gli interi USA resteranno al buio. Quanto basta secondo alcuni per prendere in mano l’ultimo libro della Bibbia, l’Apocallise di Giovanni, e cercare i segni della fine del mondo. Effettivamente nel testo, noto anche come Libro delle Rivelazioni, si parla di una donna incinta, vestita di raggi di Sole e con la Luna ai suoi piedi. La donna sarà cacciata da un drago a sette teste, che vorrà mangiarne il figlio, ma verrà salvata da un esercito di angeli.Bisogna sottolineare che lo stesso libro dice chiaramente che nessuno può conoscere la data esatta dell’Apocalisse, ma ad ogni insolito fenomeno celeste c’è sempre qualcuno che lancia moniti allarmistici. Nel 2017 cadrà però anche un anniversario che suona come una sinistra coincidenza: lo stato di Israele, istituito nel 1947 dopo la Seconda Guerra Mondiale, compirà 70 anni, la durata esatta di una generazione biblica. Pare che anche un rabbino del XII secolo, Judah Ben Samuel, abbia predetto la fine del mondo per il 2017.
Continua qui
mercoledì 4 gennaio 2017
Approfondimenti su leggende, miniere e ... misteri della Garfagnana
La recente trasmissione Mistero, con
un servizio sulle miniere del Trimpello di Fornovolasco e la
partecipazione di alcuni membri della nostra associazione, ci ha donato,
nel bene e nel male, qualche giorno di focus mediatico.
Senza
dubbio le esigenze di copione e lo spirito della trasmissione hanno
portato ad esagerare e caricare oltre misura alcuni aspetti; tuttavia
per alcuni giorni c’è stata un’attenzione particolare sulle Miniere e
sulla Chiesaccia; per quest’ultima speriamo semmai che qualcuno si
decida a mettere in atto gli opportuni interventi di recupero,
altrimenti tra qualche anno non rimarranno nemmeno i ruderi.
La nostra associazione, come insito
nel nome che ci siamo dati (il Buffardello è il folletto della
Garfagnana), ha dedicato fin dalla nascita molte energie allo studio ed
all’approfondimento delle leggende nella tradizione popolare.
In
questo senso riteniamo opportuno fare alcune precisazioni. In
riferimento alla leggenda della Chiesaccia, si precisa che nella
tradizione popolare locale si parla al massimo di monaci che depredavano
i viandanti, sicuramente non di cannibalismo, fenomeno riferito semmai
in alcune storie dell’Appennino Tosco Emiliano.
Alcune
considerazioni merita anche la leggenda relativa al crollo di una
miniera, con relativa sepoltura dei minatori, che sarebbe avvenuta
alcuni secoli fa; il fatto, secondo la leggenda popolare, sarebbe
avvenuto nella miniera del Balzone (attualmente è conosciuto come
Balzone una cascata d’acqua lungo il Canale delle Randine, affluente di
dx della Turrite di Gallicano).
Continua qui
domenica 1 gennaio 2017
Il pianeta dei misteri, la 7 cose più strane trovate su Marte
Piramidi, figure umane e persino un cucchiaio... Marte non smette di affascinare con i suoi misteri
Continua qui
Continua qui
Segnali di fumo da Marte
C’è vita su Marte: ecco il video della Nasa che lo dimostrerebbe
Iscriviti a:
Post (Atom)
Meteo: altri temporali in vista tra lunedì 6 e giovedì 9 maggio
La stagione primaverile non ha alcuna intenzione di passare lo scettro a quella estiva. La primavera a maggio se c’è l’anticiclone diventa e...
-
Il maltempo ha colpito anche la Val Borbera: in questa zona del Basso Piemonte si è alzato di molto il torrente qui lo si vede scorrere impe...
-
Aperta l'inchiesta. Il bilancio dell'esplosione è di 3 morti e 5 feriti. 4 i dispersi. L'acqua continua a salire. Il corteo di d...
-
Ipotesi cortocircuito per il rogo all’agriturismo: “Non ci fermeremo” Milena Coccon, titolare del caseificio “Il Boschetto” STAZZANO (AL) ...