La
macchina di Anticitera (greco moderno: O μηχανισμός των Αντικυθήρων,
O michanismós ton Andikithíron), nota anche come
meccanismo di Antikythera[1], è il più antico
calcolatore meccanico conosciuto, databile intorno al
150-
100 a.C. Si tratta di un sofisticato
planetario, mosso da
ruote dentate, che serviva per calcolare il sorgere del
sole, le
fasi lunari, i movimenti dei cinque
pianeti allora conosciuti, gli
equinozi, i mesi, i giorni della settimana e - secondo un recente studio pubblicato su
Nature[2] - le date dei
giochi olimpici. Trae il nome dall'
isola greca di Anticitera (
Cerigotto) presso cui è stata rinvenuta. È conservata presso il
Museo archeologico nazionale di Atene.
Il meccanismo fu ritrovato nel
1900
grazie alla segnalazione di un gruppo di pescatori di spugne che, persa
la rotta a causa di una tempesta, erano stati costretti a rifugiarsi
sull'isoletta rocciosa di Cerigotto. Al largo dell'isola, alla
profondità di circa 43 metri, scoprirono il
relitto di un'enorme nave affondata, risalente all'
87 a.C. e adibita al trasporto di statue in bronzo e marmo.
Schema del meccanismo di Anticitera
Il
17 maggio 1902 l'archeologo
Spyridon Stais, esaminando i reperti recuperati dal relitto, notò che un blocco di pietra presentava un
ingranaggio
inglobato all'interno. Con un più approfondito esame si scoprì che
quella che era sembrata inizialmente una pietra era in realtà un
meccanismo fortemente incrostato e corroso, di cui erano sopravvissute
tre parti principali e decine di frammenti minori.
Si trattava di un'intera serie di ruote dentate, ricoperte di
iscrizioni, facenti parte di un elaborato meccanismo ad orologeria.
La macchina era delle dimensioni di circa 30 cm per 15 cm, dello spessore di un libro, costruita in
bronzo
e originariamente montata in una cornice in legno. Era ricoperta da
oltre 2.000 caratteri di scrittura, dei quali circa il 95% è stato
decifrato (il testo completo dell'iscrizione non è ancora stato
pubblicato).
Il meccanismo è attualmente conservato nella collezione di bronzi del
Museo archeologico nazionale di Atene, assieme alla sua ricostruzione.
Alcuni archeologi sostennero che il meccanismo era troppo complesso
per appartenere al relitto ed alcuni esperti dissero che i resti del
meccanismo potevano essere fatti risalire ad un
planetario o a un
astrolabio. Le polemiche si susseguirono per lungo tempo ma la questione rimase irrisolta.
Immagine ai raggi X di parte del meccanismo
Solo nel
1951 i dubbi sul misterioso meccanismo cominciarono ad essere svelati. Quell'anno infatti il professor
Derek de Solla Price cominciò a studiare il congegno, esaminando minuziosamente ogni
ruota ed ogni pezzo e riuscendo, dopo circa vent'anni di ricerca, a scoprirne il funzionamento originario.
Funzione e funzionamento [modifica]
Il meccanismo risultò essere un antichissimo
calcolatore per il
calendario solare e lunare, le cui ruote dentate potevano riprodurre il rapporto di 254:19 necessario a ricostruire il moto della
Luna in rapporto al
Sole (la Luna compie 254 rivoluzioni siderali ogni 19 anni solari).
L'estrema complessità del congegno era inoltre dovuta al fatto che
tale rapporto veniva riprodotto tramite l'utilizzo di una ventina di
ruote dentate e di un
differenziale,
un meccanismo che permetteva di ottenere una rotazione di velocità pari
alla somma o alla differenza di due rotazioni date. Il suo scopo era
quello di mostrare, oltre ai mesi lunari siderali, anche le
lunazioni, ottenute dalla sottrazione del moto solare al moto lunare siderale.
Sulla base della sua ricerca, Price concluse che, contrariamente a quanto si era creduto in precedenza, nella
Grecia del
II secolo a.C. esisteva effettivamente una tradizione di altissima
tecnologia.
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IL PLANETARIO DI ARCHIMEDERITROVATO