sabato 28 luglio 2012
Perché la Terra è così asciutta? Mistero che affonda nel passato
FIUMI che scorrono per centinaia di chilometri, ghiacciai giganteschi e
oceani che ricoprono quasi tre quarti della superficie terrestre. Non è
un caso se chiamiamo la Terra il pianeta azzurro. Ma l'apparenza
inganna, perché in realtà l'acqua costituisce meno dell'1% dell'intera
massa del nostro pianeta. Inoltre, si ritiene che gran parte dell'acqua
sia stata portata sulla Terra dalle comete in un lontano passato. Perché
la Terra è così "asciutta"? Non è facile rispondere basandosi sulle
teorie attuali, ma un nuovo studio potrebbe fornire una nuova
spiegazione a questo mistero circa il nostro pianeta.
venerdì 27 luglio 2012
Torino, il mistero del fachiro che levita in via Garibaldi
La scena non può che suscitare curiosità. Un uomo sospeso a mezz'aria
all'angolo tra via Garibaldi e Via XX Settembre, fermo, immobile, con
solo una mano appoggiata a un bastone e il resto del corpo a un metro
dal suolo in un equilibrio perfetto. La gente incuriosita si ferma
intorno al fachiro che levita avvolto in un pesante mantello e dai
capannelli si formulano ipotesi per cercare di capire il trucco. I più
scettici parlano di una piccola sedia che c'è ma non si vede mentre una
signora, piegandosi per lasciare qualche moneta nel piattino del fachiro
esclama:”Complimenti, che muscoli!”. Tuttavia la soluzione non è nella
forza del braccio, ma in un vecchio trucco indiano
Il video
Il video
Mistero del fachiro: la soluzione è su YouTube
domenica 15 luglio 2012
Un libro per le tre streghe di Carezzano bruciate sul rogo
Venerdì
16 giugno, a Novi Ligure, verrà presentato il bel libro sulla
stregoneria dal titolo "12 luglio 1520".
La data è quella - storica - nel corso della quale tre donne di
Carezzano, sulle colline del tortonese, finirono sul rogo, bruciate vive
a seguito di una condanna per stregoneria.
Autrice dei tre racconti che compongono l'opera è Maria Angela Damilano,
già Sindaco di Carbonara Scrivia ed oggi insegnante presso la Scuola
Media G. Boccardo di Novi Ligure nella cui aula magna, alle ore 21,
verrà presentato ufficialmente il libro.
"L'opera è un'opera di fantasia - chiarisce l'autrice - ma prende lo
spunto da un fatto di cronaca reale di cui rimangono non solo tracce
toponomastiche, tant'è vero che ancora oggi il colle di Carezzano su cui
furono bruciate sul rogo le tre donne si chiama "bric delle streghe",
ma anche documentali visto che è rimasto l'incartamento del "processo"
concluso con la condanna per stregoneria eseguita appunto il 12 luglio
1520.
Partendo da queste basi storiche ho voluto ricostruire proprio quella
giornata attraverso tre racconti diversi.
Il primo è quello di Parmina", definita negli atti del processo
"Magistra delle streghe", che narra il suo ultimo giorno di vita; il
secondo è il racconto della giornata vissuta da Antonio Ricci, vicario
del Vescovo e giudice al processo per stregoneria, l'ultimo racconto è
quello di "Tumas", Tommaso, un ragazzino del paese"
I processi per stregoneria, insomma, non sono come verrebbe spontaneo
pensare episodi a noi lontani, ma parte ancor viva del bagaglio
culturale della nostra terra e delle nostre coscienze, e il libro di
Maria Angela Damilano ce lo ricorda in maniera chiara.
La serata sarà in clima "stregonesco", tanto è vero che la presentazione
sarà tutt'altro che canonica: ci saranno musiche (infernali???) e brani
recitati, e il tutto si concluderà in allegria con un "rinfresco
stregonesco" sui cui ingredienti, come in ogni storia di stregoneria che
si rispetti, vige il più rigoroso segreto...
6/6/2006
domenica 8 luglio 2012
I dieci misteri irrisolti della storia
Cosa c’è di più interessante di un mistero?
Nonostante gli sforzi dei più grandi storici, dei maggiori esperti di
crittografia e dei migliori cacciatori di tesori, la storia è piena di enigmi che continuano a confonderci ancora oggi. Eccovi la lista di dieci tra i più grandi misteri ancora senza risposta.
1. Il manoscritto di Voynich. Il manoscritto
Voynich (dal nome del libraio polacco-americano Wilfrid M. Voynich, che
lo acquistò nel 1912) è un dettagliato libro di 240 pagine scritto in
una lingua e con una calligrafia completamente sconosciuti. Le sue
pagine contengono anche disegni colorati di strani diagrammi, figure e
piante che non sembrano appartenere alle specie conosciute. L'autore del
manoscritto rimane sconosciuto, ma con la datazione al carbonio si è
scoperto che fu scritto tra 1404 e 1438.
2. Kryptos. Kryptos è una scultura
misteriosa criptata, realizzata dall'artista Jim Sanborn, che si trova
davanti al quartier generale della CIA a Langley, in Virginia. La
scultura contiene quattro iscrizioni: se tre di esse sono state
decifrate, mentre la quarta resta un mistero. Nel 2006 Sanborn ha
svelato che nella prima iscrizione ci sono indizi sull'ultima, e nel
2010 ha fornito un altro indizio: le lettere 64-69 NYPVTT della parte 4
nascondono la parola “Berlin”.
3. Beale Ciphers. I Beale Ciphers sono un insieme di tre testi cifrati che presumibilmente rivelano la posizione di uno dei più grandi tesori
sepolti nella storia degli Stati Uniti: tonnellate di oro, argento e
gioielli. Il tesoro fu scoperto originariamente da un uomo misterioso di
nome Thomas Jefferson Beale nel 1818, mentre faceva il minatore in
Colorado. Dei tre testi, solo il secondo è stato decifrato.
4. Il Disco di Phaistos. Scoperto
dall’archeologo italiano Luigi Pernier nel 1908 nel palazzo minoico di
Festo, l’omonimo disco è fatto di argilla cotta e contiene dei simboli misteriosi
che potrebbero rappresentare una forma sconosciuta di geroglifici. Si
ritiene sia stato progettato nel corso del secondo millennio avanti
Cristo.
5. L’iscrizione Shugborough. Guardando attentamente lo Sheperd’s Monument, monumento del XVIII secolo nello Staffordshire, in Inghilterra,
si noterà una sequenza di lettere: DOUOSVAVVM. Questo codice è rimasto
un mistero per oltre 250 anni. Anche se l'identità dello scultore resta
sconosciuta, alcuni hanno ipotizzato che il codice potrebbe essere un
indizio lasciato dai Cavalieri Templari sul luogo in cui è custodito il Santo Graal.
6. Il caso Tamam Shud. Considerato
uno dei più grandi misteri australiani, il caso Tamam Shud ruota
attorno ad un uomo trovato morto nel dicembre 1948 sulla spiaggia di
Somerton, ad Adelaide, e che non venne mai identificato. In una tasca
cucita all'interno dei pantaloni dell’uomo fu trovato un piccolo pezzo
di carta con le parole "Tamam Shud". La frase si può tradurre come
“tempo indeterminato” o “esaurito”, ed è la frase usata nell'ultima
pagina di una raccolta di poesie intitolata “The Rubaiyat”, di Omar
Khayyam. Mistero nel mistero, successivamente fu trovata una copia della
raccolta Khayyam che al suo interno conteneva un codice scarabocchiato e
che si pensa sia stato lasciato dall’uomo trovato morto sulla spiaggia.
7. Il segnale “Wow!”. Jerry Ehman, volontario del SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence), potrebbe essere il primo uomo ad aver ricevuto un messaggio da un mondo alieno.
Una notte d'estate del 1977 Ehman stava analizzando le onde radio
provenienti dallo spazio profondo, sperando di captare un segnale
inviato da alieni intelligenti, quando notò qualcosa di strano nelle sue
misurazioni. Il segnale durò 72 secondi, il più lungo periodo di tempo
che poteva essere misurato con la matrice che stava usando Ehman. Era
forte e sembrava essere trasmesso da un luogo in cui nessun uomo era mai
giunto prima: dalla costellazione del Sagittario,
vicino alla stella Tau Sagittarii, a 120 anni luce di distanza. Ehman
scrisse le parole "Wow!" sul foglio originale del segnale, da cui il
nome “Segnale Wow!”. Tutti i tentativi di individuare nuovamente quel
segnale fallirono, portando a molti dibattiti e misteri sulle sue
origini e sul suo significato.
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lunedì 25 giugno 2012
Isola di Pasqua, la "camminata" delle statue Moai
In questi due video la ricostruzione, pubblicata dal National Geographic, della "camminata" dei Moai.
I video
I video
sabato 2 giugno 2012
Tutte le bufale del terremoto
Come spesso avviene quando si verificano catastrofi, come il
terremoto di questi giorni i Emilia, si innesca una affannosa ricerca
delle cause. Trovandole, si spera si possa impedire la ripetizione di
eventi simili. Nel caso del terremoto l’operazione non è così semplice:
le forze in gioco sono quelle del Pianeta Terra, e non sono facilmente
domabili. Ma non è facile accettare questo principio, tanto è vero che
c’è stata una rincorsa, spesso effettuata su basi poco scientifiche, ad
altri fattori responsabili.
I complottisti hanno dato la colpa all’Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program) un impianto segreto (ma in realtà non lo è: si trova a Fairbank, Alaska) che ufficialmente si occupa di ricerche sulla ionosfera e sulle onde radio. Per quanto parte della ricerca effettuata possa essere segreta (è un sito militare) ed effettivamente alcune delle supposizioni non siano ancora state chiarite, la possibilità che l’impianto possa generare terremoti è in contrasto con le leggi della fisica. Questi fenomeni infatti prevedono intensità energetiche che difficilmente potrebbero essere generate dalle antenne presenti in Alaska. Inoltre il campo geomagnetico viene generato dalla Terra a molte migliaia di chilometri di profondità ed è isolato da strati di roccia.
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I perché della scienza: tutto ciò che c’è da sapere sul terremoto in Emilia
Tutti gli approfondimenti sui terremoti
I complottisti hanno dato la colpa all’Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program) un impianto segreto (ma in realtà non lo è: si trova a Fairbank, Alaska) che ufficialmente si occupa di ricerche sulla ionosfera e sulle onde radio. Per quanto parte della ricerca effettuata possa essere segreta (è un sito militare) ed effettivamente alcune delle supposizioni non siano ancora state chiarite, la possibilità che l’impianto possa generare terremoti è in contrasto con le leggi della fisica. Questi fenomeni infatti prevedono intensità energetiche che difficilmente potrebbero essere generate dalle antenne presenti in Alaska. Inoltre il campo geomagnetico viene generato dalla Terra a molte migliaia di chilometri di profondità ed è isolato da strati di roccia.
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I perché della scienza: tutto ciò che c’è da sapere sul terremoto in Emilia
Tutti gli approfondimenti sui terremoti
domenica 20 maggio 2012
In Guatemala il più antico calendario astronomico Maya
E' stato trovato in Guatemala, all'interno di un edificio parte di un
più ampio complesso residenziale, il più antico calendario astronomico
Maya. Oltre a calcoli, cicli lunari e di altri pianeti, sulle pareti
sono state trovate anche pitture rappresentanti uomini (Foto da National
Geographic)
Le foto
Le foto
domenica 6 maggio 2012
Misteriosa esplosione a Tunguska
A Tunguska nella foresta siberiana erano le 7 e 14 del mattino quando
apparve un misterioso fascio di luce che a pochi chilometri di altezza
esplose, mandando il fumo migliaia di chilometri quadrati di foresta e
facendo impazzire i sismografi di mezzo mondo. L’ipotesi oggi più
accreditata rimane quella dell’asteroide che ha colpito la Terra. Resta
tuttavia ancora inspiegabile il fatto che sul posto non siano mai state
ritrovati né crateri, né resti di meteoriti, un mistero che, alimentato
dalla fantasia, ha ispirato racconti di fantascienza e teorie su dischi
volanti e presenze extraterrestri.
Fonte
Fonte
Evento di Tunguska
Tunguska il Macchinario Alieno
martedì 1 maggio 2012
IL MISTERO DI EILEAN MORE
L’isola
degli uomini scomparsi
In pieno oceano Atlantico, a poco più di 100 km dalle isole Ebridi, si trovano le Isole Flannan, note ai viaggiatori come i ''sette cacciatori".
La più grande e la più settentrionale si chiama Eilean More, nome che, per l'appunto, significa "grande isola".
Al pari della nave Mary Celeste, questo nome è diventato sinonimo di uno dei grandi misteri del mare. Questo gruppo di isole desolate, venne battezzato San Flannan, da un vescovo del XVII secolo, il quale aveva eretto una cappella su Eilean More.
I
pastori delle Ebridi erano soliti trasferire le
loro greggi di pecore su queste isole per via
dei ricchi pascoli erbosi, ma non c'era uomo che
si azzardasse a trascorrervi anche una sola notte,
poiché si raccontava che quei luoghi erano
infestati dagli spiriti e abitati dal "piccolo
popolo". A partire dagli ultimi decenni del
XIX secolo, con il notevole incremento delle attività
inglesi lungo i muri, capitava sempre più
spesso che molte navi dirette da sud o da nord
sulla rotta di Clydebank, andassero a schiantarsi
contro le Flannan, tanto che nel 1895 la sezione
settentrionale della sovrintendenza ai fari annunciò
che sull'isola di Eilean More sarebbe sorto un
faro di riferimento per quella zona di mare. Prima
di dare il via ai lavori passarono due anni e
quando iniziarono fu impossibile rispettare i
tempi progettati. Il mare in continua tempesta
e la difficoltà di costruire su un picco
a oltre 60 m di altezza resero l'impresa difficile;
e così il faro di Eilean More venne inaugurato
soltanto a dicembre del 1899. Dall'anno successivo
il suo potente fascio di luce avrebbe illuminato
la striscia di mare compresa fra Lewis e le Flannan.
Però, undici giorni prima di Natale del
1900 il faro era già spento. Che era successo?In pieno oceano Atlantico, a poco più di 100 km dalle isole Ebridi, si trovano le Isole Flannan, note ai viaggiatori come i ''sette cacciatori".
La più grande e la più settentrionale si chiama Eilean More, nome che, per l'appunto, significa "grande isola".
Al pari della nave Mary Celeste, questo nome è diventato sinonimo di uno dei grandi misteri del mare. Questo gruppo di isole desolate, venne battezzato San Flannan, da un vescovo del XVII secolo, il quale aveva eretto una cappella su Eilean More.
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sabato 21 aprile 2012
Macchina di Anticitera
La macchina di Anticitera (greco moderno: O μηχανισμός των Αντικυθήρων, O michanismós ton Andikithíron), nota anche come meccanismo di Antikythera[1], è il più antico calcolatore meccanico conosciuto, databile intorno al 150-100 a.C. Si tratta di un sofisticato planetario, mosso da ruote dentate, che serviva per calcolare il sorgere del sole, le fasi lunari, i movimenti dei cinque pianeti allora conosciuti, gli equinozi, i mesi, i giorni della settimana e - secondo un recente studio pubblicato su Nature[2] - le date dei giochi olimpici. Trae il nome dall'isola greca di Anticitera (Cerigotto) presso cui è stata rinvenuta. È conservata presso il Museo archeologico nazionale di Atene.
Il meccanismo fu ritrovato nel 1900 grazie alla segnalazione di un gruppo di pescatori di spugne che, persa la rotta a causa di una tempesta, erano stati costretti a rifugiarsi sull'isoletta rocciosa di Cerigotto. Al largo dell'isola, alla profondità di circa 43 metri, scoprirono il relitto di un'enorme nave affondata, risalente all'87 a.C. e adibita al trasporto di statue in bronzo e marmo.
Il 17 maggio 1902 l'archeologo Spyridon Stais, esaminando i reperti recuperati dal relitto, notò che un blocco di pietra presentava un ingranaggio inglobato all'interno. Con un più approfondito esame si scoprì che quella che era sembrata inizialmente una pietra era in realtà un meccanismo fortemente incrostato e corroso, di cui erano sopravvissute tre parti principali e decine di frammenti minori.
Si trattava di un'intera serie di ruote dentate, ricoperte di iscrizioni, facenti parte di un elaborato meccanismo ad orologeria.
La macchina era delle dimensioni di circa 30 cm per 15 cm, dello spessore di un libro, costruita in bronzo e originariamente montata in una cornice in legno. Era ricoperta da oltre 2.000 caratteri di scrittura, dei quali circa il 95% è stato decifrato (il testo completo dell'iscrizione non è ancora stato pubblicato).
Il meccanismo è attualmente conservato nella collezione di bronzi del Museo archeologico nazionale di Atene, assieme alla sua ricostruzione.
Alcuni archeologi sostennero che il meccanismo era troppo complesso per appartenere al relitto ed alcuni esperti dissero che i resti del meccanismo potevano essere fatti risalire ad un planetario o a un astrolabio. Le polemiche si susseguirono per lungo tempo ma la questione rimase irrisolta.
Solo nel 1951 i dubbi sul misterioso meccanismo cominciarono ad essere svelati. Quell'anno infatti il professor Derek de Solla Price cominciò a studiare il congegno, esaminando minuziosamente ogni ruota ed ogni pezzo e riuscendo, dopo circa vent'anni di ricerca, a scoprirne il funzionamento originario.
Funzione e funzionamento [modifica]
Il meccanismo risultò essere un antichissimo calcolatore per il calendario solare e lunare, le cui ruote dentate potevano riprodurre il rapporto di 254:19 necessario a ricostruire il moto della Luna in rapporto al Sole (la Luna compie 254 rivoluzioni siderali ogni 19 anni solari).L'estrema complessità del congegno era inoltre dovuta al fatto che tale rapporto veniva riprodotto tramite l'utilizzo di una ventina di ruote dentate e di un differenziale, un meccanismo che permetteva di ottenere una rotazione di velocità pari alla somma o alla differenza di due rotazioni date. Il suo scopo era quello di mostrare, oltre ai mesi lunari siderali, anche le lunazioni, ottenute dalla sottrazione del moto solare al moto lunare siderale.
Sulla base della sua ricerca, Price concluse che, contrariamente a quanto si era creduto in precedenza, nella Grecia del II secolo a.C. esisteva effettivamente una tradizione di altissima tecnologia.
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La macchina di Anticitera
STORIA DEL CALCOLO AUTOMATICO E DELLE SUE APPLICAZIONI PRATICHE
IL PLANETARIO DI ARCHIMEDERITROVATO
Macchina di Anticitera, l'orologio dei pianeti
sabato 7 aprile 2012
Il mistero degli iceberg
Ma dove son finiti tutti gli iceberg? In un decennio che è stato il più caldo dal 1900 ad oggi e soprattutto con i dati degli scienziati che ci dicono che i ghiacci groenlandesi si sciolgono come non mai e così quelli polari, verrebbe da pensare che gli icearg siano in aumento. Ed invece ecco la sorpresa. Partiamo dai dati: dal 1900 ad oggi (cioè a fine 2011 – la stazione degli iceberg si apre infatti ad aprile) sono stati contati 53.118 iceberg che sono scesi al di sotto del 48mo° di latitudine che è il parallelo al di sotto del quale vi è un intenso traffico di navi. Ovviamente quanto più ci avviciniamo ai nostri giorni migliore è il conteggio, in quanto dagli anni Settanta sono entrati in attività anche i satelliti per la loro localizzazione. La media è dunque ci 474 iceberg per anno. Essi iniziano a galleggiare verso la fine di aprile per arrivare ad un massimo attorno ai mesi estivi e tornare a zero verso novembre-dicembre.
Ebbene nel 2011 sono stati contati solo 3 iceberg. Nel 2010 se ne è contato solo uno, anch’esso sceso sotto il 48° di latitudine. Nel 2005 altro anno di magra con soli 11 iceberg e nel 2006 il valore è stato zero. E’ pur vero comunque che nell’eccezione di questo periodo di magra il 2009 ha visto ben 1.204 iceberg in circolazione e 976 nel 2008. Ma veniamo ai record: nel 1984 se ne sono contati ben 2.202 e nel fatidico anno dell’affondamento del Titanic, il 1912, gli iceberg contati furono 1038
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mercoledì 28 marzo 2012
Santuario Santa Maria dei Miracoli
In tempi lontanissimi, nel luogo ove sorge l'odierno Santuario della Madonna dei Miracoli, c'era una piccola chiesa dedicata a San Pietro in Lamentese, le cui antiche origini si perdono nella storia. Si dice che fosse stata eretta per ricordare un eccidio compiuto dagli Unni, i feroci barbari guidati da Attila (457).
La presenza della chiesetta è comunque documentata intorno al X secolo. Infatti il Papa Giovanni X (915-928) e poi Giovanni XIX (1024-1033) concedevano la sua giurisdizione ai monaci benedettini di Santa Maria in Organo di Verona i quali costruirono un piccolo monastero. (Bolla papale di Alessandro III - 11/07/1177). Nei secoli successivi fu però ceduta in commenda e cadde in un rovinoso abbandono, durato fino alla fine del millequattrocento, quando un evento straordinario la fece risorgere.
Era il primo maggio 1486, un'immagine della Vergine dipinta sulla parete sud della chiesa, dopo essere stata sfregiata e oltraggiata, si mosse, dal petto sgorgarono gocce di sangue, segnando l'inizio di un'attività taumaturgica che risvegliò il cuore dei fedeli (vedi Approfondimento tematico). Vi giunsero allora gli Olivetani, i benedettini bianchi riformatori dell'abbazia di S. Maria in Organo; essi ottennero di officiarla e di costruirvi il monastero. In poco più di trent'anni la trasformarono nel magnifico complesso che oggi vediamo, costruendo di fatto tre chiese: una votiva, con l'immagine taumaturgica, una perpendicolare che funge quasi da vestibolo e una terza ampia e decorata per le grandi celebrazioni, rese necessarie dal grande afflusso di fedeli che seguirono il verificarsi dei primi eventi miracolosi.
La presenza della chiesetta è comunque documentata intorno al X secolo. Infatti il Papa Giovanni X (915-928) e poi Giovanni XIX (1024-1033) concedevano la sua giurisdizione ai monaci benedettini di Santa Maria in Organo di Verona i quali costruirono un piccolo monastero. (Bolla papale di Alessandro III - 11/07/1177). Nei secoli successivi fu però ceduta in commenda e cadde in un rovinoso abbandono, durato fino alla fine del millequattrocento, quando un evento straordinario la fece risorgere.
Era il primo maggio 1486, un'immagine della Vergine dipinta sulla parete sud della chiesa, dopo essere stata sfregiata e oltraggiata, si mosse, dal petto sgorgarono gocce di sangue, segnando l'inizio di un'attività taumaturgica che risvegliò il cuore dei fedeli (vedi Approfondimento tematico). Vi giunsero allora gli Olivetani, i benedettini bianchi riformatori dell'abbazia di S. Maria in Organo; essi ottennero di officiarla e di costruirvi il monastero. In poco più di trent'anni la trasformarono nel magnifico complesso che oggi vediamo, costruendo di fatto tre chiese: una votiva, con l'immagine taumaturgica, una perpendicolare che funge quasi da vestibolo e una terza ampia e decorata per le grandi celebrazioni, rese necessarie dal grande afflusso di fedeli che seguirono il verificarsi dei primi eventi miracolosi.
sabato 10 marzo 2012
Il mistero di Orione
Tutto ebbe inizio nel Museo di antichità egiziane del Cairo, nel 1982. Percorrendo la galleria principale, gli occhi di Robert Bauval (ingegnere edile studioso di Egittologia) furono catturati da una fotografia aerea delle piramidi di Giza. Mai prima d'allora gli era capitato di notare il curioso spostamento della piramide di Micerino rispetto all'allineamento sud-ovest delle due piramidi più grandi. Tutte e tre le piramidi erano disposte ognuna lungo il suo asse meridiano (nord-sud). Inoltre, le due maggiori erano disposte lungo la diagonale sud-ovest, indicando una probabile unitarietà del progetto.
Tuttavia qualcosa non sembrava funzionare. Perché Micerino, altrettanto potente quanto i suoi predecessori e addirittura più amato dal suo popolo, si fece erigere un monumento assai più piccolo e meno maestoso? E inoltre, perché quella piccola piramide sembrava deviare dal progetto avviato?
Un fatto era certo: Micerino sapeva che la sua costruzione sarebbe stata molto più piccola delle altre due a Giza. Simili monumenti dovevano essere progettati con un largo anticipo, e il faraone doveva avere approvato il piano. Perché dunque approvare un progetto che lo avrebbe sminuito rispetto ai due predecessori? Il punto è che le piramidi di Giza non erano viste come singole opere monumentali, ma come parti in un complesso monumentale più ampio, che facesse di Giza una necropoli e ricomponesse la terra dei morti, il Duat, luogo "dove si trova Osiride".
A questo punto le domande erano: perché il piano generale prevedeva due grandi piramidi e una più piccola? Come collegare le piramidi a Osiride? e perché spostare la più piccola verso est?
Nel 1983, in una notte stellata dell'Arabia Saudita, Robert si svegliò e con un amico si soffermò ad ammirare le stelle della Cintura di Orione e la Via Lattea. Mentre l'amico gli insegnava a calcolare il punto della levata di Orione all'orizzonte, Robert si accorse che la stella più piccola della Cintura era spostata leggermente verso est, e tutte e tre le stelle erano inclinate in una direzione sud-ovest rispetto all'asse della Via Lattea.
Gli vennero alla mente i Testi delle Piramidi:
"Il Duat ha afferrato la mano del re nel punto dove si trova Orione...O Re Osiride...Recati alla Via d'acqua...possa una via di stelle fino al Duat stendersi per te nel punto dove si trova Orione..."
Nasceva allora il lungo cammino della Teoria della Correlazione di Robert Bauval, ben descritta nel suo libro "Il mistero di Orione".
mercoledì 7 marzo 2012
OETZI: la maledizione della mummia continua
La morte di 6 persone legate alla scoperta in un ghiacciaio alpino del corpo congelato di un uomo soprannominato ''Oetzi'' ha rafforzato la leggenda d'una presunta ''maledizione'' che circonda la celebre mummia vecchia di 5.300 anni.
L'archeologo Tom Loy, 63 anni, specialista in chimica molecolare, qualche tempo fa e' stato trovato morto nella sua abitazione di Brisbane, mentre stava mettendo mano a un libro dedicato proprio a Oetzi, ha scritto oggi il quotidiano The Australian.
Loy, nato negli Stati Uniti e direttore del laboratorio di scienze archeologiche dell'Universita' del Queensland, giaceva morto nella sua casa da diverse settimane quando il suo cadavere e' stato scoperto.
L'archeologo soffriva di una malattia del sangue da una dozzina d'anni, hanno indicato membri della sua famiglia al giornale. La sua malattia era stata diagnosticata poco dopo che la sua strada si era incrociata con quella della mummia congelata.
Oetzi era stato scoperto nel 1991 in un ghiacciaio del Tirolo italiano, nei pressi della frontiera con l'Austria, e gli articoli e le foto di questo guerriero dell'eta' della pietra, conservato in modo impressionante, avevano suscitato grande interesse nel mondo intero.
La teoria della ''maledizione'' e' nata dalla supposizione che Oetzi sarebbe estremamente adirato di essere stato disturbato nel suo riposo di 53 secoli.
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Oetzi, antenati con sardi e corsi era predisposto all'infarto
Ötzi, l'Uomo venuto dal ghiaccio
lunedì 5 marzo 2012
Il caso Roswell
Il "caso Roswell" è il più importante e documentato incidente di UFO dell'era moderna. Se la sua esatta datazione e ancora incerta, collocandosi comunque fra il 2 ed il 4 di Luglio 1947, certi sono i luoghi, gli avvenimenti ed i protagonisti che li vissero in prima persona. Tutto questo, nonostante sul caso il Pentagono abbia all'epoca deciso di calare una pesante coltre di silenzio, ufficialmente mantenuta sino ad oggi. Così, durante i primi dieci giorni di quel luglio ormai lontano, il "caso Roswell" finì sulle pagine di tutti i principali giornali del mondo, per poi essere dimenticato. E solo da un quindicennio e stato "ufficiosamente" riaperto da uno stuolo di ricercatori che ne hanno ripercorso millimetricamente i fatti, giungendo alla conclusione che l'incidente accadde realmente e che il Governo statunitense lo mise a tacere, come è stato, nel corso degli anni, per la maggioranza dei testimoni che vi furono direttamente coinvolti.
La cittadina di Roswell in Nuovo Messico aveva nel 1947 un indiscutibile primato strategico: ospitava nelle vicinanze una base aerea dell'Esercito Americano, nel cui perimetro era stanziato il 509 Gruppo Bombardieri, l'unico gruppo da bombardamento al mondo armato con ordigni nucleari, gli stessi che due anni prima avevano posto termine, con Hiroshima e Nagasaki, alla II Guerra Mondiale. Il "caso" nasce il 2 luglio - durante il fine settimana festivo del 4, giorno dell'Indipendenza statunitense - quando il Sig. Dan Wilmot e sua moglie osservano verso le 21.50 un oggetto luminoso discoidale sfrecciare in direzione della località di Corona. Nella notte scoppia un violento temporale, il cielo è coperto, a tratti illuminato da bagliori e squassato dai tuoni. E' in quelle ore, prima dell'alba del 3 luglio che, probabilmente, avviene l'incidente: un UFO (alcuni ricercatori sostengono la tesi di due oggetti coinvolti), per cause mai accertate, precipita nel deserto.
La cittadina di Roswell in Nuovo Messico aveva nel 1947 un indiscutibile primato strategico: ospitava nelle vicinanze una base aerea dell'Esercito Americano, nel cui perimetro era stanziato il 509 Gruppo Bombardieri, l'unico gruppo da bombardamento al mondo armato con ordigni nucleari, gli stessi che due anni prima avevano posto termine, con Hiroshima e Nagasaki, alla II Guerra Mondiale. Il "caso" nasce il 2 luglio - durante il fine settimana festivo del 4, giorno dell'Indipendenza statunitense - quando il Sig. Dan Wilmot e sua moglie osservano verso le 21.50 un oggetto luminoso discoidale sfrecciare in direzione della località di Corona. Nella notte scoppia un violento temporale, il cielo è coperto, a tratti illuminato da bagliori e squassato dai tuoni. E' in quelle ore, prima dell'alba del 3 luglio che, probabilmente, avviene l'incidente: un UFO (alcuni ricercatori sostengono la tesi di due oggetti coinvolti), per cause mai accertate, precipita nel deserto.
Morti tutti gli occupanti
Nel febbraio del 1950 l'ingegnere civile Barney "Grady" Barnett di Socorro confida ai coniugi Maltais, suoi vecchi amici cui richiede di mantenere il segreto, che il 3 luglio 1947, mentre si trovava per servizio nel deserto nella zona fra Magdalena e Socorro, si era trovato improvvisamente davanti un oggetto metallico discoidale dai 7 ai 9 metri di diametro, cui si era avvicinato a piedi, sino quasi a poterlo toccare. Sul posto intanto erano giunte altre persone (fra cui anche dei giovani, forse studenti) facenti parte di un gruppo archeologico dell'Università della Pennsylvania. Accanto al veicolo schiantato tutti avevano visto, proiettati all'esterno, degli esseri umanoidi ormai privi di vita, di corporatura esile, con teste molto grandi, di carnagione chiara e completamente glabri. Di lì a poco era entrato in scena un camion militare carico di soldati che avrebbero bloccato prontamente e poi allontanato i civili, intimando loro di non fare parola su quanto avevano visto ("per ragioni patriottiche di sicurezza nazionale"), perimetrando la zona. Teatro del fatto sarebbe stato, secondo Barnett, un costone roccioso a ridosso dei cosiddetti Piani di San Agustin, oggi divenuta sede dei radiotelescopi del VLA (Verv Large Array) dell'Osservatorio Nazionale di Radioastronomia degli Stati Uniti.
La credibilità della testimonianza di Barnett è rimasta dubbia, in quanto nessuno e mai stato in grado di interrogarlo in merito, essendo deceduto quando ancora del caso Roswell non si era riparlato. Per quanto riguarda il gruppo di archeologi, non è stato possibile verificare le identità di nessuno di loro.
La credibilità della testimonianza di Barnett è rimasta dubbia, in quanto nessuno e mai stato in grado di interrogarlo in merito, essendo deceduto quando ancora del caso Roswell non si era riparlato. Per quanto riguarda il gruppo di archeologi, non è stato possibile verificare le identità di nessuno di loro.
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