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Robert Kennedy: si riapre il giallo del suo assassinio

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I due avvocati di Sirhan Sirhan, l'uomo condannato per l'omicidio di Robert Kennedy, sostengono di avere "prove formidabili" che dimostrano l'innocenza del loro assistito: l'uomo che ha ucciso il fratello di John Fitzgerald sarebbe ancora ignoto Gli avvocati di Sirhan Sirhan , condannato per l'assassinio di Robert Kennedy il 5 giugno 1968, hanno consegnato a un tribunale di Los Angeles alla fine di febbraio "prove formidabili" dell'innocenza del loro cliente, di cui chiedono l'immediata liberazione. Sirhan, che oggi ha 67 anni, sta scontando la pena a vita nel carcere di Pleasant Valley a Coalinga, in California. Lui è stato ritenuto l'unico responsabile del ferimento di sei persone quella sera del 1968 nella cucina dell'hotel Ambassador: cinque sopravvissero, Kennedy fu l'unico a morire, il giorno seguente all'attentato. Secondo i legali William Pepper e Laurie Dusek , l'uomo che ha colpito a morte Bo

L’omicidio di John Fitzgerald Kennedy, un mistero lungo 50 anni

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JFK non fu il primo presidente ad essere ucciso, prima di lui Lincoln, Garfield e McKinley. Nel suo caso, però, l'importanza assunta dai media e dagli Stati Uniti nel panorama mondiale, resero l'omicidio (forse in parte irrisolto) il più discusso di tutti i tempi John Fitzgerald Kennedy – L’infinita serie di teorie della cospirazione che albergano dietro le quinte dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy inizia pochi istanti dopo l’attentato. Fu, infatti, Robert Kennedy, fratello del presidente e capo del Dipartimento di Giustizia statunitense, a ricevere l’infausta chiamata dal padre-padrone dell’FBI, J. Edgar Hoover, che, con schietto linguaggio burocratico, comunicò a Bobby – suo superiore – che il presidente era stato colpito da un’arma da fuoco. E’ in quel momento che emergono i primi dubbi che dietro la morte di JFK ci sia qualcosa di più grande che un gesto estremo di un folle. Lee Harvey Oswald – Il folle in questione era Lee Harvey Oswald, un operaio ed

Fattuzzus o Mazzinas, le bamboline malefiche sarde

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Nella dimensione magica sarda rientrano i malefici, atti ad arrecare danno ad animali o persone, influenzando, in certi casi, anche la sfera affettiva o economica di queste ultime. Sostanzialmente possiamo distinguere i malefici in: malocchio , chiamato comunemente in sardo “ ogu pigau ” , e le fatture, ossia le terribili “ mazzinas ”. Per quanto concerne il malocchio, ti consigliamo di leggere l’articolo relativo cliccando qui . COME AGISCONO Le fatture sono uno strumento usato dalle fattucchiere o bruxas per far del male a distanza ad altre persone. Il principio di funzionamento è identico a quello utilizzato con le famose bamboline voodoo, quindi siamo in presenza di quella che viene definita “ magia simpatica “, in cui l’effetto magico viene raggiunto utilizzando una rappresentazione simbolica della persona o della sua sfera di vita (affetti, lavoro etc) a cui si vuol recar danno. Diversamente dalle bamboline voodoo,  le mazzine non vengono create solo con una f

Una storia di spettri...

Si dice che i proprietari di una casa in Charleston abbiano visto immagini e ascoltato strane voci già da molto tempo. Hanno fatto alcune ricerche e hanno scoperto che nella casa viveva una donna la quale ha perso il marito durante la guerra Civile. La leggenda dice che lei si sedeva sempre al tavolo della cucina e guardando il giardino attraverso la finestra, aspettava che suo marito tornasse a casa. Ma lui non tornò mai... Da allora dicono che lo spirito della donna stia ancora aspettando. I proprietari della casa hanno scattato questa foto e registrato i suoni di quello che loro affermano sia il fantasma. E' un po' strano e anche inquietante, ma troverai il fantasma nella foto. Io ci ho messo circa 30 secondi per vederlo ma poi quando ci riesci, è come una di quelle illusioni ottiche... Per farti risparmiare un po' di tempo ti consiglio di concentrarti nello spazio tra il tavolo e la finestra. Inoltre se hai il volume alzalo il più possibile: sentirai

Castel del Monte, la fortezza dei misteri

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Castel del Monte , a 60 km da  Bari , è uno dei 49 siti italiani che l’Unesco ha inserito nel 1996 nel  World Heritage List . Fatto costruire da  Federico II di Svevia  nel XIII secolo, il Castello domina, con la sua massiccia  struttura ottagonale , il piccolo tratto delle Murge occidentali situate a 18 km da  Andria . Considerato universalmente un geniale esempio di  architettura medievale , Castel del Monte in realtà unisce elementi stilistici diversi, dal taglio romanico dei leoni dell’ingresso alla cornice gotica delle torri, dall’arte classica dei fregi interni alla struttura difensiva dell'architettura fino alle delicate raffinatezze islamiche dei suoi mosaici. Costruito intorno al 1240, Castel del Monte divenne la sede permanente della corte di   Federico II di Hohenstaufen , diventato a soli tre anni sovrano del  Regno di Sicilia . Il monarca, soprannominato “Stupor Mundi” per l’eclettismo e la vastità della sua cultura, lasciò in eredità al suo Castello tutt

Svelato il mistero dei roghi di Caronia

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Siberia, torna il mistero dei crateri

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Si riapre il caso del mistero dei "buchi neri" in Siberia. Nuovi quattro crateri infatti sono apparsi nella penisola Jamal, territorio ricco di gas naturali e una miscela di acqua, sale e gas che potrebbe provocare le esplosioni. Secondo gli scienziati il fenomeno potrebbe anche essere una diretta conseguenza del riscaldamento globale per il fenomeno noto come Pingo.Si tratta di un accumulo nel sottosuolo di ghiaccio coperto da terra che, sciogliendosi, può creare un buco nel terreno. Queste nuove voragini apparse nel permafrost siberiano nel nord della Russia, si sommano altre decine di più piccoli, sempre nella stessa zona. Secondo le teorie più accreditate si tratterebbe di eruzioni di gas metano che, con l'aumento delle temperature, provoca lo sciogliersi del terreno ghiacciato. Le pareti di questi nuovi crateri suggerisce un'esplosione interna  Le altre foto

10 famosi misteri irrisolti

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La scienza negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, ma se tante cose sono state svelate, altre continuano a far impazzire studiosi e ricercatori di tutto il mondo. Qui vi presenterò alcuni dei più famosi misteri irrisolti, alcuni più antichi, altri più vicini a noi. 1) Il cuneo di alluminio di Aiud Il primo mistero rientra nella categoria degli OOPArt , ovvero degli “oggetti fuori posto”. Scoperto nel 1974 in Romania, sulle rive del fiume Mures, sotto 10 km di sabbia vicino ad ossa di mastodonte, assomiglia ad un martello. Il mistero sta nella lega di cui è fatto in relazione alla sua epoca storica: una lega di alluminio incassata un uno strato di ossido. L’allumino è stato scoperto all’inizio del 1800, ma il reperto risale ad 11000 anni fa. C’è chi dice che sia la prova dell’avvenuta degli alieni sulla terra. 2) Il tesoro scomparso di Hitler Un’immensa riserva di lingotti d’oro trafugati e di banconote in valuta estera con un valore di oltre 4miliardi di dol

Ecco perché sono scomparsi gli abitanti dell'Isola di Pasqua.

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L'unica testimonianza della loro presenza sono delle enormi teste di pietra   Hanno lasciato come ricordo della loro civiltà delle enormi teste di pietra chiamate Moai . Altrimenti, di loro non è rimasta alcuna traccia. I Rapa Nui , gli abitanti dell’ Isola di Pasqua , un piccolo lembo di terra nel bel mezzo dell’ Oceano Pacifico meridionale ( GUARDA LA MAPPA ) a più di 3.000 chilometri dalle coste del Cile , che hanno vissuto per secoli sull’isola, a un certo punto sarebbero letteralmente morti di fame. E’ quanto sostenevano gli storici finora. Le risorse naturali, già scarse, sarebbero state sfruttate fin troppo, tanto da non lasciare più nulla per la loro sopravvivenza. Tuttavia, un articolo appena pubblicato suggerisce che la vera causa del declino dei Rapa Nui sia molto più complessa e che, più che la mancanza di cibo, a causare la scomparsa degli abitanti dall’Isola di Pasqua siano state le malattie portate dai primi colonizzatori europei . I Rapa Nui eran

Gli Ufo? Esistono. L’America pubblica online il catalogo degli avvistamenti

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Nel progetto “Blue Book” la raccolta di tutte le segnalazioni tra il 1947 e il 1969   Vittorio Sabadin Chi ancora è convinto che i dischi volanti esistono, e che il presidente americano Barack Obama dovrebbe finalmente rivelarlo al mondo, ha ora un sacco di materiale sul quale lavorare per confermare le loro tesi. Sono infatti disponibili online ( http://projectbluebook.theblackvault.com ) i 12.618 rapporti dell’Air Force catalogati nel projetto “Blue Book”, una indagine sugli avvistamenti di Ufo cominciata nel 1947 e conclusa nel 1969, l’anno dello sbarco sulla Luna. Quasi ogni persona che affermava di avere visto un oggetto volante comportarsi in modo strano veniva avvicinata e interrogata. Secondo l’Air Force, la stragrande maggioranza degli avvistamenti non aveva nulla a che fare con civiltà aliene e tecnologie sconosciute, ma ci sono 701 avvistamenti, il 5,5% del totale, che non hanno trovato una spiegazione convincente. Tra questi, c’è quello di Kenneth Arnold, che il 24

In Inghilterra il racconto shock di un ex poliziotto: “sono stato rapito dagli alieni”

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I racconti di “Abduction” ( rapimenti alieni ) nel mondo sono numerosi, le testimonianze nel corso degli anni si sono moltiplicate, per un fenomeno incredibile che sconvolge la vita delle persone direttamente coinvolte. Una nuova testimonianza ci giunge direttamente dall’Inghilterra, da un ex poliziotto che dopo anni di oppressione e dubbi ha deciso di rompere il silenzio. Questa storia inizia proprio cosi: “sono stato rapito dagli alieni”…. Alan Godfrey attualmente ha 67 anni, un uomo inglese la quale vita e carriera è stata turbata da un evento capitato direttamente sulla sua pelle. Alan ex poliziotto di Todmorden, un paese dell

"U - Boot" Il sottomarino della leggenda

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"U - Boot 455" Il sottomarino della leggenda 30 immersioni tra i relitti della provincia di Genova di Emilio Carta e Lorenzo Del Veneziano Busco edizioni     Quest’opera, dedicata ad un’accurata rivisitazione dei trenta relitti ad oggi individuati nelle acque della provincia di Genova, ha preso forma dal desiderio di fissare nella memoria del lettore un passato semisconosciuto ma che ci appartiene perché parte preziosa della nostra storia marinara. Punto fondamentale di questo certosino lavoro è stato l’individuazione del relitto dell’U-Boot 455 cui, dopo l’iniziale emozione, è seguita una seconda fase, quella della ricerca storica.  Oggi, conclusa questa ricerca storico-documentale, possiamo dire che del sottomarino tedesco scomparso nel corso dell’ultima guerra tra Portofino e Camogli, sappiamo praticamente tutto: dalle missioni effettuate nel Mediterraneo al naviglio affondato e persino il nome dei “berretti bianchi” che si erano avvicendati al s