sabato 8 dicembre 2012
giovedì 6 dicembre 2012
Maya: il punto di vista della Nasa sul 21 dicembre 2012
2012. Ci siamo. La fine del mondo attesa per questa fine d'anno sembra sempre più vicina. È stata immaginata in tanti, forse troppi modi. Si è parlato di scontri planetari, capovolgimenti disastrosi del campo magnetico e tempeste solari
che, a onor del vero, proprio in questi giorni ci stanno facendo
preoccupare. Solo un assaggio? Staremo a vedere. Nel frattempo però la Nasa non rimane inerme. Anzi, ci rassicura e ci fasapere che la famigerata fine del mondo pronosticata dai Maya sarebbe sono una grossa burla, diffusasi grazie ai media.
L'agenzia spaziale statunitense, nel
tentativo di sfatare miti e leggende, ha allestito sul proprio sito una
serie di domande e risposte. Inoltre, è disponibile in rete un video di
circa 3 minuti nel quale lo scienziato Don Yeomans fornisce delle
spiegazioni scientifiche sull'argomento: il 21 dicembre 2012. Ma per dirla con le parole della Nasa, tale data non sarà altro che il coincidente solstizio d'inverno. Proprio come ogni anno. Come hanno avuto modo di spiegare gli scienziati, la Terra
esiste senza troppi grossi sconvolgimenti da circa 4 miliardi di anni.
Ma, soprattutto, non ci sono prove scientifiche di fatti e fenomeni che
minaccino l'esistenza planetaria nell'anno in corso.
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sabato 24 novembre 2012
LE DOLOMITI: PARTICOLARITÀ e LEGGENDE
Se Corbusier le definì “la più bella architettura naturale del mondo”
un motivo c’è. Anzi, più d’uno: le Dolomiti sono una vera costruzione,
formatasi nel tempo grazie alle alghe e alle barriere coralline, e sono
così straordinarie da non temere confronti. Le dimensioni, la
composizione e la ricchezza del paesaggio, amplificata da colori senza
eguali, ne hanno fatto una meta di artisti da tutto il mondo ma
soprattutto hanno permesso il maggior riconoscimento da parte
dell’Unesco, che nel 2009 le ha proclamate Patrimonio naturale dell’Umanità.
Di giorno sono visitate dagli amanti dell’alta montagna, che le scelgono per escursioni in estate e lunghe sciate in inverno; la sera si colorano di rosa per l’affascinante fenomeno detto “enrosadira”, che pare avere origini leggendarie. |
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Le
storie mitiche sono infatti tra le principali protagoniste di queste
cime, e ancora oggi il popolo delle Dolomiti le ama raccontare: è sul
Catinaccio (in tedesco Rosengarten, ovvero Giardino delle rose) che si
narra vivesse il potente re Laurino, così amante delle rose da coltivare
con passione un giardino ad esse dedicato. |
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domenica 11 novembre 2012
I Cavalieri Templari
I Templari furono un ordine monastico-cavalleresco (cioè erano allo stesso tempo monaci e soldati) fondato nel 1119 da Hugues de Payen,
insieme ad altri otto confratelli, a Gerusalemme. Venti anni prima, il
15 luglio del 1099, i principi che avevano sottoscritto la Prima
Crociata, indetta da papa Urbano II, avevano riconquistato Gerusalemme
sottraendola ai Saraceni. Il principe Baldovino di Fiandra, fratello di
Goffredo di Buglione, divenne primo re di Gerusalemme col nome di Baldovino I.
La Terrasanta, però, continuava a rimanere terreno pericoloso per i
frequenti scontri con i Saraceni che premevano per riprendersi il Santo
Sepolcro, così, secondo le fonti storiche ufficiali, nacque l'idea della
costituzione di un ordine militare per la protezione e la difesa armata
dei pellegrini, organizzata internamente come un ordine monastico.
Baldovino, il patriarca di Gerusalemme e tutto l'alto clero appoggiarono
l'impresa e il re concesse loro di occupare le vaste scuderie ricavate
nei sotterranei della Grande Moschea di Al-Aqsa, costruita sul luogo
dove un tempo sorgeva il Tempio di Salomone. Per tale motivo, il gruppo neoformato cominciò ad essere chiamato "Cavalieri del Tempio" e quindi Cavalieri Templari. In realtà come ordine monastico vero e proprio venne approvato soltanto nel 1128, con il Concilio di Troyes,
tenutosi sotto il pontificato di papa Onorio II. A spingere il papa,
ancora restio all'idea che un monaco potesse essere abilitato a spargere
sangue, a concedere loro il riconoscimento ufficiale fu San Bernardo di Chiaravalle, allora massimo esponente dell'ordine dei Frati Cistercensi, che redasse per loro una Regola specifica mutuata da quella dei suoi confratelli. Innocenzo II,
che doveva a San Bernardo l'elezione al soglio pontificio, concesse
loro nel 1139 una prima serie d'importanti privilegi. Infine Eugenio III, nel 1147, concesse ai Templari, che già indossavano il mantello bianco, l'autorizzazione ad aggiungervi una croce rossa.
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Cavalieri templari
Storia
I templari
sabato 3 novembre 2012
La strage di Ustica
La richiesta di rinvio a giudizio e la perizia d'ufficio
sui tracciati radar sembrano confermare l'ipotesi che il DC-9,
precipitato (con 81 persone a bordo) sul cielo
dell'isola di Ustica la sera del 27 giugno 1980, sia stato abbattuto da
un missile lanciato per errore. Ma questi documenti possono dirci poco
sugli istanti finali
dell'attacco. Perché il missile ha abbattuto l'aereo di linea e non il
presunto caccia che gli volava sotto? Quali sono state le prime
conseguenze della deflagrazione?
Che fine ha fatto il missile?
Con l'ausilio di immagini inedite del relitto "NOVE da Firenze" propone alcune risposte.
(...)
La vicenda
Trascorsi 20 anni non e stata ancora raggiunta una verità giudiziaria sulla tragedia aerea che, il 27 giugno 1980, provocò sul cielo di Ustica la morte di 81 persone. A squarciare il velo del mistero paiono indirizzate la richiesta di rinvio a giudizio di 10 indagati e la perizia d'ufficio consegnate di recente al giudice istruttore Rosario Priore.
"NOVE da Firenze" ricostruisce un'ipotesi della dinamica e pubblica immagini inedite del relitto.
(...)
I tracciati radar
Il DC9 Itavia decolla dall'aeroporto di Bologna e prende la rotta Siena-Ponza-Palermo. Mentre sale in quota incontra due F104 italiani in missione di addestramento. Sul cielo di Grosseto si aggiungono altri due velivoli: un altro DC9 diretto da Bergamo a Ciampino e un aereo militare, che potrebbe essere un MIG libico. Alle 20:45 i caccia italiani virano all'improvviso e probabilmente lanciano un segnale d'allarme. Intorno al DC9 con in coda il MIG libico, sul cielo tra Ponza e Ustica, si avvicinano almeno sei aerei: due potrebbero essere Corsair americani (perche un serbatoio supplementare fu rinvenuto sul fondale marino nei pressi del DC9); due potrebbero essere francesi, alzatisi in volo dalla base di Solenzara in Corsica; altri due potrebbero essersi alzati in volo da una portaerei americana.
Alle 20:59 il DC9 viene danneggiato dall'esplosione di un missile e precipita in mare. Potrebbe essere stato colpito da uno dei sei aerei NATO nel tentativo di centrare il MIG. L'aereo libico, gravemente danneggiato, si dirige verso la Calabria e precipita sui monti della Sila. Il relitto del MIG viene ritrovato "ufficialmente" il 17 luglio
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Con l'ausilio di immagini inedite del relitto "NOVE da Firenze" propone alcune risposte.
(...)
La vicenda
Trascorsi 20 anni non e stata ancora raggiunta una verità giudiziaria sulla tragedia aerea che, il 27 giugno 1980, provocò sul cielo di Ustica la morte di 81 persone. A squarciare il velo del mistero paiono indirizzate la richiesta di rinvio a giudizio di 10 indagati e la perizia d'ufficio consegnate di recente al giudice istruttore Rosario Priore.
"NOVE da Firenze" ricostruisce un'ipotesi della dinamica e pubblica immagini inedite del relitto.
(...)
I tracciati radar
Il DC9 Itavia decolla dall'aeroporto di Bologna e prende la rotta Siena-Ponza-Palermo. Mentre sale in quota incontra due F104 italiani in missione di addestramento. Sul cielo di Grosseto si aggiungono altri due velivoli: un altro DC9 diretto da Bergamo a Ciampino e un aereo militare, che potrebbe essere un MIG libico. Alle 20:45 i caccia italiani virano all'improvviso e probabilmente lanciano un segnale d'allarme. Intorno al DC9 con in coda il MIG libico, sul cielo tra Ponza e Ustica, si avvicinano almeno sei aerei: due potrebbero essere Corsair americani (perche un serbatoio supplementare fu rinvenuto sul fondale marino nei pressi del DC9); due potrebbero essere francesi, alzatisi in volo dalla base di Solenzara in Corsica; altri due potrebbero essersi alzati in volo da una portaerei americana.
Alle 20:59 il DC9 viene danneggiato dall'esplosione di un missile e precipita in mare. Potrebbe essere stato colpito da uno dei sei aerei NATO nel tentativo di centrare il MIG. L'aereo libico, gravemente danneggiato, si dirige verso la Calabria e precipita sui monti della Sila. Il relitto del MIG viene ritrovato "ufficialmente" il 17 luglio
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STRAGE DI USTICA/ Priore: ecco chi copre la verità
Strage di Ustica
La verità sulla strage di Ustica
L’Ue ci ripensa, niente inchiesta sul caso Ustica
lunedì 29 ottobre 2012
Area 51
L'Area 51, inizialmente chiamata "Nevada Test Site - 51" e
successivamente ribattezzata con il nome attuale, consiste in una vasta
zona militare operativa di 26.000 km2, situata vicino al villaggio di Rachel a circa 150 km a nord-ovest di Las Vegas, nel sud dello stato statunitense del Nevada. Nonostante sia situata nella vasta regione appartenente alla Nellis Air Force Base, le strutture nei pressi del Groom Lake sembrano essere gestite come se fossero un distaccamento dell'Air Force Flight Test Center della base aerea di Edwards nel Deserto del Mojave e, come tale, la base è nota con il nome di Air Force Flight Test Center (Detachment 3)[1][2].
Le strutture della base sono anche note come "Dreamland", "Paradise Ranch",[3], "Home Base", "Watertown Strip", "Groom Lake" e più recentemente "Homey Airport"[4]. Spesso i piloti militari chiamano lo spazio aereo attorno alla base come "The Box" (la scatola).
Gli elevati livelli di segretezza che circondano la base e il fatto che la sua esistenza sia solo vagamente ammessa dal governo statunitense ha reso questa base un tipico soggetto delle teorie del complotto e protagonista del folklore ufologico.
Nel corso del 2009 diversi ex-funzionari che hanno lavorato nell'Area 51 sono stati autorizzati a rilasciare dichiarazioni, affermando che l'Area serviva per lo sviluppo e il test di apparecchiature tecnologicamente all'avanguardia (jet militari, moduli lunari, ecc.) nella massima segretezza.[5]
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Le strutture della base sono anche note come "Dreamland", "Paradise Ranch",[3], "Home Base", "Watertown Strip", "Groom Lake" e più recentemente "Homey Airport"[4]. Spesso i piloti militari chiamano lo spazio aereo attorno alla base come "The Box" (la scatola).
Gli elevati livelli di segretezza che circondano la base e il fatto che la sua esistenza sia solo vagamente ammessa dal governo statunitense ha reso questa base un tipico soggetto delle teorie del complotto e protagonista del folklore ufologico.
Nel corso del 2009 diversi ex-funzionari che hanno lavorato nell'Area 51 sono stati autorizzati a rilasciare dichiarazioni, affermando che l'Area serviva per lo sviluppo e il test di apparecchiature tecnologicamente all'avanguardia (jet militari, moduli lunari, ecc.) nella massima segretezza.[5]
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Dentro Area 51, la base del mistero
I misteri e le teorie sull'Area 51
sabato 27 ottobre 2012
La vera storia del Conte Dracula
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domenica 14 ottobre 2012
Il simbolismo della cattedrale di Chartres
La
città di Chartres sorge sulle rive del fiume Eure, in una fertile
pianura, a una novantina di km a sudovest di Parigi.
La sua cattedrale è una delle più venerate e misteriose del mondo, anche per il luogo ove è situata. Prima ancora che i Galli e i Celti prosperassero in questa parte d'Europa, i costruttori dei cerchi megalitici del tipo di Stonehenge si erano messi all'opera nella regione, innalzando un dolmen e un pozzo all'interno di un tumulo di terra.
Il dolmen, costituito
da due o tre massicce pietre grezze reggenti un grosso masso appiattito,
formava un vano riparato abbastanza alto perché un uomo lo potesse
attraversare.
Si ritiene che il vano incorporasse un punto del suolo particolarmente attivo, un'importante fertile fonte di energia emanante dalla terra. Queste correnti telluriche montavano e si affievolivano secondo le stagioni, e rivitalizzavano chiunque ne venisse in contatto. Fu così che il tumulo, il pozzo e il dolmen cominciarono a essere venerati come suolo sacro. Più tardi i Druidi, ossia i sacerdoti celtici della Gallia e della Bretagna, fondarono un collegio a Chartres, e la località divenne un centro d’insegnamento druidico. Il tumulo e il dolmen acquistarono nuovo significato: quando una visione profetica informò i sacerdoti che una vergine stava per dare alla luce un bambino, essi intagliarono nel tronco di un pero un'immagine della fanciulla con l'infante seduto sulle ginocchia. Dopo di che collocarono la statua accanto al pozzo e alla fonte di energia all'interno del dolmen, e la battezzarono 'Vergine Sotterranea'. L'iscrizione fu modificata più tardi in 'Virgini pariturae', ossia la Vergine che partorirà un bambino. Quando i primi cristiani giunsero a Chartres, nel III secolo, videro la scultura della Vergine, ormai annerita dal tempo e situata in una grotta, e la adorarono come la Vergine Nera. La chiesa che costruirono sul luogo fu consacrata alla Madonna, come tutte le altre chiese e cattedrali erette successivamente. La nicchia fu detta 'Grotta dei Druidi' e fu inglobata nella cripta della chiesa, e, per ragioni che ignoriamo, il pozzo accanto ad essa fu denominato 'Pozzo dei Forti'.
Dove
furono attinte le conoscenze indispensabili alla
costruzione?
Da varie
informazioni frammentarie si delinea una vicenda assai
singolare. La storia ha inizio con
Bernardo di Chiaravalle,
fondatore dell'ordine monacale dei cistercensi, che ispirò
nove cavalieri di Francia ad abbandonare i loro possedimenti
mondani e ad andare in cerca dei segreti che
si riteneva giacessero sepolti nel "Sancta Sanctorum", sotto
le rovine del Tempio di Salomone a Gerusalemme.
I nove, che passarono alla storia come i Templari, trascorsero quasi dieci anni in Terrasanta, facendo ritorno in Francia nel 1128 altrettanto misteriosamente di come ne erano partiti. L'architettura gotica cominciò a fiorire proprio in quell'epoca ma nessuno sa dove e come fu gettato il primo seme di questo stile. Forse i Templari scoprirono la chiave di qualche arcana conoscenza? Ritornarono in Francia serbando segreti che tradussero in pratica con l'aiuto dei cistercensi? Lo stile gotico, di cui Chartres rappresenta una delle espressioni più sublimi, fu il diretto risultato della loro ricerca?
Sull'argomento
sono state presentate tesi controverse, a favore e
contrarie, ma la verità continua a sfuggirci. È possibile
che i Templari abbiano
disseppellito i resti dell'Arca
dell'Alleanza di Mosè o i
segreti in essa racchiusi: la Legge Divina che governa il
Numero, il Peso e la Misura?
Se ne fossero stati effettivamente a conoscenza, i migliori studiosi dell'ordine cistercense avrebbero dovuto dedicare molti anni a decifrare e analizzare questi segreti e a distillarne i principi di geometria sacra che vi sono contenuti in codice. Qualunque sia stata la natura della scoperta, sembra certo che quando un incendio distrusse nel 1194 gran parte della prima cattedrale di Chartres (ma non la tunica della Vergine), i cistercensi ne sapevano abbastanza da applicare in pratica i principi d’ingegneria sacra.
In soli
trent'anni, muratori, vetrai, scultori, geometri, astronomi
e altri esperti e artigiani riuscirono a creare un santuario
così straordinario che solo pochi entrando non ne restano
commossi: le proporzioni, l'orientamento, la posizione e il
simbolismo, tutto è stato concepito per risvegliare la
psiche e ritemprare lo spirito. Il sacro centro della
cattedrale cade tra la seconda e la terza campata del coro e
coincide con l'ubicazione dell'altare originario, sistemato
altrove nel XVI secolo. Il livello dell'acqua del pozzo è a
circa 37 m di profondità sotto quel punto. Sopra di esso,
alla stessa distanza, torreggia il pinnacolo della volta
gotica, dove le ogive incrociate - gli archi appuntiti
caratteristici dell'architettura gotica - sono così
perfettamente proporzionate da dare l'impressione di non
reggere alcun peso.
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giovedì 11 ottobre 2012
Il mistero degli ufo di Hessdalen forse risolto
Il mistero delle strane luci di Hessdalen è
noto da tempo. Sono un fenomeno luminoso che si è manifestato nei
cieli della vallata di Hessdalen, in Norvegia, a partire dagli anni ’80.
Si tratta di grandi dischi di luce di vari colori, tanto luminosi da
rischiarare tutta la valle. Di forme diverse, a volte si fermano a
mezz’aria per più di un’ora prima di sparire.
Numerosi ricercatori internazionali li studiano da anni. Le luci sono
state viste da centinaia di persone (compreso il sottoscritto durante
una missione di ricercatori italiani).Ma ora proprio gli italiani sembrano aver trovato la strada che potrebbe spiegare quelle luci.
Jader Monari e altri ricercatori radio astronomi hanno formulato un’ipotesi molto convincente per spiegare il fenomeno. Il rame e lo zolfo di antiche miniere della valle insieme al ferro presente nelle rocce sul versante opposto della valle darebbero origine a una gigantesca “pila” naturale.
Come in una pila le linee di forza trasportano particelle elettriche che possono dare origine alle “bolle” di luce che si osservano.
Questa tesi spiegherebbe anche perché le luci di Hessdalen (detti anche Ufo di Hessdalen) sarebbero più viswibili durante le aurore, quando dal Sole arrivano particelle elettricamente cariche che innescano il fenomeno.
Il video
mercoledì 10 ottobre 2012
Il mistero del Cothon di Mozia
Il "Cothon" di Mozia non sarebbe stato un porto, ne' un bacino di carenaggio scavato nell'immediato entroterra dell'isola collegato al mare da un canale lungo circa venti metri, ma una vasca adibita a funzioni di culto dove venivano effettuate abluzioni nell'ambito di cerimonie religiose. A confermarlo anche le fondamenta di un tempio semicircolare ("Temenon") attorno al bacino rettangolare con acqua di mare.
E' quanto e' stato scoperto nel corso dell'ultima campagna di scavi effettuata sul'isola dello Stagnone di Marsala, importante colonia fenicia tra l'VIII e il IV secolo a.C., da un'equipe di studenti di archeologia dell'Universita' La Sapienza di Roma, coordinati dal professor Lorenzo Nigro, d'intesa con la Soprintendenza ai Beni culturali di Trapani e la Fondazione Whitaker, proprietaria di Mozia. Nel corso degli scavi, sono inoltre emersi anche insediamenti di epoca paleolitica.
Continua qui
Il cothon di Mozia: nuove scoperte
Il mistero del Cothon di Mozia
sabato 29 settembre 2012
1947: il caso Roswell
Nella
storia dell’ufologia il 1947 viene ricordato, oltre
che per il primo avvistamento di Kenneth ARNOLD, anche
per il clamoroso caso Roswell,
dal nome della omonima cittadina americana del New Mexico
dove vennero recuperati i rottami di un Disco Volante precipitato.
Tutto
ebbe inizio l’ 8 luglio 1947, allorquando il
quotidiano locale “Roswell Daily Record” riportò il testo di un comunicato
ufficiale rilasciato dall’addetto stampa della Base Aerea di Roswell,
in cui si annunciava il ritrovamento di un “Disco Volante”
precipitato nella zona di Socorro, nei campi di
proprietà di un agricoltore di nome Mac BRAZEL, il
quale aveva recuperato parte dei rottami ed avvisato dell’accaduto lo Sceriffo
ed i Militari della Base Aerea di Roswell, che
inviarono sul posto il loro Ufficiale Addetto alla Sicurezza,
il magg. Jesse MARCEL.
L’Ufficiale, dopo aver esaminato i rottami ne organizzò il recupero ed il concentramento degli stessi alla Base di Roswell, prima del successivo smistamento verso destinazioni ignote (la Base Aerea di Wright Field a Dayton, in Ohio?), mentre nel frattempo il Comandante della Base, il Col. William BLANCHARD autorizzò il Ten. Walther HAUT al rilascio del famoso comunicato-stampa.
L’Ufficiale, dopo aver esaminato i rottami ne organizzò il recupero ed il concentramento degli stessi alla Base di Roswell, prima del successivo smistamento verso destinazioni ignote (la Base Aerea di Wright Field a Dayton, in Ohio?), mentre nel frattempo il Comandante della Base, il Col. William BLANCHARD autorizzò il Ten. Walther HAUT al rilascio del famoso comunicato-stampa.
In
breve tempo la notizia fece il giro degli Stati Uniti e dopo qualche tempo
giunse anche in Europa (all’epoca non esistevano collegamenti via satellite tra
i due continenti), suscitando un enorme clamore,al
punto tale che il Gen. Roger RAMEY, Comandante dell’8^
Armata Aerea di stanza a Forth Worth, da cui dipendeva
il 509° Gruppo Bombardieri di Roswell, fu costretto ad
organizzare in fretta e furia una conferenza stampa per spiegare che in realtà
il misterioso “Disco Volante” recuperato altro non era che un...
pallone sonda, di cui vennero
mostrati alcuni resti !!
domenica 23 settembre 2012
I Bronzi di Riace
I bronzi di Riace (metà del V sec. a.C. ca.) statue in bronzo; alt. m 2 ca., Museo Nazionale, Reggio Calabria. |
Le due sculture furono
ritrovate nel mare Ionio, a 300 metri dalle coste di Riace in provincia
di Reggio Calabria, nel 1972. L’eccezionalità del ritrovamento fu
subito chiara, date le poche statue originali che ci sono giunte dalla
Grecia. Furono trasportate a Firenze dove fu curato il restauro presso l’Opificio
delle Pietre Dure, uno dei più specializzati laboratori di restauro del
mondo. Nel 1980 furono esposte in una mostra, che ebbe un successo
eccezionale, e quindi trasportate nel museo archeologico di Reggio
Calabria dove sono tuttora esposte.
L’analisi stilistica e
quella scientifica sui materiali e le tecniche di fusione hanno entrambe
determinato la differenza sostanziale tra le due statue: sono da
attribuirsi a due differenti artisti e a due epoche distinte. Quella
raffigurata a sinistra viene normalmente chiamata "statua A",
mentre quella a destra "statua B". L’attribuzione odierna,
in base ai confronti stilistici oggi possibili, è di datare la
"statua A" al 460 a.C., in periodo severo; mentre al periodo
classico, e più precisamente al 430 circa a.C., viene datata la
"statua B".
Si tratta di
determinazioni che possono ancora essere modificate, anche perché
sappiamo davvero pochissimo di queste due statue. Ignoti sono sia gli
autori, sia i personaggi raffigurati, sia la collocazione che avevano
nell’antichità. Al momento possiamo solo ritenere che si tratti
genericamente di due atleti o di due guerrieri, raffigurati come simbolo
di vittoria.
Entrambe le statue sono
raffigurate nella posizione definita a chiasmo, presentandosi con una
notevole elasticità muscolare. Soprattutto la "statua A"
appare di modellato più nervoso e vitale, mentre la "statua
B" ha un aspetto più rilassato e calmo. Ma entrambe trasmettono
una grande sensazione di potenza, dovuta soprattutto allo scatto delle
braccia che si distanziano con vigore dal torso. Il braccio piegato
doveva sicuramente sorreggere uno scudo, mentre l’altra mano impugnava
con probabilità un’arma. La "statua B" ha la calotta
cranica modellata in quel modo perché doveva sicuramente consentire la
collocazione di un elmo di stile corinzio, oggi disperso.
Le statue furono con
probabilità realizzate ad Atene e da lì furono rimosse per essere
portate a Roma, forse destinate alla casa di qualche ricco patrizio. Ma
il battello che le trasportava dovette affondare e il prezioso carico
finì sommerso dalla sabbia a circa 8 metri di profondità. Non è da
escludere che all’epoca fu già fatto un tentativo di recupero, andato
infruttuoso così che le statue sono rimaste incastrate nel fondale per
circa duemila anni, prima che ritornassero a mostrarci tutto il loro
splendore.
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Un tesoro affiora dal mare dei Bronzi di Riace
Bronzi di Riace
Bronzi di Riace, che odissea. Le statue dei due guerrieri sono ancora senza casa
Il mistero dei Bronzi di Riace: un clamoroso falso
Il mistero dei Bronzi di Riace al TG3 Calabria (il video)
Bronzi di Riace 2012: 40 anni fa la scoperta, oggi libri ed eventi per ricordarlo
martedì 11 settembre 2012
11 SETTEMBRE: LE VERITA' NASCOSTE
di
Giulietto Chiesa - 24 Settembre 2011
Sono ancora molti gli aspetti dell'11 Settembre cui ad oggi non sono state date risposte accettabili. 22 esponenti internazionali si sono riuniti nel Consensus 9/11 Panel per avviare un confronto: sul tappeto sono rimaste 13 domande che demoliscono la versione ufficiale
La battaglia per la verità sull'11 settembre (2001) è in un momento di svolta piuttosto interessante. Si è costituito il Consensus 9/11 Panel che raccoglie 22 esponenti internazionali, esperti, scienziati, ricercatori, militari, piloti, filosofi etc.
Lo scopo primario è stato quello di verificare, appunto, il grado di
consenso tra queste diverse persone, attorno a una serie di questioni
cruciali sulle quali la versione ufficiale (meglio sarebbe dire le
differenti versioni ufficiali) non forniscono risposte accettabili, oppure non forniscono affatto risposte, oppure forniscono risposte palesemente false al primo esame.
Scopo secondario - ma niente affatto ininfluente - è mostrare al grande
pubblico che coloro che si occupano di queste cose non possono essere né
(s)qualificati come malati di mente, né come sprovveduti. Bastano i
curricula che si trovano sul sito per smontare sia la prima che la
seconda ipotesi.
Per chi non avesse tempo di andare a vedere chi sono questi 22, anticipo che chi scrive ne fa parte, insieme a un altro italiano, Massimo Mazzucco, che può essere considerato uno dei più informati analisti del problema e che è autore di diversi film. Ma gli altri esperti sono la dimostrazione vivente che la questione 11 settembre non può essere archiviata. Tra essi citerò Robert Bowman, ex capo del Dipartimento di Ingegneria Aeronautica dell'Istituto di Tecnologia della US Air Force; David Chandler, fisico e matematico della California Polytechnic University; Dwain Deets, ex direttore della ricerca ingegneristica, Aerospace Projects della NASA; il tenente colonnello David Gapp pilota della US Air Force on 3000 ore di volo, ex presidente del Aircraft Accident Board, per 31 anni nella US Air Force; Niels Harrit, professore associato di Chimica, Nano Science Center Università di Copenhagen; Steven E. Jones, fisico, ex professore della Brigham Young University; comandante Ralph Kolstad, ex pilota della US Navy e per 27 anni pilota di aerei civili, con oltre 23.000 ore di volo; colonnello Shelton F. Lankford, 20 anni nel US Marine Corps, pilota di combattimento con oltre 300 missioni, 32 medaglie dell'Aria; Dennis P. Mc Mahon, avvocato a New York e in Massachusetts, e altri.
Importante il metodo seguito. I punti di consenso sono stati definiti con il "metodo Delphi",
spesso usato per ricerche scientifiche, particolarmente in campo
medico, consistente nel consultare le opinioni di persone che non si
conoscono l'un l'altra e le cui risposte sono quindi esaminabili solo in
base al loro contenuto e non in base alla conoscenza di chi le ha
formulate. La scelta degli interlocutori è stata effettuata da un gruppo
ristretto di esperti, guidato da David Ray Griffin,
che ha anche formulato le domande iniziali corredandole con un'ampia
documentazione scritta e di filmati e con una esauriente bibliografia.
Il criterio del consenso è stato così formulato in base a una
graduatoria i cui punti erano, per ogni domanda, i seguenti: 1) Concordo
fortemente; 2) Concordo; 3) Concordo con riserva; 4) Non concordo; 5)
Non concordo fortemente; 6) Sono incerto.
Le domande che hanno ricevuto valutazioni da 4 a 6 sono state eliminate.
Il risultato finale è stato che sono rimaste sul tappeto 13 domande,
sulle quali il consenso dei 22 membri del panel (che sono stati
rivelati solo dopo la conclusione dell'indagine) è stato di un accordo
al 100% sulla seconda, terza, quinta e sesta questione. E' stato del 95%
per la prima,la quarta e la undicesima: E' stato del 90% per la
settima, ottava, nona, dodicesima e tredicesima.
Quali le questioni? Cominciando dalle quattro che hanno avuto il 100%.
Questione 2. La "migliore evidenza" conduce a negare
che Osama bin Laden fu responsabile per gli attacchi. Per diversi
motivi, tra cui il fatto che l'FBI non lo ha mai incriminato per gli
attentati dell'11 settembre e mai nessuna prova del suo coinvolgimento è
stata portata.
Questione 3
. La "migliore evidenza" non permette di
confermare che le Twin Towers siano state abbattute dall'azione
congiunta degl'impatti degli aerei, dal carburante dei jet, e
dagl'incendi degli uffici. Numerosi rapporti scientifici negano che le
temperature ottenibili con le cause sopra descritte possano superare i
1000°C, ossia temperature ben al di sotto del livello di fusione
dell'acciaio. Al contrario ci sono le prove
che l'acciaio delle Twin Towers si è fuso in grande quantità. E non
solo. Nelle polveri sono state trovate tracce di metalli fusi (come
acciaio, ferro e molibdeno) che possono arrivare a fondersi solo in
presenza di temperature rispettivamente superiori a 1482 gradi Celsius;
1538 gradi Celsius; 2623 gradi Celsius.
Questione 5
. La "migliore evidenza" nega la possibilità
che le Twin Towers siano potute crollare, in quel modo, alla velocità
di caduta libera, senza l'intervento di esplosivi. Questa ipotesi
reggerebbe solo in caso di temperature non ottenibili dall'incendio del
kerosene che era a bordo degli aerei. Le strutture sottostanti erano
integre e non c'è possibilità che si disintegrassero, com'è avvenuto.
Questione 6
. La "migliore evidenza" non permette di
accettare la tesi secondo cui il WTC 7 ( la "terza torre", che crollò
alle 17:20 di quel pomeriggio, senza essere stata mai colpita da alcun
aereo) sia precipitato su se stesso alla velocità assai vicina a quella
di caduta libera a causa dell'effetto combinato del danno strutturale
subito dai detriti della torre sud, combinato con il fuoco prodotto da
combustibili diesel stoccati all'interno. In primo luogo perché nessun
edificio in acciaio di quel tipo è mai crollato in precedenza a causa di
incendi. Le risultanze mostrano incontrovertibilmente che il tetto
dell'edificio è rimasto orizzontale durante il crollo e che tutte le 82
colonne di supporto dell'edificio sono state troncate da esplosioni
simultanee nel momento in cui il tetto ha cominciato a scendere.
Continua qui
11 settembre: La terza verità
Sezione 11 settembre
LA DOMANDA DEL GRUPPO "ARCHITETTI ED INGEGNERI PER LA VERITA' SUL 911"
11 Settembre in tv: ormai la verità non fa più scandalo
Speciale 11 settembre La Stampa
domenica 26 agosto 2012
Gollum di Panama
Agli inizi del settembre 2009, nei
pressi di Cerro Azul (Panama) è stata trovata una strana creatura grigiastra dal
corpo gommoso, subito soprannominata "il Gollum", data la somiglianza con la
creatura del romanzo di Tolkien "Il signore degli anelli".
Dei bambini stavano giocando sulle rive di un lago, quando all'improvviso notarono uno strano essere che si stava dirigendo verso di loro arrampicandosi a delle rocce; impauriti dalla cosa, iniziarono a scagliare contro l'animale numerosi sassi fino a stordirlo, per poi arrivare ad ucciderlo a bastonate. Subito dopo aver costatato la morte della creatura la gettarono in acqua e corsero a chiamare i loro genitori che inizialmente, pensarono ad una storia inventata dai bambini che come si sa hanno una fervida immaginazione. Arrivati sul posto, i genitori si stupirono alla vista del "mostro", lo fotografarono e chiamarono subito le autorità del posto.
La creatura lunga 150 centimetri, ha delle braccia lunghe come un bradipo ma privo di peli, di colore grigiastro e ha il corpo gommoso, sembrerebbe quasi senza ossa; queste caratteristiche hanno fatto subito pensare ad una mutazione sconosciuta dell'animale o ad un esemplare malato.
Attualmente non si sa ancora nulla di più sull'animale, come già detto alcuni suppongono che si tratti di un bradipo mutante, ma terorie più esotiche lo reputano un esperimento genetico malriuscito da parte di non si sa chi.
Sviluppi
Non si sa ancora molto sulla vicenda; Melquiades Ramos, un esperto del National Environmental Authority disse che avrebbe esaminato l'animale e fornito spiegazioni ma ancora oggi non si sa niente di più sull'animale. Questo silenzio a fatto pensare ad uno scherzo ben riuscito, le autorità però non hanno comunicato ancora nulla sul caso.
A distanza di quasi due anni abbiamo sempre solo queste immagini (guarda fotogallery sotto) che fecero rapidamente il giro del mondo...
Dei bambini stavano giocando sulle rive di un lago, quando all'improvviso notarono uno strano essere che si stava dirigendo verso di loro arrampicandosi a delle rocce; impauriti dalla cosa, iniziarono a scagliare contro l'animale numerosi sassi fino a stordirlo, per poi arrivare ad ucciderlo a bastonate. Subito dopo aver costatato la morte della creatura la gettarono in acqua e corsero a chiamare i loro genitori che inizialmente, pensarono ad una storia inventata dai bambini che come si sa hanno una fervida immaginazione. Arrivati sul posto, i genitori si stupirono alla vista del "mostro", lo fotografarono e chiamarono subito le autorità del posto.
La creatura lunga 150 centimetri, ha delle braccia lunghe come un bradipo ma privo di peli, di colore grigiastro e ha il corpo gommoso, sembrerebbe quasi senza ossa; queste caratteristiche hanno fatto subito pensare ad una mutazione sconosciuta dell'animale o ad un esemplare malato.
Attualmente non si sa ancora nulla di più sull'animale, come già detto alcuni suppongono che si tratti di un bradipo mutante, ma terorie più esotiche lo reputano un esperimento genetico malriuscito da parte di non si sa chi.
Sviluppi
Non si sa ancora molto sulla vicenda; Melquiades Ramos, un esperto del National Environmental Authority disse che avrebbe esaminato l'animale e fornito spiegazioni ma ancora oggi non si sa niente di più sull'animale. Questo silenzio a fatto pensare ad uno scherzo ben riuscito, le autorità però non hanno comunicato ancora nulla sul caso.
A distanza di quasi due anni abbiamo sempre solo queste immagini (guarda fotogallery sotto) che fecero rapidamente il giro del mondo...
Galleria Fotografica
domenica 5 agosto 2012
Paesi fantasma e villaggi abbandonati in Val Borbera (Al)
In val Borbera in Provincia di Alessandria ci sono sette borghi, tutti abbandonati nel corso degli anni Sessanta, tranne uno:
- Rivarossa, frazione di Borghetto di Borbera.
- Avi, frazione di Roccaforte Ligure.
- Camere Nuove, frazione di Mongiardino Ligure.
- Connio Vecchio e Chiappato, frazioni di Carrega Ligure.
- Ferrazza, frazione di Carrega Ligure, recuperata negli anni Novanta.
- Reneuzzi, frazione di Carrega Ligure, legato alla presenza di fantasmi, a seguito della storia, di una giovane coppia degli anni Cinquanta, forse l’unica in grado di avere ancora figli in paese. I due non sono ancora sposati e la ragazza comunica al compagno di avere preso la decisione di lasciarlo e abbandonare il paese per andare a cercare il lavoro a fondo valle. Il ragazzo reagisce male: la rapisce e la porta nei boschi. Allarmati, gli altri abitanti corrono a cercarli. Viene trovata solo la ragazza, morta, forse uccisa con un colpo di roncola. Pochi giorni più tardi un cacciatore troverà anche il corpo dell’uomo, che nel frattempo si è suicidato.
Fonte
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Renèuzzi, talvolta chiamato Renèuzi, Renèusi, Renéixi (pron. Renéisci) o in genovese Reneuxi, è una frazione disabitata del comune di Carrega Ligure, in provincia di Alessandria, situata in alta val Borbera a 1.075 m d'altezza sul versante nord del monte Antola. Il villaggio fu abbandonato nel 1961. Conserva l'Oratorio di San Bernardo abate, a cui è stato rimosso il campanile.
Non raggiunto dalla strada carrozzabile, è collegato da un'antica mulattiera alle frazioni di Campassi e Vegni, mentre un sentiero permette di raggiungere la vetta del monte Antola.
Continua qui
La tragedia di Bellomo Davide, morto a 31 anni, ultimo abitante di quello sperduto, straordinario paese.
Reneuzzi
I paesi abbandonati attorno a Genova
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- Rivarossa, frazione di Borghetto di Borbera.
- Avi, frazione di Roccaforte Ligure.
- Camere Nuove, frazione di Mongiardino Ligure.
- Connio Vecchio e Chiappato, frazioni di Carrega Ligure.
- Ferrazza, frazione di Carrega Ligure, recuperata negli anni Novanta.
- Reneuzzi, frazione di Carrega Ligure, legato alla presenza di fantasmi, a seguito della storia, di una giovane coppia degli anni Cinquanta, forse l’unica in grado di avere ancora figli in paese. I due non sono ancora sposati e la ragazza comunica al compagno di avere preso la decisione di lasciarlo e abbandonare il paese per andare a cercare il lavoro a fondo valle. Il ragazzo reagisce male: la rapisce e la porta nei boschi. Allarmati, gli altri abitanti corrono a cercarli. Viene trovata solo la ragazza, morta, forse uccisa con un colpo di roncola. Pochi giorni più tardi un cacciatore troverà anche il corpo dell’uomo, che nel frattempo si è suicidato.
Fonte
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Renèuzzi, talvolta chiamato Renèuzi, Renèusi, Renéixi (pron. Renéisci) o in genovese Reneuxi, è una frazione disabitata del comune di Carrega Ligure, in provincia di Alessandria, situata in alta val Borbera a 1.075 m d'altezza sul versante nord del monte Antola. Il villaggio fu abbandonato nel 1961. Conserva l'Oratorio di San Bernardo abate, a cui è stato rimosso il campanile.
Non raggiunto dalla strada carrozzabile, è collegato da un'antica mulattiera alle frazioni di Campassi e Vegni, mentre un sentiero permette di raggiungere la vetta del monte Antola.
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I paesi fantasma della Val Borbera |
Reneuzzi
I paesi abbandonati attorno a Genova
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Chico Forti, pseudonimo di Enrico Forti ( Trento , 8 febbraio 1959 ), è un ex velista e produttore televisivo italiano . Nel 1998, F...
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