Molte delle segnalazioni che riceviamo sono un interessante
punto di partenza per trattare argomenti e questioni e diventano
l’occasione di fare articoli.
Molte altre sono semplici falsi fotografici o effetti ottici; abbiamo
comunque pensato di costruire una sezione in cui inserire il materiale
all’apparenza meno interessante, ma che, a nostro avviso, con opportune
note e spiegazioni relative a come abbiamo condotto l’indagine, potrebbe
contribuire a raffinare il vostro ‘occhio al misterioso’.
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giovedì 17 gennaio 2013
sabato 29 dicembre 2012
Rasputin
Grigorij Efimovič, detto Rasputin, nacque nel 1869 in un villaggio della
Siberia occidentale. Di aspetto non era quello che si dice un bell’uomo:
aveva degli occhi infossati che gli davano un’aria spiritata ed un naso
lungo e carnoso, per quanto in età giovanile, come illustra la foto
(ritoccata graficamente rispetto all’originale), avesse un aspetto
migliore. Portava capelli lunghi ed una barba da eremita. Nato in una
famiglia di contadini, grazie anche ad un’innata predisposizione,
trascorreva molte ore delle sue giornate giovanili isolandosi nella
foresta, a contatto con una natura selvaggia ed incontaminata, cadendo
talvolta in una curiosa forma di estraniamento, nella quale percepiva
strane presenze, tra cui quella di una misteriosa “Signora”. Nei boschi,
così come nelle successive solitarie peregrinazioni, era riuscito a
coltivare una fortissima carica magnetica - la stessa per la quale
divenne famoso per tutta la sua vita - e potenziare alcune sue facoltà
divinatorie e terapeutiche. Era però anche dotato di una forte carica
sessuale, seguendo la quale si era guadagnato nel villaggio natio una
cattiva fama. I compaesani l’avevano infatti denominato rasputìn,
che in russo significa pressappoco: “dissoluto, libertino, debosciato”.
Dopo qualche burrascosa vicenda giovanile maturò sempre più la sua
inclinazione verso l’introspezione spirituale, tanto che, nonostante si
fosse sposato a 28 anni, decise di lasciare la famiglia per andarsene in
giro come anacoreta itinerante (staretz).
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Il "monaco pazzo"
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Il "monaco pazzo"
Rasputin, la storia ed il pene
giovedì 20 dicembre 2012
Risolto il giallo di Ramsete III, e' stato sgozzato
Uno degli intrighi piu' clamorosi dell'Antico Egitto sarebbe stato sciolto
di Stefan WallischBOLZANO - Ramsete III e' stato ucciso sgozzato: lo rivela uno studio, pubblicato dalla rivista British Medical Journal, al quale ha collaborato anche il ricercatore Albert Zink dell'Eurac di Bolzano. Uno dei gialli piu' clamorosi dell'Antico Egitto sarebbe stato risolto: il faraone - sostengono gli studiosi - e' stato sgozzato, forse proprio da suo figlio Pentawer. Lo staff e' inoltre quasi certo di aver individuato anche la salma del figlio 'traditore', che dopo il delitto e' morto impiccato. Un indizio importante e' custodito al Museo Egizio di Torino. Si tratta di un papiro che descrive come, a meta' del XII secolo a.C. nel gineceo del faraone, la concubina Tij pianificasse l'uccisione del suo coniuge Ramsete III.
L'obiettivo era mettere sul trono suo figlio Pentawer. Qualcosa ando' pero' storto. La congiura fu scoperta e tutte le persone coinvolte vennero condotte in tribunale e punite. Il documento non svela la sorte del faraone. Ora l'equipe di ricercatori, composta dall'egittologo Zahi Hawass, dal paleopatologo Albert Zink dell'Eurac di Bolzano e dall'esperto di genetica molecolare dell'universita' di Tubinga Carsten Pusch, ha scoperto che Ramsete e' stato sgozzato. ''Solo grazie alla tac si e' potuta vedere la ferita alla gola, nascosta da una benda sul collo'', riferisce Hawass, che al momento degli studi era segretario generale del Consiglio supremo delle antichita' egizie. ''Eravamo gia' a conoscenza del fatto che Ramsete mori' nel 1156 a.C., all'eta' di circa 65 anni.
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domenica 16 dicembre 2012
martedì 11 dicembre 2012
12.12.12
Il numero sacro per gli appassionati di simbolismo ripetuto per ben tre volte trasforma mercoledì nella Giornata dell'Interconnessione. Crederci o no, spetta a voi. Comunque, c'è apprensione per l'asteroide Toutatis che passerà "vicinissimo" alla Terra.
Il 12 e la perfezione cosmica
Di Carlotta Macerollo
ROMA - 12 dicembre 2012, una giornata da tenere d'occhio. Gli appassionati di simbolismo non hanno alcun dubbio: il 12 è il più sacro dei numeri e il fatto che sia ripetuto per ben tre volte trasforma mercoledì in "Giornata dell'Interconnessione". Sul calendario indica l'apertura di un nuovo "portale di energia", quindi il rilascio di un potente vortice energetico che può purificare l'anima.
NUMERO SACRO? Sono molti i richiami simbolici del numero: 12 sono i mesi dell'anno e i segni dello zodiaco. Anche nel corpo umano: 12 paia di nervi cranici e di costole, dodici vertebre toraciche. La bandiera dell'Europa raffigura 12 stelle dorate disposte in cerchio su campo blu. Il numero è stato scelto perché tradizionalmente associato alla perfezione e all'unità. Andando indietro nel tempo: nella mitologia greca gli dei principali del monte Olimpo sono 12, si legge nella Bibbia che sono 12 i figli di Giacobbe, le tribù di Israele e gli apostoli di Gesù. Gli scettici ritengono che si tratti di semplici coincidenze, ma i seguaci della cabala attribuiscono al numero un preciso significato.
L'ASTEROIDE TOUTATIS. Ci si può credere o meno. Mercoledì sarà comunque una giornata particolare, perché l'asteroide Toutatis, chiamato così in omaggio alla famosa esclamazione di Asterix (che a sua volta si riferisce al dio della guerra nella mitologia celtica), passerà vicino alla Terra a "soli" 6,9 milioni di chilometri di distanza, rendendosi visibile. Gli astronomi rassicurano: non è in nessun modo una minaccia per la nostra sicurezza, ma merita comunque attenzione perché l'asteroide rientra nella categoria di corpi celesti potenzialmente pericolosi. E, ironia della sorte, non si potrà neppure mandare una mail di aiuto ad amici e parenti: il 12 dicembre sarà in fatti il No Email Day, un giorno senza inviare e ricevere messaggi di posta elettronica.
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sabato 8 dicembre 2012
giovedì 6 dicembre 2012
Maya: il punto di vista della Nasa sul 21 dicembre 2012
2012. Ci siamo. La fine del mondo attesa per questa fine d'anno sembra sempre più vicina. È stata immaginata in tanti, forse troppi modi. Si è parlato di scontri planetari, capovolgimenti disastrosi del campo magnetico e tempeste solari
che, a onor del vero, proprio in questi giorni ci stanno facendo
preoccupare. Solo un assaggio? Staremo a vedere. Nel frattempo però la Nasa non rimane inerme. Anzi, ci rassicura e ci fasapere che la famigerata fine del mondo pronosticata dai Maya sarebbe sono una grossa burla, diffusasi grazie ai media.
L'agenzia spaziale statunitense, nel
tentativo di sfatare miti e leggende, ha allestito sul proprio sito una
serie di domande e risposte. Inoltre, è disponibile in rete un video di
circa 3 minuti nel quale lo scienziato Don Yeomans fornisce delle
spiegazioni scientifiche sull'argomento: il 21 dicembre 2012. Ma per dirla con le parole della Nasa, tale data non sarà altro che il coincidente solstizio d'inverno. Proprio come ogni anno. Come hanno avuto modo di spiegare gli scienziati, la Terra
esiste senza troppi grossi sconvolgimenti da circa 4 miliardi di anni.
Ma, soprattutto, non ci sono prove scientifiche di fatti e fenomeni che
minaccino l'esistenza planetaria nell'anno in corso.
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sabato 24 novembre 2012
LE DOLOMITI: PARTICOLARITÀ e LEGGENDE
Se Corbusier le definì “la più bella architettura naturale del mondo”
un motivo c’è. Anzi, più d’uno: le Dolomiti sono una vera costruzione,
formatasi nel tempo grazie alle alghe e alle barriere coralline, e sono
così straordinarie da non temere confronti. Le dimensioni, la
composizione e la ricchezza del paesaggio, amplificata da colori senza
eguali, ne hanno fatto una meta di artisti da tutto il mondo ma
soprattutto hanno permesso il maggior riconoscimento da parte
dell’Unesco, che nel 2009 le ha proclamate Patrimonio naturale dell’Umanità.
Di giorno sono visitate dagli amanti dell’alta montagna, che le scelgono per escursioni in estate e lunghe sciate in inverno; la sera si colorano di rosa per l’affascinante fenomeno detto “enrosadira”, che pare avere origini leggendarie. |
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Le
storie mitiche sono infatti tra le principali protagoniste di queste
cime, e ancora oggi il popolo delle Dolomiti le ama raccontare: è sul
Catinaccio (in tedesco Rosengarten, ovvero Giardino delle rose) che si
narra vivesse il potente re Laurino, così amante delle rose da coltivare
con passione un giardino ad esse dedicato. |
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domenica 11 novembre 2012
I Cavalieri Templari
I Templari furono un ordine monastico-cavalleresco (cioè erano allo stesso tempo monaci e soldati) fondato nel 1119 da Hugues de Payen,
insieme ad altri otto confratelli, a Gerusalemme. Venti anni prima, il
15 luglio del 1099, i principi che avevano sottoscritto la Prima
Crociata, indetta da papa Urbano II, avevano riconquistato Gerusalemme
sottraendola ai Saraceni. Il principe Baldovino di Fiandra, fratello di
Goffredo di Buglione, divenne primo re di Gerusalemme col nome di Baldovino I.
La Terrasanta, però, continuava a rimanere terreno pericoloso per i
frequenti scontri con i Saraceni che premevano per riprendersi il Santo
Sepolcro, così, secondo le fonti storiche ufficiali, nacque l'idea della
costituzione di un ordine militare per la protezione e la difesa armata
dei pellegrini, organizzata internamente come un ordine monastico.
Baldovino, il patriarca di Gerusalemme e tutto l'alto clero appoggiarono
l'impresa e il re concesse loro di occupare le vaste scuderie ricavate
nei sotterranei della Grande Moschea di Al-Aqsa, costruita sul luogo
dove un tempo sorgeva il Tempio di Salomone. Per tale motivo, il gruppo neoformato cominciò ad essere chiamato "Cavalieri del Tempio" e quindi Cavalieri Templari. In realtà come ordine monastico vero e proprio venne approvato soltanto nel 1128, con il Concilio di Troyes,
tenutosi sotto il pontificato di papa Onorio II. A spingere il papa,
ancora restio all'idea che un monaco potesse essere abilitato a spargere
sangue, a concedere loro il riconoscimento ufficiale fu San Bernardo di Chiaravalle, allora massimo esponente dell'ordine dei Frati Cistercensi, che redasse per loro una Regola specifica mutuata da quella dei suoi confratelli. Innocenzo II,
che doveva a San Bernardo l'elezione al soglio pontificio, concesse
loro nel 1139 una prima serie d'importanti privilegi. Infine Eugenio III, nel 1147, concesse ai Templari, che già indossavano il mantello bianco, l'autorizzazione ad aggiungervi una croce rossa.
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Cavalieri templari
Storia
I templari
sabato 3 novembre 2012
La strage di Ustica
La richiesta di rinvio a giudizio e la perizia d'ufficio
sui tracciati radar sembrano confermare l'ipotesi che il DC-9,
precipitato (con 81 persone a bordo) sul cielo
dell'isola di Ustica la sera del 27 giugno 1980, sia stato abbattuto da
un missile lanciato per errore. Ma questi documenti possono dirci poco
sugli istanti finali
dell'attacco. Perché il missile ha abbattuto l'aereo di linea e non il
presunto caccia che gli volava sotto? Quali sono state le prime
conseguenze della deflagrazione?
Che fine ha fatto il missile?
Con l'ausilio di immagini inedite del relitto "NOVE da Firenze" propone alcune risposte.
(...)
La vicenda
Trascorsi 20 anni non e stata ancora raggiunta una verità giudiziaria sulla tragedia aerea che, il 27 giugno 1980, provocò sul cielo di Ustica la morte di 81 persone. A squarciare il velo del mistero paiono indirizzate la richiesta di rinvio a giudizio di 10 indagati e la perizia d'ufficio consegnate di recente al giudice istruttore Rosario Priore.
"NOVE da Firenze" ricostruisce un'ipotesi della dinamica e pubblica immagini inedite del relitto.
(...)
I tracciati radar
Il DC9 Itavia decolla dall'aeroporto di Bologna e prende la rotta Siena-Ponza-Palermo. Mentre sale in quota incontra due F104 italiani in missione di addestramento. Sul cielo di Grosseto si aggiungono altri due velivoli: un altro DC9 diretto da Bergamo a Ciampino e un aereo militare, che potrebbe essere un MIG libico. Alle 20:45 i caccia italiani virano all'improvviso e probabilmente lanciano un segnale d'allarme. Intorno al DC9 con in coda il MIG libico, sul cielo tra Ponza e Ustica, si avvicinano almeno sei aerei: due potrebbero essere Corsair americani (perche un serbatoio supplementare fu rinvenuto sul fondale marino nei pressi del DC9); due potrebbero essere francesi, alzatisi in volo dalla base di Solenzara in Corsica; altri due potrebbero essersi alzati in volo da una portaerei americana.
Alle 20:59 il DC9 viene danneggiato dall'esplosione di un missile e precipita in mare. Potrebbe essere stato colpito da uno dei sei aerei NATO nel tentativo di centrare il MIG. L'aereo libico, gravemente danneggiato, si dirige verso la Calabria e precipita sui monti della Sila. Il relitto del MIG viene ritrovato "ufficialmente" il 17 luglio
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Con l'ausilio di immagini inedite del relitto "NOVE da Firenze" propone alcune risposte.
(...)
La vicenda
Trascorsi 20 anni non e stata ancora raggiunta una verità giudiziaria sulla tragedia aerea che, il 27 giugno 1980, provocò sul cielo di Ustica la morte di 81 persone. A squarciare il velo del mistero paiono indirizzate la richiesta di rinvio a giudizio di 10 indagati e la perizia d'ufficio consegnate di recente al giudice istruttore Rosario Priore.
"NOVE da Firenze" ricostruisce un'ipotesi della dinamica e pubblica immagini inedite del relitto.
(...)
I tracciati radar
Il DC9 Itavia decolla dall'aeroporto di Bologna e prende la rotta Siena-Ponza-Palermo. Mentre sale in quota incontra due F104 italiani in missione di addestramento. Sul cielo di Grosseto si aggiungono altri due velivoli: un altro DC9 diretto da Bergamo a Ciampino e un aereo militare, che potrebbe essere un MIG libico. Alle 20:45 i caccia italiani virano all'improvviso e probabilmente lanciano un segnale d'allarme. Intorno al DC9 con in coda il MIG libico, sul cielo tra Ponza e Ustica, si avvicinano almeno sei aerei: due potrebbero essere Corsair americani (perche un serbatoio supplementare fu rinvenuto sul fondale marino nei pressi del DC9); due potrebbero essere francesi, alzatisi in volo dalla base di Solenzara in Corsica; altri due potrebbero essersi alzati in volo da una portaerei americana.
Alle 20:59 il DC9 viene danneggiato dall'esplosione di un missile e precipita in mare. Potrebbe essere stato colpito da uno dei sei aerei NATO nel tentativo di centrare il MIG. L'aereo libico, gravemente danneggiato, si dirige verso la Calabria e precipita sui monti della Sila. Il relitto del MIG viene ritrovato "ufficialmente" il 17 luglio
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STRAGE DI USTICA/ Priore: ecco chi copre la verità
Strage di Ustica
La verità sulla strage di Ustica
L’Ue ci ripensa, niente inchiesta sul caso Ustica
lunedì 29 ottobre 2012
Area 51
L'Area 51, inizialmente chiamata "Nevada Test Site - 51" e
successivamente ribattezzata con il nome attuale, consiste in una vasta
zona militare operativa di 26.000 km2, situata vicino al villaggio di Rachel a circa 150 km a nord-ovest di Las Vegas, nel sud dello stato statunitense del Nevada. Nonostante sia situata nella vasta regione appartenente alla Nellis Air Force Base, le strutture nei pressi del Groom Lake sembrano essere gestite come se fossero un distaccamento dell'Air Force Flight Test Center della base aerea di Edwards nel Deserto del Mojave e, come tale, la base è nota con il nome di Air Force Flight Test Center (Detachment 3)[1][2].
Le strutture della base sono anche note come "Dreamland", "Paradise Ranch",[3], "Home Base", "Watertown Strip", "Groom Lake" e più recentemente "Homey Airport"[4]. Spesso i piloti militari chiamano lo spazio aereo attorno alla base come "The Box" (la scatola).
Gli elevati livelli di segretezza che circondano la base e il fatto che la sua esistenza sia solo vagamente ammessa dal governo statunitense ha reso questa base un tipico soggetto delle teorie del complotto e protagonista del folklore ufologico.
Nel corso del 2009 diversi ex-funzionari che hanno lavorato nell'Area 51 sono stati autorizzati a rilasciare dichiarazioni, affermando che l'Area serviva per lo sviluppo e il test di apparecchiature tecnologicamente all'avanguardia (jet militari, moduli lunari, ecc.) nella massima segretezza.[5]
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Le strutture della base sono anche note come "Dreamland", "Paradise Ranch",[3], "Home Base", "Watertown Strip", "Groom Lake" e più recentemente "Homey Airport"[4]. Spesso i piloti militari chiamano lo spazio aereo attorno alla base come "The Box" (la scatola).
Gli elevati livelli di segretezza che circondano la base e il fatto che la sua esistenza sia solo vagamente ammessa dal governo statunitense ha reso questa base un tipico soggetto delle teorie del complotto e protagonista del folklore ufologico.
Nel corso del 2009 diversi ex-funzionari che hanno lavorato nell'Area 51 sono stati autorizzati a rilasciare dichiarazioni, affermando che l'Area serviva per lo sviluppo e il test di apparecchiature tecnologicamente all'avanguardia (jet militari, moduli lunari, ecc.) nella massima segretezza.[5]
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Dentro Area 51, la base del mistero
I misteri e le teorie sull'Area 51
sabato 27 ottobre 2012
La vera storia del Conte Dracula
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domenica 14 ottobre 2012
Il simbolismo della cattedrale di Chartres
La
città di Chartres sorge sulle rive del fiume Eure, in una fertile
pianura, a una novantina di km a sudovest di Parigi.
La sua cattedrale è una delle più venerate e misteriose del mondo, anche per il luogo ove è situata. Prima ancora che i Galli e i Celti prosperassero in questa parte d'Europa, i costruttori dei cerchi megalitici del tipo di Stonehenge si erano messi all'opera nella regione, innalzando un dolmen e un pozzo all'interno di un tumulo di terra.
Il dolmen, costituito
da due o tre massicce pietre grezze reggenti un grosso masso appiattito,
formava un vano riparato abbastanza alto perché un uomo lo potesse
attraversare.
Si ritiene che il vano incorporasse un punto del suolo particolarmente attivo, un'importante fertile fonte di energia emanante dalla terra. Queste correnti telluriche montavano e si affievolivano secondo le stagioni, e rivitalizzavano chiunque ne venisse in contatto. Fu così che il tumulo, il pozzo e il dolmen cominciarono a essere venerati come suolo sacro. Più tardi i Druidi, ossia i sacerdoti celtici della Gallia e della Bretagna, fondarono un collegio a Chartres, e la località divenne un centro d’insegnamento druidico. Il tumulo e il dolmen acquistarono nuovo significato: quando una visione profetica informò i sacerdoti che una vergine stava per dare alla luce un bambino, essi intagliarono nel tronco di un pero un'immagine della fanciulla con l'infante seduto sulle ginocchia. Dopo di che collocarono la statua accanto al pozzo e alla fonte di energia all'interno del dolmen, e la battezzarono 'Vergine Sotterranea'. L'iscrizione fu modificata più tardi in 'Virgini pariturae', ossia la Vergine che partorirà un bambino. Quando i primi cristiani giunsero a Chartres, nel III secolo, videro la scultura della Vergine, ormai annerita dal tempo e situata in una grotta, e la adorarono come la Vergine Nera. La chiesa che costruirono sul luogo fu consacrata alla Madonna, come tutte le altre chiese e cattedrali erette successivamente. La nicchia fu detta 'Grotta dei Druidi' e fu inglobata nella cripta della chiesa, e, per ragioni che ignoriamo, il pozzo accanto ad essa fu denominato 'Pozzo dei Forti'.
Dove
furono attinte le conoscenze indispensabili alla
costruzione?
Da varie
informazioni frammentarie si delinea una vicenda assai
singolare. La storia ha inizio con
Bernardo di Chiaravalle,
fondatore dell'ordine monacale dei cistercensi, che ispirò
nove cavalieri di Francia ad abbandonare i loro possedimenti
mondani e ad andare in cerca dei segreti che
si riteneva giacessero sepolti nel "Sancta Sanctorum", sotto
le rovine del Tempio di Salomone a Gerusalemme.
I nove, che passarono alla storia come i Templari, trascorsero quasi dieci anni in Terrasanta, facendo ritorno in Francia nel 1128 altrettanto misteriosamente di come ne erano partiti. L'architettura gotica cominciò a fiorire proprio in quell'epoca ma nessuno sa dove e come fu gettato il primo seme di questo stile. Forse i Templari scoprirono la chiave di qualche arcana conoscenza? Ritornarono in Francia serbando segreti che tradussero in pratica con l'aiuto dei cistercensi? Lo stile gotico, di cui Chartres rappresenta una delle espressioni più sublimi, fu il diretto risultato della loro ricerca?
Sull'argomento
sono state presentate tesi controverse, a favore e
contrarie, ma la verità continua a sfuggirci. È possibile
che i Templari abbiano
disseppellito i resti dell'Arca
dell'Alleanza di Mosè o i
segreti in essa racchiusi: la Legge Divina che governa il
Numero, il Peso e la Misura?
Se ne fossero stati effettivamente a conoscenza, i migliori studiosi dell'ordine cistercense avrebbero dovuto dedicare molti anni a decifrare e analizzare questi segreti e a distillarne i principi di geometria sacra che vi sono contenuti in codice. Qualunque sia stata la natura della scoperta, sembra certo che quando un incendio distrusse nel 1194 gran parte della prima cattedrale di Chartres (ma non la tunica della Vergine), i cistercensi ne sapevano abbastanza da applicare in pratica i principi d’ingegneria sacra.
In soli
trent'anni, muratori, vetrai, scultori, geometri, astronomi
e altri esperti e artigiani riuscirono a creare un santuario
così straordinario che solo pochi entrando non ne restano
commossi: le proporzioni, l'orientamento, la posizione e il
simbolismo, tutto è stato concepito per risvegliare la
psiche e ritemprare lo spirito. Il sacro centro della
cattedrale cade tra la seconda e la terza campata del coro e
coincide con l'ubicazione dell'altare originario, sistemato
altrove nel XVI secolo. Il livello dell'acqua del pozzo è a
circa 37 m di profondità sotto quel punto. Sopra di esso,
alla stessa distanza, torreggia il pinnacolo della volta
gotica, dove le ogive incrociate - gli archi appuntiti
caratteristici dell'architettura gotica - sono così
perfettamente proporzionate da dare l'impressione di non
reggere alcun peso.
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giovedì 11 ottobre 2012
Il mistero degli ufo di Hessdalen forse risolto
Il mistero delle strane luci di Hessdalen è
noto da tempo. Sono un fenomeno luminoso che si è manifestato nei
cieli della vallata di Hessdalen, in Norvegia, a partire dagli anni ’80.
Si tratta di grandi dischi di luce di vari colori, tanto luminosi da
rischiarare tutta la valle. Di forme diverse, a volte si fermano a
mezz’aria per più di un’ora prima di sparire.
Numerosi ricercatori internazionali li studiano da anni. Le luci sono
state viste da centinaia di persone (compreso il sottoscritto durante
una missione di ricercatori italiani).Ma ora proprio gli italiani sembrano aver trovato la strada che potrebbe spiegare quelle luci.
Jader Monari e altri ricercatori radio astronomi hanno formulato un’ipotesi molto convincente per spiegare il fenomeno. Il rame e lo zolfo di antiche miniere della valle insieme al ferro presente nelle rocce sul versante opposto della valle darebbero origine a una gigantesca “pila” naturale.
Come in una pila le linee di forza trasportano particelle elettriche che possono dare origine alle “bolle” di luce che si osservano.
Questa tesi spiegherebbe anche perché le luci di Hessdalen (detti anche Ufo di Hessdalen) sarebbero più viswibili durante le aurore, quando dal Sole arrivano particelle elettricamente cariche che innescano il fenomeno.
Il video
mercoledì 10 ottobre 2012
Il mistero del Cothon di Mozia
Il "Cothon" di Mozia non sarebbe stato un porto, ne' un bacino di carenaggio scavato nell'immediato entroterra dell'isola collegato al mare da un canale lungo circa venti metri, ma una vasca adibita a funzioni di culto dove venivano effettuate abluzioni nell'ambito di cerimonie religiose. A confermarlo anche le fondamenta di un tempio semicircolare ("Temenon") attorno al bacino rettangolare con acqua di mare.
E' quanto e' stato scoperto nel corso dell'ultima campagna di scavi effettuata sul'isola dello Stagnone di Marsala, importante colonia fenicia tra l'VIII e il IV secolo a.C., da un'equipe di studenti di archeologia dell'Universita' La Sapienza di Roma, coordinati dal professor Lorenzo Nigro, d'intesa con la Soprintendenza ai Beni culturali di Trapani e la Fondazione Whitaker, proprietaria di Mozia. Nel corso degli scavi, sono inoltre emersi anche insediamenti di epoca paleolitica.
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Il cothon di Mozia: nuove scoperte
Il mistero del Cothon di Mozia
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