mercoledì 14 novembre 2018

Antico Egitto, mummie di decine di gatti e rari scarabei scoperte in tombe millenarie

Il Ministero delle Antichità egiziano ha annunciato di aver scoperto un grande numero di tesori archeologici custoditi all’interno di 7 tombe, rinvenuti nella necropoli di Saqqara a sud del Cairo. Tra gli altri, i resti mummificati di decine di gatti e quelli rarissimi di scarabei, centinaia di amuleti dedicati a diverse divinità, statue in bronzo e legno e due mummie.


Rarissimi scarabei e decine di gatti mummificati sono stati scoperti all'interno di alcune tombe dell'Antico Egitto, risalenti a circa 2.500 anni fa. Dal complesso piramidale di King Userkaf sito nella necropoli di Saqqara – annessa alla capitale dell'Antico Regno Menfi – sono emersi anche numerosi altri tesori archeologici, come statue di bronzo e legno, amuleti, mummie e sarcofagi decorati. Alcuni di questi reperti sono stati trovati in tombe più recenti.

Ad annunciare le straordinarie scoperte il Ministero delle Antichità egiziano, che ha anche organizzato una conferenza stampa – alla quale hanno partecipato ambasciatori di tutto il mondo – per sottolinearne l'importanza storica.


Gli antichi egizi erano soliti mummificare gli animali come offerte religiose, in particolar modo quelli considerati sacri come gli ibis, i coccodrilli, i cani e i gatti, tanto che si stima che furono sottoposti al trattamento decine di milioni di essi. Ma la scoperta di una collezione di scarabei è davvero straordinaria: “Lo scarabeo mummificato è qualcosa di veramente unico, è qualcosa di veramente raro”, ha commentato il dottor Mostafa Waziri, Segretario generale del Supremo Consiglio delle Antichità.

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giovedì 8 novembre 2018

Come sono state costruite le piramidi, c’è un passo avanti verso la soluzione


Gli archeologi hanno passato secoli a chiedersi come furono costruite le imponenti piramidi di Giza migliaia di anni fa. La scoperta di un sofisticato sistema di rampe ora li avvicina alla soluzione del mistero. I resti di una rampa di 4.500 anni sono stati rinvenuti in una cava di alabastro da un gruppo di ricercatori dell’Università di Liverpool e dell’Istituto francese del Cairo per l’archeologia orientale. La scoperta è avvenuta nella cava di Hatnub, risalente al regno del faraone Khufu, che commissionò la Grande Piramide a Giza. Grazie a una slitta e dei pali di legno posti ai due lati delle rampe con delle corde gli antichi egizi riuscivano a sollevare i blocchi di alabastro dalla cava su pendii molto ripidi. La teoria di un sistema di rampe era già stata fatta prima. Ma la nuova scoperta suggerisce che i pesanti blocchi di alabastro venissero tirati lungo piani molto più ripidi di quanto si pensasse prima, più del 20%. 

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mercoledì 31 ottobre 2018

Nel castello di Montaldeo si narra si aggiri un fantasma...

Vi piacciono le storie di fantasmi?
Ogni castello ha sempre la sua storia e il suo fantasma, non fa eccezione il castello di Montaldeo.

Il Castello di Montaldeo
Si narra che Suor Costanza Gentile, fuggì dal monastero di San Leonardo di Genova, nel 1699. La giovane venne riconosciuta e fermata a Voltaggio, ma l’intervento di Clemente Doria, signore di Montaldeo e suo amante segreto, la fece liberare. La storia d’amore, che la legava al nobile genovese e che l’aveva spinta alla fuga, sembrava così concludersi felicemente.
La leggenda narra che una sera d’inverno, giungendo inatteso al castello, il marchese, introdottosi per un passaggio segreto, la sorprese fra le braccia di un nuovo amante. L’ira lo accecò ed ordinò a due soldati della sua scorta di uccidere la donna e di murarne il cadavere. Poi, incurante della neve che chiudeva i valichi, ripartì dal castello per non tornarvi mai più. Morì parecchi anni dopo, carico d’onori, ma lontano dalla patria.https://www.distrettonovese.it/nel-castello-di-montaldeo-si-narra-si-aggiri-un-fantasma/
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giovedì 25 ottobre 2018

Città stregate: la misteriosa scomparsa degli abitanti di Jerome


In Arizona c'è una città fantasma in cui quasi tutti gli abitanti sono andati via nel corso del tempo.
Si tratta di Jerome negli, soprannominata la "Gomorra del West".
La zona è ricca di giacimenti di rame.


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domenica 21 ottobre 2018

Trovata gigante caverna sotterranea: è estesa quanto sei Empire Building

Una squadra di spedizione congiunta Cina-Regno Unito ha scoperto una grotta gigante nella dolina di Nongle nella contea di Fengshan, nella Cina meridionale. Le dimensioni dell’enorme grotta sono circa 6,7 milioni di metri cubi (il volume dell’Empire State Building è di poco più di 1 milione di metri cubi). L’inghiottitoio della Nongle è lungo circa 200 metri, largo 100 metri e profondo 118 metri. Con le scogliere tutt’intorno, il team di spedizione ha dovuto utilizzare una corda singola per scendere lentamente verso il basso. La spedizione ha utilizzato una tecnologia 3D avanzata per scansionare l’inghiottitoio, le caverne e le sale sotterranee. Nella parte inferiore della dolina, ci sono due grotte collegate, che hanno un corridoio, fosse collassate e un gran numero di rocce crollate. Con un’altezza di 450 metri dal fiume sotterraneo all’aria aperta, è la sala di una grotta carsica più alta del mondo. Lo spessore tra la parte superiore della grotta e la superficie è di solo 4 metri: un altro record.

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mercoledì 17 ottobre 2018

L’iscrizione che riscrive la storia di Pompei

Un’iscrizione a carboncino che riscrive la storia di Pompei e sposta la data dell’eruzione del Vesuvio dal 23 agosto del 79 d.C. (secondo le lettere di Plinio il Giovane) al 17 ottobre dello stesso anno. Secondo gli esperti, la scritta risalirebbe al sedicesimo giorno prima delle calende di novembre (che appunto corrisponde al 17 ottobre). Si tratta dell’ultima scoperta proveniente dagli scavi nella Regio V di Pompei.

Chi è stato l’autore dell’iscrizione? Secondo il direttore generale Massimo Osanna, potrebbe essere stato "un operaio buontempone che lo ha scritto sul muro di una stanza in ristrutturazione. È un pezzo straordinario di Pompei datare finalmente in maniera sicura l'eruzione. Già nell'800 un calco di un ramo che fa bacche in autunno aveva fatto riflettere, oltre al rinvenimento di melograni e dei bracieri".

“Una scoperta eccezionale”


Ai microfoni dell’Ansa, il ministro Bonisoli ha dichiarato: "Ad oggi ci fermavamo alla datazione della lettera di Plinio che fissava l'eruzione ad agosto. Può darsi che qualche amanuense nel corso del Medioevo abbia fatto una trascrizione non fedele e per tanto tempo abbiamo pensato che l'eruzione fosse avvenuta in estate. 

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martedì 2 ottobre 2018

Idolo di Shigir: la scultura in legno più antica del mondo

L’idolo di Shigir invecchia di altri 2000 anni

Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Antiquity, l’idolo di Shigir, la scultura in legno ritrovata in Russia nella torbiera di Shigir alla fine del diciannovesimo secolo, risalirebbe a circa 11.600 anni.  L’idolo di Shigir, che porta il nome del sito della scoperta, è quindi uno dei più antichi e conosciuti esempi di scultura antropomorfa monumentale, in legno, esistente al mondo.
La precedente datazione al radiocarbonio, effettuata alla fine degli anni ’90, aveva rilevato che la scultura aveva almeno 9.000 anni. Ma la recente applicazione di nuove tecniche analitiche oltre ad aver portato alla scoperta di nuove immagini scolpite sulla sua superficie, ha anche spinto la data del reperto indietro nel tempo fino a farlo risalire al più antico Olocene.
Lo studio mette in evidenza la natura unica della scoperta e dimostra che anche gli antichi cacciatori-raccoglitori degli Urali hanno saputo creare opere d’arte monumentali e di alta qualità.

La scoperta

L’Idolo fu scoperto da cercatori d’oro nel gennaio del 1890. I frammenti della scultura erano sepolti sotto quattro metri di torba in una miniera a cielo aperto vicino a Kirovgrad.
Quando fu scoperto, l’idolo misurava 5,3 metri di altezza, ma alcuni pezzi andarono persi durante le guerre e le rivoluzioni che hanno scosso la Russia nel corso del 20 ° secolo. Attualmente misura 2,8 metri. La statua è decorata sull’intera lunghezza con dei disegni geometrici intagliati nel legno di larice.
I primi studi dell’idolo di Shigir furono realizzati all’inizio del XX secolo dall’archeologo Vladimir Tolmachev, che scoprì cinque volti sulla superficie della scultura. Nel 2003 e nel 2014, i ricercatori hanno rilevato altre due facce disegnate sull’idolo.

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sabato 29 settembre 2018

Il mistero della più antica mano in metallo d'Europa

Il raro manufatto, scoperto in Svizzera e risalente all'Età del bronzo, è la più antica rappresentazione conosciuta in Europa di una parte del corpo umano. Potrebbe essere stata usata per scopi rituali

di Andrew Curry


La mano in bronzo dal polsino d'oro, con, da destra a sinistra, una spilla di bronzo, frammenti del polsino d'oro, un ornamento a spirale (per capelli?) in bronzo e un pugnale. Fotografia di Philippe Joner, Servizio Archeologico del Cantone di Berna.


Gli archeologi svizzeri hanno recentemente annunciato la scoperta di quella che affermano essere la più antica rappresentazione in metallo di una parte del corpo umano mai trovata in Europa.

L'oggetto, risalente a circa 3.500 anni fa, è la riproduzione di una mano in bronzo, leggermente più piccola del normale, del peso di circa mezzo chilo. Presenta una sorta di polsino in lamina d'oro, e una cavità interna che, si pensa, potesse permettere di montarla su un bastone o una statua.

Il ritrovamento è avvenuto casualmente nel 2017 vicino al Lago di Bienne, o Bienna, nella zona occidentale del cantone di Berna, effettuato da cacciatori di tesori che utilizzavano il metal detector, e che hanno consegnato il reperto alle autorità insieme ad un pugnale di bronzo e alcune costole scoperte nelle vicinanze.

"Non avevamo mai visto niente del genere", racconta Andrea Schaer, direttore del Dipartimento di archeologia antica e archeologia romana presso il Servizio archeologico di Bienne. "Non eravamo sicuri che fosse autentico, e non avevamo idea di cosa realmente fosse."

La datazione al radiocarbonio di una piccola porzione della colla organica usata per attaccare lo strato 

di lamina d'oro sul "polso" della scultura, ha permesso di verificare che l'oggetto era molto antico, risalente all'età del bronzo medio, tra il 1.400 e il 1.500 a.C..

Questo risultato è stato sufficiente per convincere gli archeologi a tornare, la scorsa primavera, nella zona in cui la mano di bronzo è stata originariamente scoperta. Quando i fortunati cercatori hanno indicato il luogo dove avevano trovato l'oggetto, Schaer e il suo team hanno trascorso sette settimane a scavare quella che si è rivelata essere una tomba gravemente danneggiata, situata su un altopiano che domina il Lago di Bienne, vicino al piccolo villaggio di Prêles. "Sull'altopiano c'è una magnifica vista verso le Alpi", dice Schaer. "È davvero un posto straordinario."

Nella sepoltura, i ricercatori hanno trovato le ossa di un uomo di mezza età, insieme a una lunga spilla di bronzo, una spirale di bronzo probabilmente indossata come fermaglio per capelli, e frammenti di lamina d'oro che coincidono con quella che adorna il polsino della mano di bronzo.

Gli archeologi hanno anche recuperato nella tomba una delle dita spezzate del manufatto, una solida prova che la mano si trovava originariamente sepolta con l'uomo.

Gli oggetti metallici nelle sepolture dell'età del bronzo sono rari e ancora più raro l'oro, quasi mai trovato nelle sepolture dell'età del bronzo in Svizzera.


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giovedì 27 settembre 2018

"Risolto il mistero nel Triangolo delle Bermude"

Un nuovo studio potrebbe aver risolto l'enigma della scomparsa di grandi navi proprio in questa area

Per anni gli scienziati si sono interrogati sul Triangolo delle Bermude, cercando di risolvere l'annoso enigma: perché navi - anche di grandi proporzioni - improvvisamente scomparivano? Nel corso del tempo, al mistero, che ha affascinato intere generazioni, sono state date spiegazioni di ogni sorta. L'ultima, però, potrebbe essere una delle più convincenti: un team di scienziati della University of Southampton, nel Regno Unito, ha trovato le colpevoli delle sparizioni nelle onde anomale di circa 30 metri di altezza che si formerebbero in quell'area.
Secondo quanto raccontato nel documentario 'The Bermuda Triangle Enigma', come riporta l'australiano 'News.co.au', citando il 'Sun', i ricercatori avrebbero usato alcuni simulatori indoor per ricreare tali onde. Si tratterebbe di fenomeni dalla 'vita' brevissima, di circa pochi minuti, ma dalla potenza devastante. Questo tipo di onde sono state osservate per la prima volta da alcuni satelliti nel 1997, al largo delle coste del Sud Africa.
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lunedì 24 settembre 2018

L’impronta fossile dell'animale più antico

Vecchia di 558 milioni di anni, conserva ancora tracce di grasso

Era ovale, lungo circa un metro e mezzo e aveva una struttura a segmenti il più antico animale finora individuato. Vissuto 558 milioni di anni fa, si chiama 'Dickinsonia' ed è stato identificato grazie alla presenza nei resti fossili di tracce del suo grasso. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Science da un gruppo dell’Università nazionale australiana coordinato da Jochen Brocks, in collaborazione con l'Accademia delle scienze russa, l'Istituto tedesco Max Planck per la biogeochimica e l'Università tedesca di Brema. 

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domenica 9 settembre 2018

A quanto pare, Monna Lisa aveva problemi di salute

Secondo una nuova ipotesi la Gioconda, uno dei ritratti più iconici della storia, avrebbe avuto problemi di salute. Ecco perché


Una delle donne più enigmatiche e affascinanti della storia: è la Monna Lisa di Leonardo da Vinci protagonista di un quadro su cui ci si interroga da secoli.
La Gioconda è un dipinto a olio su tavola che potrebbe essere databile intorno al alla prima decade del Cinquecento circa conservato all’interno museo Louvre di Parigi ed è uno dei ritratti più famosi al mondo. In particolare a colpire da sempre, i tanti ammiratori del dipinto, è stato il sorriso. Lieve e accennato tanto da ispirare opere, critica e studi.
L’ultimo di questi le attribuisce una malattia. Pare infatti che la Gioconda avesse dei problemi di salute. Nello specifico che soffrisse di ipertiroidismo, almeno secondo le ipotesi avanzate da Mandeep R. Mehra. Il docente della Harvard Medical School ha presentato la sua nuova teoria in una lettera che è stata inviata al magazine Mayo Clinic Proceedings in cui spiega le ragioni della sua idea.
L’ipertiroidismo comporta uno scarso funzionamento della ghiandola tiroidea che porta a diverse conseguenze, alcune delle quali sarebbero visibili nel dipinto nato dal genio di Leonardo Da Vinci. Ad aiutarlo, in questo percorso di ricerca, la collega Hilary Cambell dell’Università della California a Santa Barbara. La conclusione è arrivata proprio notando il colorito giallognolo della pelle, ma anche i capelli diradati e il fatto che fosse priva di sopracciglia. Tutti elementi che fanno pensare all’ipertiroidismo. A tutto questo si aggiunge il collo gonfio. Insomma secondo loro i dubbi sono pochi: Monna Lisa non stava molto bene quando fu immortalata per sempre da Leonardo. Da quello che si sa, Lisa Gherardini moglie di Francesco del Giocondo, aveva partorito da poco quando fu ritratta e questo non fa che dare maggiore credito all’ipotesi di partenza.
Da non dimenticare l’enigmatico sorriso, tra le caratteristiche che l’hanno resa più celebre. Quello, secondo gli studiosi, potrebbe derivare da un problema psicomotorio e una debolezza che non le avrebbero permesso di renderlo più ampio.
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venerdì 7 settembre 2018

Sahara più piovoso,effetto impianti eolici e solari

Spostano le masse d'aria


Potrebbe piovere sempre più spesso sul Sahara e uno dei più grandi deserti del mondo potrebbe cominciare a colorarsi di verde, con una vegetazione che potrebbe avanzare progressivamente. Il motore di questo cambiamento climatico su larga scala sono gli impianti per l'energia eolica e solare, che potrebbero far aumentare fino al 50% le precipitazioni su uno dei deserti più grandi del mondo. Lo indica, sulla rivista Science, la ricerca coordinata dall'Università del Maryland e condotta fra Stati Uniti, Cina e il Centro internazionale di fisica teorica 'Abdus Salam' di Trieste.

E' il risultato della prima simulazione degli effetti che sul clima possono avere gli impianti eolici e solari. "Abbiamo scelto il Sahara perché è uno dei deserti più grandi del mondo" e "molto vicino all'Europa e al Medio Oriente, dove la domanda di energia è in aumento", ha spiegato Yan Li, che ha coordinato la ricerca con Eugenia Kalnay e Safa Motesharrei, dell'Università del Maryland. Partendo dai dati relativi alle caratteristiche del deserto, compreso il territorio vicino del Sahel, il modello ha considerato gli effetti di impianti di eolico e solare con un'estensione complessiva di 9 milioni di chilometri quadrati. E' la prima volta che emerge in modo chiaro come gli impianti per le energia rinnovabili possano generare cambiamenti su scala locale e continentale: un aspetto, rilevano, "che finora non era stato valutato nel dettaglio". 

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mercoledì 5 settembre 2018

L’ultimo avvistamento di un Ufo in provincia di Alessandria? È stato il 10 agosto a Bassignana

Paolo Toselli e il Cisu hanno catalogato 481 avvistamenti negli ultimi 70 anni. Una mostra al dal 7 al 30 settembre celebra quello della mattina del 2 settembre 1978, caso mai risolto

Paolo Toselli sta allestendo una mostra sugli Ufo che si inaugura venerdì 7 settembre ad Alessandria al museo della Gambarina
ALESSANDRIA
«Sono passati 40 anni e ancora oggi mi chiedo che cosa fosse quello che ho visto». Roberto Pozzi ha 54 anni. Era un ragazzino di 14 la mattina del 2 settembre 1978, quando, incuriosito da un rumore strano («un sibilo») aprì la finestra della sua camera e nel campo di mais antistante la casa in aperta campagna, in via Loreto a San Michele, sospeso sulle pannocchie, vide «un oggetto a forma di sigaro, lungo circa 7-8 metri: si alzò a una velocità impressionante, pochi secondi ed era un puntino nel cielo che sfrecciava in direzione Sud». «Chiamai subito mia madre - aggiunge -, andammo a vedere nel campo». Sul terreno era rimasta un’area schiacciata, attorno le piante avevano le pannocchie piegate di 90 gradi. La donna telefonò ai carabinieri, che prelevarono campioni di piante e suolo. Si scatenò un circo mediatico con l’arrivo di giornalisti, della televisione, di curiosi: «Un Ufo è atterrato a San Michele», «Incontro del terzo tipo ad Alessandria» i titoli di quei giorni. 

Sorride Roberto Pozzi, nel cortile della stessa casa, dove abita ancora oggi e davanti alla quale c’è ancora una coltivazione di mais: «Non ho visto nessun alieno, solo quell’oggetto. Un Ufo, poiché era davvero volante e non identificato!». E tale è rimasto. Il caso di San Michele, studiato anche dall’Aeronautica militare, è tuttora irrisolto. Ed è diventato uno dei «classici» dell’ufologia.  

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venerdì 31 agosto 2018

Il mistero degli abiti al mercurio di due mummie Inca

I corpi delle due ragazzine vittime di sacrificio umano erano avvolti in vesti tinte di cinabro, un pigmento rosso velenoso. Ma a cosa serviva questo tossico sudario?

Le mummie bambine nelle vesti velenose.

Tra i 500 e i 600 anni fa, due ragazze di 9 e 18 anni affrontarono il loro ultimo viaggio: una scarpinata di quasi 1.200 km dalla capitale Inca Cusco, nell'attuale Perù, fino al sito di Cerro Esmeralda ad Iquique, Cile. Una volta giunte alla meta finirono vittime di un sacrificio rituale, furono mummificate e infine sepolte con un ricco corredo: figurine metalliche, gioielli in argento, conchiglie e vesti di un colore rosso sgargiante.



Capacocha: i segreti dei sacrifici di bambini Inca

La storia delle due mummie del 1399-1475 d. C. è nota dal 1976, anno del loro ritrovamento. Ora però un articolo pubblicato sulla rivista Archaeometry fa emergere un dettaglio inquietante sui loro abiti: il colore rosso proveniva dal cinabro o solfuro di mercurio, un minerale tossico di origine vulcanica conosciuto presso altre antiche civiltà, ma mai finora attestato nelle antiche sepolture del Cile.


MACABRA NOVITÀ. Le analisi chimiche degli abiti sono state condotte dagli archeologi dell'Università di Tarapacá, in Cile, che si sono interrogati sul motivo di questa scelta. Per il colore rosso, i popoli delle Ande ricorrevano all'ematite, un ossido di ferro non tossico, largamente usato nell'abbigliamento e nel trucco. Il cinabro era utilizzato a scopo rituale nell'antica Roma, e presso civiltà del passato di Cina, Spagna, Etiopia. Ma in questo luogo del Cile settentrionale l'impiego del minerale, soltanto sulle vesti e non sul corpo delle bambine, suona come un dettaglio del tutto esotico. A che cosa serviva?


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giovedì 28 giugno 2018

Ufo hanno più volte rischiato di causare incidenti aerei

Il mezzo aereo resta quello più sicuro secondo le statistiche, che però mancano di riferire un fenomeno che a detta di molti osservatori sta aumentando in questi ultimi anni: le collisioni sfiorate con Ufo. Che poi l’Ufo sia un veivolo alieno o un aereo militare di qualche tipo, nessuno finora è stato in grado di dimostrarlo in un numero crescente di episodi, che meriterebbero quanto meno un approfondimento d’indagine.
COLLISIONE SFIORATA NEL 2014
Nel Gennaio 2014, ad esempio, The Telegraph riferì di una collisione sfiorata tra un Airbus A320 in avvicinamento a Heathrow all’altezza di 34 mila piedi con quello che il pilota riferì essere un oggetto volante non identificato della forma di un pallone di rugbypassato apparentemente a pochi piedi di distanza dall’aeromobile, tanto che il pilota dovette abbassare di colpo l’aeromobile per evitare la potenziale collisione.
Ma una volta che l’aereo fu a terra si vide chiaramente che a causare il danno doveva essere stata una collisione con un oggetto di dimensioni non proprio minuscole: pare da escludere possa essere stato un volatile (vista l’altitudine a cui si trovava l’aereo) o un pallone sonda (che non avrebbe causato un simile danno), mentre non si hanno notizie di droni che si trovassero nell’area in quel momento.

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Aereo di linea si scontra in volo con un u.f.o.


Ufo, strano avvistamento di due piloti d'aereo nei cieli dell'Arizona



Piemonte, allarme nei cieli: "Ufo e caccia militari si inseguono tra i monti del Canavese"

lunedì 25 giugno 2018

L’Ufo di Toronto, il volo POE204 e la centrale nucleare


Ci sono indagini su casi di avvistamenti Ufo che proseguono il loro corso silenziosamente. Ma con sviluppi interessanti. Questo caso mi è stato ricordato da un nostro amico che vive in Canada. Ecco il suo messaggio e le sue indicazioni: “Ti avevo scritto un po’ di tempo fa a riguardo del volo Porter POE204 /PD204 da Ottawa a Toronto del 14 Novembre 2016. Non che ci siano novità particolari su questo caso, ma parlandone con un amico mi sono accorto che l’incidente è avvenuto in prossimità della centrale nucleare di Oshawa (ce ne sono più d’una nella zona lungo le coste del lago Ontario).  Le autorità hanno poi dichiarato: “The Transportation Safety Board says it has now closed its investigation into the incident, saying that the object doesn’t appear to have been a drone. The TSB noted that the incident occurred too far from shore and too high for the object to be a drone. A TSB investigator said the aircraft ducked under the object in the air and noted that the encounter had been “very close.” Ho cercato informazioni su questo volo e su flight aware è ancora possibile accedere al log (ecco il link)”. L’argomento è piuttosto intrigante e su questo sito ci sono ulteriori dettagli. L’equipaggio s’è trovato di fronte a un “coso” a forma di ciambella/frittella che si è mosso nella sua direzione: i piloti hanno disinserito l’autopilota avviando una manovra che in aviazione si definisce di scampo: hanno “buttato giù” l’aereo, tant’è che le apparecchiature di bordo hanno registrato un pesante e anomalo valore dei G-negativi; due assistenti di volo sono rimasti feriti nella manovra e hanno dovuto essere medicati in ospedale.

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lunedì 11 giugno 2018

Piemonte, allarme nei cieli: "Ufo e caccia militari si inseguono tra i monti del Canavese"

La descrizione fatta ai carabinieri di quanto avvenuto mercoledì sera nel cieli piemontesi ha del surreale. Si segnala infatti inorno alle 23 un "oggetto volante non identificato emanante forte bagliore che, dopo aver sorvolato il centro abitato di Corio, si allontanava repentinamente alla vista di due aerei verosimilmente militari". Ora, che cosa fosse l'ipotetico "ufo" che emanava un forte bagliore non è possibile ricostruirlo.
Sulla presenza dei due caccia, invece, nonostante non risultino passaggi nello spazio aereo del Torinese di voli aerei militari, vi sono numerose testimonianze raccolte nelle valli di Lanzo: persone che raccontano di aver sentito il fragore dei motori e visto anche il colore rosso dei reattori che spiccava nel buio della notte, mentre un cittadino di San Francesco al Campo ipotizza che i due aerei siano partiti da Caselle, avendo sentito quel rumore a un'ora anomala.

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mercoledì 6 giugno 2018

Appartenente forze ordine avvista Ufo - IL VIDEO e LE FOTO

Associazione Aria, 'a Seborga fotografati due oggetti luminosi'

Un oggetto volante non identificato è stato avvistato da un appartenente alle forze dell'ordine, tra Perinaldo e Seborga, a circa 550 metri sul livello del mare, nell'entroterra di Bordighera, in provincia di Imperia. Lo comunica l'ufologo Angelo Maggioni presidente dell' Associazione Italiana Ricerca Aliena (Aria) a cui è stata fatta la segnalazione. "Il 25 maggio scorso verso le 8 in direzione della collina ho visto due oggetti luminosi dalla forma allungata - spiega il testimone -: uno è rimasto fermo, l'altro, che andava a velocità supersonica, rimbalzando senza una direzione logica, l'ho seguito attraverso l'obbiettivo del telefono". Dall'associazione spiegano che dopo la visione del filmato è stato ascoltato il testimone per verificare l'attendibilità del racconto e sono state effettuate ricerche in zona coinvolgendo altri esperti. "Siamo davanti ad un evento straordinario - spiega Maggioni -.

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Oggetti luminosi avvistati sopra Seborga: per l’esperto potrebbe trattarsi di UFO

venerdì 1 giugno 2018

Il "Pesce di Leeds", più grande (e veloce) dello squalo balena

A lungo gli scienziati si sono scervellati nel tentativo di spiegare perché i pesci ossei fossero così piccoli: infatti, il più pesante, ovvero il pesce luna oceanico, pesa “solo” 2,3 tonnellate, una nullità in confronto ai pesci cartilaginei come ad esempio gli squali balena che possono arrivare a pesare fino a 34 tonnellate. A far luce sulla questione delle dimensioni dei pesci ossei c’è un nuovo studio, su un antico pesce gigante, che dimostrerebbe come questa differenza dei giorni nostri sia soltanto un incidente evolutivo.

La prima ipotesi

 

Secondo quanto ipotizzato inizialmente dagli scienziati, i pesci ossei potrebbero essere fortemente limitati dal loro metabolismo. Di norma, gli animali più grandi devono accontentarsi di una minore quantità di ossigeno per grammo di tessuto: quindi, dato che i pesci ossei sembrano essere caratterizzati da fabbisogni metabolici più elevati rispetto a quelle degli squali, è semplicemente impossibile per loro raggiungere dimensioni superiori a quelle del pesce luna oceanico. Tuttavia le cose cambiano non appena gli scienziati hanno fatto un passo indietro nel passato, prendendo in considerazione i pesci antichi.

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giovedì 31 maggio 2018

Dalle Dolomiti il più antico fossile di lucertola al mondo

Retrodata l'origine dei rettili di 75 milioni di anni

Un fossile trovato nelle Dolomiti del Trentino-Alto Adige è la più antica lucertola al mondo finora nota e riscrive la storia di serpenti e degli altri piccoli rettili. La loro origine deve essere spostata indietro di circa 75 milioni di anni, fino a oltre 255 milioni di anni fa, prima cioè della più profonda estinzione di massa della storia.

Alla ricerca italiana, cui partecipano il Muse - Museo delle Scienze di Trento, il Centro di fisica teorica Abdus Salam di Trieste, il Centro Enrico Fermi di Roma e l'acceleratore di particelle Elettra di Trieste, la rivista Nature dedica la copertina: una ricostruzione dell'animale realizzata dal paleoartista milanese Davide Bonadonna. Il fossile è di una piccola lucertola, Megachirella wachtleri. È stato scoperto 20 anni fa in Val Pusteria, nella provincia di Bolzano, ma solo ora i paleontologi, coordinati da Tiago Simões dell'Università canadese di Alberta, hanno potuto svelarne i segreti con un'analisi simile alla Tac che ha permesso, dopo milioni di anni, di separarlo virtualmente dalla roccia.

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mercoledì 30 maggio 2018

Medicina: Ötzi era malato di cuore, 3 calcificazioni nelle coronarie

Ötzi, l'Uomo venuto dal ghiaccio, aveva tre calcificazioni coronariche: lo ha stabilito un'equipe guidata dalla radiologa bolzanina Patrizia Pernter
 

Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio vissuto più di 5 mila anni fa, era malato di cuore. E se non fosse rimasto vittima di un “vile agguato” – così come stabilito dagli scienziati che si sono presi a cuore la sua ‘biografia’ – sarebbe forse morto di infarto. La Mummia del Similaun, rinvenuta nel 1991 sulle Alpi Venoste da una coppia di escursionisti tedeschi, all’età presunta di 46 anni aveva infatti tre calcificazioni coronariche spia di un’aterosclerosi presumibilmente legata alla predisposizione genetica più che a uno stile di vita poco sano. Perché trattandosi di un cacciatore-raccoglitore vissuto fra il 3300 e il 3100 a.C., il suo problema non poteva a rigor di logica essere la sedentarietà. Piuttosto il Dna.

O almeno questa la conclusione a cui è giunto il team guidato dalla radiologa di Bolzano Patrizia Pernter, che ha pubblicato sulla rivista ‘RöFo – Fortschritte auf dem Gebiet der Röntgenstrahlen’ i risultati di un nuovo studio condotto sul corpo di Iceman, conservato presso il Museo archeologico dell’Alto Adige. Per l’esperta, la mummia non rappresenta solo “uno dei casi più antichi di calcificazione vascolare“, ma anche “un esempio medico del fatto che una predisposizione genetica è forse il principale fattore scatenante per l’arteriosclerosi e la sclerosi coronarica“.

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martedì 29 maggio 2018

Eccezionale a Pompei, riemerge l'ultimo fuggiasco

Con ANSA sulle orme dell'uomo che morì guardando il Vesuvio

 

Ha avuto in sorte una fine orribile e l'ha guardata in faccia, investito dalla furia bollente del Vesuvio che gli ha scagliato addosso, decapitandolo, un masso di 300 chili.

A Pompei- come documenta in anteprima dal nuovo cantiere del parco l'ANSA- gli scavi da poco avviati hanno restituito anche una nuova vittima, un 35enne con una gamba malata che forse proprio per la sua disabilità si era attardato nella fuga. Una scoperta "drammatica ed eccezionale" commenta il direttore Massimo Osanna, perché in quel punto si era scavato già nell'800 e poi di nuovo agli inizi del secolo scorso. Entusiasta il ministro uscente della cultura Dario Franceschini, che sul sito archeologico campano  e la nuova era di restauri ha puntato non poco: "Pompei è il simbolo di una storia di riscatto e di rinascita italiana".

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sabato 26 maggio 2018

Durante i temporali forti s'odono le campane in fondo al lago

Il grande mistero del lago di Alleghe

Il lago di Alleghe, nel Bellunese, si formò a causa di una frana staccatatasi dal Monte Piz nel 1771. La frana travolse il villaggio di Riete, seppellendo l’abitato di Marin e in parte Fusine, causando la morte di 49 persone. L’ostruzione della valle causata dai detriti della frana sbarrò la naturale via di deflusso delle acque del torrente Cordevole che non potendo più scorrere liberamente incominciò a formare il lago. Il primo maggio una nuova frana si staccò dalla montagna precipitando nel lago. La violenza di questa nuova frana, probabilmente causata dalle piogge torrenziali che interessarono tutta la zona in quella primavera, provocò un’onda che si abbatté sulla costa di Alleghe distruggendo la canonica, parte della chiesa ed alcune altre case risparmiate dalla formazione del lago.  Le campane della Chiesa finirono in fondo al lago e il campanile fu completamente distrutto dall'acqua.

Alla fine del'800 cominciò a circolare la vicenda delle campane maledette. Si dice che durante i forti temporali si odano dei rintocchi di campana provenire dalle profondità del lago, come se l'onda sonora del tuono rimbalzasse sotto il lago in maniera talmente potente da far muovere anche i batacchi delle campane. Pare che questi rintocchi annuncino disgrazie e chi li sente, da lì a poco potrebbe anche morire. Si dice infatti che gli abitanti dell'Alleghe sommersa chiamino a sè, con i rintocchi del campanile fantasma, gli abitanti dell'Alleghe "viva". 

 

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